CAPITOLO 6
(COLTON)
La prima persona che vedo entrando in ospedale è Carol, l'amica di Lizzie, che mi raggiunge affiancata da un medico, il dottor Williams, che avrà una decina di anni più di me.
Le chiedo immediatamente dov'è Liz e lei fa oscillare lo sguardo tra me e un box con le tende chiuse per poi invitarmi a seguirla in un luogo più tranquillo.
"Le è successo qualcosa? Al telefono ha parlato di qualcosa che devo vedere" ho bisogno di vedere Lizzie e accertarmi che stia bene.
"Tranquillo, lei sta bene anzi credo che dovrai ringraziarla per la telefonota, adesso ti spieghiamo tutto" dice queste parole proprio mentre arriviamo di fronte a una porta chiusa sulla quale è affisso un cartello di divieto d'accesso; se Carol non si sbriga ad aprirla credo che lo farò io, tutto questo mistero mi sta facendo impazzire.
"Agente Cooper, le chiedo di mantenere la calma una volta dentro" cosa diavolo significano queste parole? Non lo so ma annuisco ugualmente al medico e dopo qualche secondo la porta si apre.
Il mio sguardo si posa subito su David Brown e la cofusione che ho in testa triplica nel giro di pochi attimi, cosa diavolo ci fa lui qui? Cosa sta succedendo?
"Oh mio dio" soltanto dopo queste poche parole sussurrate mi accorgo della presenza di una donna, è dal lato opposto della stanza rispetto a mio padre e mi guarda con gli occhi sgranati e l'espressione sconvolta; è una donna minuta, ha i capelli neri legati in una coda e gli occhi arrossati, come se avesse pianto.
"Cosa sta succedendo?" il mio sguardo vola a Carol ma è il medico a prendere la parola.
"Il signor Brown e la signora Moore sono i genitori di Asher Brown, un mio giovane paziente affetto da leucemia acuta promielocitica" ogni singola parola mi rimbomba nelle orecchie, loro sono dei genitori e questo vuol dire che... ho un fratello di cui non sapevo nulla, un fratello che ha la leucemia; rimango per un attimo senza fiato, sconvolto da queste notizie inaspettate, diviso a metà tra la sorpresa e l'incredulità.
RIvolgo la mia attenzione alla signora Moore, si sta inutilmente asciugando le lacrime con un fazzolettino ma non riesce a calmare i singhiozzi e quando incrocio il suo sguardo ci leggo soltanto tanta disperazione; osservo poi David e rimango attonito di fronte al suo sguardo inespressivo, le parole del medico non sembrano averlo scalfito.
"Perché cazzo non me l'hai detto? Oggi sei venuto da me e hai detto tante cazzate ma non l'unica cosa davvero importante" mi scaglio contro mio padre, la rabbia ha preso il sopravvento ed è soltanto l'intervento del medico a fermarmi dal mettergli le mani addosso.
"Agente si calmi e pensi a suo fratello" il dottor Williams mi si para davanti guardandomi dritto negli occhi; annuisco cercando di riprendere il controllo perché ha ragione, in questo momento la cosa più importante è la salute di mio fratello, tutto il resto passa in secondo piano.
"Ho appena diagnosticato la malattia ed è necessario un trapianto, di solito usiamo come donatore uno dei genitori ma in questo caso non sono idonei a causa di una patologia"
"Lo faccio io" non rifletto neanche un istante, non ne ho bisogno, è mio fratello e rischia di morire.
"Prima di tutto dobbiamo vedere se sei compatibile, poi ti illustrerò il tipo di intervento che si dovrà fare; Carol, fai il prelievo all'agente Cooper e mandalo al laboratorio" Williams si alza e, dopo aver detto qualche parola di rassicurazione alla signore Moore, lascia la stanza.
"Voglio conoscere Asher" mi rivolgo a sua madre ma è Carol a spiegarmi che lui è già stato informato della mia esistenza e che anche lui ha espresso il mio stesso desiderio.
