Capitolo 55

"Coraggio, Marcus, acceleriamo il passo!"

"Stiamo già andando veloci, calmati, altrimenti ti stancherai inutilmente." L'uomo correva nel buio della sera, con la pioggia che gli infradiciava il volto e i capelli, intento a guardarsi intorno con circospezione per assicurarsi che nessuno li intercettasse.

Al contrario, Lily continuava spedita guardando dritto davanti a sé, senza mai fermarsi e rivolgendogli la parola solo per chiedergli di aumentare il ritmo.

I due colleghi erano usciti di casa non appena il sole era tramontato del tutto, sfruttando le ore serali per passare inosservati e arrivare al vecchio ponte che Lily aveva descritto a Marcus quel pomeriggio.

"Dobbiamo muoverci in fretta, così né Takeshi né qualche altro guastafeste potrà notarci. Azzereremo il nostro Kaika." aveva raccomandato Lily, prima di avviarsi.

"Già, come se quel tipo fosse così facile da aggirare, probabilmente ci starà aspettando più avanti per tagliarci la strada." pensò Marcus.

I capelli blu, zuppi d'acqua, di Lily dondolavano da sinistra a destra, seguendo il ritmo della sua corsa affannosa sull'asfalto. Lo stradone alla sua destra era del tutto deserto, proprio come durante il suo incontro con Takeshi della sera prima.

"Se non ci sbrighiamo, non riuscirò a incontrarmi con April e chiudere i conti una volta per tutte. Dobbiamo essere più rapidi." rifletté la ragazza.

"Potevamo portarci un ombrello, eh?" si lamentò Marcus alle sue spalle.

"Non ci pensare e continua a correre!"

"Guarda che mi tocca fare..." Non aveva mai visto Lily così determinata come in quel momento, ma se ciò che stavano affrontando l'avrebbe fatta tornare a sorridere come prima, a comportarsi nel suo solito modo espansivo, allora Marcus poteva sopportare di tutto.

All'improvviso, una piccola fiammata azzurra sbarrò loro il passaggio, costringendoli a fermarsi di getto.

"Come sospettavo..." sussurrò Marcus.

"Non vi arrendete mai, voialtri, eh? Siete più testardi di un mulo." Takeshi apparve loro davanti, la katana appoggiata sulla spalla e un'aria dura sul volto.

"Tu va', Lily! Lo tengo occupato io!" esclamò l'uomo dai capelli rosso scuro.

"Sì!" La ragazza si lanciò in avanti a testa bassa.

Quando Takeshi provò ad avanzare verso di lei, Marcus lo attaccò frontalmente con un direttoo ricoperto di magma che lo costrinse a spostarsi per evitarlo, mentre Lily emise dei prorompenti getti d'acqua dalle mani per fuggire con maggiore velocità.

"Grazie di tutto, Marcus..." pensò, mentre si allontanava sempre più.

Takeshi non la rincorse, rimanendo invece a scrutare l'uomo di fronte a lui con uno sguardo annoiato. "A quanto ho capito, se non metto fuori gioco te, non potrò inseguire la ragazzina che mi porterà dritto da April." sbottò.

"Direi che è così." ribatté con un sorrisetto Marcus, impugnando la sua pistola.

"Intendi davvero spararmi?" chiese lo spadaccino, sbeffeggiante.

"Ti sconsiglio di sottovalutare i miei proiettili." rispose con convinzione l'altro. Puntò la pistola verso l'avversario e fece fuoco senza esitazione.

Takeshi sgranò gli occhi alla vista della particolare conformazione del proiettile, più spesso e d'un vermiglio acceso. "Quella pallottola è di magma?" pensò. Riuscì comunque a schivare di lato, evitandolo di poco. "Dimenticavo che sei capace di usare il Reinforcement Kaika anche sugli oggetti, come facesti con quelle frecce alla South Arena."

Marcus sorrise, beffardo. "Dovresti smetterla di ricordarmi quel brutto momento. Ti accorgerai che mi sono molto evoluto da allora, guardia da due soldi."

"L'affermazione sulla guardia da due soldi è vera, purtroppo. Il resto dovrai dimostrarlo." Provocò Takeshi, autoironico.

"Eccoti servito!" Marcus sparò a raffica diversi proiettili di magma. "Vediamo come te la cavi ora."

Takeshi compì un largo e secco movimento con la spada, senza spostarsi di un millimetro, e tutti i proiettili furono tagliati in perfette metà, finendo sul terreno dinanzi a lui.

Marcus era incredulo. "Ma che..?!"

