Capitolo 10 - Cheesecake
Il batuffolo di cotone imbevuto d'acqua ossigenata era freddo a contatto con le sue dita. Lexi continuava a fissarlo da quelli che erano minuti senza far nulla, con uno sguardo totalmente assente. Le gocce del liquido disinfettante scivolavano rapide dalla sua mano ricadendo nel lavandino, come pioggia sui vetri, come lacrime di dolore e lei continuava a rimanere lì pietrificata, sola. Sollevò lo sguardo e allo stesso tempo il cotone, con placidi movimenti, andandolo a posare delicatamente sulle ferite aperte sul viso. Fece una smorfia, guardando il rosso che macchiava il bianco. Quei lividi non sparivano, quei graffi erano più profondi ed instabili di quel che sembrassero. Ad un nonnulla si riaprivano, bastava un sorriso o un'alzata di sopracciglia. Serrò la mascella e bagnò ancora il batuffolo, determinata a disinfettarli una volta per tutte. Strofinò più volte, non limitandosi a passarvici sopra una volta, continuò e continuò finché la sua pelle non implorò pietà per il dolore. Il viso era più arrossato e malconcio di prima se possibile ma rimaneva indecifrabile nel torpore mattutino. Recuperò i cerotti frugando nella spazzatura del bagno e se li incollò accuratamente sul viso. Infilò le scarpe e legò i capelli in due treccine semiraccolte. Doveva andare a scuola, come in un normale giovedì, ma quella mattina passando in cucina non riuscì a fare a meno di notare le confezioni di dolciumi accatastate un po' ovunque. L'80% del suo nutrimento erano quelle stupide caramelle. Le guardò con occhi vuoti, vitrei. Andò avanti pronta ad uscire di casa ma con la mano sul pomello qualcosa la tirò indietro. Non parve pensare, era come inglobata in una bolla di sonno, lasciando al corpo l'intera padronanza di sé stessa; prese una busta e raccolse ogni alimento contenente saccarosio. Non ne guardò neppure uno, non riflettè, lo fece e basta. Il viso ridotto ad una maschera fasciata di bianco. Quando vide la cucina mezza vuota sentì un sospiro farsi largo dentro di sè. Priva di tutte quelle cibarie ipercaloriche appariva sobria come una normale cucina appena installata e la rapida ispezione che eseguì le concesse un chè di razionale, che prese nuovamente a riconquistarsi sé stessa. Cominciò a sistemare gli utensili, allineandoli come si deve prima di andarsene, ma poi vide lo zucchero in quel bel barattolo dipinto a mano, con l'elegante calligrafia in nero che produceva onde e sbuffi arzigogolati sulla porcellana; lo svuotò nel tritarifiuti azionandolo, ma non parve ancora soddisfatta, così passò alle confezioni da un chilo nella credenza. Squarciò la carta con il coltello e rovesciò quei cristalli come sabbia, brillarono come diamantini alla luce che filtrava dalla finestra davanti a sé. Alla quinta confezione il suo stomaco si rivoltò come un calzino. Si piegò in due dal dolore e vomitò la bile mischiata alla saliva, non aveva mangiato nulla eppure la nausea premeva e costringeva a buttare fuori qualcosa, qualsiasi cosa. Si sorresse al lavello e azionò ancora il tritarifiuti con più foga di prima, le nocche sbiancate, emetteva un suono così rude e rumoroso da sconquassare le pareti, da riverberarsi nello stomaco e far tremare la gabbia toracica. Poteva semplicemente azionare il rubinetto ma si ostinava a premere quel dannato pulsante del caos. Quando non restò che un sacco dell'immondizia ai suoi piedi, Lexi si sentì libera di uscire.
Il sole le baciava il viso, la luce si rifletteva nelle lenti degli occhiali. Fu costretta a coprirsi con la mano. Buttò la spazzatura e fu sul punto di dirigersi a scuola quando una figura furtiva attirò la sua attenzione. Si aggirava discretamente scrutando di sottecchi le case del quartiere: Lexi non aveva dubbi.
"Ehiiii Eddie!! Che ci fai lì? Spii i vicini da bravo psicopatico?" a gran voce lo chiamò, sventolò le mani, e sorrise di traverso quando il viso curioso del ragazzo si voltò verso di lei. Non si aspettava di essere chiamato all'improvviso.
"Aspetta arrivo da te!" attraversò la strada di corsa e per un soffio non rischiò di essere investita; a metà strada un pick up era sbucato nel suo campo visivo e solo in seguito il suono del motore le giunse all'udito. Si fermò nel bel mezzo lanciando un'occhiata di sbieco. L'autista deviò la traiettoria all'ultimo secondo, sfiorando quasi la cassetta della posta di qualcuno pur di non colpirla, emettendo un sonoro colpo di clacson subito dopo.
"Guarda dove cammini troia!" esclamò rude affacciandosi al finestrino. Lexi non ci badò, arrivò dall'altra parte della strada dove Eddie si massaggiava la fronte.
