Capitolo 6
Catwoman e Black Canary stavano tornando all'ospedale per assicurarsi che i loro compagni fossero riusciti a sconfiggere i membri della Suicide Squad. Non appena entrarono, videro una figura fuggire. Le due provarono a fermarlo, ma lo strano individuo sferrò loro dei calci che le fecero finire contro la porta a vetri dell'uscita. Appena dopo averle colpite, la persona misteriosa scappò. Le donne si rialzarono, indolenzite.
Catwoman: Oh... Ma chi cavolo era quello?
Black Canary: Non ne ho la più pallida idea. Andiamo a vedere come stanno gli altri.
Mentre salivano le scale incontrarono Ollie che era sceso perché aveva sentito il rumore dei vetri frantumati. Si avvicinò a Dinah e l'abbracciò.
Green Arrow: Ehi, ma che è successo?
Black Canary: Quando siamo entrate qualcuno ci ha aggredite... Sembrava un uomo.
Catwoman: Per caso sai chi era?
Green Arrow: Penso di sì. Poco fa qualcuno ha sparato a Bruce e poi è fuggito via. Ho cominciato a rincorrerlo, ma poi l'ho perso. Sono sceso perché ho sentito il baccano.
Black Canary: No, Bruce!
Catwoman: Sta bene adesso?
Green Arrow: Harley l'ha medicato e adesso è con lui. Sta riposando. Il proiettile ha perforato la corazza della sua armatura.
Black Canary: Tu come stai?
Green Arrow: Io sto bene. Quel tipo voleva solo fare del male a Bruce.
I tre tornarono al piano di sopra e si recarono nella stanza dove Harley stava tenendo d'occhio Batman. Tutti insieme rimasero lì a proteggerlo da eventuali ulteriori attacchi nemici. Non appena il sole cominciò a sorgere si spostarono a Villa Wayne trasportando il loro compagno con una barella rubata all'ospedale. Entrarono nel maniero e Alfred andò da loro, molto preoccupato.
Alfred: Santo cielo! Che cosa è accaduto al signorino Bruce?
Catwoman: È stato ferito. Dobbiamo aiutarlo. L'aiuto di Harley non è bastato a fermare l'emorragia.
Black Canary: Vieni con me, Alfred. Portiamolo nella sua stanza.
Il maggiordomo e Dinah andarono nella camera di Bruce e si occuparono della ferita, mentre Selina, Ollie e Harley si accomodarono in soggiorno, ancora molto scossi. Selina continuava a fare avanti e indietro immersa nei pensieri e nell'agitazione per la sorte dell'Uomo Pipistrello, Oliver si era messo a braccia conserte con espressione corrucciata e Harley si era raggomitolata in una parte del grande divano. Il suo volto trasmetteva tristezza e preoccupazione.
Catwoman: Non possiamo restarcene con le mani in mano, dobbiamo aiutare Bruce.
Green Arrow: Sta' tranquilla, Selina. Alfred e Dinah sanno quello che fanno. Bruce se la caverà, fidati. E noi riusciremo ad abbattere quel figlio di puttana dell'ospedale.
Catwoman: Se quella persona possiede delle armi in grado di penetrare armature resistenti come quelle di Batman, che speranze abbiamo noi di sconfiggerlo?
Harley: Micetta... So che sei demoralizzata, ma dobbiamo pensare positivo. Quel tipo avrà anche delle super pallottole... Ma anche noi abbiamo le nostre armi. Ollie ha le sue frecce truccate, i cinguettii di Dinah fanno più rumore di un tir che esplode e noi due siamo esperte combattenti. Ce la faremo! Parola di Harley Quinn.
Catwoman: Spiace deluderti Harl, ma non mi sento per niente tranquilla. Prima di tutto, voglio capire chi dovremo affrontare. Poi escogiteremo una tattica per metterlo K.O.
Green Arrow: Scusa, come facciamo a scoprire informazioni su quel tizio? È possibile che qualcuno lo conosca, ma cosa ti fa pensare che quel qualcuno sputerà il rospo?
Catwoman: Questa fase devo ancora elaborarla. Senti, cominciamo ad analizzare quello che sappiamo.
Harley: Beh, gatta... Non sappiamo niente.
Catwoman: Almeno tu, Harl, collabora. Allora... È armato, no?
Green Arrow: Sì. Credo che abbia delle pistole.
Catwoman: Bene.
Harley: Bene cosa?
Catwoman: Seguimi, Harley. Chiediamo in giro se si sa niente di un tipo che ha delle pistole e odia Batman.
Le due uscirono da Villa Wayne, lasciando un confuso Oliver nel soggiorno. Nel frattempo, Alfred e Dinah stavano ancora cercando un modo per evitare la morte di Bruce. Gli tolsero l'armatura e lo fecero sdraiare sul suo letto. Dinah si mise le mani fra i capelli e guardò Alfred facendo una strana smorfia che ricordava vagamente un sorriso.
Black Canary: Allora, come lo aiutiamo?
Alfred: Credo che ci sia solo un modo... Ed è il più doloroso.
Black Canary: Ho paura di chiedere qual è.
Alfred: Signorina Lance... Prenda la pinza in bagno. Dobbiamo estrarre il proiettile dalla ferita.
Black Canary: Oh, cazzo...
Dinah corse in bagno e prese lo strumento. Si avvicinò lentamente ad Alfred con sguardo preoccupato, tenendo la pinza in mano, tremando.
Alfred: Lascio a lei l'onore.
Black Canary: Mmhh... Che bello.
Alfred: Non si preoccupi. La guiderò io.
Black Canary: Questo non mi rassicura comunque.
Non appena Dinah mise la pinza nel foro, Bruce gridò a squarciagola. Malgrado la donna avesse timore di sbagliare, riuscì a estrarre la pallottola grazie alle direttive di Alfred. Dopodiché quest'ultimo prese delle bende e fasciò la ferita dell'uomo. Quando vide che questi si era addormentato, Dinah tirò un sospiro di sollievo.
Black Canary: Ci siamo riusciti. È salvo!
Alfred: Lei è stata molto brava, signorina Lance.
Black Canary: Sono stata brava ad ascoltare i tuoi consigli su come agire. Senza di te, Alfred, non avrei mai potuto salvarlo.
La donna diede una pacca sulla spalla del maggiordomo e scese le scale per dare la buona notizia agli altri, non sapendo che Selina e Harley fossero uscite.
SCUSATE LA PARTE UN POCHINO "CRUENTA" MA ERA NECESSARIA. SAPPIATE CHE TRA POCO ANCHE QUESTA STORIA FINIRÀ. FORSE SCRIVERÒ ALTRI DUE/TRE CAPITOLI E POI GLI DARÒ UNA CONCLUSIONE COI FIOCCHI. ALLA PROSSIMA ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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