"Come ho detto, dovrai dimostrare di valere più di così." disse Takeshi, restando impassibile.

"Che razza di Hardening e Armor Kaika ha per tranciare proiettili di magma, senza neanche dover usare il suo elemento?" pensò Marcus, atterrito.

"Sei in tempo per lasciar perdere, ragazzo. Non voglio farti del male." propose la guardia.

In tutta risposta, l'altro sparò altri proiettili, urlando, ma la spada del nemico li neutralizzò ancora tutti, deviandone uno in avanti e facendolo finire sulla pistola di Marcus, che volò via dalla sua mano.

"Non ho finito!" L'investigatore si avvicinò, rendendo di magma i suoi pugni e aumentandone di molto la massa.

Caricò, tramite un potente gancio incandescente, Takeshi schivò senza sforzo all'indietro, così come fece con il successivo. Marcus grugnì e tentò un altro gancio improvviso, ma il samurai si abbassò con clamorosa rapidità, rinfoderò la lama e colpì lo stomaco dell'avversario con il palmo della mano sinistra, rafforzato attraverso l'Hardening Kaika. All'altro mancò il fiato. Dopo quel terrificante attacco non riusciva nemmeno a respirare. Si accasciò al suolo, le mani allo stomaco, tossendo con forza.

"Non ha nemmeno mai utilizzato il suo fuoco azzurro... Quest'uomo è un mostro." realizzò, sofferente.

Takeshi lo guardava dall'alto con sguardo impietosito. Questo fece scattare qualcosa in Marcus, che si alzò a fatica da terra.

"Non pensare che sia finita." mormorò con voce roca, mettendosi in posizione d'attacco, seppur fosse tremante e pieno di aperture per l'affanno.

Lo spadaccino alzò, pigro, gli occhi al cielo e avanzò veloce verso il nemico, centrandolo in pieno con una ginocchiata nel petto. Marcus accusò il colpo ma provò a reagire, anticipato però di netto da Takeshi, che estrasse la spada e batté l'elsa sul suo mento, cosicché cadesse all'indietro.

"Hai finito o ne vuoi ancora?" disse con freddezza.

Marcus lo guardò in cagnesco, pieno di rabbia e determinazione.

Takeshi sospirò e rinfoderò la lama. "Non otterrò un bel niente continuando a farti male, sembra. Va bene, puoi andare da lei, finiamola qui." affermò, con non poca sorpresa dell'altro.

"C-come?"

"Hai sentito bene, amico. Non mi servirebbe a nulla trattenerti ancora, va' pure."

Marcus non se lo fece ripetere due volte. Si alzò, pronto a ritirarsi in fretta, quando la katana di Takeshi gli sbarrò la strada.

"Non ho detto che puoi andare da solo. Io verrò con te in modo da intervenire se ci trovassimo davanti una situazione disperata."

"Che vuoi dire?" chiese Marcus.

"April Swanson ha lasciato la Squadra d'Esecuzione Guardian, ricordi? Il fatto è che a nessuno di norma sarebbe permesso farlo: la situazione è uguale a quella in cui si trovava Connor Gray al torneo della South Arena."

Marcus sussultò, come se avesse appena realizzato qualcosa di grave.

"Adesso capisci? Non siete gli unici che la stanno cercando." sentenziò Takeshi.

Lily arrestò la sua avanzata di colpo, dopo essersi spinta per un lungo periodo di tempo con il flusso d'acqua che emetteva dalle mani.

"Finalmente sono arrivata, lei dovrebbe essere qui." sussurrò, guardandosi intorno.

Il ponte fatiscente e coperto da scritte e graffiti era sempre lì, identico a com'era quattro anni prima. Da quel giorno, la volta in cui era stata pestata senza pietà sotto di esso, Lily aveva vissuto in solitudine, nascondendo sé stessa e il suo dolore dietro un atteggiamento vivace e pimpante, sempre allegro.

In quel modo era riuscita a sopravvivere, fino al suo incontro con Marcus durante il concorso per Guardians. In quell'occasione aveva incontrato anche Peter e i suoi compagni, ed era diventata loro amica. I suoi legami si erano espansi e rafforzati ogni giorno di più.

"Avrai creato anche tu nuovi legami in questi anni, April? O non sei mai riuscita ad andare avanti?" si chiese, malinconica.

"Penso che tu conosca la risposta, Lily."

"Apr-" La ragazza si voltò appena in tempo per schivare a malapena una manata di taglio al collo, saltando all'indietro.

