28- Animal I have become.
'Non posso scappare da questo inferno.
Ci ho provato così tante volte ma sono ancora imprigionato dentro.
Qualcuno mi faccia uscire da questo incubo, non riesco a controllarmi.
Cosa accadrebbe se tu potessi vedere il lato più oscuro di me?
Nessuno potrebbe mai cambiare questo animale che sono diventato.
Aiutami, credimi, questo non è il vero me.
Qualcuno mi aiuti ad addomesticare questo animale.
Non posso scappare da me stesso, ho mentito così tante volte, ma dentro c'è ancora rabbia.
Qualcuno mi faccia uscire da questo incubo, non riesco a controllarmi.
Cosa accadrebbe se tu potessi vedere il lato più oscuro di me?'
Animal I Have Become - Three Days Grace.
L'alba di un nuovo giorno sorgeva sulla scuola di magia di Hogwarts che sembrava ancora avvolta nel silenzio più assoluto. I corridoi sembravano deserti e persino i quadri erano impegnati nei propri sogni, da lì a poco sarebbero suonate le sveglie che gli studenti avrebbero prontamente ignorato, essendo ancora nel bel mezzo delle vacanze natalizie. La fine dell'anno si avvicinava sempre di più e Draco non avrebbe mai pensato di passare quella metà dell'anno nel modo più assurdo possibile; perso nelle emozioni verso la grifondoro per eccellenza.
Il serpeverde aveva gli occhi cupi e stanchi mentre guardava fuori dalla finestra, in sottofondo c'era solo il russare di Blaise che lo stava irritando non poco. Si trovavano nella biblioteca della scuola, avevano passato l'intera notte alla ricerca di qualche informazione che avrebbe potuto aiutarlo su quegli strani oggetti poggiati sul tavolo. Andavano avanti così da ben tre giorni, passavano ore intere avvolti nel buio della notte con il viso rivolto a mille pagine ingiallite e sbiadite.
Stava iniziando a perdere la pazienza, in più non aveva visto Hermione dalla mattina di tre giorni prima, quando senza nemmeno pensarci le aveva rivelato di essersi innamorato di lei perdutamente. Oh, era sicuro di quanto fosse furiosa nei suoi confronti, ma quella notizia lo aveva sconvolto a tal punto da non vedere altro che buio davanti ai suoi occhi. Nonostante le lamentele di Blaise, sul fatto che secondo la sua opinione avrebbe dovuto mettere al corrente anche Hermione della situazione, così che avrebbe potuto dargli una mano e sicuramente avrebbero scoperto qualcosa, lui non ne aveva voluto sapere.
Non voleva coinvolgerla nell'ennesimo problema, aveva già subito troppo dalla sua famiglia. Quella cicatrice sarebbe rimasta sulla sua pelle, indelebile e impressa, così come il ricordo di una pazza Bellatrix che gliela infliggeva proprio sotto i suoi occhi.
Quel ricordo amaro lo costrinse a chiudere di scatto il grande libro sul tavolo, che fece un tonfo così forte da far saltare Blaise dal suo sonno improvviso.
«Sì, sono il fidanzato di sua figlia! Mi prenderò cura di Ginny, signor Weasley!» saltò dalla sedia con la voce ancora impastata dal sonno.
Draco gli rivolse un'occhiata truce, un sopracciglio alzato ed il ticchettio delle dita sul tavolo. La situazione sembrava peggiorare sempre di più ed il fatto che sprecasse tempo a dormire lo innervosiva.
Il moro si guardò intorno con fare circospetto, capendo solo dopo qualche istante dove si trovasse e lasciandosi cadere di nuovo con il capo sul tavolo, sommerso dai libri.
«Buongiorno, Blaise. Dormito bene?» incrociò le braccia al petto, con uno sguardo gelido. «Spero ti abbia fatto a fette, quel Weasley!!» aggiunse subito dopo, tirandogli uno dei tanti libri.
