Chapter 3

"Che ti è preso?" disse chiudendo la porta del bar.
"Non lo so. So solo che ho bevuto quel.. coso e.. puff" risposi allargando le dita delle mani portandole accanto alla mia faccia.
"Stavi per morire, e tu lo spieghi con.. un puff?!"
"Beh, si"
"Allarga il concetto" disse replicando il gesto con le dita fatto da me prima.
"Allora, ho bevuto quel coso.. quel tè, è diventato esageratamente freddo che pensavo mi esplodesse in gola e poi, puff. Concetto allargato" dissi camminando.
"Ora tu vieni a casa mia. Vediamo che ti è successo"
Girammo l'angolo e sbucammo sul parcheggio. La penultima, era la sua macchina. Grigia metallizzata, grande, spaziosa, non del tutto non notabile, della serie -nessuno mai mi noterà-
"Tu sali in macchina, vado a pagare il parcheggio"
Apro la portiera e mi lancio sul sedile. Allaccio la cintura, ma non essendo ancora soddisfatta accendo la radio. Shoot to Thrill, AC DC. Caos totale.
Tony aprì la portiera, e fece un salto che superò la macchina.
Risi fragorosamente.
Abbassai il volume. Il mio intento non era quello di spaventarlo a morte, però, madonna che deficiente.
"Ma mio Dio." Disse ancora impallidito sedendosi sul sedile.
"Ma non hai sentito da fuori?" risi.
"No, è perfettamente insonorizzata, una bellezza così non si trova mica in giro, vero Lola?" Disse accarezzando il volante.
"Lola? Dai un nome alle macchine?"
"Ma certo"
"E poi dici che è strano il barista cieco, il quale cercava di flirtare con te per via dei tuoi occhiali da sole ormai inutili visto che diluvia così da due giorni. Pensavi davvero che conciato così nessuno ti avrebbe riconosciuto?" accennai un gesto con la mano, facendolo ridere.
"Lo speravo"

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Tony parcheggia sotto la bellissima e notabilissima scritta -STARK-
"Ed eccoci qui" disse.
"Bene" dissi slacciandomi la cintura e mettendomi le dita delle mani incrociate.
"Bene" disse ancora lui.
Fu un momento alquanto imbarazzante.
Nessuno disse nulla per almeno dieci secondi.
"Scendiamo?" dissi
"Oh, già. Si, si" rispose.
Io aprii la portiera e quasi schiacciai il piede per terra, per darmi la spinta per alzarmi. Ma non poteva andare tutto dritto, naturalmente..
Il mio piede si immerse pacificamente in una pozzanghera d'acqua. E, come d'aspettarselo, presunsi che, ingenuamente, Tony ha parcheggiato su un enorme pozzanghera. Solo che io, fortunatamente e intelligentemente indossavo degli anfibi neri, lui bellissime all stars basse e bianche. Che dopo aver calpestato anche lui la pozzanghera e tirando qualche parolaccia, diventarono grigie.
"Bene" disse di nuovo lui.
"Già, benissimo" dissi ridendo per la sua figura idiota che aveva fatto mentre chiudevo la portiera.
"Senti, tu apri la porta e vai in casa, pulisciti i piedi però, e dentro c'è Pepper, la conosci Pepper no? Chiamala, salutala, presentati e ti offrirà una tazza di tè, anzi no non bere niente prima che succede puff di nuovo, intanto io vado a cambiare le scarpe prima di entrare, non dire niente a Pep della pozzanghera che non si sa mai che mi fa fare puff anche a me e.."
"No aspetta quella port-" feci per domandare, puntando il dito verso la porta accanto a me, ma dalla mia mano uscì ghiaccio. Un enorme ammasso di ghiaccio, congelando tutta la porta.
"Okay, entriamo dal retro" disse

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