Capitolo 6

Seth
Inferno, Landa della Paura

In tutta la tenuta solo una luce era accesa a quell'ora della notte, e proveniva dalla camera da letto di Seth.
Il ragazzo era seduto sul letto con la schiena poggiata contro la spalliera e le gambe distese e incrociate. In mano reggeva uno dei suoi libri preferiti:Obsidian, il primo della saga Lux di Jennifer L. Armentrout.
Era già la trecentesima volta che lo leggeva, dato che non aveva abbastanza tempo per salire in superficie e comprare gli altri volumi della saga, ma il piacere di leggerlo era come la prima volta. Trovava davvero simpatico quell'arrogante e presuntuoso alieno che si divertiva a far perdere le staffe a quella povera umana.
E a quel pensiero, la sua mente corse ai sogni che faceva ormai da qualche mese.
C'era sempre Lei, una ragazza di cui percepiva solo una sagoma indistinta, senza identità. Per lei provava emozioni contrastanti:un amore profondo che gli incendiava l'animo, e poi paura. Paura di farle del male e metterla in pericolo per via della sua natura.
Poteva essere chiunque, per quel che ne sapeva, anche se aveva già scartato l'ipotesi che potesse essere una sua simile. Con loro non avrebbe mai avuto di certo paura di farle del male, anzi temeva per la sua incolumità. A volte le Mezzo Demoni femmina erano assai piú pericolose e subdole dei maschi, che preferivano avvalersi della forza bruta e dei loro poteri.
Una Mezzo Angelo o un Angelo sperava proprio di no. Si sarebbe scatenata una vera e propria Apocalisse, se si fosse innamorato di uno dei suoi nemici peggiori.
Un'umana... L'idea nel profondo lo stuzzicava, ma in qualche modo lo infastidiva. Gli umani, secondo gli insegnamenti di suo padre, erano esseri inferiori.
Certo, i Demoni Purosangue ci andavano a letto insieme per generare loro Mezzi Demoni, ma solo esclusivamente per quello e solo con le donne per i tre Purosangue maschi e uomini per le due Purosangue femmina.
Per quelli come suo padre, i maschi non erano altro che feccia. Molti dei suoi compagni e anche quelli delle altre Lande si divertivano a indirizzarli sul sentiero del male, e dannare cosí le loro anime.
A loro Mezzi Demoni era sconsigliato mettersi con un'umana dato che se mai avessero generato un figlio non avrebbe avuto alcunché potere sovrannaturale ma solo un'indole al sadismo. Di certo non creature molto utili all'Inferno.
Peró, se ripensava ai sentimenti che provava per lei, sentiva un leggero tepore al livello del cuore, una sorta di beatitudine che pensava, non potesse mai provare.
Ecco. Ogni volta che si immergeva nella lettura, la sua mente si perdeva nei suoi pensieri, che portavano unicamente a Lei. Piú di una volta aveva cercato di portare a galla un qualcosa che gliela facesse sentire piú vicina.
Ma nulla.
Al risveglio non ricordava alcun carattere cin cui la potesse distinguere da tutte.
"Forse perché é solo un sogno, e non é reale" concludeva sempre.
Ma la notte dopo si ripresentava. Lo scenario a volte cambiava, ma a lui non interessava molto dove fosse. Quello che voleva era vederla.
Stava impazzendo, ecco la verità.
La sua mente era rimasta suggestionata da tutti i libri fantasy e paranormal che leggeva.
Ebbene si, pur essendo una creatura che poteva benissimo essere un protagonista di uno di quei libri, li adorava troppo. Ne aveva piú di 300, disposti ordinatamente in una libreria d'ebano molto robusta, che custodiva con gelosia.
Quel poco tempo che riusciva a trovare fuori dall'Inferno lo passava in libreria a cercare nuovi libri. Nel tempo libero,infatti, si barricava in camera sua e come unica compagnia aveva i suoi adorati volumi.
Un passatempo poco demoniaco, ma a lui non importava.
Alcuni dei suoi fratelli o sorelle passavano le notti nella Landa della Lussuria, comandata da una delle Demoni Purosangue femmina, una certa Sitri, che aveva organizzato la sua terra in piccoli avamposti chiamati Villaggi Carnali.
Seth non voleva minimamente pensare a tutte le porcherie che potevano fare i suoi fratelli in un luogo come quello.
Altri invece, troppo legati al proprio lavoro di Torturatori, si divertivano nella Voragine a infliggere pene inimmaginabili ai dannati.
Altri invece...
Sentí l'eco di passi nel corridoio, che si fermarono davanti alla sua porta. Passi lievi di piedini leggeri e delicati.
Riconobbe subito il timbro dell'eco.
Infatti, come aveva giustamente supposto, ecco comparire nel vano della porta la figura esile di Charlotte.
«Che cosa vuoi Charlotte?»domandó gelidamente Seth, senza chiudere il libro.
Charlotte fece una smorfia di disappunto, mordicchiandosi sensualmente le labbra nere di rossetto.
«Pensavo...che ci avessi ripensato»rispose con un filo di voce.
Seth si irrigidí.
«Io invece pensavo di essere stato chiaro prima».
Charlotte gli si avvicinó. Mano a mano che avanzava, uno strato di vestiti si perdeva sul pavimento. E quando arrivó a neanche un metro dal letto di Seth, era completamente svestita.
«Davvero non vuoi ció che stai vedendo Seth? Io sono disposta a darti tutta me stessa. Basta un assenso, e io saró tua. Tutto quello che vedi».
Seth lasció scivolare lo sguardo sul corpo perfetto della sorella, o per meglio dire sorellastra dato che avevano solo in comune il padre che neanche aveva contribuito per il codice ereditario dato che da lui avevano solo preso la parte sovrannaturale, su ogni curva presente, per poi concentrarsi sui suoi occhi azzurri.
Infine distolse lo sguardo.
«Rimettiti i vestiti Charlotte. Non dovresti pensare a tutto questo, e lo sai. Nostro padre ci ha vietato di accoppiarci tra noi».
Dalle relazioni tra Mezzo Demoni nascevano sempre creature dall'aspetto grottesco o comuni umani. Per questo non potevano mettersi insieme. In altre parole i Mezzo Demoni non potevano stare con nessuno, e venivano considerati come una sorta di mulo sovrannaturale, cioé incapace di generare Mezzi Demoni come prole.
Charlotte fece una faccia risentita.«Accoppiarci suona meglio per gli animali. Io sarei dell'idea che possiamo divertirci un po', solo per il semplice appagamento. Nient'altro».
«La mia risposta sarà sempre no Charlotte. E adesso vattene!»
Charlotte gli rivolse uno sguardo glaciale dopo essersi rivestita velocemente.
Volutamente sbatté la porta, dopo aver abbandonato la stanza in fretta e furia.
Seth sospiró.
Non si poteva andare avanti cosí.