Davanti a lei c'era la sua vecchia amica d'infanzia. I capelli castani, umidi e svolazzanti sotto la pioggia invernale, un lampo furioso negli occhi colmi di rancore.

"Ehi, amica mia! Quanto tempo è passato dall'ultima chiacchierata da sole, eh?" Definire folle il sorriso di April era riduttivo. In quell'espressione, in quel tono di voce cantilenante, c'erano disperazione, solitudine, odio, rancore e tristezza, oltre che follia.

Lily provò quasi pietà per lei, ma ricordando la gola squarciata di Nanako in un mare di sangue, il suo viso si indurì. "Se non sbaglio, l'ultima volta mi hai tradita e abbandonata sotto quel ponte."

"Io avrei abbandonato te? Non eri tu quella che rifiutò ciò che ero per forzarmi a seguire un tuo stupido ideale di adattamento? Adattamento a un mondo che non mi vuole, e non vuole nemmeno te!"

"Ti sbagli, April. A differenza tua, ho lottato con la solitudine giorno dopo giorno, non mi sono mai abbandonata a essa. Tu ne sei diventata schiava e Nanako è stata vittima della tua incapacità di andare avanti e combattere."

"Tra poco anche tu lo sarai..." April si leccò le labbra con aria compiaciuta. "Ucciderti deve essere un mio privilegio, solo mio. È per questo che sono diventata un'assassina professionista, Lily! Ho sempre pensato solo a te, per tutto questo tempo!" La ragazza rise a squarciagola.

Lily la osservò con concentrazione, in posizione difensiva. "Se è cosi che vuoi che finisca, vieni. Non importa quali tecniche conosci, sarai tu a finire a terra tremante oggi." Gli occhi della giovane furono attraversati da un ardore e una rabbia impressionanti.

"Coraggiosa, la ragazzina. Ma sei sempre stata brava solo a piangere." April la caricò frontalmente e l'inevitabile battaglia tra le due amiche ritrovate ebbe inizio.

Lily vide arrivare la ragazza di fronte a lei a grande velocità, come se volesse aggredirla in maniera diretta. Fin troppo. "Posso contrattaccare, è un attacco basilare!" pensò, rilasciando un potente getto d'acqua da entrambe le mani nella sua direzione.

"Waterfall!" L'acqua investì in pieno April, ma accadde qualcosa di strano: il getto venne inghiottito da una densa sostanza marrone, che ricoprì il corpo dell'avversaria.

"Ma cosa..." si chiese Lily.

April arrivò in un istante a un passo da lei, e ridendo beffarda le afferrò il volto con la mano ricoperta da quella sostanza.

"Fango!" Lily si accorse della natura legata all'elemento della ragazza, poco prima di essere scaraventata di peso contro il ponte alle sue spalle, battendo duramente la schiena.

Si alzò, pronta a reagire, ma April aveva già coperto la distanza tra loro e stava per tramortirla ancora con un diretto. L'altra cercò di reagire allungando un braccio verso di lei, anticipata però dall'avversaria, che le afferrò entrambi gli avambracci e la costrinse spalle al muro, fissandola con un sorriso compiaciuto.

"Come mi aspettavo, sei solo acqua pura e priva di intensità, che aspetta di essere contaminata dal fango!" April le leccò il volto, ghignando in maniera lasciva.

"Swollen River!" Lily fece disperatamente fuoriuscire tutta l'aura nel suo corpo con una grande ondata d'acqua, e riuscì ad allontanare April, che balzò all'indietro, non aspettandosi una simile mossa.

"Non credevo sapessi controllare il flusso del Kaika così bene, non sei solo una novellina, dopotutto." April estrasse due pugnali dalla sua cintura. "Vuol dire che varrà la pena far scorrere il tuo sangue!" Si leccò ancora il labbro superiore.

"Quando combatte si esalta ancora più del solito, è come se vivesse per ferire il prossimo." rifletté Lily, il viso indurito dalla concentrazione. Si lanciò verso di lei, emettendo acqua dalle mani. "Non mi fai paura."

Tentò un calcio volante, che April schivò fulminea, tagliandola poi di striscio allo stomaco. La vista del sangue di Lily la fece scatenare e iniziò a menare fendenti rapidissimi verso di lei, che schivava e bloccava come meglio poteva. Provava a tenerla lontana con emissioni d'acqua quando si avvicinava troppo ai suoi punti vitali, ma a fatica.

Infatti, queste venivano puntualmente assorbite dagli strati fangosi di cui April si ricopriva dalla testa ai piedi.