"Uff c'è mancato poco, davvero poco." ridacchiò sistemandosi lo zaino in spalla. "CIAO!" esclamò raggiante piazzandosi davanti a lui in tutto il suo metro e sessantacinque.
"Puoi stare più attenta? La tua morte renderebbe vani i miei sforzi di scagionarti." le fece presente in tutta tranquillità.
"Oh dì la verità, ti mancherei come l'aria se morissi." ammiccò avvolgendogli un braccio attorno al collo costringendolo a curvarsi più del normale.
"Scollati subito."
Camminarono avanti e indietro per un bel po' uno di fianco all'altro, all'ombra degli alberi di pioppo senza mai scambiarsi un cenno.
"Aaaallora, immagino tu stia facendo qualche calcolo riguardo alle telecamere." proruppe la ragazza dondolandosi sui talloni.
"Rimettiti nel punto esatto in cui eri." ordinò Eddie confermando la sua intuizione. Aveva preso a mordersi il labbro ancora, gesto che compiva involontariamente ma con frequenza.
"Oh ma non ricordo con esattezza!"
"Sforzati" ribatté brusco.
"Okay okay posso farcela, ripercorrerò la mattinata." Allargò le braccia e chiuse gli occhi come se meditasse. Eddie avrebbe volentieri evitato teatrini, lo si percepì da come distolse lo sguardo, seccato.
"Dunque, io ero qui con Alex e Oliver, poi mi sono spostata lungo quel lato. C'era una pizza buonissima." I due attraversarono la strada fino al punto in cui c'era la panchina su cui si sedettero per pochi istanti.
"Poi vediamo...esattamente di fronte c'era il carretto quindi..." si piazzò sull'orlo della strada misurando con le braccia disposte dritte davanti a sé. Dal fondo della strada sbucò un'altra macchina a tutta velocità, suonò, e non una volta ma Lexi sembrava assorta nel fare passetti perfettamente perpendicolari al bordo del marciapiede. Fu Eddie a trascinarla a sé, fuori dal tratto pericoloso, stritolandole il polso in una morsa irruenta. Lexi incespicò ritrovandosi spiaccicata contro il suo petto. La macchina sparì oltre ed Eddie allentò la presa di quella sorta di abbraccio.
"Cazzo!" esclamò tra i denti, sforzandosi di rimanere composto. Si allontanò rapidamente con le mani sui fianchi e la testa china.
"Vuoi morire stamattina?" domandò stavolta con un tono più contenuto.
"Ma cos'è? La giornata <<investite tutti Lexi>>?" sbuffò sistemandosi la felpa aperta sul davanti ricevendo un'occhiataccia dal moro.
"Comunque sia era proprio lì." si spostarono dall'altro lato della strada e lui cominciò a guardarsi attorno con occhi spalancati. La luce vi si immergeva dentro come una cascata, le sue iridi rilucevano di una sfumatura talmente accesa da apparire innaturali. La tensione di poco prima si era dissolta nel nulla e Lexi si permise di scrutare attentamente quel ragazzo.
"Che c'è?"
"Hai proprio dei bei occhi." sorrise maliziosa attirando la sua attenzione.
"Andiamo più avanti" fu la sua risposta. Continuò a camminare lungo il tratto di strada prima della postazione dello zucchero filato e dopo quelli che sembravano 50-100 metri finalmente Eddie scovò una telecamera e un ghigno comparve un momento sul suo viso.
"Niente di più facile."
"Scusa ma hai sorriso?" La domanda sconcertata della ragazza fu come al solito ignorata, tuttavia ella continuava a ripetere tra sé: "L'ho visto! Sto diventando pazza! È durato così poco." la sua serie di frasi sconnesse si interruppe quando alla porta della casa in questione venne ad aprire una vecchina con in mano un guanto da forno.
"Vi posso essere d'aiuto." Sembrava davvero gentile, con i suoi occhiali dalla montatura fine e il suo rossetto leggermente sbavato. Le rughe le contornavano la bocca come crepe.
"Si, sto lavorando ad un caso. Detective Miller." estrasse una tessera che infilò sotto il naso della vecchietta, suscitando gli urletti estasiati della sua giovane vicina.
"Ma quello è un vero distintivo!" esclamò coprendosi la bocca con le mani e saltellando sul posto. La donna le lanciò un'occhiata divertita e un sorriso dolce poi disse:
"Eddie ma sei tu! Che dici? Stai giocando al poliziotto?" Lexi guardò prima l'uno e poi l'altra più volte, poi scoppiò in una risata fragorosa mettendo a dura prova i nervi del ragazzo. Si reggeva lo stomaco piegata in due come se fosse la cosa più esilarante di questo mondo.
"Possiamo entrare signora Rogers?"
"Ma certo! Stavo facendo la cheesecake ne volete un pezzo."
"No." "Sì" esclamarono all'unisono per poi guardarsi di sbieco.