«Adesso basta, principino dei miei stivali!» si scansò il colpo e sbatté le mani sul tavolo. «Sono giorni che non vedo la luce del sole o la mia Ginny! Di giorno ci chiudiamo in camera tua, di notte in questa stupida biblioteca per delle ricerche che non ci stanno portando a niente! Lo capisci che oltre alla chiave indicatrice non abbia scoperto un bel niente? La Granger puó aiutarci, dopo averti fatto secco, certo! Daphne mi ha detto che ha già minacciato quattro primini e persino Theo!» gli urlò tutto contro, finendo col calarsi di nuovo sulla sedia e lasciando andare un sospiro stanco e provato.
Dopo quella sfuriata ci fu un lungo periodo di silenzio, dove Blaise con un semplice schiocco di dita fece comparire un'abbondante colazione al posto dei libri, che volarono ognuno al proprio posto, non curante della violazione di un paio di regole.
Era stanco di cercare invano e di guardare quanto stesse con la testa da tutt'altra parte. Lo vedeva lontano un chilometro che solo Hermione faceva parte dei suoi pensieri, nonostante una montagna di problemi ricadesse su di loro.
«Mi dispiace, ma a volte sei davvero insopportabile.» mise elegantemente dello zucchero nel caffélatte. «Questa biblioteca non ha più niente da offrirci, Draco. E non so come può aiutarci con t-...» venne interrotto bruscamente dal biondo, che prese dalla sua mano la tazza bollente e la portò alle labbra.
«So di essere intrattabile, non c'é bisogno che tu lo ribadisca.» bevette un sorso. «Non voglio darle anche questa preoccupazione, quella é matta! Farebbe molto peggio di noi per aiutarmi, lo so. Ha già subito abbastanza dalla mia famiglia, senza che io muovessi un dito. Non voglio che la storia si ripeta, non riuscirei a sopportarlo.» strinse gli occhi riducendoli quasi a due fessure al solo pensiero di vederla ancora lì.
Aveva fatto di tutto per togliersi quella scena dalla mente; il corpo freddo, inerme e steso sul bianco pavimento del suo soggiorno, mentre le lacrime solcavano i suoi occhi chiusi. I riccioli spettinati che le coprivano gran parte della guancia e parte del pavimento. Poi lì, sul suo braccio sinistro, risaltava sulla pelle bianca una scritta rossa da cui colava sangue, per la sua famiglia e per lui a quei tempi, sporco e non degno di vivere.
Scosse immediatamente il capo per rimuovere quei pensieri dalla sua testa e si ritrovò con la mano destra stretta in un pugno.
«Dici di essere innamorato della Weasley.» lo guardó serio e con gli occhi fermi nei suoi scuri, ricevendo subito un assenso. «Allora puoi capire ciò che sto per dirti.» posò la tazza sul tavolo e prese un piccolo respiro prima di parlare. «Io non permetterò a nessuno di farle ancora del male, a costo di rimetterci la vita.» serrò la mascella in modo quasi spietato e crudele.
Gli occhi di Blaise guizzarono da quelli di Draco alle sue spalle nel giro di pochi secondi. Sulle sue labbra comparve un piccolo sorriso che l'amico non capì, ma che dileguó con una smorfia indifferente.
La serpe con un ennesimo schiocco di dita fece scomparire la colazione da poco comparsa e si sollevò, portando una mano nella tasca dei pantaloni, mentre con l'altra sfilava completamente la cravatta.
«Che peccato, avrei voluto fare colazione con te ancora una volta, principino.» prese la sua giacca e la portò sulla spalla. «Ma adesso puoi dire quello che hai detto a me, al soggetto dei tuoi continui pensieri.» gli rimediò un ghigno divertito per poi sorpassarlo velocemente.
Nell'uscire dalla biblioteca incontrò lo sguardo fermo e deciso di Hermione Granger. Erano riusciti ad evitarla per tutto il tempo, ma evidentemente persi nel loro discorso, non si erano accorti della sua presenza a pochi mentri da loro, cosa che lo fece ridere non poco.