In questo momento nella mia testa c'è tanta confusione e milioni di domande senza risposte; la maggior parte sono su mio fratello, mi assomiglia? È anche lui un appassionato di basket? È testardo quanto me? Ma sopratutto sarò compatibile? Riuscirà a guarire?
Una parte della mia mente però si concentra sulle persone che ho davanti; mio padre ha detto che aveva bisogno del mio aiuto e sono certo che si riferisse a questo ma io non l'ho lasciato parlare, troppo preso dal risentimento nel suoi confronti e ora il senso di colpa mi stringe lo stomaco in una morsa letale.
"Andiamo da lui" Carol mi sorride aprendo la porta e io la seguo ma vengo raggiunto dalla signora Moore che mi ferma, osservandomi con gli occhi pieno di gratitudine.
"Volevo ringraziarti" annuisco ma una domanda continua ad assillarmi, lei sapeva della mia esistenza? Se n'è fregata di me per anni e adesso ha mandato mio padre a cercarmi soltanto perché le servivo?
Accantono questi dubbi, prima o poi avrò le mie risposte ma non ora che sono davanti al box che Carol osservava quando sono arrivato, non ora che sono a qualche passo da mio fratello.
"Gesù, sei identico a me" sono queste le prime parole che escono dalla bocca di mio fratello non appena mi vede.
"Veramente sei tu ad essere identico a me" sorrido mentre mi avvicino a lui; non riesco a staccare gli occhi dal suo viso, è l'esatta fotocopia di me da adolescente, sembra di vedere una mia vecchia fotografia.
"Vi lascio soli" Liz, che deve avergli tenuto compagnia fino ad ora, mi affianca e mi stringe la mano; con lo sguardo provo a farle capire quanto le sono grato per avermi telefonato, non so cosa sarebbe successo se lei non fosse intervenuta, probabilmente ora non sarei qui.
"Ti chiamo dopo" non mi risponde, annuisce soltanto, saluta mio fratello promettendogli che tornerà a trovarlo e poi sparisce oltre la tenda del box.
"Aspetta, non era tua cugina? Perché adesso non sembrava proprio" mi siedo accanto ad Asher che mi lancia occhiate confuse.
"Ti ha detto che siamo cugini?" è strano parlare di questo con un adolescente praticamente sconosciuto ma ho bisogno di qualcosa per spezzare il ghiaccio, non mi va di fargli mille domande come fosse un interrogatorio.
"Ha detto che in pratica lo siete" anche il modo in cui aggrotta le sopracciglia è identico al mio, mi sembra quasi impossibile.
"È una storia complicata che un giorno ti racconterò ma sostanzialmente non siamo cugini, ci conosciamo soltanto da molti anni"
"E a te piace, l'hai guardata come se fosse un biglietto in prima fila per i Chicago Bulls" ignoro il suo commento su quanto mi possa piacere Lizzie e inizio a parlare di basket; anche Asher è un tifoso, mi racconta di essere nella squadra del liceo e di volerne fare una professione.
"Sempre se sarò ancora vivo" raggelo a queste sue parole mentre un lampo di terrore gli attraversa lo sguardo, non riesco neanche ad immaginare quanto questa situazione possa essere straziante per lui.
"Non pensarlo neanche, sei nelle mani di un ottimo medico e uscendo da qui farò il prelievo per la compatibilità" la sorpresa che gli leggo negli occhi mi destabilizza, mi spezza il cuore che lui abbia pensato, anche soltanto per un attimo, che io non volessi farlo.
"Perché lo fai? Sono uno sconosciuto" scuoto la testa sentendo le sue parole e mi sposto con la sedia ancora più vicino al letto così da essere occhi negli occhi.
"Anche se tu fossi uno sconosciuto e io potessi darti una possibilità lo farei ma tu non sei uno sconosciuto, sei mio fratello da quando sei nato, anche se non sapevo della tua esistenza" sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e la gola stringersi dall' emozione, anche Asher ha gli occhi lucidi mentre ascolta ciò che ho da dire.