Lily schivò all'ultimo momento verso sinistra un affondo che le sfiorò l'occhio e tranciò diverse ciocche di capelli blu. Dopodiché, urlò e produsse una grande corrente d'acqua dalle mani, che scagliò via April, nonostante lo strato di fango in cui avvolse il suo corpo. L'ex assassina però si appoggiò con i piedi al tronco di un albero al limitare dello spiazzo, piegando le gambe e spingendosi di nuovo a tutta velocità verso l'avversaria, con i pugnali rafforzati dal Kaika rivolti verso il suo petto.

L'altra si lanciò in alto con delle scariche acquatiche ed evitò April, la quale usò la parete del vecchio ponte per non perdere lo slancio e rigettarsi in aria, raggiungendo così di nuovo la nemica.

Si cinsero in un abbraccio aereo mortale, scontrando le loro teste e guardandosi colme di rabbia, coi denti scoperti. Lily le afferrò le spalle e spinse verso il basso. Le due precipitarono nel canale che scorreva sotto al ponte.

Si ritrovarono sott'acqua, l'una avvinghiata all'altra, prede della loro furia.

"Morirai nel tuo stesso elemento." pensò April, sadica. Il suo corpo divenne un'estesa e viscosa massa di fango che intrappolò Lily sul fondo del canale e le impedì ogni movimento.

Non riusciva a respirare e il fango la intrappolava. Penetrava in ogni parte del suo corpo.

"Non morirò così!" In un impeto disperato, la ragazza formò delle bolle d'acqua capaci di muoversi sul fondale e riuscì a indirizzarle verso il corpo fangoso di April, che all'impatto si sparse ovunque, aprendo per un attimo un varco. Lily sfruttò l'occasione per allontanarsi dal canale, spingendosi in superficie con delle scariche d'acqua violente.

Vide qualcosa sfrecciare al suo fianco e un secondo dopo April era già sopra di lei, in aria, con la sua espressione maniacale. Si lasciò cadere in picchiata su Lily, ridendo. La ragazza fu colpita in pieno stomaco dai suoi piedi, e batté con un impatto tremendo la schiena sulla piattaforma di cemento sotto al ponte. Le mancò il respiro. Il colpo era stato terrificante e adesso non riusciva più a muoversi.

"Cosa c'è, Lily? Ti fa male, per caso?" April si era piegata sulle caviglie, le braccia appoggiate alle ginocchia e il viso vicinissimo al suo, con aria di scherno.

Lily gridò, mentre raccoglieva le ultime forze per far partire un getto d'acqua improvviso, che però l'altra schivò con una semplice rotazione del capo, un'espressione annoiata in viso.

"Hai finito?" Le calpestò la faccia con rudezza.

Lily le afferrò la gamba e la spinse all'indietro con poca forza, i denti stretti per il furore. Ma l'altra, come per schernirla, cadde apposta all'indietro tramite un movimento plateale, quasi comico.

In un istante, la ragazza approfittò dell'attimo di tregua e posizionò entrambe le mani sui fianchi.

"Userò il fattore curativo del Kaika d'acqua." Dell'aura blu chiaro fu irradiata dalle sue mani, e Lily riuscì a mettersi in sesto quel poco che bastava perlomeno per alzarsi, tramite la sua aura che fluì all'interno delle ferite coperte di sangue e fango.

"Hai deciso di prolungare l'agonia?" provocò April, di nuovo in piedi. "Meglio, mi divertirò di più con te. Vediamo se ti piace questo gioco!"

Sotto gli occhi affaticati dell'avversaria, la killer scomparve e al posto suo presero forma, una alla volta, delle pozze di fango, che circondarono Lily.

La ragazza si guardò intorno, confusa e incapace di capire dove fosse la sua nemica, o da dove sarebbe fuoriuscita.

"Che tipologia di Kaika sta usando? Questo non sembra Reinforcement come le tecniche precedenti." analizzò. Sentiva l'ansia crescere dentro di lei, lo snervante silenzio che dominava la totalità della zona la turbava. "Devo essere più veloce e anticipare la sua mossa quando apparirà da una delle pozze di fango."

D'improvviso, da una pozza di fronte a lei comparve il corpo fangoso di April, pronta ad assalirla.

"Adesso!" Lily le scagliò contro una quantità copiosa d'acqua attraverso un gesto fulmineo delle braccia. Il corpo fangoso sparì alla sua vista. "L'ho respint-ah!" Sentì un braccio umidiccio stringerle con forza il collo alle spalle e scaraventarla in avanti, facendola rovinare di prepotenza al suolo.