Rivolse alla ragazza uno sguardo ed un cenno a mo' di saluto cordiale e rispettoso, perché sì, rispettava la grifondoro più di qualsiasi altra persona in quel castello. Ammirava la sua forza, il suo coraggio e la sua infinita determinazione che gli provocarono un sorriso sulle labbra quando, prima di uscire dalla stanza, notò la rabbia sul volto della ragazza.
Oh, Draco non ebbe bisogno di girarsi per capire che lei fosse lì. Il suo profumo poteva sentirlo ancora sulla propria pelle e su quel cuscino che, gelosamente e di nascosto, si ritrovava a stringere come un bambino stupido e rammollito. Quel profumo stava diventando per lui una droga, ignaro che anche per lei fosse lo stesso e solo quando si voltò a guardarla, Hermione capì quanto le fosse mancato in quei giorni.
La grifondoro non distolse i suoi occhi da quelli di lui nemmeno un secondo, non aveva niente da rimproverarsi visto che era stato lui a sparire nel nulla dopo quella mattina. Lo aveva cercato per tutta la scuola, aveva persino sbirciato sulla mappa di Harry, ma lui non si era mosso dalla sua camera insieme a Blaise e non riusciva a capirne il motivo.
Aveva passato notti in bianco e come una stupida aveva anche lasciato andare qualche lacrima nel pensare che, probabilmente, per lui non era poi così importante e portarla a letto era stata una delle tante umiliazioni che avrebbe voluto farle.
Ogni pensiero oscuro si era imprigionato della sua mente portandola quasi all'esasperazione, mentre si rigirava nel letto in cerca della fonte di quel profumo, che ancora sentiva addosso come una seconda pelle.
Lo guardava e sentiva il cuore esploderle nel petto, gli era mancato così tanto che sentiva una stretta allo stomaco, che sapeva non sarebbe sparita finché non gli avrebbe lanciato le braccia al collo.
Non lo fece, rimase a fissarlo ed un briciolo di preoccupazione le inondò la mente; I suoi capelli biondi erano spettinati, sicuramente erano stati tirati più e più volte, a contornare gli occhi grigi c'erano due enormi solchi scuri che risaltavano la sua aria stanca e mettevano in risalto la sua pelle di porcellana. La cravatta era sciolta e la camicia sgualcita, non l'aveva mai visto in quello stato e le parole che aveva sentito poco prima non la rassicuravano per niente.
Ciò nonostante, nulla riusciva a cancellare il fatto che l'aveva lasciata da sola, sparendo per tutto quel tempo e chissà per quanto ancora.
«Non ti azzardare ad avvicinarti.» lo fermò non appena vide il biondo fare qualche passo. «Non voglio che tu ti avvicini a me.» mentì, sentendo la rabbia scorrere nelle viscere.
«Sai anche tu che stai mentendo.» la sua voce fu bassa e roca, non sapeva come comportarsi davanti a lei. «Anche se la rabbia brilla nei tuoi occhi più di qualsiasi altra cosa. Sei arrabbiata con me, Granger?» ebbe il coraggio di ghignare.
«Oh no, ti sbagli, io non sono arrabbiata con te. Io sono delusa, amareggiata, indignata e profondamente furiosa con te! E levati quel ghigno dalla faccia, Malfoy o giuro su Godric Grifondoro che ti prendo a pugni ancora una volta.» il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, a causa del rancore che voleva vomitargli addosso.
Il biondo la ignorò ed avanzó verso di lei, ma la ragazza prontamente fece qualche passo indietro. La pazienza del serpeverde stava saltando, sapeva di aver combinato un gran bel guaio, ma si ostinava a nasconderle tutta la situazione che si era creata con quella lettera, che gli aveva gelato il sangue nelle vene. Non voleva metterla in pericolo e non poteva avercela con lui per questo, così avanzò ancora, tanto da costringerla a toccare il muro con la schiena.
