Capitolo quattordici
Gli occhi di Lydia si spalancano quando le labbra calde di Stiles si poggiarono sulle sue. Le mani del ragazzo erano ancora posate sul suo viso, i pollici che disegnavano cerchi sulle sue guance.
Il cuore di Lydia rischiava di scoppiarle nel petto, le sue guance arrossate sia per il caldo che all'improvviso l'aveva pervasa sia per la sensazione di avere lo stomaco contorto su se stesso.
Quel dolce sfioramento di labbra diventò decisamente più passionale quando Stiles accarezzò le labbra della ragazza con la lingua, come per chiederle l'accesso, e Lydia le schiuse all'istante, serrando anche le palpebre per godersi al meglio quel contatto.
Le loro lingue si trovarono velocemente, intrecciandosi e donandosi brividi a vicenda. La ragazza si sentiva le ginocchia deboli, scosse da un tremore che condividevano con il suo cuore.
Stiles poteva sentire le gambe della ragazza tremare e quindi la afferrò la da dietro le cosce, facendola così sedere sul suo bacino senza la minima intenzione di interrompere il loro bacio.
Lui portò una mano sulla schiena di lei, stingendola dolcemente per proteggerla dal freddo. Quello che però lui non sapeva era che i brividi della ragazza non erano causati dal freddo, ma da lui e dalle sue labbra che sembravano voler risucchiare anche la sua anima.
Anche il suo cuore batteva forte ed era sicuro che Lydia lo avesse percepito perché teneva stretto in un pugno il tessuto della sua maglietta blu proprio all'altezza di esso.
Quando i due si staccarono, più perché avevano bisogno di respirare che per terminare il bacio, la ragazza fece scontrare le loro fronti, un sorriso su entrambe le bocche gonfie per i piacevoli morsi che si erano inflitti a vicenda.
Il verde delle iridi di Lydia si tuffò negli occhi lucidi di Stiles che il piacere e il desiderio avevano fatto diventare oro liquido. A Lydia sembrava di affogare dentro quelle pupille dorate.
Lui si avvicinò di nuovo, lasciando un veloce bacio a stampo su quelle labbra piene e dolci. I baci di Lydia erano una droga e ben presto lui ne era diventato dipendente.
•••
Un'ora e tanti baci dopo, Stiles e Lydia erano ancora su quel divano riscaldati dal tepore che la loro vicinanza gli donava.
Lei era seduta con la schiena contro lo schienale mentre passava dolcemente le dita tra i capelli morbidi di Stiles, che era steso sul divano con la testa sulle sue gambe, e si abbassava ogni tanto a baciargli quelle labbra a cui non riusciva più a resistere.
Dal suo canto, neanche Stiles sembrava disdegnare quelle attenzioni, mugugnando sulla bocca di Lydia quando lei tirava leggermente alcune ciocche castane.
"Stiles", mormorò lei quando Stiles cambiò posizione distendendosi prono, sfiorando con i suoi polpastrelli le cosce della ragazza, tracciando delle linee immaginarie sulla pelle chiara e liscia che il suo vestitino rosso lasciava scoperta.
Un ghigno beffardo comparse sul viso del ragazzo quando la sentì trattenere il respiro non appena il suo indice si intrufolò sotto la stoffa leggera.
"Sai, credo che dovremmo andare a prendere Allison. Sarà contenta di vederti", affermò Lydia afferrando una mano di Stiles tra le sue ed iniziando ad accarezzare le vene del dorso e le linee del palmo.
Stiles aveva delle belle mani, grandi ed affusolate, e a Lydia piacevano tanto perché riuscivano a metterle sicurezza, esprimevano forza ed amore: sapeva che l'avrebbero protetta sempre. Dio, le sue mani. Mani che le avevano offerto stabilità e comfort così tante volte. E, se doveva essere onesta, offrivano anche qualche piccola fantasia esplicita alla biondo fragola.
"Ed io di vedere lei", ammise Stiles sorridendo, prima di far leva sul suo braccio destro, l'unico libero dalla presa di lei, e baciare di nuovo quelle labbra che sapevano di caramello.
Non si sarebbe mai stancato di quel sapore.
•••
"Inizierò a lavorare in centrale con mio padre", aveva detto Stiles durante il viaggio in macchina.
