Capitolo 59♧
Amenadiel's pov - ore 15:03
Era ormai più di dieci minuti che guardavo Linda che, tenendo in braccio nostro figlio, sfogliava un libricino di stoffa pieno di immagini di animali e gliele mostrava.
Lei e quel bambino erano senza dubbio la cosa migliore che potesse succedermi, col senno del poi.
Poco importava che Charlie non fosse immortale come me: per quanto mi riguardava era il bimbo più speciale del mondo, Città d'Argento ed Inferno compresi.
<<Amenadiel!>> mi chiamò Linda, allungando le braccia per porgermi nostro figlio.
Io mi riscossi e scattai per prenderglielo, sistemandomelo per bene tra le braccia.
<<È ora del pisolino>> indovinai, anticipando ciò che lei stessa stava per dire <<Ci penso io>>
<<Sei un angelo, grazie mille>> mi diede un bacio veloce, mentre tentava di non dare a vedere quanto fosse compiaciuta della sua stessa battuta.
<<Tranquilla, tu riposati pure>> le dissi, mentre salivo le scale fino al piano di sopra.
Arrivato nella stanza di Charlie lo riposi piano nella sua culla, non potendo fare a meno di sorridere mentre accarezzavo i suoi riccioli scuri.
Il fatto che la somiglianza tra noi due fosse così evidente mi riempiva di gioia e di orgoglio, forse più di quanto sarei mai stato disposto ad ammettere.
Il giorno dopo lui e sua madre sarebbero stati lontani dal pericolo - me ne ero voluto assicurare - e avevo trovato per loro il luogo perfetto nel quale nascondersi.
Sapere che loro sarebbero stati al sicuro mi dava forza, più di qualunque altra consapevolezza.
Sorrisi a Charlie, mentre facevo oscillare la sua culla. Con i mesi ci avevo preso la mano, ed ora il ritmo giusto con il quale dovevo farlo - non troppo veloce né troppo lento - mi veniva naturale come portare la forchetta alla bocca per mangiare.
Del resto avevo deciso di avere fiducia in mio fratello Lucifer.
Dopotutto avevo visto, soprattutto in quegli ultimi tempi, che tirava fuori il meglio di sé se si riponeva un pò di fede in lui.
Eppure non ero tranquillo, ovviamente.
Come se un presentimento mi volesse avvertire che le cose non sarebbero andate come previsto, che sarebbe finita male in qualche modo.
No, mi dissi, è solo paura.
Nel frattempo non mi ero nemmeno accorto che Charlie si fosse addormentato, tanto ero stato immerso nei miei pensieri.
Uscii dalla cameretta il più piano possibile, cercando di non fare rumori molesti che avrebbero potuto svegliarlo o disturbare il suo sonno.
Quella sera, proprio a casa nostra, era fissato il primo ed ultimo incontro tra il teamLucifer, in vista del giorno successivo.
Ecco perché era importante che mio figlio riposasse quel pomeriggio.
Quando arrivai in salotto trovai Linda ancora seduta sul divano, ferma nella posizione nella quale l'avevo lasciata, con le mani giunte e gli occhi chiusi.
Le sue labbra si muovevano impercettibilmente.
Alzai le sopracciglia, sorpreso, ma decisi di non interromperla.
Mi sedetti accanto a lei continuando a restare in silenzio, finché non aprì gli occhi e mi sorrise.
<<Stavi pregando?>> domandai.
La psicologa alzò le spalle, sistemandosi meglio la coda di cavallo bionda:<<Non so quanto tuo Padre mi sia stato a sentire, ma ho pensato che comunque male non potesse fare, vista la situazione>>
Poi mi prese per mano e me la strinse forte, mentre il silenzio ripiombava tra noi.
Non potevo darle torto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top