"Io ho scoperto di te da pochi giorni, ho sentito mia madre litigare con mio padre e ordinargli di cercarti; credo che neanche lei sapesse della tua esistenza, continuava a ripetere di aver sposato un mostro e non posso che darle ragione" a quanto pare mio padre ha fatto schifo come genitore anche con Asher, la rabbia mista a delusione che leggo negli occhi di mio fratello ne è la prova.
"Mi dispiace che tu non vada d'accordo con tuo padre" e vorrei spaccargli la faccia per questo, ma quest'ultimo pensiero lo tengo per me.
"Non è stato molto presente, i miei si sono separati quando avevo tre anni e da allora lo vedo due volte l'anno quando va bene, per non parlare del fatto che mi ha nascosto un fratello" non so cosa dire, non sono proprio la persona più indicata per discutere di problemi con i genitori.
"Ora è il momento di pensare soltanto a guarire, così da poter riprendere in mano la tua vita, la scuola, gli allenamenti, le uscite con le ragazze"
"La ragazza, Cassidy" immagino che il sorrisino idiota sul suo viso sia identico a quello che ho io quando parlo di Lizzie.
"Cassidy, eh? È la tua ragazza?" scuote la testa m ma lo sguardo, che mia zia definirebbe da trota lessa, dice tutt'altro.
"Siamo amici, come te e Liz" la frecciatina che mi rivolge mi fa ridere, questo ragazzino è abilissimo nell'aggirare le domande.
Sembro io con Soraya una decina di anni fa.
Continuiamo a parlare per non so quanto tempo, passiamo da un discorso all'altro ridendo e prendendoci in giro a vicenda come se non fosse il nostro primo incontro, come se l'avessimo già fatto milioni di volte.
Mi chiede del mio lavoro, del perché ho scelto di fare proprio il poliziotto e quando gli parlo della morte di mia madre, Asher si lascia andare a commenti poco carini nei confronti di nostro padre; non provo a giustificare quello che ha fatto David, semplicemente non mostro a mio fratello quanto questo ancora mi faccia male, ha già abbastanza risentimento nei confronti di suo padre per come si è comportato con lui.
Mi chiede poi come ho conosciuto Lizzie ed io gli racconto di mia zia Soraya, gli racconto del nostro trasferimento in Texas e della prima volta che ho visto la mia migliore amica; gli parlo di mia nonna, di mia sorella Lisa, di Jay e del resto della mia famiglia, un po' strana, rumorosa ma speciale.
Quando, un po' imbarazzato, mi chiede di poterli conoscere non tentenno neanche un secondo, sono più che certo che tutti saranno molto contenti di sapere dell'esistenza di Asher.
Rimaniamo a parlare finché Carol non entra nel box, mi avverte che stanno per trasferire Asher in reparto e che ha preparato tutto per il mio prelievo.
Lascio il mio numero di telefono a mio fratello e lo saluto con la promessa di passare a trovarlo nel pomeriggio di domani e poi seguo Carol, pronto a fare il primo passo per salvare la vita di Asher.
Salve a tutti❤️
Questo non ve lo aspettavate... Vero???
Nella mia prima storia ho toccato un argomento delicato, in questa un altro che è purtroppo parte della vita di troppe persone❤️😔
In questo capitolo troviamo Asher, il fratello segreto di Colton...
A un certo punto il nostro poliziotto si sente quasi in colpa per non aver fatto parlare suo padre, però non posso biadimarlo, sto s*****o si presenta dopo 30 anni con un atteggiamento di merda... Io l'avrei preso a schiaffi!
Per fortuna Carol ha avvertito Lizzie e così Colt è venuto a coniscenza dell'esistenza di Asher e anche della necessità di un donatore... Non resta che sperare che sia compatibile ❤️
E voi... Pensate che davvero Martha fosse all'oscuro di tutto? Davvero ha scoperto da poco di Colt?
Come si comporterà Lizzie con Colt dopo queste scoperte? E Colt con Lizzie? Ricordiamoci che lui ha intenzione di accontentare la sua migliore amica e di dimenticare la notte appena passata....
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo con un commento o una ⭐ e perdonate gli errori, pubblico dal telefono!!
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