Chapter six: Non piangere Millie, non piangere.
P.O.V. Millie
Ero stanchissima dopo il primo giorno di riprese, ma comunque mi incamminai verso quella che sarebbe dovuta essere la mia roulotte (mi sforzai di non pensare che non fosse solo la mia).
Non avevo intenzione di sistemare la mia roba, ci avrei pensato l'indomani, ma comunque ero curiosa di vedere come fosse.
Impiegai cinque minuti per arrivarci, fortunatamente non era distante, anche perché stavo iniziando a sentire freddo.
Uscii la chiave dalla tasca dei jeans e aprii la porta.
La roulotte non era affatto come me l'aspettavo, era veramente accogliente.
Alla mia destra c'era un divanetto, con di fronte una piccola tv. Poco più in là vi era un'altra porta, che dedussi doveva essere quella del bagno. Alla mia sinistra un tavolino con delle sedie che fungeva sia da scrivania che da tavolino per un pranzo veloce e proprio davanti a me c'era... Finn.
Era girato di spalle, concentrato nel sistemare delle carte in alcuni fascicoli, il tutto appoggiato su un grande piano attaccato a muro.
Sicuramente mi aveva sentita entrare...
Forza Mills, non essere codarda.
<<Sembra carino.>> dissi con una voce che cercava di sembrare entusiasta, ma credetemi se vi dico che fallii miseramente.
<<Sì.>> fu la sua unica risposta con una voce piatta e atona, quasi come se fosse infastidito dal fatto che gli stessi rivolgendo la parola, forse lo stavo sconcentrando?
Non si era neanche girato, né aveva smesso di fare ciò che stava facendo.
Riprovai: <<Molto accogliente.>>
<<Sì.>>
<<Le riprese sembrano essere andare bene.>>
<<Sì.>>
<<Finn.>> lo richiamai.
Mi stavo innervosendo. Mi avesse risposto nuovamente sì gli avrei strappato tutti quei riccioli che aveva.
<<Sì?>>
Ok, era troppo.
<<DANNAZIONE FINN! GUARDAMI CAZZO!>> urlai prima che potessi controllarmi.
Lui si cristallizzò, vidi i muscoli irrigidirsi dal tessuto leggero della maglietta che indossava; posò il foglio che aveva in mano, lasciando che ricadesse sul ripiano e poi, con lentezza estenuante, si girò verso di me.
Mi guardò dritta negli occhi: <<Che c'è?>> fu il tono graffiante, sfida ad affilare la voce.
Dio, perché doveva avere uno sguardo così... penetrante?
Era estenuante, tremendamente deconcentrante.
<<Che c'è?>> gli feci eco, trattenendo a stento una risatina isterica.
<<Beh, dimmelo tu che c'è!>>
<<Io? Io non ho niente da dirti, figurati.>>
Stava per girarsi nuovamente dall'altro lato, ma io camminai velocemente, con due falcate arrivai dove si trovava, gli presi il braccio e lo costrinsi a girarsi verso di me.
Lui mi lasciò fare, e adesso mi guardava con aria di sfida, aspettando che parlassi. Aveva la testa leggermente abbassata per guardarmi dritta in faccia. I nostri volti erano pericolosamente vicini, ma questa volta non c'era dolcezza, non c'era preoccupazione.
Io non mi azzardai ad abbassare lo sguardo sotto il peso dei suoi occhi e finalmente parlai:<<Dimmi qual è il problema.>>
<<Io non ho nessun problema. Forse quello sei tu ad averlo.>> rispose scontroso.
Mi allontanai da lui: <<Io? E che problema avrei io, sentiamo?!>>
Dio, se mi stava facendo incazzare!
<<Il fatto che tu non lo capisca da sola è ancora peggio.>>
<<Cosa cazzo dovrei capire, per la precisione, eh?!>> mi spazientii, gridando più forte del dovuto.
Avevo perso veramente la pazienza, ma lui invece non si scomponeva, parlava tranquillamente, come a volermi provocare ancora di più e la cosa peggiore...è che ci stava riuscendo.