"Com'è possibile? Da due direzioni?! Era una proiezione?" esclamò Lily, rialzatasi a fatica.

Non ebbe nemmeno il tempo di ristabilirsi, che April si ripresesentò alla sua sinistra, prendendo forma da un'altra pozza, e le sfiorò l'occhio con un pugnale. L'investigatrice riuscì ad arretrare all'ultimo momento, e se la cavò con un taglio sul sopracciglio, da cui sforgò parecchio sangue.

La ragazza dai capelli blu si spinse verso l'alto, più lontano che poteva, con delle scariche d'acqua, fino a giungere sul parapetto del ponte dietro di lei. Il sangue che scorreva dall'ultimo taglio subito discendeva sino all'occhio, accecandola.

April la guardò con aria sicura di sé, dal basso della piazzola. "Vuoi continuare? Pur sapendo che posso padroneggiare sia il Reinforcement che il Release Kaika, mentre tu sai solo bagnarmi con un po' acqua?" la provocò. "Sai, sei proprio ridicola, non sai proteggere nemmeno te stessa, come potevo aspettarmi che facessi qualcosa per salvare Nanako da me? Sei uguale a quella volta sotto a questo ponte: una vittima indifesa, brava solo a spendere belle parole senza fare nulla per concretizzarle..."

Lily si sentì ferita nell'orgoglio e atterrita, al pensiero di quell'evento di quattro anni prima. "Ti sbagli, io volevo davvero aiutarti!"

"Volevi solo riempirti la bocca di futili ideali per compensare le tue mancanze, per mentire a te stessa!"

"Non è così..."

"Per questo hai sempre vissuto da sola, perché hai negato la tua vera natura, Lily. La verità è che sei destinata alla sofferenza, proprio com-"

"Non sono come te!" Lily negò le parole di April con grande impeto. Iniziò a irradiare aura da tutto il corpo, bagnata da capo a fondo, i capelli fradici che le ricadevano sul viso come alghe. Era infuriata.

April corrugò la fronte, sorpresa.

"Hai ucciso Nanako, era nostra amica! Io non l'avrei mai fatto, sei tu l'unico mostro, qui!" Gli occhi di Lily erano rossi dal furore. Dal suo corpo fu sprigionata una quantità insana d'acqua, che si innalzò sotto forma di un'onda gigantesca e precipitò sullo spiazzo sotto al ponte, inondando tutto e investendo in pieno April nella forte corrente che ne scaturì.

"Muori!" gridò Lily, impazzita d'odio, mentre continuava a spargere potenti flussi d'acqua ovunque.

April fu scaraventata in ogni direzione senza riuscire a reagire, l'acqua iniziò a entrarle nei polmoni, rendendole difficile respirare, la corrente era fortissima e impossibile da arginare.

Era potenza vera. Forza pura, selvaggia e inesorabile.

Sotto la superficie torbida dell'acqua, April iniziò a vacillare, sentendosi per davvero prossima alla morte. Mentre i suoi occhi si chiudevano piano, ebbe l'impressione di vedere, misto alle onde che la sovrastavano, il volto di Nanako che la attirava a sé, che la chiamava con le mani tese. Fu attraversata da una sensazione di pace e armonia. Eppure, allo stesso tempo la consapevolezza di stare per morire la spaventò enormemente.

L'acqua fu ritirata e Lily, priva di forze, precipitò dal ponte sul terreno umido accanto ad April, che incominciò a respirare con bramosia, avvertendo di nuovo la vita fluire nel suo corpo.

Quando si fu ripresa, la killer si voltò verso Lily e cominciò a strisciare con il pugnale tra le mani.

Si piazzò sopra di lei a gambe larghe e tentò di calarlo sulla sua gola, urlando, fuori di sé. Lily riuscì a fermarle le mani con le sue, tendendo i muscoli più che poteva.

"Muori! Muori! Muori!" strillò April. L'immagine di Nanako a cui aveva assistito poco prima la tormentava ancora, avvertiva un'orribile sensazione bruciarle nel petto. "Muori, così potrò raggiungervi entrambe!" Il suo viso era a pochi centimetri da quello di Lily, le guance della ragazza minacciata dal pugnale furono bagnate dalle lacrime della vecchia compagna, piovute dall'alto.

Sentì le braccia di April perdere forza, e ne approfittò per spingerla via con una tallonata.

Strisciò all'indietro più veloce che poté, ma l'altra era piegata su se stessa al suolo e non si muoveva. Fu allora che si rese conto dell'ultima frase da lei pronunciata.