«Ti ho detto di non toccarmi!» alzò la voce, consapevole di continuare a mentire a se stessa. Desiderava il suo tocco come un assetato desiderava un sorso d'acqua nel deserto. «Non puoi comportarti così, non puoi farmi sentire una stupida!» provó a sfuggire da quella sorta d'incastro, ma il serpeverde circondò la sua vita e la spinse di nuovo contro il muro, sovrastandola di una quindicina di centimetri.
«Hermione, devi capire che questi giorni non sono stati facili nemmeno per me.» provò a spiegarle almeno in parte le sue ragioni, ma la ragazza non parve dargli retta.
«No! Sono stanca di capire ogni cosa! Voglio essere io quella capita e pretendere, per una volta nella vita, che qualcuno tenti di capirmi!» cercò di allontanarlo da lei posandogli le mani sul petto, ma non fece che peggiorare la situazione, perché Draco subito le afferrò i polsi per tenerla ferma.
«Non so che cosa tu abbia pensato da quella mattina, ma credimi che non é come credi! Di coraggio me ne manca, ma non sono così codardo da non dirti in faccia le cose.» i suoi occhi rubarono ogni dettaglio di lei. «Quella notte non centra niente con tutto questo, credimi.» confessò senza alcun timore, perché infondo altro non era che la pura verità.
Hermione pensò di aver perso svariati battiti nel sentire quella frase. Tutta l'ansia accumulata sparì di colpo quando si perse in quel grigio intenso e sincero, lasciando solo la rabbia e la forte voglia di stare accanto a lui per ogni istante della sua vita.
Com'era possibile che le provocasse mille brividi anche solo con quella stretta sui polsi? Avrebbe tanto voluto sentire le sue labbra contro le proprie, ma la rabbia c'era ancora e persisteva, frenando l'istinto.
«Che cosa significava la frase detta a Zabini? Da cosa mi vuoi proteggere?» quasi ghignò all'ultima parola, sapeva di aver dimostrato benissimo di sapersi difendere da sola. «E cosa vuoi dire con 'tutto questo'? Spiegami che cosa sta succedendo!» lo guardó dritto negli occhi, con quella sua indole da eroina che la caratterizzava.
E fu davanti a quella piccola fiamma che Draco lasciò andare la presa su di lei ed indietreggiò come se si fosse scottato. Non aveva alcuna intenzione di rivelarle i dettagli, non voleva immischiarla in qualcosa che ancora non conosceva bene e per di più, con gli affari della sua famiglia.
Scosse il capo lentamente, lasciandole capire che non le avrebbe detto nulla, scatenando la sua furia ancor di più.
«Non posso crederci...» lo guardò delusa, aveva creduto di essersi guadagnata la sua fiducia. «Io me ne vado, tu fai come ti pare!» trattenne la voglia di affatturarlo e gli diede le spalle, con l'intento di lasciare la biblioteca.
Draco strinse gli occhi ed i pugni, così stretti da far sbiancare le nocche. Non sapeva come convincerla a restare ed a farle capire che non centrava nulla in quella storia e mai avrebbe dovuto centrarci. Quella era l'unica pecca nel provare quelle forti emozioni per lei; avere paura. Come poteva spiegarle tutto senza coinvolgerla? Portò le mani ai capelli per l'ennesima volta, in quei giorni non aveva fatto altro che esasperarsi alla ricerca di un qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo ed ora si trovava nella stessa situazione.
Tutti i suoi buoni propositi di restarsene calmo finirono in frantumi davanti all'immagine di lei che si allontanava. Avrebbe voluto urlarle contro che lo stava facendo per lei, che non voleva metterla in pericolo, perché sì, chiunque gli stava accanto era in estremo pericolo e forse aveva cominciato a capire anche la preoccupazione della McGranitt.
Avrebbe voluto intrappolarla al muro e perdersi nel suo calore, magari sarebbero sparite tutte le preoccupazioni e le paure, magari si sarebbero lasciati andare a quel vortice di emozioni che da sempre, nel bene o nel male, li avevano circondati.
Ma Draco si limitò a raggiungerla ed afferarle un polso.