<<Magari non farti trattare come una sciocca e farti rispettare un po' di più per te sarebbe un buon punto di partenza, giusto per dire eh!>> sbottò.
<<Stai scherzando? Pensi veramente questo di me?>>
Non piangere Millie, non piangere.
<<No, io non lo penso. Io lo so. L'ho visto, due settimane fa e lo vedo anche oggi. Tu ti fai trasportate, che poi da cosa? Forse neanche tu lo sai! E mi dispiace Millie, mi dispiace veramente. Per te.>>
Non piangere Millie, non piangere.
<<Mi hai visto stare di merda una sera e cosa credi? Di sapere già tutto?>> lo guardai tremante di rabbia.
<<Beh, ora ti dico io una cosa: TU NON SAI UN CAZZO, FINN WOLFHARD! Non sai niente, niente di me. Non più. Quindi non venire qui con la fottuta pretesa di potermi dire cosa pensi, di potermi offendere così perché NON PUOI!>> avevo il fiatone per quanto avevo gridato.
Lui mi guardò inespressivo: <<Come vuoi.>>
E così dicendo mi superò, andò alla porta e uscì sbattendosela alle spalle.
Mi sedetti sul divanetto, mi coprì il volto con le mani e iniziai a piangere.
Ma sapete, la cosa che mi faceva più arrabbiare non era che avessi litigato con uno dei miei migliori amici, no. La cosa che mi faceva incazzare veramente è che mentre Finn mi aveva sputato addosso quelle parole io avevo avuto paura, paura di accorgermi che potessero essere vere.m
Ed una delle cose che più mi amareggiava è che lui pensasse che io fossi una debole.
Io. Non. Ero. Debole.
O sì?
E poi perché si era arrabbiato così tanto? A lui che cosa fregava?
In tutto ciò, lui non si era azzardato a fare il nome di Jacob, e nemmeno io, ma era scontato che il discorso girava tutto intorno a quello.
Restai ferma in quella posizione per non so quanto tempo, mi sentivo quasi intorpidita, spaventata che se avessi fatto il minimo
movimento mi sarei spezzata.
Bussarono alla porta della mia roulotte quando ormai avevo consumato tutte le lacrime. Per un secondo sperai che fosse lui e mi maledissi per questo.
<<Millie? Sei lì dentro?>>
Era Sadie.
Per un momento fui indecisa se aprire o no, ma dopo due secondi avevo già aperto la porta alla mia migliore amica, che appena mi guardò spalancò letteralmente la bocca: <<Dio, Mills! Hai gli occhi che sembrano due palloni gonfiabili! Ma che diamine è successo?!>>
Avevo un aspetto così terribile?
Non le risposi, mi feci solo da parte per farla entrare.
La rossa si sedette sul divanetto, ed io la imitai. Notando che non spicciavo una parola mi disse: <<Insomma, mi dici che cazzo è successo?!>>.
Sadie non diceva mai, e sottolineo mai brutte parole, per farlo dovevo sembrarle veramente in uno stato pietoso.
<<Non dirmi che hai litigato di nuovo con Jac...>>
<<No.>> la interruppi.
<<Con Finn. Ho litigato con Finn.>> buttai tutto d'un fiato.
<<Intendi Finn il nostro Finn? Perché sa litigare anche adesso?>>
Non fraintendete le parole di Sadie, lei intendeva dire che Finn era sempre così gentile, rilassato e riservato che mai nessuno si sarebbe sognato avesse potuto litigare per qualcosa. Nessuno lo aveva mai visto incazzato o di malumore, nessuno tranne me fino a qualche minuto prima, evidentemente.
<<Evidentemente sì...>> sospirai.
Le raccontai tutto: le parlai della sera di qualche settimana prima al ristorante e di come era accorso in mio aiuto a consolarmi, dello sguardo penetrante che mi aveva riservato a pranzo, fino alle parole che mi aveva sputato addosso fino a poco prima.
Sadie non mi interruppe mai, a volte era sorpresa, altre si limitava ad annuire o scuotere la testa.