I due erano rimasti a coccolarsi ancora un po', per poi decidere che era arrivata l'ora di alzarsi. Diciamo che la decisione era stata presa principalmente da Lydia, lui sarebbe rimasto su quel divano per tutto il giorno. E anche la notte.
Ora, si trovavano nella Jeep azzurra di Stiles, diretti verso la casa della mamma della ragazza.
"Davvero? Dovrò chiamarti Agente Stilinski?", domandò lei alzando un sopracciglio. Nonostante lo stupore iniziale, però, sapeva che Stiles era fatto per quel mestiere: sin dal liceo si divertiva a risolvere i casi del padre cercando di coinvolgere anche Lydia ogni tanto.
"Certo, signorina. Faccia la brava e non mi costringa a punirla", rispose Stiles. La sua mano, prima appoggiata saldamente sul cambio, si spostò sul ginocchio della ragazza, salendo lentamente fino alla sua coscia.
Quel gesto le fece mancare un battito: le mani del ragazzo sulla sua pelle accompagnate da quel mezzo sorriso soddisfatto erano così sexy che dovette tapparsi la bocca con la mano per evitare di sospirare di piacere.
Quando si fermarono al semaforo, Stiles staccò per un attimo lo sguardo dalla strada per puntarlo sulla ragazza al suo fianco: la luce del tramonto baciava la pelle leggermente arrossata delle guance, gli occhi verdi resi ancora più chiari e brillanti e i capelli biondo fragola scendevano morbidi e lucenti sulle spalle minute.
"Quindi resterai?", chiese lei, lo sguardo ancora fisso sulla strada. Aveva paura di perderlo, di farsi scivolare dalle mani l'opportunità di essere finalmente felice.
Lui, come se potesse leggerle nella mente, strinse leggermente la coscia della ragazza per poi intrecciare le loro mani e lasciare un dolce bacio su quella di Lydia, "Si, Lyds. Stavolta non vi lascerò andare".
Quelle parole e quei gesti accesero una speranza nel cuore di Lydia: forse non era tutto perduto, forse Stiles non aveva rinunciato a lei, a loro. Lei non poté reprimere un sorriso a quel pensiero, desiderava più di ogni altra cosa poter avere una seconda possibilità e questa volta sembrava che il cielo avesse voluto accontentarla.
Dopo pochi minuti Stiles spense il motore della sua Jeep e solo allora, udendo il forte rombo che quella ferraglia celeste emise, lei si accorse che erano arrivati a casa di sua madre.
Stiles, da gentiluomo quale era, corse ad aprire la portiera del passeggero, offrendole una mano per aiutarla a scendere dal veicolo. Lydia si strinse il labbro inferiore tra i denti per nascondergli il sorriso da ebete che non ne voleva sapere di lasciare il suo volto.
Percorsero il viale l'uno accanto all'altra, la mano destra di Stiles posata sulla schiena di Lydia per guidarla nei movimenti. L'indice della ragazza premette sul campanello e dopo pochi istanti la porta si aprì rivelando la figura di una bambina a piedi nudi.
"Mamma!".
Allison sorrise immediatamente quando li vide e di corsa si gettò tra le braccia di Lydia.
"Amore mio, hai fatto la brava?", chiese a sua figlia, abbassandosi leggermente per lasciarle un dolce bacio sulla fronte. Stiles guardava la scena intenerito, profondamente colpito dall'affetto e dall'amore che legava le due. Solo quando la bambina alzò lo sguardo verso di lui, chiamandolo più volte per attirare la sua attenzione il ragazzo allungò le braccia per sollevarla da terra.
"Ciao, piccoletta", la salutò allora, baciandole la guancia paffuta ed arrossata. La bambina gli strinse la braccia al collo, abbassando il volto per parlargli all'orecchio.
"Sono felice che tu e la mamma abbiate fatto pace", sussurrò per evitare che Lydia potesse ascoltarla. Quando la bambina si allontanò dal viso di Stiles, tornando così a guardarlo negli occhi, il ragazzo poté scorgere in quegli occhi così uguali a suoi la pura felicità che solo un bambino può avere.
Con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro, Allison si voltò a guardare sua madre che, con un finto colpo di tosse, aveva richiamato la loro attenzione, "Si può sapere cosa state complottando voi due?", chiese posando le mani sui fianchi, cercando di sembrare minacciosa.
Stiles si lasciò scappare un sorriso, perché, piccola com'era, Lydia non faceva paura a nessuno. O almeno, in quelle circostanze, perché in molte altre, quella stessa ragazza, riusciva a spaventarlo più di un branco di lupi mannari.
