35. Esistere

Ella si morse le labbra gettando un rapido sguardo al panorama magnifico del South Dorset.

Un ragazzo le corse incontro: -Non può stare qui! Stiamo girando-

-Lo so- Sabe alzò il pass ricevuto per posta - Ma Ely Johnson è stato piuttosto convincente-

-Lei è Isabella?- la squadrò lui da capo a piedi dubbioso.

Cenere gli porse la carta d'identità, già irritata: -Mi sono messa in macchina due ore e mezza fa, ho saltato colazione e ho otto bambini da sfamare... Gradirei arrivare a casa per cena, grazie!-

-Mi scusi, venga- il ragazzo le fece strada in mezzo alle roulotte -Perdoni il disordine ma...-

-Mi scusi- sospirò Cinder -Non l'ho trattata granché bene; so perché sono qui ma non prevedo la reazione di nessuno e... sono agitata. Ed esasperata... e sto scaricando tutto su di lei che probabilmente deve andare a recuperare brillantini per il trucco o asce e mantelli per una scena. Mi dispiace-

-Ely? È arrivata la ragazza-

-Grazie Asa- l'attore gettò il costume sul tavolino del caravan -Dov'è, ora?-

-Qui fuori che si guarda intorno. È gentile, forse chiede un po' troppo scusa ma è gentile-

-Lo so- Ely strinse i lacci alle scarpe e si riprese le chiavi -È pazzesca-

-Deve piacerti davvero- si permise il ragazzo -Non pensavo fossi tipo da ragazze come lei-

-Che intendi?-

-Non è brutta ma in confronto a quelle con cui esci di solito...-

-Non c'è gara, Asa- sorrise Ely con rammarico.

-Ehi...-

Ella si voltò: -Ely! Come stai?-

Lui l'avvolse in un abbraccio: -Mi sei mancata, senerei-

Sabe si morse il labbro poggiando le mani sul torace del ragazzo per poi esercitare un minimo di pressione, solo quella sufficiente a far comprendere che non gradiva granché: -Forse un po' anche tu-

-"Forse"?- la liberò lui stiracchiando le labbra in un sorrisino.

Isabella sospirò: -Perché mi hai fatta venire qui, Ely?-

Lui sospirò: -Credo che sia arrivato il momento di parlare di Malcom-

Ella per un attimo sembrò non vederlo.

Poi, la ragazza, infilò la mano nella tasca esterna della borsa per estrarne il cellulare e premere un solo tasto a cristalli liquidi: -Michael? Prepara tu cena, sarò fortunata se tornerò per le undici-

-Ti muovi bene. Sei già stata su un caravan?-

-Dai miei quattro ai miei quattordici anni, tutte le estati, poi saltuariamente ma è un tipo di casa che adoro- fece lei scolando le tagliatelle nel microscopico lavabo.

Rimise la pasta nella pentola insieme al sugo e lasciò il ragazzo a sistemare le porzioni nei piatti: -Siamo soli, stiamo per avere la pancia piena... chi inizia?-

Ella si sedette prendendo il piatto che le porgeva il ragazzo.

-Tu. Dimmi cosa sai e cosa ne pensi- fallì nel cercare di guardarla lui.

Sabe smise di arrotolare la pasta intorno alla forchetta e lasciò la posata nel piatto per alzare lo sguardo: -Non molto, in realtà. Malcom era un ragazzo solitario, schernito da tutti; in noi due era riuscito a trovare almeno qualcuno che gli rivolgesse la parola... più o meno-

Cenere accarezzò il bicchiere con l'indice, persa nel tempo del passato: -Esistere, credo che ormai facesse solo più quello: a scuola non aveva amici, a casa probabilmente non riusciva a parlare e veniva continuamente giudicato. Anche da noi. Anche ora... io e te in questo momento ne stiamo parlando illudendoci di averlo davvero compreso ma non è vero... ne siamo convinti solo perché fa parte di questo schifo di natura umana, avere la strafottenza di pensare di sapere tutto, giudicare senza scavare a fondo...-

Chiuse gli occhi e sospirò: -Quindi non so se lo conoscevo davvero, ne dubito. L'unica supposizione che mi sento di fare è quella in cui lui ha sentito un giudizio di troppo-

-Quando te ne sei andata, io sono ritornato insieme ai miei vecchi amici- mormorò Ely senza riuscire a guardarla -Non gli sono mai andato contro, senerei, te lo giuro-

-Ma non lo difendevi davanti agli altri- comprese lei.

Lui annuì: -Mi sono quasi dimenticato di lui finché non l'ho visto gettarsi da quel cazzo di tetto-

Cielo e mare, entrambi pieni di lacrime, si scontrarono nei loro occhi.

-Puoi dormire qua- sussurrò Ely con il viso affondato in una spalla di Cinder.