Quando conclusi fece le sue deduzioni: <<Ecco perché aveva quella faccia a pranzo...>>
Già, quella faccia che se avesse potuto incenerirmi con lo sguardo lo avrebbe fatto.
<<Sadie, io non so davvero che pensare, che fare, come comportarmi...>> sfogai, gettandomi all'indietro, sullo schienale del divano.
<<Millie io credo che Finn abbia cercato di metterti in guardia... a modo suo, un po' come abbiamo fatto tutti.>>
Stavo per ribattere ma lei alzò una mano, segno che non aveva ancora finito di parlare.
<<Lo so che stai per dirmi, avrebbe potuto farlo diversamene. Ma lui ci tiene molto a te, anche se non lo dimostra come me o Noah, ma ci tiene. Tanto. Quindi, dopo averti vista a terra per Jacob l'ultima volta, oggi a pranzo non ci ha visto più! Forse la rabbia lo ha portato a esagerare con le parole, ma conosci Finn. Lui è profondamente buono, non ti ferirebbe mai! Non intenzionalmente.>>
Sapevo che Sadie aveva ragione, ma ero comunque ferita. Finn mi aveva ferita, volente o nolente.
<<Ma perché Sadie?>>
<<Cosa perché?>> mi chiese lei curiosa.
<<Perché tutte a me?>> mi lamentai.
Lei scoppiò a ridere:<<Oh andiamo, non essere tragica!>>
Mi balenò in mente che Noah non sapeva ancora niente di tutto ciò:<<Sadie! Non dire niente a Noah!>>
Mi guardò con aria interrogativa.
<<Non sa ancora nulla e voglio essere io a raccontargli tutto.>>
<<Oh certo Mills, non preoccuparti.>> mi rassicurò.
Ma... un momento. Perché Sadie era venuta? Di certo non aveva previsto il futuro per sapere che mi avrebbe trovata in lacrime... quindi perché era lì?
<<Sadie, come mai mi cercavi?>>
<<Oh, vero!>> esclamò. <<Me ne stavo quasi per scordare.>>
Mi fece un sorrisetto che la diceva lunga e allora diventai impaziente: <<Quindi?>> chiesi spronandola a parlare.
<<Beh, stasera la maggior parte del cast esce per festeggiare l'inizio delle riprese.>>
<<Non sono dell'umore per festeggiare.>> scossi il capo decisa.
<<Oh, andiamo Millie! Ci saranno quasi tutti, persino i Duffer, Shawn, Natalia e i ragazzi.. forse anche qualcuno della troupe si unisce! Non puoi mancare tu!>>
Sbruffai: <<E quale sarebbe il piano della serata?>>
<<Joe e Charlie prendono le auto e ci hanno detto che possiamo andare con loro. Ci portano in un locale carino, anche se non hanno specificato quale, ma hanno detto che ci divertiremo, si ballerà e forse riusciremo anche a farci offrire qualche cocktail! Dai Mille, non puoi non venire!>>
Sadie era già tutta elettrizzata e mi stava quasi contagiando.
<<Non lo so, Sadie... Sarebbe bello passare del tempo tutti insieme, ma... non lo so.>> mi crogiolai nell'insicurezza, indecisa sul da farsi.
<<Oh andiamo! Se è per Finn che non vuoi venire, potrai anche far finta che non ci sia! Non devi per forza parlargli stasera, pensa solo a divertiti!>>
<<Ok, dai. Mi hai convinta.>>
Avrei passato una bella serata, Finn non aveva ancora tutto questo potere su di me. Voleva fare l'indifferente? Sarebbe indifferenza quella che avrebbe trovato. Non voleva parlarmi? Nessuno si sarebbe sforzato di convincerlo per il contrario.
Quella sera mi sarei sinceramente divertita.
<<Sì.>> ripetei, più a me stessa che a Sadie. <<Sì dannazione, ci vengo.>>
Spazio autrice
🚨GUAI IN VISTA GENTE, GUAI IN VISTA🚨
Secondo capitolo in un giorno. Scusate se è troppo ma mi sentivo veramente ispirata.
Sì gente, i drama sono appena cominciati. Apriamo le danze.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top