Margherita
Terra

Per tutta la sera Margherita rimase chiusa in camera sua, seduta alla scrivania. Sperava di avere qualche illuminazione e idea per il suo romanzo, di fronte allo schermo illuminato del suo pc. Ma le voci di sua madre e dei suoi ospiti la deconcentravano.
Ma non potevano stare in silenzio? pensó Marghe piccata.
Il foglio di word era davanti a lei, muto e per nulla intenzionato ad aiutarla.
Rilesse ciò che aveva scritto prima del suo appuntamento con le altre...solo qualche ora prima? Le sembrava passata un'eternità. O forse erano i momenti peggiori che sembravano far scorrere piú lentamente il tempo?
E infine, persa nei suoi pensieri arrivó. L'ispirazione che tanto aspettava.

Stava mettendo le sue cose sul banco, quando Y sentí un brivido salirle su per la spina dorsale. Alzó lo sguardo e incroció gli occhi con quelli verdi di un ragazzo bellissimo. Lei fu la prima a distoglierli.
Cosa le stava succedendo?
Sentiva il cuore batterle a mille e le farfalle nello stomaco.
La prof diede al nuovo arrivato le ultime direttive e lo invitó a sedersi nel banco davanti a Y, che si riscosse dai suoi pensieri.
Per tutta...

