Capitolo 2

Girammo così tanti negozi che persi il conto, eravamo solo al piano terra ed ero già piena di buste con vestiti vari e scarpe.

Constatai di aver bisogno di una pausa o sarei crollata all'istante così riferì alla mia compagna di avventure la mia intenzione e lei fu felicissima di accoglierla.

Ci sedemmo ad un tavolo del bar più vicino a noi in quel momento, nonché il mio preferito.

Mi era sempre piaciuto poiché è ordinato, pulito ed elegante allo stesso tempo, insomma un gioiellino. Certo, i prezzi erano leggermente più alti di quelli degli altri bar della struttura, ma mi sembrava più che giusto.

A prendere le ordinazioni venne Frank, il nostro cameriere di fiducia: alto, biondo, occhi azzurri e praticamente bellissimo. Inutile dire che Vanessa era follemente e completamente innamorata di lui, ma in quel periodo continuava a credere di non interessargli. In realtà si vedeva lontano un miglio che anche lui mostrava molto interesse nei suoi confronti, solo da come la guardava di sottecchi quando lei era distratta spiegava tutto.

Ordinammo il solito: per me un milkshake alla fragola, per lei uno al cioccolato e attesi che Frank si allontanasse per sussurrarle: "Perché ti ostini a non vedere come ti mangia con gli occhi? Dio quel ragazzo sta ai tuoi piedi!"

Come risposta ebbi un occhiataccia da parte della mia migliore amica con tanto di: "Smettila di inventarti le cose Chan.".

Sospirai e decisi di arrendermi, era inutile insistere con lei se si fissava su qualcosa.

Proprio in quel momento, accanto al nostro tavolo, prese posto un ragazzo con occhi verdi, capelli castani sparati in tutte le direzioni e con aria stanca. Ma appena si sedette i suoi muscoli si tesero e guardò nella mia direzione con aria sconcertata.

Così mi girai per vedere se ci fosse qualcuno dietro di me, ma il tavolo era vuoto così tornai a guardare il ragazzo che si trovava difronte a me che aveva cambiato postura e sembrava sugli attenti.

Mi decisi a distogliere lo sguardo da lui e a riposarlo sulla mia migliore amica, e mi resi conto che le nostre ordinazioni erano arrivate e che lei stava parlando con il bel cameriere e, distratta da lui, non si era accorta di un bel niente. Nè del ragazzo, ne del suo strano modo di comportarsi.

Mi concesi di guardare un'ultima volta nella direzione del ragazzo ma questo era sparito. Mi guardai in torno, cercandolo, ma non lo vidi più. "Chissà chi era, cosa voleva, e perché quando si era accorto di me aveva reagito così.", pensai.

Ma Vanessa mi distolse dai quei pensieri con un: "Cosa cerchi?".

Fu lì che tornai alla realtà e mi decisi a lasciar perdere, magari l'ero solo immaginato per la stanchezza, così afferrai il mio milkshake e farfugliai qualcosa simile a: "Niente, niente.".

Mi guardò incuriosita ma non fece altre domande, così ci gustammo quella delizia in pace e lasciai che mi sciogliesse tutta la stanchezza accumulata nelle ultime ore.

Tra un paio di chiacchiere qui e un paio di chiacchiere la' ci alzammo dal tavolo, pagammo il conto, e ci dirigemmo al piano di sopra dove ci aspettavano molti altri negozi da esplorare così lasciai fare a Vanessa quello in cui riusciva meglio. Lo shopping.

***

Tornata a casa ero praticamente distrutta. Avevamo dovuto chiamare un taxi per riaccompagnarci a casa poiché senno non avevamo idea di come portarci dietro tutti gli acquisti fatti. Il pullman non era una prospettiva molto simpatica, dentro quei così si sta sempre stretti come sottilette se non sei fortunato a trovare un posto a sedere.

Due ragazzi molto gentili conosciuti all'intero di H&M si erano offerti di aiutarci a portare il tutto in auto e li avevamo salutati ringraziandoli e lasciandogli il nostro numero di telefono per poter ricambiare un giorno o l'altro.

Con Vanessa avevamo deciso di occultare il fatto che io fossi fidanzata per paura che tornassero sui loro passi e decidessero di cambiare idea, ci serviva davvero disperatamente una mano, ma alla prossima occasione glielo avrei sicuramente rivelato.

Una volta portato tutti in camera mia non mi disturbai a riaprire le buste. Volevo prima farmi una bella doccia calda, ma soprattutto dovevo avvisare Daniel, o sarebbe uscito fuori di testa.

Così, dopo aver inviato il messaggio, entrai in doccia lasciando che l'acqua sciolgliesse i miei pensieri, ma subito uno si fece strada tra gli altri. Quel ragazzo. Iniziarono a venirmi in mente tante domande alle quali non avevo una risposta, così iniziai a formulare ipotesi, una più strana e meno realistica dell'altra fino ad arrendermi ed uscire dalla doccia ancora più confusa di prima.

Prensi il telefono e lessi la risposta di Daniel sullo schermo: "Va bene, spero ti sia divertita. Io sono distrutto e ho confermato che la matematica non fa per me, alla fine abbiamo cercato su internet la soluzione al problema e non capendoci comunque nulla abbiamo deciso di comune accordo di copiarla pari a come stava scritta. Ora credo che andrò a dormire, ci si vede domani a scuola?".

Scossi la testa in gesto di resa ma anche divertita e confermai che l'indomani ci saremmo visti, gli inviai la buonanotte e tornai in camera spegnendo il telefono per metterlo a caricare.

Infilai il mio pigiama di Batman e iniziai ad aprire una per una tutte le buste delle compere di quel giorno per togliere le etichette, catalogarle e metterle a lavare.

Ci misi ben venti minuti e verso la metà non agivo più di mia volontà, ma meccanicamente.

Così, distrutta, mi infilai nel letto e sprofondai in un sonno pieno di occhi verdi e capelli castani.

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