«Hermione, fermati!» la costrinse a voltarsi e rimase sorpreso davanti ai suoi occhi lucidi. «Cosa... Perché?» sentì una fitta al petto quando una lacrima solcò il suo occhio destro, era la prima volta che si sentiva così tremendamente in colpa.
«Sono stanca di piangere eppure continuo a farlo.» si asciugò le copiose lacrime che iniziarono a scendere. «Per favore, lasciami andare, voglio stare da sola.» provò a divincolarsi, ma fu tutto inutile.
Pochi istanti dopo si ritrovó con il volto contro il suo petto caldo, il battito del suo cuore a cullarla e le braccia strette intorno a lei. Quelle braccia che sembravano aver formato una barriera per proteggerla davanti a qualsiasi pericolo, le donavano un calore che aveva desiderato tutto il tempo, forse era stata la cosa che più le era mancata, oltre al perdersi nei suoi occhi chiari e profondi.
«Spero per te che abbia un motivo valido per starle così vicino, Malfoy.» una terza presenza si unì a quella dei due, facendoli sobbalzare e allontanare all'istante.
Lo sguardo chiaro e furioso di Ron faceva sì che le sue iridi fossero ricche di venature rosso sangue. I pugni erano stretti e le braccia tese lungo il corpo, sembrava un fermo immagine eppure era lui in carne ed ossa con tutta la rabbia che gli scorreva nelle vene al solo vederlo accanto alla sua Hermione.
Non sapeva perché la stesse abbracciando, non sapeva perché il suo volto era bagnato e i suoi occhi carichi di preoccupazione, occhi che si erano rivolti verso un altro uomo.
La ragazza spalancò gli occhi, mentre il cuore prese a batterle in modo quasi incontrollato, subito guardò Draco che già aveva messo sù il suo miglior ghigno spietato e senza emozioni, ma a risaltare agli occhi del rosso fu il gesto di lei; la ragazza fece un passo avanti e si mise davanti al serpeverde, come se volesse proteggerlo e strani pensieri gli invasero la mente. Possibile che tra i due non ci fosse più il solito odio che persisteva da sette lunghi anni?
«Ron non sono affari che ti riguardano.» gli rivolse un'occhiata truce, dalla festa non si erano più parlati e lei non aveva alcuna intenzione di farlo finché non avrebbe ammesso i suoi errori.
«Fai sul serio, Hermione?» scosse il capo, avendo capito che probabilmente il cuore di lei era stato avvelenato. «Quelle lacrime sono per lui? Se davvero provi qualcosa per il principe dello squallore, dovresti piangere per te stessa, non credi?» gli sputò con cattiveria e frustrazione. Hermione non era più sua e lo stava capendo a sue spese, sempre di più.
«Attento a ciò che dici, Weasley.» fece per sorpassare lei, ma Hermione lo fermò con un semplice gesto della mano.
«E tu? Tu quante me ne hai fatte versare? Hai la minima idea di quanto io abbia pianto per te? Hai la minima idea di quanto tu mi abbia spezzato il cuore? Non credo che tu abbia la facoltà ed il diritto di parlare. Se vuoi aprire bocca, fallo per chiedere scusa, non per altro.» lo fissò in modo neutrale.
Voleva un bene dell'anima a Ron e forse poteva essere definita masochista per questo, ma teneva di più alle emozioni che Draco le aveva fatto provare. Teneva a quel batticuore continuo ogni volta che incontrava i suoi occhi a lezione, i brividi che scorrevano lungo la propria schiena ad ogni piccolo incontro in corridoio; da soli tra la gente, uniti in un gioco di occhi che avrebbe potuto provocare un'esplosione atomica.
Non voleva vergognarsene, non voleva vergognarsi di essersi innamorata di nuovo dopo aver giurato di non provare più amore per nessuno dopo quegli occhi blu fin troppo amichevoli.
