"Ti ho assunto perché i tuoi abiti sobri, le tue parole misurate mi suggerivano fossi morigerato... E invece ecco che, tornando a casa, ti trovo a dare un festino, il cravattino riverso, il naso rosso per gli eccessi!"
Aaron, il maggiordomo, si alzò traballando. Non si era nemmeno reso conto del rientro del padrone di casa.
"Ebbene?", continuò quest'ultimo, "neanche mi inviti a un party nella mia stessa casa?"
"M-mi scusi, signore. Desidera unirsi a noi?" balbettò il giovane.
"Certamente, indegno servitore! Portami almeno un gin!" rispose l'eccentrico milionario, sedendosi a chiacchierare amabilmente con gli inattesi ospiti come nulla fosse.