"April..?" Il corpo della ragazza inginocchiata era tremante, e si udivano dei lievi singhiozzi provenire da lei. Lily provò ad avvicinarsi con cautela.

"Come hai fatto?" bisbigliò April, la voce rotta.

"Eh?"

L'amica perduta si voltò, mostrando il suo viso disperato e rigato dalle lacrime. "Come hai fatto a vedere del buono in me, me lo dici?!" esclamò. "Non vedi quanto sono malata? Ho persino ucciso una mia amica, e volevo fare lo stesso con te!"

Dopo aver rivisto Nanako, tramite uno scherzo crudele della sua stessa mente quando in procinto di perdere i sensi, l'adrenalina nel suo corpo si era dissipata come foschia, per cedere il posto a una sensazione dolorosa nella sua pancia. Una puntura rovente che la scuoteva da dentro, e afflosciava ogni suo impeto, spegneva qualunque forza residua. La colpa l'aveva sommersa allo stesso modo del maremoto prodotto da Lily, tutta in una volta.

"April..." la chiamò quest'ultima, stranita.

"Sono un mostro, una pazza. Una pazza che prova piacere a uccidere, per questo mi sono unita alla Squadra d'Esecuzione. Poco dopo che te ne andasti, quando le elementari finirono, la banda si sciolse. Nanako si allontanò da me e io non riuscii più a legare con qualcuno. Sono sempre stata in solitudine. Non voglio essere così, Lily! Perché sono destinata a provare questo senso di vuoto dentro di me? Vorrei non essere mai nata!"

Lily si avvicinò, inginocchiandosi accanto a lei e prendendo il suo viso tra le mani. "Io invece continuo a vederla, April. La ragazza gentile che si caricava sulle spalle il peso di tutte le sue amiche e continuava a sorridere, infondendo loro sicurezza. Quella ragazza buona e leale." disse, guardandola nei lucidi occhi castani.

"Io... mi sento così sola! Come se non appartenessi mai a nulla. Dimmi, Lily, cosa c'era di male a volerti tutta per me?" April le sfiorò le labbra con le dita e pianse, il volto tra le calde mani della sua amica.

"Non è vero che non appartieni a nulla, tu mi hai accettata quando nessuno era disposta a farlo. Mi hai amata nel periodo in cui ne avevo più bisogno e mi dispiace se ti ho fatta sentire respinta, io non intendevo ferirti. Sarai sempre una persona importantissima della mia vita, nonostante tutto." La ragazza le sorrise con dolcezza. Quelle erano le parole che in quel momento avrebbero spento in maniera definitiva lo spirito combattivo della killer. Lily non era più in grado di continuare, e quella prospettiva era la più auspicabile per lei.

Inoltre, forse poteva davvero aiutarla, in qualche modo. Per quanto fosse malata. Per quanto l'avesse ferita in maniera indelebile. Ma in nome del passato, magari poteva provarci.

April la guardò con intensità. Non riuscì a fare a meno di pensare che Lily fosse incredibilmente bella con quell'espressione radiosa sul volto.

"Possiamo..." azzardò, deglutendo. "Possiamo ricominciare, Lily?"

L'altra la osservò per qualche secondo. ricordò la morte di Nanako, i momenti bui che aveva vissuto in seguito, la volta in cui era stata violata da April insieme a tutta la banda, gli anni di solitudine successivi. Era disposta al cento per cento a perdonare quella ragazza implorante accanto a lei? Quell'anima perduta?

Sospirò, ricambiando il suo sguardo. Ma non riuscì a darle il consenso.

Poiché si accorse che dalla bocca di April sgorgavano rivoli di sangue, i suoi occhi erano terrorizzati e increduli.

"Lily?" Le sue mani strinsero forte le maniche della maglia indossata dalla vecchia compagna.

"Apr..." Lily osservò con orrore la scena.

Notò con stupore il pugnale ricurvo dal manico dorato conficcato dietro la schiena di April.

Una risata sgradevole risuonò per tutto l'ambiente.

"Che scena commovente! E così è questo che eri andata a fare, April Swanson!"

Lily diresse gli occhi verso l'uomo da cui proveniva quella voce tagliente.

Sul parapetto del ponte, piegato sulle gambe, c'era un uomo dalla pelle ambrata e i capelli verde scuro pieni di ciuffi ribelli, che ricadevano davanti agli occhi di un rosso intenso. Indossava una divisa nera a giromaniche, sormontata da un lungo mantello, anch'esso verde, e aveva un ghigno malizioso stampato sul volto.