Non è difficile comprendere quale risposta diede l'uno e quale l'altro, fatto sta che la padrona di casa si ritrovò a fissarli leggermente perplessa.
"Accomodatevi, mi spiegherete tutto di fronte ad un buon pezzo di dolce." Lasciò una carezza sul viso scarno di Eddie che teneva il muso più di quanto non facesse di solito.
"Dicevate?" Domandò la vecchina disponendo quella delizia sui piattini dai disegni di fragoline di bosco impressi sulla porcellana.
"Signora Rogers lei ha un sistema di videosorveglianza funzionante dico bene?"
"Si, mio figlio ha insistito che lo facessi impiantare." sorrise dolcemente mentre si dava pena per versare anche del succo d'arancia.
"Possiamo avere i video? Sa... il mio gatto è scomparso stamattina e se vedessimo i video della strada magari potremmo trovarlo prima che si allontani troppo." mentì arrendendosi all'evidenza di non poter agire in maniera professionale, ogni parola un macigno. Aveva distolto lo sguardo, concentrato sulla serie di quadretti e immagini funebri di parenti posti ordinatamente su un comò; ripose il distintivo con evidente disappunto.
"Oh non sono molto pratica di queste cose, ma lì c'è il PC se ci riesci da solo..." Eddie non accennò a un grazie, prese il portatile e cominciò a fare la sua magia. Intanto Lexi rimaneva pietrificata davanti a quella cheesecake. Una grossa fetta dal colorito rosso che improvvisamente non sembrava più così buona, ma un mattone posto sul grazioso pezzo del servizio da tè della signora
"Lexi non mangi?"
"Non mi va più mi dispiace."
"Ma guarda come sei magra, dovresti mettere su più carne. E cosa hai fatto in faccia che sei piena di lividi e cerotti?" la ragazza sorrise.
"Sono caduta" Eddie le lanciò un'occhiata torva continuando a picchiettare le dita tra mouse e tastiera.
"Come hai fatto?"
"Diciamo che sono stata aiutata a cadere." fece spallucce giocherellando con la forchetta dalle rifiniture arzigogolate.
"Oh ma è terribile!" esclamò sedendosi vicino a lei esaminando le ferite e i cerotti.
"Non dirmi che è stato il tuo fidanzato a farti questo! Devi immediatamente denunciarlo." sussurrò facendo sì che la sentisse solo lei.
"Arguta, ci ha preso in realtà. Ma non era il mio fidanzato." la donna apparve stranamente preoccupata ma sollevata allo stesso tempo.
"E tu Eddie non dici nulla?" Quest'ultimo sollevò lo sguardo. Sedeva di traverso sul sofà celestino con tanto di centrino all'uncinetto disposto sullo schienale. Il computer sulle gambe e la schiena curva, sollevò uno sguardo sulle due donne.
"Che dovrei dire?"
"Ma come! Permetti che un qualsiasi individuo faccia del male alla tua ragazza? Ma hai visto com'è ridotta? Il suo viso potrebbe non riprendersi mai!" esclamò grintosa la signora Rogers, una mano sulla spalla della giovane che ridacchiava sommessamente.
"Non è la mia ragazza" tagliò corto con gli occhi incollati allo schermo.
"Oh...credevo di si."
"A prescindere da ciò." aggiunse attirando lo sguardo di entrambe. "Lui soffrirà per quel che ha fatto più a lungo di quanto impiegheranno quelle cicatrici a rimarginarsi." gli occhi ferini incastonati in quelli di Lexi sembravano voler scavare e rubarle qualcosa, la perforarono tanto da farle venire i brividi per l'intensità che emanavano.
"Bene, abbiamo risolto. Grazie mille signora Rogers." si alzò di scatto mostrando una prontezza insolita. Quello scambio di sguardi si interruppe bruscamente.
"Aspetta! E la tua cheesecake?"
"La porto con me se non le dispiace, faremo tardi a scuola sa." si sforzò di essere gentile, ma il massimo che gli venne fu un tono robotico con un accenno di sorriso forzato.
"Oh giusto. Allora ne porterò un po' a casa tua così anche tuo padre la assaggerà." decise sparendo in cucina.
"Arrivederci" salutarono scomparendo oltre la porta di casa. Percorsero il vialetto dirigendosi verso casa Miller, accompagnati dal canticchiare degli uccelli e l'assenza totale di voci, in lontananza alla fine della strada si vedevano le auto sfrecciare a tutta velocità lungo la strada principale emettendo un ronzio soffocato.
"E se non troviamo niente?" se ne uscì all'improvviso Lexi, il sorrisetto impresso in volto catturò lo sguardo del ragazzo che tuttavia non disse nulla.
"Speriamo ci siano permesse le visite coniugali in carcere."
"Tecnicamente è un riformatorio e non stiamo insieme." bofonchiò privo di intonazione
"Oh ma quanti puntini sulle 'i' Eddie! Vacci piano!" inarcò un sopracciglio e continuarono a camminare.
(07/03/2022)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top