Capitolo 12

Giubilea era adirata per l'arrivo delle nuove streghe e, per calmarsi, si mise a meditare. Durante il rituale, le venne in mente un piano per avere maggiori possibilità di attacco. Decise di recarsi al castello della Fratellanza della Pace per soggiogarne le componenti più forti e renderle sue schiave, così da poter colpire le streghe con più efficienza. Sfondò la porta con un bacio e arrivò alla Sala del Trono. All'interno di essa, tutte le fate la fissavano con odio poiché lei aveva ucciso Vera. Si fecero avanti quattro delle novanta avversarie di Giubilea: Enrica, Isotta, Vanessa ed Etta.
Enrica: Come osi violare il nostro sacrosanto palazzo con la tua sgradevole persona, chiunque tu sia?
Isotta: Rivela il tuo nome, straniera!
Giubilea: Io sono Giubilea.
Vanessa: È lo stesso nome di colei che ha posto fine all'esistenza della dea Ambra Scarlatta. Però... C'è qualcosa di diverso in te.
Giubilea: Sì, sono cambiata da quando le mie ex compagne mi hanno riportata in vita.
Etta: Ma certo. Avrei dovuto capirlo dalla tua aura.
Isotta: Che cosa, sorella?
Etta: Ora sei una Magus. Un ibrido fra una strega e un demone. Una creatura estremamente pericolosa.
Enrica: Sorella, sei certa che ciò che dici sia il vero?
Giubilea: È la verità. Adesso sono una Magus. E desidero il vostro aiuto.
Vanessa: Noi non aiuteremo un essere spregevole come te.
Giubilea: Non avete scelta.
Etta: Noi ti sconfiggeremo!
Giubilea: No, fallirete nel tentativo. Esattamente come colei che vi ha precedute.
Isotta: Basta! Enrica, con me!
Enrica/Isotta: "Mediocris lilia"!
Le due fate scagliarono un potente incantesimo, che Giubilea schivò materializzandosi alle loro spalle.
Giubilea: Non avete una buona mira. E ora è il mio turno. "Ego declamo anima vestra"!
La Magus lanciò sulle fate una polverina dorata, che penetrò nei loro occhi e stregò le loro menti. Giubilea aveva ottenuto ciò che voleva.
Giubilea: D'ora in poi mi servirete. Sarete i miei occhi e le mie orecchie. Mi aiuterete a eliminare le streghe. Capito?
Enrica/Isotta/Vanessa/Etta: Sì, padrona.
Giubilea: Seguitemi. È ora di scatenare un'apocalisse su questo pianeta.
Le altre fate corsero verso le loro sorelle, tentando di liberarle dal controllo mentale, ma non ci riuscirono. Giubilea guardò le sue nuove alleate con gioia.
Giubilea: Ascoltatemi, mie adepte. Vi impartirò il mio primo ordine: massacrate le vostre compagne.
Enrica/Isotta/Vanessa/Etta: Sì, padrona.
Le quattro donne sfrecciarono da una parte all'altra della Sala del Trono e, tra schizzi di sangue e magie, smembrarono le loro simili e se ne andarono con la Magus. Intanto, Bradamante stava addestrando le nuove streghe nell'utilizzo delle arti magiche.
Bradamante: Ci sono due cose che dovete sapere in quanto streghe. La prima: mai sopravvalutare le proprie capacità, poiché non si sa mai chi si ha di fronte. La seconda: usufruire degli incantesimi più antichi e pericolosi solo se necessario. Persino per Cassiopea esistevano forze alle quali preferiva non attingere. Tutto chiaro?
Priscilla: Cosa sono le Armi delle Tenebre?
Bradamante: Sono artefatti che non dovrete mai evocare. Donano la morte a chi le brandisce in battaglia.
Carlotta: È così che Giubilea è morta?
Lorena: Ragazze, non siate indiscrete. Siamo qui per allenarci con la magia, non per tempestare le persone di domande.
Priscilla: Hai ragione. Scusaci, Bradamante.
Bradamante: Tranquille. Dovete solo imparare a parlare di meno e agire di più. È la base di tutto, sapete? Avete imparato a lanciare i sortilegi di chiusura?
Carlotta: Sì, ci siamo riuscite.
Bradamante: Molto bene. Adesso andremo in un'ala del castello e voi dovrete serrarne le porte.
Le quattro streghe si diressero nell'ala ovest del palazzo della Confraternita ed entrarono in una mastodontica sala. Elettra si mise davanti alle potenziali per continuare l'addestramento.