«Non avrai mai le mie scuse! Godric, non credevo che tu potessi farmi una cosa del genere! Perché?! Perché proprio lui? Hai dimenticato tutto quello che ti ha fatto? Stava per ammazzare Silente e... Per colpa sua... Per colpa sua Fred... » il respiro del grifondoro si fece sempre più veloce al solo pensiero di suo fratello. Non aveva mai pianto per la sua morte, custodiva ancora un grandissimo peso sul cuore che probabilmente avrebbe portato a vita.
«Non ti azzardare!!! Non dargli colpe che non ha, non é colpa sua se Voldemort era un pazzo da chissà quali ideali e se Fred...» non riusciva a pronunciarlo nemmeno lei, nessuno aveva mai accettato ancora la sua morte. «Non dipingerlo come un mostro, quando non conosci niente sul suo conto, se non quello che ti ha permesso di vedere!» gli urlò contro stanca del suo giudicare, sorprendendosi lei stessa della forza che aveva messo nel difenderlo.
E lo stesso Draco rimase incantato e sorpreso davanti a quelle parole. Avrebbe voluto mandare al diavolo quell'ammasso di muscoli e stringerla ancora a sé o forse stava diventando fin troppo dipendente da lei, non lo sapeva. L'unica cosa di cui era certo era che non avrebbe permesso al grifondoro di andare avanti ancora per molto, da lì a qualche minuto avrebbe volentieri restituito il pugno che aveva ricevuto al ballo.
«Ma ti stai ascoltando? Tu stessa lo definivi un mostro senza cuore, perché ho una notizia per te, Hermione: Lui é lo stesso Malfoy che ti riempiva la testa di insulti e ti lasciava a piangere per ore in camera tua o nei bagni! A causa sua hai passato mesi a pensare di essere inadeguata per questa scuola e per ogni persona nel mondo magico. Che senso ha provare qualcosa per lui? L'odio é l'unico sentimento che merita. Sei tu a meritare molto di più.» avanzò a passo spedito verso di lei, con l'intenzione di provare a sviarla dai suoi pensieri.
Il serpeverde aveva gli occhi iniettati di sangue. Sentire quelle parole era come avere delle pugnalate al petto, avere la consapevolezza che quella non era di certo la prima volta che Hermione piangeva a causa sua gli dava un senso di nausea ed odio verso se stesso, forse Ron aveva ragione. Forse lei non avrebbe dovuto provare altro che indignazione nei suoi confronti ed infinita rabbia per tutto quello che le aveva fatto, eppure si era concessa come un libro aperto.
Quel giorno, poco dopo la guerra, si era avvicinata con un piccolo sorriso a fior di labbra ignorando tutto il resto e gli aveva teso la mano.
Era davvero così sbagliato che una come lei provasse dei sentimenti per uno come lui?
«Questo é uno scherzo, non puoi essere vero...» il grifondoro scosse il capo in preda ad una crisi di nervi. «Tu non puoi avermi rimpiazzato con lui, non puoi averlo fatto... Dimmi, Hermione... Ti fa stare davvero bene?» continuò ad avanzare e lei gli andò in contro per non rischiare di far avvicinare i due.
«Smettila, Ron... Basta, devi andare avanti e lasciarmi in pace!» posò le mani sul suo petto per allontanarlo e spingerlo indietro, ma fu tutto inutile.
«Non mentirmi, non farlo... Dimmi che sono io la persona che ami, dimmi che questo é solo un modo per farmela pagare, Hermione!! So che il tuo cuore appartiene a me... Ricordi come batteva quando facevamo l'amore io e te?» alzò un angolo delle labbrà all'insù, nel suo solito sorriso sghembo e lei intravide un pezzetto del suo vecchio migliore amico.
Ma quello fu l'unica cosa che Hermione riuscì a vedere prima che Draco lo spinse lontano da lei con il respiro corto ed un ghigno senza perdono. Non perse tempo a sferrargli un pugno che atterrò sullo zigomo di Ron, che barcollò appena e scattò con lo sguardo in quello di ghiaccio appartenente alla serpe.