"T-tu..." April iniziò a tossire sangue, perdendo le forze ogni secondo di più.

"Chi diavolo sei?" domandò Lily, cercando di apparire più in forze di quello che sembrava.

"Non impicciarti, ragazzina, che non ti conviene. Se avete finito la vostra rimpatriata tra boy-scout, dovrei terminare il lavoro." rispose l'uomo, con sarcasmo.

"Non provare ad avvicinarti. Non ti permetterò di fare i tuoi comodi con April." ribatté, secca, Lily, rivolgendogli un'espressione minacciosa. Non capiva cosa stesse succedendo, ma non voleva vedere ancora un'amica uccisa davanti ai suoi occhi. Non da quell'estraneo apparso dal nulla.

Da quando le stava seguendo? Che fosse stato nascosto in città, pronto a colpire nel momento più propizio? April era il suo bersaglio?

"Ehi, mica male! Abbiamo un'eroina, qui! E pensare che ve le stavate dando di santa ragione fino a poco fa. E va bene, ragazzina, non mi cambia niente se ne mando due invece di una al creatore."

Lily strinse più forte April, che tremava sempre più. Non sarebbe riuscita a reagire, ma avrebbe almeno provato a proteggerla.

L'uomo dai disordinati ciuffi verdi balzò in aria con enorme agilità, estrando dei coltelli dalla lama curva dalle vesti.

Poco dopo il suo balzo, però, una divampante fiammata azzurra lo costrinse a fermarsi a metà strada e atterrare al suolo con eleganza, piegandosi sulle ginocchia, i coltelli ancora tra le dita. Il riflesso negli occhi rossi dell'uomo tra le fiamme lo facevano apparire simile a un demone.

"Cosa significa questo, Takeshi?"

Le splendenti iridi azzurre della guardia schermarono quelle di fuoco dell'uomo a pochi metri da lui. "April Swanson è sotto la mia custodia, Baltasar Rocha." affermò con durezza Takeshi.

Baltasar schioccò la lingua con aria disgustata. "Guastafeste come al solito, vedo. Affrontarti qui solleverebbe solo un polverone che ora come ora mi causerebbe troppi impicci, per quanto io gradisca l'idea di toglierti di mezzo."

"Cosa c'è, Baltasar, la Squadra d'Esecuzione è così disperata da far muovere il suo capo, adesso?" sogghignò Takeshi.

"Piano con le parole, maledetto samurai. Potrei anche decidere di inviare in via eccezionale un rapporto per morte accidentale alle forze dell'ordine..." rispose Baltasar con voce roca.

"Non hai altro che provare, bastardo."

In quel momento si sentirono dei passi pesanti dietro Takeshi. "Ehi, dannato, non lasciarmi indietro! E quello chi è?" Marcus osservò confuso Baltasar. Poi, i suoi occhi si posarono sulla sua partner e April. "Lily, stai bene?! Cos'è successo?"

"Sono ancora intera, ma April è in fin di vita." La ragazza era a dir poco preoccupata.

Baltasar assunse un'aria infastidita. "Cominciamo a essere troppi, qui..." balzò di nuovo sul ponte dietro di lui. "Cerca di fare mente locale la prossima volta, e ricorda chi tiene il tuo guinzaglio, lurido samurai. O ci saranno conseguenze spiacevoli." L'assassino pronunciò queste parole e si dileguò nell'ombra con velocità tale da rendere i suoi movimenti quasi invisibili.

Lily teneva lo sguardo fisso verso il punto in cui fino a un secondo prima c'era Baltasar, quando un aspro colpo di tosse la riportò alla realtà.

"April!" la chiamò, valutandone le condizioni. Perdeva molto sangue ed era pallidissima. Provò a curarla con il Kaika d'acqua ma non risultò efficace, le sue abilità curative non erano abbastanza per una ferita di quella gravità. "Chiamate un'ambulanza, presto!" urlò.

Marcus prese subito il cellulare per effettuare la chiamata, sebbene fosse confuso dalla situazione, mentre Takeshi osservava la scena con tristezza.

"Resisti, April, ti prego!"

"C-che bello, Lily. S-sono finalmente tra le tue braccia..." disse con voce flebile lei, subito interrotta da violenti colpi di tosse.

"Ti scongiuro, non dire così..."

"Lily..." La ragazza accarezzò, debole, il viso bagnato della sua amica. "I-io non voglio morire. P-proprio ora che posso ammirare il tuo bellissimo volto."

"Non morirai, i soccorsi stanno arrivando! Resta con me, ti supplico..." Le lacrime iniziarono a scorrere come un fiume in piena dagli occhi di Lily.