Bradamante: Posizionatevi davanti a quel portone una alla volta e chiudetelo con l'incantesimo che vi ho insegnato. Lorena, vuoi cominciare tu?
Lorena: Sì.
La ragazza si parò dinanzi all'uscio e concentrò la sua magia sulla serratura. Respirò profondamente e lanciò l'incanto.
Lorena: "Et clausi clausum est."
La porta si chiuse e fece uno scatto. Fu poi il turno delle altre, che ebbero lo stesso risultato.
Bradamante: Ben fatto, ragazze. Ora passeremo agli incantesimi offensivi e ai malefici. Questi ultimi sono piuttosto impegnativi, quindi vi consiglio di sfogliare le pagine dei libri antichi e documentarvi.
Priscilla: Quindi la prossima lezione sarà più dura?
Bradamante: Priscilla... Devi saper convivere col fatto di essere una strega e far sfumare i tuoi sentimenti. Una strega non può provare stanchezza, specialmente se si tratta di allenarsi con sortilegi complessi come quelli che vi insegnerò. Una strega deve essere forte.
Carlotta: Ma noi non siamo forti, siamo delle semplici ragazze che hanno ottenuto per caso queste strambe capacità.
Bradamante: Non è così. Voi non riuscite a percepire la potenza dentro di voi perché siete molto provate. Io... Sento che ben presto diventerete delle grandi streghe.
Elettra entrò nella stanza, sorridendo.
Elettra: State pur certe che la nostra cara Bradamante non si sbaglia mai quando sente qualcosa. Dico a voi la stessa cosa che ho detto a Diana: dovete avere più fiducia in voi stesse. È fondamentale che impariate a gestire la vostra magia e farla diventare la vostra fedele compagna.
Lorena: Che significa?
Elettra: Che dovete riuscire a essere streghe. Altrimenti apparirete come delle reiette agli occhi del mondo. Ahimè, questa è una di quelle scelte che non dipendono da voi. Mi dispiace, ma dovete accettare la vostra natura e abbracciare il potere. Non c'è altro modo.
Priscilla: Siamo... Costrette a essere delle fattucchiere? Non mi sta bene.
Anche Diana entrò nella sala, sbattendo la porta con forza.
Diana: Fattelo stare bene... Perché l'unica alternativa che ti resta è la morte.
Priscilla: Forse preferisco quella.
Diana: Allora lasciami l'onore.
Bradamante: Diana, fermati.
Diana: Perché? È quello che vuole, no? Vuole... Buttare la sua vita come se fosse immondizia? Ebbene, accontentiamola!
Elettra: Non puoi ucciderla.
Diana: Oh, posso eccome. E adesso lo farò.
Lorena: Ah, voi streghe uccidete persone a caso?
Elettra: Non è nella nostra politica. Ma Diana ne ha una tutta sua.
Diana: Io non ho politiche. Semplicemente vedo il mondo da un punto di vista più maturo di quest'idiota qui. Vuoi porre fine alla tua esistenza perché non ti importa di niente e nessuno, non è così? Beh, sappi che... Io ho sofferto molto più di te per non so quanto tempo. Mia madre mi torturava! E tu ti lamenti per la tua magia, che potrebbe cambiarti la vita per sempre?! Mi fai ribrezzo!! Io so cos'è il dolore. L'ho provato sulla mia pelle. E tu... Osi presumere di soffrire perché il tuo potere ti è stato imposto? Non hai idea di cosa potrei farti dopo che hai detto una simile idiozia...
Priscilla: I tuoi insulti sono oltraggiosi. Mi stai dicendo di accogliere a braccia aperte una cosa che non posso rifiutare?
Elettra: Adesso smettetela, tutte e due.
Diana: Sì, perché è l'opzione migliore che hai.
Priscilla: Forse prima posso cavarti gli occhi e darli in pasto ai cani.
Diana: Devi solo provarci.
Elettra: "Amissis via."
Con questa formula, Elettra fece svenire Diana e Priscilla. Successivamente le portò nelle loro camere, aiutata da Bradamante.

SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI ABBIA INTRATTENUTO E SPERO CHE CONTINUERETE A LEGGERE I PROSSIMI, PERCHÉ ORMAI SIAMO QUASI ALLA FINE. DEVO ANCORA DECIDERE QUANTI ALTRI CAPITOLI METTERÒ, MA DI CERTO NON TROPPI. FORSE RESTERÒ INTORNO AI 16 COME NEL PRIMO LIBRO. COMUNQUE, VI CHIEDO DI COMMENTARE E NOI CI RIVEDIAMO. ALLA PROSSIMA! ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

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