Non era riuscito ad ascoltare oltre, la furia scorreva veloce e persistente nel suo sangue puro, non vedeva l'ora di mettere di nuovo le mani su di lui e sfogare tutta la sua rabbia.
«Mi hai stancato, pezzente. Cosa c'é? Sei così stupido da non renderti conto che ormai non appartiene più a te?!» lo guardava con il gelo nello sguardo ed una fiamma ardente che gli bruciava il petto; la rabbia.
«Non avresti dovuto farlo, Malfoy. Lei é mia!» scosse il capo ancora una volta prima di avventarsi su di lui.
Lo prese per la camicia e riuscì a sbatterlo contro il muro con forza, essendo fisicamente più grosso e muscoloso, ma Draco era più agile e spietato. Il serpeverde fece una smorfia di dolore prima di colpirlo con una gomitata sotto il mento, costringendolo ad allontanarsi e fu lui a scaraventarlo contro l'altra parte del muro, rifilandogli un secondo pugno, questa volta allo stomaco.
«Sei così stupido che non ti sei accorto di niente, dei suoi sentimenti che cambiavano e dell'amore che cresceva per me.» gli sussurrò cantilenante e in modo volutamente prepotente.
«Io ti ammazzo, Malfoy.» gli urlò contro e con una spallata nello stomaco lo scaraventò a terra, raggiungendolo e iniziando a colpirlo con pugni assestati e ricchi di frustrazione.
Hermione sembrava pietrificata davanti ai due. Il suo braccio era teso verso di loro così come la sua bacchetta che non sapeva chi puntare. Sul suo viso scendevano lacrime amare di delusione e amarezza, il suo cuore si stava sgretolando ad ogni colpo che subivano l'uno o l'altro e non sapeva che fare se non urlare, ma sembrava tutto inutile.
Urlare di fermarsi non la stava portando a niente, continuavano a darsela di santa ragione e mentre Ron aveva dei graffi sulla guancia ed un occhio quasi violaceo, a Draco sanguinava il labbro ed aveva uno zigomo gonfio.
Tutto perché erano incapaci di guardare avanti, di accettare la realtà e non trattarla come un oggetto a loro piacimento.
La sua vista era ormai annebbiata, anche se riusciva a distinguere le loro figure una di fronte all'altra che si scontravano con colpi sconnessi e vaghi. Avrebbe tanto voluto correre e mettersi in mezzo, ma era veramente stanca di stare a qui giochetti.
In lontananza poté osservare Harry e Blaise correre in simbiosi ed accantonare il loro astio per una causa più grande, mentre Ginny le corse incontro fermandosi al suo fianco, per recuperare la bacchetta ormai caduta e stringerla forte.
«Draco, fermati immediatamente! Ma che cazzo stavi cercando di fare, eh?!» un Blaise furioso perse la sua solita eleganza e divise i due, sbattendo l'amico contro il muro per tenerlo fermo e buono.
«Ron, vuoi farti espellere? Smettila di comportarti come un bambino!» la stessa cosa fece Harry, tenendo fermo il rosso con due mani.
I due si guardarono in cagnesco, non ne avevano abbastanza. Probabilmente si sarebbero ammazzati a vicenda se solo non li avessero fermati, ignari della figura di Hermione in lacrime e senza più forza per reagire a quel teatrino, tanto sapeva che sarebbe stata tutta fatica sprecata e li odiava per questo.
Odiava se stessa per essersi innamorata ancora una volta, per essere stata felice dopo tanto tempo e senza avere l'appoggio di chi voleva bene.
Odiava se stessa per non essere riuscita a puntare la bacchetta contro uno dei due perché la verità era che li amava entrambi, sebbene in modi nettamente diversi e contrastanti.
Era semplicemente, e per l'ennesima volta, stanca.
L'attenzione dei presenti venne attirata dalla figura di una preoccupata Daphne, che subito corse verso il proprio amico per constatare che stesse bene.
