capitolo 17

Sapevo che avrebbe reagito così, il suo temperamento bilioso, non controllato.

Sentii ancora le sue dita ancorate tra i capelli, una leggera pressione della sua mano per tenermi ferma incollata su questa scrivania.
Ho paura. La paura diventa eccitazione.

Non vedo il suo viso, la sua espressione una reazione, vorrei parlare sollevarmi da questa posizione scomoda.

Sento il suo corpo su di me.

Mi scuote sensazioni spente da anni riportando la mia mente al passato che riaffiora come un tornado di sentimenti riportando il cuore all'inferno. Le sue mani, la sua voce risvegliano in me la lussuria di un amore mai contraccambiato.

Un amore unico che ci accomuna ma non porta da nessuna parte. Porta solo una firma , Milly.

Si allontana da me, mi sollevo a rallentatore un po' indolezita. Sistemo la giacca sgualcita e il collo della camicetta.

Si allontana di qualche passo fissando la mia figura per vedere se quello che io le ho svelato qualche secondo fa, è la verità.

Il suo sguardo rimane duro, impassibile traspare solo apatia e io tranquillità apparente perché dentro sono un misto di emozioni.

<Non ti credo!> un colpo al cuore. Faccio forza per istinto di sopravvivenza anche se mi sento chiusa in una bolla nera. Soffocata...  Lui non mi ha mai creduta a sempre dubitato di me.

<Bene! non sei costretto a farlo e di certo io non voglio insistere, nemmeno mi interessa, me la sono cavata benissimo fino ad ora con le mie forze> alzo le spalle con indifferenza.

Due passi... solo due e si avvicina pericolosamente a me.

Un risolino irritante propaga nella stanza mi vuole provocare. Lo so.
È meglio che inizio a tirare fuori le unghie.

<Dimmi, quando è nata?>
<A febbraio, il 28 , 2017.>ora inizia il botta e risposta.
Lo vedo pensare, forse sta contando? Un po' mi viene da ridere.

<Perché non me lo hai detto?>
<Sei fuggito via! lo scoperto qualche mese dopo a causa dei miei ritardi mensili e visto che per me era normale non gli ho dato peso.>

<Assurdo.> scuote la testa.
<Cosa?>
<Tutta questa storia Isa>e incredulo alle mie parole.
<Ok! Senti, lasciamo perdere a che ora    inizio domani?> Ho voglia di tagliare corto sono stufa so anche di poterlo infastidire ma non mi importa.

<Stai scherzando? Mi stai prendendo in giro?> -è adirato sta parlando con voce bassa tanto da far vibrare le mie ossa - <Isa... tu vieni qua e scopro che hai una figlia, tu mi dici che è mia "e ti dovrei credere!"-ora il suo tono si sta alzando.- e poi mi chiedi del lavoro!> ora urla. Ma non mi sposto di un millimetro, non sbatto le palpebre un po' per tenergli testa, un po' per paura.

<Matt cosa vuoi che ti dica?-incrocio le braccia- Non mi credi! > ora sono io quella fuori di sé. Mi avvicino portando le braccia lungo i fianchi alzando poi un dito sul petto.

<Non ho intenzione di parlare con una persona che non mi crede, che non ha mai avuto ne stima, ne rispetto per me, che mi tratta come una ragazzina perché ora non lo sono più.>sbraito picchiettando l'indice.

<Voglio fare il test del DNA.> Ora scuoto io la testa con gli occhi lucidi.

<Vaffanculo Matt! Trovati un altra tirocinante.> Prendo la borsa e cerco di uscire da quella stanza ma lui mi sovrasta con la sua imponente altezza.
<Se esci da lì non troverai nessun altro posto di lavoro, te lo posso garantire.>

<Tornerò a fare la puttana!> lo dico con dolore e disprezzo, penso a Milly alla promessa fatta è rotta nello stesso istante.
Le lacrime stanno straripando non le riesco più a trattenere. Strattono il braccio con forza e lo spingo per liberare il passaggio e  rendere reale la mia fuga.

Percorro il corridoio a testa bassa le segretarie e il socio se ne stanno lì, in piedi a guardare, credo che hanno sentito tutto, dovrò sembrare patetica.

<Arrivederci, è stato un piacere.>
<Arrivederci>dissero con voce sottile.
Impalati come degli stoccafissi.

Uscì di fretta, mi sono vergognata del mio aspetto e di quello che hanno sentito tra me e Matt.
Telefono a Susy
< Susy!>dissi con voce tremante.
<Cosa succede Isa?>
<Senti, ho bisogno un ora per me, posso lasciarti ancora Milly?>
<Tutto bene Isa?>
<Si, non ho voglia di parlare adesso per favore.>
<Isa non preoccuparti prenditi tutto il tempo che vuoi ne parliamo dopo ok!>
<Grazie Susy.>

Mi siedo su una panchina appoggiando i gomiti sulle cosce tenendo la testa bassa sfogando le mie emozioni.

POV MATT...

Prima Kelly che mi dice della figlia di Isa poi che Isa e la mia tirocinante e infine che la figlia è la mia.

Sono arrabbiato.

Bussano alla porta<Avanti!> è Max.
<Cribbio Matt che succede? Perché quella ragazza è fuggita piangendo? E tutte quelle urla.>
Si siede.

<Max la figlia di Isa e figlia mia!>
<Perché la conosci?>
Le racconto tutta la storia, un riassunto senza troppi dettagli fino ad arrivare a oggi.

<È incredibile Matt! Perché non gli credi?> mi chiede
<Non lo so, non gli credo da quando abbiamo iniziato a crescere ci siamo allontanati>
Max ride <Così tanto da farci un figlio?>
<Non c'è niente da ridere, ci siamo allontanati ma, rimanendo amici.>
<mhm... mhm... comunque l'hai trattata male e dopo quello che mi hai raccontato io avrei fatto la sua stessa cosa.>
Rimango sbalordito dalle parole di Max.
<Quindi stai della sua parte?>
<No, mi metto nei suoi panni.>
Si alza e mi lascia lì.

Stava piangendo e io non voglio che lei pianga non l'ho mai tollerato. Ora i miei sensi di colpa affiorano confuso da tutte quelle informazioni che ho ricevuto in questi giorni.

Mio padre coinvolto nell'incidente, l'allontanamento di Isa da Arcadia e dai nostri amici , lei è Carter.

Mi alzo dalla scrivania vado a prendere il giubbotto <Voglio il numero di Isabella subito!>ordino.

Giuly si affretta a cercarlo scrivendo su un post-it. lui lo prende ed esce.

Mi devo calmare, sì mi devo calmare e parlare con lei.




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