3.
Louis Tomlinson stava sul ponte posteriore e voltava le spalle agli invitati e alla confusione generale.
Era stanco di futili conversazioni e desiderava un attimo di respiro prima di rientrare nell'atmosfera di frenetico entusiasmo non solo dei giorni passati, ma specialmente di quella sera.
Era l'ultima sera dell'anno, un'occasione perfetta per celebrare la completa riuscita di tutti i suoi progetti.
Leisure Island, il nuovissimo e più esclusivo centro residenziale in Australia, era stato appena inaugurato in pompa magna, come si addiceva ai suoi abitanti e ora a lui non restava più nulla da fare...eccetto che godersi la festa e raccogliere i profitti.
Louis sapeva che avrebbe dovuto gustare il dolce sapore del successo ed essere esultante per aver battuto ancora una volta gli scettici che lo avevano ammonito che l'impresa era troppo grande e rischiosa, ma ora per quella gente non provava altro che compassione e un lieve disprezzo.
Per lui il successo era quasi troppo facile per poter essere ancora dolce.
Quello che provava era solo un senso di vuoto, lo stesso vuoto che lo aveva accompagnato per tanti anni e ora che ogni sua ambizione era soddisfatta, lo sentiva ancora più forte, perché non c'era nient'altro da fare, nulla da ottenere.
Aveva consacrato interamente gli ultimi due anni della sua vita a quel progetto, trasformando una palude in un paradiso terrestre, una lussuosa oasi dotata di tutto ciò che può attrarre i ricchi: campi da golf, porticciolo di attracco per yacht, ville in riva al mare con molo privato, un albergo a cinque stelle e centro commerciale fornito del meglio di tutto.
E grazie al ponte che univa l'isola alla terraferma, con un breve viaggio in automobile si poteva raggiungere Brisbane.
La Costa d'Oro del Queensland era davvero d'oro, pensò Louis con cinica soddisfazione.
Quel progetto gli stava fruttando soldi a palate e lui avrebbe dovuto essere al settimo cielo, invece di sentirsi svuotato.
Forse dipendeva dal fatto che nella sua vita non c'erano più rischi, dato che la sua ferrea volontà e la notevole esperienza negli affari ormai gli garantivano il successo in qualsiasi iniziativa.
Aveva bisogno di una tempesta che spazzasse via la routine della sua vita.
Anche adesso, dopo tutti quegli anni, il pensiero della furia degli elementi della natura lo turbava profondamente...non avrebbe mai potuto dimenticare davvero, a livello inconscio, ma, d'altra parte, a un livello più superficiale, era costretto a farlo, per trovare la forza di andare avanti.
Non si poteva tornare indietro, modificare il passato, cancellare quello che era accaduto.
Se ve ne fosse stata la possibilità, avrebbe dato la sua vita in cambio, ma ormai l'unica alternativa che gli restava era sopravvivere, cercando in ogni modo di dimenticare.
In fondo, si disse, aveva ancora tante sfide da affrontare, problemi che per un po' avrebbero tenuto vivo il suo interesse.
Come la Q2RV.
L'acquisto di quella stazione televisiva all'inizio era sembrato una buona idea, ma poi si era rivelato soltanto un pessimo affare.
Meglio rivenderla e investire in qualcosa di più redditizio e gratificante!
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