capitolo 13
Sono pronta, agitata, non so cosa mi attende come comportarmi, mi avvicino al banco del bar voltando la mia faccia verso di lui: <andiamo! sono pronta.> fa un cenno con la testa invitandomi a uscire prima di lui, mi avvio con agitazione.
<Dove possiamo parlare con calma?>mi domanda Matt.
<C'è un locale non tanto distante da qui, ti dirò ho anche un po' di fame e vorrei un hamburger con cipolla pomodoro.> Sorride, aprendo la porta della sua auto nera facendomi accomodare come un vero gentiluomo.
<Non sei cambiata per niente Isa.> chiudendo il portello non smettendo di sorridere.
Se sapesse, invece sono cambiata anche se ho le mie paure non mi faccio più' schiacciare come un tempo.
Siamo in viaggio e terribilmente a disagio il silenzio prevale nell'abitacolo creando imbarazzo e scompiglio nella mia mente non sapendo come tutto questo andrà a finire.
<Come si chiama il locale?Così imposto il navigatore.> spezza il silenzio,lo guardo divertita "così imposto il navigatore" lo scimiotto nella mia mente.
<Si chiama neon> digita nel computer di bordo il nome, lo guardo stranita sinceramente non mi fido ancora di lui.
<Andiamo> dice sorridendo.
Proprio di questo dico sorride sempre come se per lui andasse tutto bene lo trovo un po' antipatico.
Forse la cotta adolescenziale mi passata e non vedo più l'amore che provavo dentro qualche tempo fa.
Per fortuna siamo arrivati a destinazione, mi sentivo soffocare:<eccoci siamo arrivati>dice.
Alzo gli occhi al cielo "non lo sopporto", mi guarda con la coda dell'occhio uno sguardo infastidito.
Percorrendo il pezzo a piedi fino all'entrata noto le sue spalle curvate come segno di una sconfitta, mi sento un po' in colpa ma non più tanto ho passato le pene dell'inferno in questi anni portandomi a scelte estreme e sacrifici non indifferenti.
Lo so, sono un controsenso di emozioni prima lo amo, poi lo odio sono confusa... grrr!!! La mia mente continua a lavorare senza sosta formulando pensieri senza risposta.
Ci accomodiamo in un tavolino appartato dove non c'è passaggio di molte persone , mi tolgo la giacca e lui fa altrettanto.
Mi fissa come per studiare i miei pensieri le mie emozioni.
<Allora, racconta tutto dall'inizio.>
Sorrido amaramente.
Trattengo le mie lacrime provando dolore ancora fa male.
<Cosa vuoi sapere?> batto la mano sul tavolino, lui mi fissa, mi guarda come se si aspettasse questa rabbia non si muove di un millimetro.
<Tutto> dice con calma.
Gli racconto dei miei e dell'incidente, del comportamento dei soci e i miei presunti amici e di lui.
Ascolta, non dice una parola fino a quando non finisco di parlare.
<Perché dovrei crederti?> il mio cuore casca dal petto, mi manca il respiro, lo guardo con occhi sgranati devo andare via! Via! Prendo la mia giacca e vado non lo nemmeno guardato, salutato volevo solo fuggire via.
Mi sento che qualcuno mi segue e vengo fermata e voltata con una mano sulla spalla i miei occhi sono pieni di lacrime pronte per fuggire e far scivolare il mio dolore ma li trattengo per non farmi vedere debole ai suoi occhi.
<Scusami...> Mi stringe forte <Sono uno sciocco> accarezza la mia schiena mi stacco da lui voltandomi faccio pochi passi :<ti prego fermati!>
Mi fermo, prendo lunghi respiri prima di rispondere:< non abbiamo più niente da dire.>
<Come faccio a credere che mio padre e il padre di Jax ti hanno fatto questo! Come? Eri di famiglia siamo cresciuti insieme, loro erano amici dal college come faccio a crederti.>
<Non importa, è stato un non piacere a incontrarti non farti vedere più.>
Faccio un ghigno e cammino verso casa.
POV MATT...
Maledizione! Perché? Come faccio a credere a tutto quello che mi ha raccontato! Come! Sembrava sincera, i suoi occhi erano sinceri anche se non mi ha raccontato tutto lo so, la conosco...
L'unica cosa che posso fare e indagare e scoprire tutta la verità anche quella non raccontata. La seguo con la macchina non voglio che vada a casa da sola. Sta iniziando a piovere merda!
POV ISA
Stupida! Sono una stupida come ho potuto credere che lui mi avrebbe creduta. Non sono nessuno per lui! mi ha già dato dimostrazione in passato...
Le lacrime non si fermano il dolore è ancora più amplificato. Inizia a piovere tiro su il cappuccio per coprirmi anche se servirà a poco, la pioggia non si arresta anzi, aumenta. Raggiungo un un palazzo che ha una tettoia. Intanto penso di chiudere con tutta questa storia è andare avanti con la mia vita ora ho un lavoro stabile e mia figlia.
Vedo dei fari avvicinarsi <Sali!>il suo tono non ammette repliche. Sono titubante, ancora scossa lo guardo senza muovere un muscolo.
<Sali!> lo vedo scendere dalla macchina mi prende con dolcezza la mia mano fino a condurmi alla portiera della macchina.
Non dico una parola, mi fa salire chiudendo il portello.
Sale e tira un sospiro <Cerca di capirmi > Si gratta la fronte pensando a come non ferirmi ancora di più con le parole.
<Capisci che per me sono un sacco di informazioni nuove e stravolgenti. Si parla di mio padre, non è che sia uno stinco di santo! Ma... arrivare a tradire un suo amico e tutta la sua famiglia mi sembra assurdo.>batte la mano sul volante con rabbia, io non dico una parola.
<Non volevo dirti che non ti credo ma prima voglio assicurarmi che sia tutto vero, voglio indagare...>
<Penso che sia giusto.> mi limito a dire.
<Isa, scusa davvero> io sono in contrasto con le mie emozioni, sono talmente tante che mi sento vuota.
Una confusione totale dove mi porta al nulla non sapendo più che parte iniziare. Dovrei rispondere, andare via ?
<Isa!> mi risveglia dei miei pensieri.
<Si, scusa ma non so cosa risponde o dire sono stanca.> dico con un ultimo fiato sono stremata.
<Ok, ti riporto a casa.>
Guardo davanti a me senza più una parola solo le indicazioni per raggiungere casa. La mia casa...
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