Stava per cominciare una nuova frase quando le parole che sentí pronunciare nell'altra stanza non le fecero perdere un battito al suo povero cuore.
«Perché non rimanete a dormire da noi? Sono sicura che a Margherita non darà fastidio».
"Eccome se mi dà fastidio"pensò Margherita arrabbiatissima. Che idea assurda era venuta a sua madre?
E la risposta di Carlo le fece perdere completamente la testa.
«Sarebbe magnifico tesoro».
Quello stoccafisso ingessato sapeva perfettamente che non vedeva di buon occhio la sua relazione con la madre, eppure lui continuava a mettere il dito nella piaga in tutta quella faccenda.
Sentí Katherine battere le mani eccitata.«Splendido. Per Nicolas metto in ordine la stanza degli ospiti, mentre Clara, se per lei va bene, posso tirare fuori da sotto il letto di Margherita quello di riserva. Ti dà fastidio condividere la camera con lei?».
Si sentí peggio di un sacchetto di spazzatura in quel momento. Sua madre preferiva sapere l'opinione di Clara anziché la sua, come se lei valesse niente.
"Ti prego...dii di no..."
«Nessun problema»cinguettó la voce di Clara.
«E io tesoro?»
Quando sentí la risposta, si sentì l'aria mancarle nei polmoni.
«Starai con me».
Era troppo da sopportare!
Uscí dalla stanza come una furia, il volto rigato di lacrime. Stavolta avevano passato ogni limite.
«No mamma! Non li voglio qui! Li voglio fuori, FUORI!»
Katherine la fissó addolorata ma si riprese in fretta. Si voltó verso Carlo.
«Ti dispiace rinviare la nostra idea un'altra volta, un momento in cui anche Margherita sarà d'accordo?»
Carlo la fissó contrariato, ma annuí comunque.
Marghe si beccó occhiate di derisione e scherno da parte di Nicolas e Clara che ignoró volutamente. La prossima volta le avrebbero fatto una testa grossa come una casa per quella scenata.
Si rilassó appena solo quanto gli ospiti lasciarono la csa.
Solo allora Katherine si giró verso la figlia.
«Adesso mi spieghi cosa ti é preso?»
Marghe la fissó con occhi gonfi dal pianto.
«Ti stavi per portare a letto un uomo. Scusa tanto se mi sono opposta»ribatté.
Katherine la fissó intensamente.«Sai Marghe sembra quasi che tu ce l'abbia con Carlo, o sbaglio?»
La ragazza cercó in tutti i modi di desistere a dare il suo parere su tutta la faccenda, ma di fronte allo sguardo della madre capitolò.
«Non mi piace va bene?»esplose.«Mi dà l'aria di uno che vuole approfittare di te». Abbassò lo sguardo.«Non voglio che tu soffra»aggiunse d'un soffio.
Katherine l'abbracció in un impeto di tenerezza.
«Stai tranquilla Fiorellino, non devi preoccuparti». Le accarezzó delicatamente i capelli.«Non avevo capito fino in fondo il tuo disagio in sua presenza. Se vuoi ridurremo le nostre cene, cosí possiamo passare un po' di tempo insieme».
«Ma non saresti felice»protestó Marghe.
Katherine sorrise con dolcezza.«La mia unica felicità é la tua felicità Margherita. Non chiedo altro. E scusami se non avevo capito subito come ti sentivi. So che per te é stato un periodo duro da sopportare la separazione da Tommaso, e per questo non vorrei darti altri problemi».
Marghe si lasció abbracciare e cullare come quando era bambina, e cercava conforto dopo una litigata con gli altri bambini.
Infine, si staccó e si diresse in cucina a mettere qualcosa sotto i denti, dato che non aveva mangiato nulla. Sua madre si offrí di cucinarle qualcosa che le piaceva, e nell'attesa Marghe si sedette al tavolo con il mento poggiato sul palmo della mano e lo sguardo perso nel vuoto.
Quando fu pronto, mangió in silenzio, mentre sua madre sparecchiava la sua postazione e quella degli ospiti.
Non appena finí, biascicó a mezza voce un "Buonanotte" alla madre, che le stampó dolcemente un bacio sulla fronte, che le lasció un segno di rossetto.
Si trascinó in bagno per lavarsi i denti, e si guardó distrattamente allo specchio. Aveva gli occhi smonti e rossi dalle lacrime che aveva versato, i capelli un groviglio indomabile. Urgeva fare una bella doccia, ma ci avrebbe pensato il giorno dopo.
Dopo essere andata in camera e rifugiata sotto le coperte afferrò il primo libro della pila sopra il comodino. Obsidian di Jennifer L. Armentrout fu il vincitore.
La trama l'aveva attirata troppo. Quell'amore proibito tra un'umana e un alieno l'aveva eccitata troppo e adesso la teneva incollata alle pagine. Sperava che il protagonista maschile, Daemon Black, migliorasse un po' il suo approccio con Katy, la protagonista femminile, inizialmente molto burrascoso. Neppure se ne accorse di aver letto una dozzina di capitoli finché non gettò un'occhiata alla sveglia.
Era mezzanotte.
Se non si metteva a dormire rischiava di ronfare sul banco il giorno dopo.
Poggiò delicatamente il libro al suo posto, e si raggomitoló a bozzolo nelle coperte.
L'unica cosa che voleva fare in quel momento era perdersi in un sonno senza sogni.

Seth
Inferno, Landa della Paura

Era tardi, lo sapeva.
Eppure la curiosità che lo dominava sempre ogni volta che leggeva quel libro, lo incollato alle pagine.
Era consapevole che la mattina dopo doveva alzarsi presto per la Caccia, ma non aveva voglia di dormire.
Se l'avesse fatto avrebbe di nuovo sognato Lei. Non che trovasse spiacevole quel sogno, anzi, quella figura gli trasmetteva una sorta di pace che non pensava avrebbe mai provato in tutta la sua vita.
Era la paura.
Paura per lei, per quello che era.
Paura di quello anche le avrebbe potuto fare se non fosse riuscito a dominare le tenebre nel suo cuore.
E, eh si, paura anche per la sua salute mentale.
Si stava innamorando di un sogno, di una sua fantasia ecco la verità.
Cedette dopo un quarto d'ora.
Le palpebre continuavano a cascargli sugli occhi involontariamente.
Alla fine si arrese e chiuse il libro. Il suo corpo aveva deciso per lui.
Uno a zero per il sogno allora.

Angolo autrice:
Hola a tutti :D
Questa volta credo di averci messo meno ad aggiornare XD
Inizio col dire che l'immagine che accompagna il capitolo è la prestavolto di Charlotte :)
Poi seconda cosa,penso che l'incontro tra Margherita e Seth arriverá circa al cap 10 o 11, ma se volete vi avviserò prima :3
E per finire ringrazio chi segue questa storia. Significa molto per me :)
A presto,
Drachen

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