"Assolutamente niente", rispose allora, scompigliando i capelli lisci della bambina, voltandosi poi a guardare la ragazza per farle un occhiolino a cui lei rispose alzando al cielo gli occhi verdi con finta aria di sufficienza.
Allison, ancora tra le braccia di Stiles, si godette lo scambio di smorfie tra i due e scoppiò in una risata cristallina, che presto contagiò anche loro. Perché erano felici, e quando si è felici si ride per ogni cosa.
Nel frattempo, dalla cucina, spuntò la mamma di Lydia, sorridente alla vista dei tre che se la ridevano beatamente. La donna si avvicinò, asciugandosi le mani bagnate sullo straccio che stava utilizzando per asciugare i piatti e lasciandolo distrattamente sul tavolo da pranzo in salotto.
Natalie sentì il cuore riempirsi di gioia vedendoli finalmente insieme, orgogliosa di sua figlia che aveva alla fine trovato il coraggio necessario per dire la verità al padre di sua figlia, donando così la possibilità di essere felice sia ad Allison che a se stessa.
"Oh, salve signora Martin", disse Stiles quando, una volta ripresosi, notò la figura della donna appoggiata al tavolo in salotto.
"Ciao Stiles, è da tanto che non ti vedevo. Spero tu stia bene", lo salutò a sua volta, avvicinandosi per lasciare una carezza sul viso di sua figlia. Quando Lydia era più piccola, le due avevano un rapporto davvero strano: legate da un affetto indissolubile che però non riuscivano mai ad esprimere a parole, quantomeno con i gesti. Da quando però Lydia era diventata mamma, donandole quell'angelo come nipote, Natalie aveva capito che sua figlia aveva bisogno di lei e del suo amore, e le due si erano avvicinate incredibilmente. Lydia era convinta che senza sua madre non sarebbe riuscita a superare quegli ultimi quattro anni e si augurava di non doverlo fare mai.
Poco dopo, Lydia fece scendere Allison dalle braccia di Stiles, chiedendole di andare a prendere i suoi giocattoli e prepararsi, perché sarebbero dovute tornare a casa. La bambina corse di sopra e dopo pochi minuti, che gli adulti avevano trascorso a parlare del più e del meno, tornò di sotto indossando finalmente le sue scarpine e con una borsa piena di bambole tra le mani.
Lydia la prese per mano, dirigendosi verso sua madre per lasciarle due baci sulle guance con la promessa di chiamarla presto. La bambina imitò la mamma, salutando sua nonna e le due uscirono di casa.
"È stato un piacere rivederla, signora Martin", Stiles salutò velocemente la donna con un rapido cenno di mano e un sorriso.
Natalie, con grande stupore da parte del ragazzo, si avvicinò a lui e si sporse in avanti stringendolo in un abbraccio, "Spero di rivederti presto, Stiles. Stammi bene".
Quando i due si allontanano, lui capì che non era solo quello che la donna voleva comunicargli: quegli occhi verdi, che Lydia aveva ereditato, volevano dirgli altro.
'Non farle soffrire', lesse in quello sguardo serio, ma affettuoso.
Stiles annuì leggermente, rivolgendole un sorriso più ampio. Era un 'Non si preoccupi, non lo farò', e lei sembrò comprenderlo perché ricambiò il sorriso e Stiles uscì di casa, dirigendosi verso la sua auto dove Lydia stava posizionando Allison nel seggiolino che i due precedentemente avevano spostato da quella di lei alla sua Jeep.
Quando i tre si misero finalmente in macchina, cantando allegramente le canzoni che passavano alla radio, Stiles lo promise a se stesso: non le avrebbe fatte soffrire mai.
Angolo autrice:
Buon pomeriggio!
Come va? Io sono stanchissima, la scuola è finita ma noi continuiamo ad andarci per l'alternanza scuola-lavoro. Ah, quanto vorrei dormire per tutto il giorno😖.
Sul capitolo non ho da dire molto: i due piccioncini sono felici e contenti. Ma durerà o è solo una sorte di quiete prima della tempesta? Beh, lo scoprirete presto😉.
Votate e commentate, ho proprio voglia di sentire i vostri pareri.
Vi mando un bacio enorme e vi auguro una buona serata❤️.
A mercoledì😘💓.
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