La bionda rivolse un'occhiata ad Hermione e riuscì a leggere solo infinita tristezza nei suoi occhi scuri, la sua fiamma si era spenta e la serpeverde lanciò uno sguardo di fuoco verso Ronald Weasley.
«Tu... Non mi sei mai piaciuto e non per quello che pensi! Ti credi tanto superiore perché hai collaborato a salvare il mondo magico, beh... Grazie tante, tutti ve ne siamo infinitamente grati, ma resti sempre un idiota che non capisce quanto dolore stai ancora procurando ad una persona che dici di amare!! Guardala, Weasley! Guarda il suo volto rigato dalle lacrime solo perché tu non riesci a capire che l'amore va' oltre ogni cosa! Tutto per colpa tua e della tua ostinazione nel credere che lei sia tua! Ti sbagli di grosso!» gli puntó un dito contro, mentre gli occhi verdi pulsavano di rabbia, per poi voltarsi verso il biondo che non aveva abbandonato il suo ghigno. «E tu non credere di stare nel giusto! Ma guardati, dov'é finito il Draco che conosco? Quello che avrebbe dimostrato in tutt'altra maniera l'affetto che prova verso qualcuno?! Dimmelo perché la persona che ho davanti non é il mio migliore amico, ma uno stupido che non riesce a ragionare e non fa altro che pensare a se stesso! Guardala anche tu! Quelle lacrime sono scese anche per colpa tua, Draco! Siete degli insensibili, stupidi e maledettamente egoisti! Non fatevi vedere finché non vi passano queste manie di protagonismo ed il forte ego che vi affligge!» le sue ultime parole echeggiarono nell'aria, così come il ticchettio dei suoi passi verso Hermione e Ginny.
«Grazie...» un sussurro arrivò da parte di Ginny, che non aveva mai lasciato la mano della sua migliore amica.
«Andiamo, venite con me.» sorrise benevolmente e le sue gemme verdi brillarono. «Allontaniamoci per un po'!» circondò le spalle della grifondoro ed insieme alla piccola Weasley presero a camminare nel lungo corridoio, allontanandosi sempre di più mentre nel cuore di Hermione non c'era altro che delusione.
Perché in fondo niente ferisce, avvelena o ammala, quanto la delusione. La delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima di un'ingiustizia che non ti aspettavi, di un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po' di sollievo, ma che di rado si accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono.
_Angolo Autrice_
Woooow, finalmente ce l'ho fatta a finirlo! Ve l'avevo promesso prima che finisse la settimana ed eccolo qua, anche bello lunghetto, eh! Spero siate contente. *-*-* Ci ho messo una vita, ma sono quasi cinquemila parole. :O
Comunque...u.u Siamo venuti a conoscenza del primo oggetto misterioso, ovvero; la chiave indicatrice. A cosa servirà?
Ancora tanti misteri ci restano da scoprire e Draco si ostina a tenere allo scuro Hermione dalla questione! Sapremo mai che cosa c'era scritto in quella lettera? >.<
Io lo so. :P
Come se non bastasse, ci mancava solo Ron che veniva a conoscenza della 'storia' tra Hermione e Draco, e che ci scappasse una bella rissa tra i due!
Hermione é delusa dal loro comportamento e sembra non averla presa bene, riuscirà a perdonarli? Riuscirà il povero Ron ad andare avanti con la propria vita dopo questa notizia? E Draco? Riuscirà ad abbattere ogni barriera con Hermione?
Speriamo bene, incrociamo le dita!!! *-*-*
Intanto vi ringrazio di tutto il supporto che mi date, dei voti, i commenti e le bellissime parole che spendete per me! Grazie mille a voi, che rendete questa storia sempre più bella...*-* Che é cresciuta ancora, siamo quasi a 21k. *+* Non ho parole...*+* Grazie mille. *-*
Ps: Ho cambiato di nuovo copertina xD Spero vi piaccia e sì, lo so... Ho un disturbo ossessivo compulsivo verso il cambio di copertine xD
Al prossimo capitolo, potterhead.⚡
-Un bacio, Lys.♡
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