1|Gelato alla fragola

24 novembre 2018
📍Yas Marina circuit, Abu Dhabi

🎧2002- Anne-Marie

L'ultima gara del mondiale è sempre la più emozionante, almeno per me. Credo di aver atteso questo momento con ansia, proprio come attendevo il Natale da piccola.
La pista più calda dell'anno è proprio davanti a me mentre la sto osservando dal balcone della camera del hotel in cui alloggio.
Picchietto con l'unghia sul metallo del balcone e penso a come sarebbe stata la mia vita se Jules ci fosse ancora.
Sarebbe stato fiero di me? Si, lo sarebbe stato...

Qualcuno bussa alla porta e l'unica persona che mi viene in mente è Charles, l'unico che solitamente viene a darmi la buonanotte e a rassicurarmi prima dell'ultima gara, soprattutto se è una gara importante.
Apro la porta e mi si para davanti l'olandese Max Verstappen, ho corso con lui nelle categorie minori e nonostante mi abbia soffiato il posto alla Red Bull siamo rimasti in buoni rapporti.
«Hai intenzione di farmi entrare o rimaniamo qui tutta la notte?» ride l'olandese e lo lascio entrare.

«Sei agitata?» chiede sedendosi sul letto, lo seguo e mi siedo sulla superficie morbida. Annuisco con un movimento appena percettibile della testa e afferro il telecomando, dopo aver passato in rassegna diversi canali in arabo, troviamo un film in inglese. Quando la moglie è in vacanza di Marilyn Monroe, è un film che da ragazzina continuavo a vedere e Jules era esausto di sentir nominare il film della diva di Hollywood.

«Dov'è?» chiedo sottovoce, appoggiando la testa sulla spalla dell'olandese. Sospira e appoggia la sua testa sulla mia, brutto segno.
«È a cena, con Chantalle» sussurra lui e posso dire che ho perso tutte le speranze di vedere Charles prima di domani pomeriggio.
Scuoto la testa e ripeto il nome della ragazza di Charles, dire che non la sopporto è troppo ma non mi piace.

Quando eravamo in prima media, Charles si era preso una cotta per quella ragazza dai capelli biondi. Chantalle aveva tutti i ragazzi della scuola che pendevano dalle sue labbra, tra tutti quei ragazzi lei aveva scelto Charles, ma entrambi non avevano mai avuto il coraggio di dichiarare i propri sentimenti.
Charles amava tutto di lei, per lui quella ragazza era la perfezione scesa in terra, la dea greca Afrodite, dea dell'amore e della bellezza. Inutile dire che mi rispecchiavo nei panni di Calipso, la ninfa che tenta in tutti i modi di trattenere Odisseo sull'isola di Ogigia e renderlo immortale.

In tutto ciò, Charles chiedeva consigli a me e Chantalle faceva lo stesso. Ogni giorno arrivavo a casa e l'unica cosa che volevo fare era buttarmi di faccia sul letto e piangere finché non fossi crollata addormentata. Un pomeriggio ero tornata a casa e avevo dimenticato di chiudere la porta della mia stanza, stavo stringendo il cuscino al petto e ogni tanto mi sfuggiva qualche singhiozzo. Jules entrò in camera mia e aveva chiesto se c'erano problemi. Feci segno di sì con la testa e lui si sedette accanto a me.

«A Charles piace Chantalle ma...» non feci in tempo a terminare la frase che Jules si alzò dal letto di scatto.
«CHANTALLE?!» tuonò lui e io feci segno di sì con la testa, sussurrò un che idiota! e andò in cucina. Tornò poco dopo con una vaschetta di gelato tra le mani, c'erano due cucchiai e non appena si sedette iniziai a ingozzarmi dell'ammasso rosa di latte e zucchero.
Il gelato alla fragola era la soluzione di Jules a tutto, se prendevo un brutto voto in matematica lui mi accompagnava alla gelateria sotto casa e prendevamo la coppa più grande che c'era, solo di gelato alla fragola.

«Ho una vaschetta di gelato alla fragola nel frigorifero, la prendi?» domando all'olandese mentre continuo a fissare Marilyn che parla della pubblicità per un dentifrico, poi si porta una sigaretta alle labbra.
Max si alza, apre lo sportello ed estrae la vaschetta, è già finita per metà, la sera prima avevo pianto e mi ero avviata alla gelateria più vicina per prendere il mio rimedio casalingo. Avevo bisogno di una serata per piangere Jules e dopo mille tentativi di repressione ero scoppiata.

Apro la vaschetta e porto alla bocca una cucchiaiata di gelato, cercando di seguire il film. Dopo poco, inizio a sentire le palpebre pesanti, sbadiglio e appoggio la testa sulla spalla di Max. Chiudo gli occhi e vengo stretta tra le braccia di Morfeo.

25 novembre 2018
📍Yas Marina Circuit, Abu Dhabi

Il sole cocente degli Emirati Arabi invade la mia stanza e colpisce il mio viso, costringendomi ad abbandonare il letto. Scendo le scale di corsa per dirigermi al circuito, attraverso la città con un cornetto alla marmellata in mano e lo addento mentre attendo lo scattare del verde al passaggio pedonale. Arrivo al circuito, dove i miei compagni stanno parlando e ridendo. Mi piazzo dietro ad Antonio e gli copro gli occhi con le mani, inizialmente lancia un'urletto poco mascolino, poi cerca di capire che sono io tastandomi le mani che gli coprono gli occhi.

«IDIOTA! Quanto ci metti a capire che sono io?» sbuffo divertita togliendogli le mani dagli occhi. Io e Antonio abbiamo fatto parecchio amicizia nel corso di quest'anno e non so che cosa farei se non ci fosse lui a farmi ridere. Infilo gli occhiali da sole e mi dirigo verso il box dove la mia vettura mi aspetta, per l'ultima volta in Formula Due. L'Alfa Romeo Sauber mi ha assunta al posto di Charles, sarà un'onore correre con Kimi Raikkonen il prossimo anno. La seconda gara si svolgerà tra poco e vado a prepararmi.

Poco dopo sono nell'abitacolo, seconda dietro a Russel. Osservo i semafori davanti a me e quando le cinque lucine rosse di spengono, tento in tutti i modi di ottenere la prima posizione invano. Russel non demorde e sento l'adrenalina scorrermi nelle vene.
Ma Emilie, è l'ultima gara. CHE COSA TI SERVE ARRIVARE PRIMA?! Il titolo l'ha già vinto George!
Mi rimprovero mentalmente, insomma è Abu Dhabi, chi vuole vedere sorpassi all'ultima gara della stagione?!
La gara si conclude con il primo posto per Russel, per me un secondo posto e per Settekamara una medaglia di bronzo.

•••

Per me è una cosa da tutti i giorni trovarmi nel box dell'Alfa Romeo Sauber e di osservare la gara da lì. Questa sarà la mia ultima volta da spettatrice all'interno del box, non vedo l'ora che la gara finisca per prendere il posto di Ericsson. Un po' mi dispiace per lui...
La gara finisce con il trionfo di Lewis Hamilton, come ormai sono abituata a vedere. Ericsson si rifugia nel box e scende dalla macchina.
«Mi mancherà correre» afferma mentre si toglie il casco, so che Marcus non è mai stato il massimo ma è tempo di lasciare spazio ai più giovani.

«Tratterò bene questo gioiello, stai tranquillo» sorrido mentre osserva malinconico la macchina e poi si passa una mano sul viso.
«Fa la brava» ride lui, lasciando trasparire un filo tristezza nella sua voce. Annuisco e mi lascia da sola a osservare la monoposto che tra poco mi accoglierà.

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