I respiri di April diventavano sempre più affannosi e prolungati. "T-tutto quello che volevo... eri..." Non riuscì a terminare la frase. April esalò l'ultimo respiro tra le braccia dell'amica ritrovata.

Nel giro di pochi secondi la pioggia cessò, e tutto fu immerso nella quiete dell'atmosfera notturna. L'unico suono che si avvertiva nel silenzio erano i singhiozzi di Lily, abbracciata stretta alla sua compagna d'infanzia.

Nelle ore successive, Takeshi fornì la sua versione dei fatti ai soccorsi, giunti allo spiazzo in prossimità del ponte, secondo la quale lui aveva posto fine alla vita di April Swanson per salvare Lily Sea, verso la fine del loro scontro. Non proferì parola riguardo l'arrivo di Baltasar Rocha.

"Adesso mi toccherà compilare un lungo e noioso rapporto, che gran rottura di palle." si lamentò in seguito con Marcus e Lily.

"Grazie, Takeshi, e scusa per i fastidi che ti abbiamo causato." gli disse Lily.

"Tu cerca solo di tornare a sorridere e dimenticare questa brutta storia, ragazzina. Sei troppo giovane per trascinarti nelle catene del tuo passato, non sarebbe giusto."

Lei gli rivolse uno stanco ma sincero sorriso.

"Ma chi era quel tipo?" chiese Marcus a bassa voce.

"Baltasar Rocha è il capo della Squadra d'Esecuzione Guardian, e uno dei quattro leader militari del governo. Con ogni probabilità, dopo la morte di Lux per mano di Connor, avrà deciso di agire di persona per eliminare gli obiettivi più importanti senza altri errori."

"E a quanto pare ci sta riuscendo. Sembrava un uomo molto pericoloso." commentò Marcus.

"È molto plausibile che Connor sia il suo prossimo obiettivo. Voi comunque non pensateci e provate a riposare e riprendervi, stanotte."

Marcus e Lily annuirono e salutarono lo spadaccino, lasciando quel luogo sommerso dall'oscurità, a metà tra il mondo presente e quello dei ricordi.

L'uomo guidò l'auto, diretto verso casa loro, ma a metà percorso Lily gli chiese di cambiare strada.

"Ti va di guardare il mare insieme?" propose.

"D'accordo, come vuoi tu." concordò lui, passivo.

Così, poco dopo, appoggiati all'automobile, i due osservavano le leggere onde infrangersi sulle sponde del piccolo porto dal terreno roccioso di Gloomport Town, producendo una lieve schiuma. La zona era deserta, e la banchina di legno scricchiolava di tanto in tanto all'infrangersi delle tenui onde marine su di essa. La quiete dominava incontrastata.

"Sai, un tempo il mio carattere era del tutto diverso da come lo conosci tu. Ero molto timida e solitaria. Decisi di assumere il mio atteggiamento esuberante per attrarre più persone possibili a me, e sentirmi meno sola." confessò Lily, sorridendo.

"L'avevo capito." si limitò a ribattere Marcus, la sigaretta inserita tra le labbra.

Seguì un breve silenzio. Non avevano molto da dirsi, ma godersi l'uno la compagnia dell'altra, immersi nella calma che pervadeva quel luogo, era ciò di cui avevano entrambi bisogno dopo le ultime affannose ore.

"Mi mancherà..." mormorò Lily.

Marcus sospirò e la strinse a sé per infonderle forza, mentre il vento scuoteva loro i capelli e la brezza marina accarezzava la loro pelle.

"Allora... che dici, ci facciamo un bagno notturno, Marcuuuus?!" esclamò, raggiante, la ragazza, con un'espressione allegra disegnata sul volto delicato e profondamente segnato dagli eventi di quei due giorni. Nel suo sorriso adesso si poteva scorgere la profonda malinconia che celava dentro di sé.

A Marcus sembrava passata un'eternità dall'ultima volta in cui si era rivolta a lui con quel tono.

Si rese conto di quanto gli fosse mancata la Lily che conosceva, il suo sorriso innocente. La ragazza di cui si era innamorato. Sorrise, spegnendo la sigaretta che era intento a fumare, e le prese la mano.

"Sì, andiamo."

Lily lo guardò con occhi splendenti, colmi d'amore, e iniziò a correre stringendogli forte la mano a sua volta.

In quel momento, giurò a sé stessa che non l'avrebbe mai lasciata.

Saga dell'amica ritrovata - Fine.

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