Pagina 7 - Una missione speciale
Quelle parole mi rimbombano ancora in testa.
«Certo che è davvero raro che tu proponga qualcosa, Gin. Ma dato che mi sembra un ottima idea, ti lascerò fare. Sei un elemento adatto per questo ruolo, hai abbastanza intelligenza per riconoscerlo e farti avanti in nome della Port Mafia. Ed oltre ad ammirare il tuo impegno, tutto sommato penso che potresti fornirci informazioni utili».
E ora che le scrivo, mi sento ancora peggio per i risultati di questa mia iniziativa che non ho nemmeno il coraggio di chiamare missione. Ma andiamo con ordine.
Higuchi ha sbagliato a stuzzicarmi: non ha capito di chi sono sorella, o se l'ha fatto deve avermi sottovalutata con un certo pregiudizio. Così, per ripicca, ho deciso di seguire il suo ennesimo consiglio. Già, perché questo diario a quanto pare non bastava. Che stia passando dall'essere fujoshi al diventare una stalker malata?
L'idea mi è venuta subendo passivamente le solite maledizioni di mio fratello rivolte a Dazai, aumentate negli ultimi giorni per un motivo che non avevo realizzato fin da subito: presto sarebbe stato il suo compleanno. Quindi un giorno perfetto per spiare la vita dell'Agenzia dei Detective Armati: come nelle migliori guerre, sono i momenti di festa quelli che colgono il nemico impreparato.
La mia giornata dunque è cominciata prestissimo, restando appostata fin dall'alba nell'unica via in cui le telecamere di servizio lo avvistano mentre si reca all'ufficio. Ma fin da subito le difficoltà hanno cominciato ad accumularsi: oltre ad aver aspettato invano, a manifestarsi per strada verso le otto e mezza è stata un'ambulanza a sirene spiegate, alla ricerca di un tizio che si era appena buttato nel fiume. Ripescato a testa in giù, un bel ventiquattrenne castano è stato scortato contro il suo volere alla reale destinazione, molto probabilmente sotto richiesta di qualche benefattore. Per rimediare non ho avuto altra scelta se non quella di tagliare la strada tra i palazzi ed entrare in quello dell'Agenzia. Ho fatto appena in tempo ad arrivare per poter scrutare i membri impegnati in quella che sembrava una sorpresa. Un tizio con gli occhiali dava gli ordini, mentre Nakajima eseguiva correndo da un corridoio all'altro; una signora col caschetto sbraitava esausta al telefono mentre alle sue spalle un ragazzo biondo sistemava dei regali. Gli altri aprivano e chiudevano porte mentre Kyouka teneva tra le mani una torta. Curiosa, ho avvicinato l'obbiettivo del binocolo. Sorrideva.
Non so se queste sono cose per cui la vita valga la pena di essere vissuta, ma non posso negare che deve essere divertente conoscere qualcuno come quell'uomo dai polsi bendati e i vestiti chiari, avvolto in lungo cappotto marroncino che si fa ancora chiamare Osamu Dazai. Un attimo e la sorpresa è consumata: gli arrivano addosso mille coriandoli mentre tutte le voci si uniscono in una sola.
«Buon compleanno... !».
O almeno credevo. Dazai, freddo e imperscrutabile uomo della mafia, ora sembra avere molti dissidenti interni. Se solo ci fosse stato Aku ad assistere...
«... brutto maniaco!».
«... disgraziato!».
«... che hai combinato stamattina, eh?».
«... Dazai-san, ma non ci riprovare!».
Commosso e divertito, si è passato una mano tra i capelli e invece che vendicarsi di un attacco così diretto, si è complimentato estasiato.
«Aaahh, grazie a tutti! E' il giorno più bello dopo quello in cui farò un doppio suicidio con una bella signorina!».
«Vedi di piantarla, Dazai!». Il tizio con gli occhiali di prima glielo aveva urlato mentre lo picchiava con un'agenda.
Non riuscivo a credere ai miei occhi. Dov'era il temibile Osamu Dazai, dirigente della Port Mafia? Ho pensato sicuramente che il suo potere fosse solo celato. Ma lo sgomento ha lasciato spazio alla rassegnazione. Più i regali si susseguivano, più i miei dubbi aumentavano.
«Spero ti piaccia questo libro, Dazai!
«Questo è un cellulare decente, vedi di non romperlo!
«Un kit di sopravvivenza!
«Non dovresti cambiarti quelle bende? Scusa, ma non ho avuto molta fantasia quest'anno...
E poi alle mie spalle, ho sentito una voce.
«Dannato Dazai... ora come cavolo...».
«Aku?».
Ma non poteva essere lui, non aveva fatto alcun rumore. L'unica cosa che potevo sentire era il vento tagliarsi mentre un cappello fluttuava nel vuoto, seguito dal suo proprietario.
«G-Gin?! Ma che ci fai qui?».
Era Chuuya.
«Dovrei chiedertelo io piuttosto... ».
Ha cominciato ad arrossire.
«Non sono affari che ti riguardano».
«Allora dovrò chiederti di più a riguardo quando torneremo a fare rapporto al boss. Che ne dici?
«Io non farò rapporto».
«Quindi vieni qui solo perché ti manca Dazai?»
Si è morso il labbro.