Non ricordava quando ma, ad un certo punto, in mezzo a quell'oceano di lacrime, aveva avuto bisogno di un'ancora. Ed Ella, Ella che non abbracciava mai, Ella che rifiutava ogni tipo di contatto fisico che non fosse con i suoi fratelli... Ella aveva teso le braccia.

-Non posso, Ely- sussurrò lei.

-Perché?-

Sabe sospirò, il fiato oltre la schiena del ragazzo, lo sguardo perso ad infinito, una mano sulla nuca di Ely a disegnare tranquillizzanti ghirigori ed un braccio ad attraversargli in diagonale la schiena: -Garantiscimi che non mi vedi più così, Ely, e io resto-

Lui si fece e forza e la staccò da sé: -Non posso-

Isabella lo guardò triste, passandogli una mano sul lato della guancia; -Un giorno troverai qualcuno che ti farà dimenticare me, Johnson. E quel giorno, sarai davvero felice...-

-Nessuno potrebbe mai farmi dimenticare della ragazza dagli occhi color del mare, senerei- sorrise mesto lui.

-Meriti qualcuno che non ometta niente, Ely. Qualcuno che ti faccia sorridere e non ti prenda a calci il cuore ogni volta che lo vedi, qualcuno che mangi il cornicione della pizza che tu scarti e che ti offra aranciata anche a colazione, qualcuno che ti lasci baci ogni mattina e che prima di lasciare che i tuoi pantaloni cadano a terra... ti spogli di questo dolore che, a ben vedere, ti metto addosso anch'io- piantò il suo sguardo coperto in quello chiaro di lui.

-Tu non...-

-Lo faccio, Ely- Ella raccolse la borsa ed il cappotto -Lo faccio-

Cosa diamine avevano in testa i ragazzi della famiglia Johnson?

Sabe spostò il cambio sulla quarta e accelerò, sbuffando.

Ely che saltava fuori dopo anni per dirle che non riusciva a dimenticare, Royal che si dichiarava e si rifiutava di accettare un no come risposta. Non che lei gliene avesse voluto dare uno definitivo ma...

Accantonò il pensiero del ragazzo dagli occhi grigi e si concentrò su quello dallo sguardo di ghiaccio; dopo la morte di Malcom non aveva voluto ascoltare le voci dei vecchi compagni di scuola e poi erano arrivati quegli stupidi messaggi, forse neanche di Ely, a quel punto.

Aveva troncato tutto: sapeva di piacergli ma il ragazzo era stato molto chiaro quando, mesi prima, aveva detto di volere il suo corpo. Solo il suo corpo.

E poi, sei anni dopo, se l'era ritrovato sulla porta di casa insieme a quel fratello incrociato mezza volta e persino lei non aveva potuto non notare che non era solo il suo corpo che voleva, Ely.

Non si continuava a pensare ad una persona per così tanto tempo solo per togliersi lo sfizio di una ragazza più difficile del solito nel letto.

Gli uomini non erano tutti dei...

Anche se le sue esperienze non...

Scosse la testa fermandosi al semaforo: Ely era la prova vivente del fatto che non tutti i ragazzi erano dei dementi con talmente tanto testosterone in corpo da non lasciar spazio a neuroni e miocardio.

No, Ely era...

"Dannatamente buono" sorrise Ella svoltando in una strada illuminata da un lampione sì e uno no.

Non capiva il perché di tante scelte del ragazzo ma ora sapeva. Sapeva che Ely non le aveva mai voluto fare del male, che non era cattivo e che probabilmente il passare da una ragazza all'altra era un tentativo di ricucire i lembi della ferita della mancanza che gli squarciava il petto ogni volta che... pensava a lei?

Cinder storse il naso: il gioco delle api e dei fiori era solo un sopravvivere, solo un esistere, anche se non trascinato ed esasperato come presumibilmente lo era stato quello di Malcom anni prima.

Sopravvivere non era neanche la metà di vivere, Ella lo sapeva; Ely meritava una vita e certamente non quella del sopravvissuto.

Ma non era una vita che Sabe poteva offrirgli, soprattutto dal momento che non lo amava.

Avrebbe dovuto stargli lontano, dirgli di no quando l'aveva scongiurata di rimanergli amica.

"Perché si sta facendo così male?"

-Che ore sono?- bofonchiò Ely aprendo un occhio nel sentire Royal spalancare la porta del caravan.

-Le sette- fece scontroso l'altro.

-Cos'è successo?-

-Piove. Non posso fare il salto con questo tempo- borbottò Roy trovando quel che rimaneva di una confezione di biscotti al limone.

Ely capì: -Significa che devi aspettare due giorni per rivedere Ella-

-Non sono neanche più sicuro di doverla vedere, Ella- sospirò Roy.

Gli occhi azzurri dell'attore diventarono pericolosamente freddi: -Mi prendi per il culo, Royal?-

⏯️ Dorset ... ⬇️

...and South Dorset, little beasts ⬇️

⏯️ Vi abbraccio, bestioline. Stanchissima, vi abbraccio...

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