«Stai zitta e non immischiarti!».
Sì, certo. Come no.
«Cosa ci trovi di bello in Dazai?».
«Sei sorda o cosa? Ti ho detto di non farmi domande!».
Come sei incauto. Non sai di cosa sono capace.
«Preferisci che io tragga le mie conclusioni?».
Voglio dire, è ovvio che ti piace ancora...
«Ma com'è che adesso parli così tanto mentre di solito non spiccichi parola manco a pagarti, eh? E non fissarmi in quel modo!».
E' vero, sono sempre silenziosa e sulle mie. Questo però non vuol dire che io non abbia una personalità. Da lì in poi ho lasciato il mio sguardo assassino a indagare le parole di Chuuya Nakahara.
«Se ci tieni a saperlo, non mi importa un fico secco di quel maniaco. Io passo sempre qui di pattuglia perché è il mio territorio. E comunque non c'è niente di bello a stare con quell'ammasso di bende!E' fastidioso all'inverosimile, mi dà sui nervi, lo odio!Sì, io... ».
E poi si era fermato di colpo mentre ammirava da lontano il suo sorriso, come colto da un fulmine, uno shock che lo ha fatto arrossire finché gli angoli della sua bocca non si sono ritirati in una curva dolce e amara.
Eh, che ti avevo detto io?
Quel magico momento a distanza d'aria si è spezzato con l'improvvisa presenza del ragazzo tigre, intento a imboccare il festeggiato con una fragola affogata nel cioccolato. Ho tenuto i coltelli tra le mani per prepararmi ad un attacco, ma sono rimasta immobile a osservare la scena senza il coraggio di intervenire.
Solo allora ho capito.
Dentro di me c'è in atto una guerra tra due barche e non so quale scegliere!
Ma proprio quando Chuuya stava involontariamente generando un campo gravitazionale tra le sue dita tremanti per la rabbia, ancora più indietro il muro della palazzina in cui eravamo rifugiati ha ceduto alla nostre spalle, sotto le lame oscure ed affilate della furia di Rashoumon.
Sì.
Mio fratello mi ha seguita. E se non ha seguito me, deve aver seguito Chuuya in qualche modo. Ma la cosa veramente importante è che non solo ha urlato a squarciagola il suo nome, puntando la mira dritta su quella innocente fragola tra le labbra di Dazai, ma ha rischiato di distruggere totalmente il mio piano e mi ha lasciata ancora più confusa circa le sue reali intenzioni nei confronti dell'Agenzia.
«Merda! Io recupero tuo fratello, te muoviti a uscire di qui!».
Sono corsa fino in strada, per trovare infine sul marciapiede una penna sporca di sangue, Aku quasi affondato a testa in giù in un tombino e Chuuya che lo teneva per una gamba.
«Quasi quasi lo lascio cadere... che ne dici Gin, ti sta bene?».
Ho tirato fuori i coltellini da un lato e il mio pugnale dall'altro, corrugando il volto in un faccia poco carina e per nulla amichevole.
No che non mi va bene. Mi serve, è ottimo materiale per sconcerie!
Ah sì, e ovviamente anche perché è mio fratello.
Già.
«O-okay, ho capito! Metti via le armi, è tutto a posto!Te come stai, schizzato?».
Ma Aku, tirato appena su per respirare oltre l'aria del sottosuolo , non ha fatto altro che lanciare maledizioni mentre dondola sotto la stretta di Nakahara come se fosse una campanella, con il mantello rovesciato e i ciuffetti scomposti sulla sua faccia indiavolata.
«Me la pagherà cara! Lui e il ragazzo tigre! Maledetto! Deve morire! Muori!».
Dev'essere dura innamorarsi di qualcuno che non puoi raggiungere...
Chuuya da lì in poi ha solo sospirato abbattuto, trascinandolo rassegnato verso la via più nascosta, lasciandomi sola con il mio incarico, ormai finito con lo sguardo di Dazai affacciato dal palazzo dell'Agenzia che molto probabilmente aveva già capito. Proprio mentre stavo per nascondermi, un aereoplanino di carta è sceso planando verso di me, fino a fermarsi abbattuto ai miei piedi.
L'ho aperto e ho letto il messaggio.
Avreste dovuto fare meno chiasso, ma vi ringrazio.
Tra quelle parole leggere, un cuore scarabocchiato all'ultimo.
E io so già quello che devo fare.
SPAZIO AUTRICEH (seh lo faccio appostah)
Come avrete già capito, questa pagina doveva essere uno speciale per il compleanno di Dazai: ma siccome è venuta una mezza cagata senza senso e i miei tempi di scrittura sono quelli di un bradipo, mi sono ridotta all'ultimo (come sempre).
E niente, tiratemi tutti i tipi di ortaggi possibili (XD). Posso solo dirvi che questa roba, scritta metà a caso e l'altra pure, mi ha ispirata per delle situazioni molto... emh, interessanti per le fantasie delle prossime pagine. Vi dico già che comincerò a girare sempre meno attorno alla situazione... Chi ama intendere intenda... ( ͡° ͜ʖ ͡°)
Detto ciò, ci si vede come sempre per fare schifo insieme!
Con questo bel maritino, vi auguro la buonanotte :3
-Madotsuki
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