22
[Blake]
Non era facile continuare a vivere come se niente fosse, quando l'unica cosa che volevo fare era picchiare a sangue quello stronzo e eliminare tutte le foto, non solo dal suo computer, ma anche dalla sua mente perversa. Non riuscivo a capire come avesse potuto prendere quelle foto, perché l'amico di Kaiden era sicuro che non fossero state scaricare da nessuno... il sito non era stato condiviso nel poco tempo che era rimasto aperto e le sue visite erano state davvero poche. Mi distruggeva non poter fare niente, soprattutto nei confronti di Kayla, anche se, al contrario di ogni mia previsione, stava affrontando la situazione in modo perfettamente calmo e razionale, cosa che desideravo fare anche io.
Ero appena uscito dallo spogliatoio della palestra quando mi resi conto di avere delle chiamate perse da parte Kayla e sentii il mio cuore balzare in gola, temendo che fosse successo qualcosa alla mia ragazza.
Mi affrettai verso la macchina e feci partire la chiamata, portando all'orecchio il cellulare in attesa che Kayla rispondesse.
"Finalmente ti sei degnato di rispondere." Non sembrava realmente arrabbiata, nonostante le sue parole fossero state tutt'altro che gentili.
"Ero in palestra. Tu stai bene?" Lanciai il borsone nel retro della macchina e mi sedetti nella macchina, inserendo le chiavi nel quadro di accensione.
"Jeremy la conosce."
"Chi conosce? Kay dove sei? Sembra che tu sia su un autobus."
"Conosce Kimberly, penso abbia avuto da lei le foto, anche se non ne sono sicura del tutto." Sentii il rumore di sottofondo svanire di colpo, come se un motore fosse stato spento. "Senti devo andare, Emma è a casa nostra, ti spiegherà lei."
"Emma? Kay, che succede?" Le mie domande rimasero senza risposta, perché non appena le dissi Kayla terminò la chiamata. "Ma che cazzo?!" Provai immediatamente a richiamarla, ma l'unica cosa che ottenni fu sentire la sua voce attraverso la segreteria telefonica.
Imprecai sbattendo la mano sul volante e poi feci partire la macchina, uscendo dal parcheggio della palestra il più in fretta possibile, accelerando non appena arrivai sulla strada. Non abitavamo tanto distante dalla palestra, ma in quel momento di confusione, la strada sembrava durare chilometri in più rispetto al normale.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, Kayla non era quel tipo di persona che ti piantava in asso senza darti una spiegazione, soprattutto in situazioni come quella che stavano affrontando in quel momento.
Non appena entrai nel parcheggio del palazzo dove io e Kayla abitavamo, mi ritrovai a cercare la macchina di Emma, senza però trovarne traccia. La confusione che prima aleggiava nella mia testa esplose di colpo, perché se Emma si trovava a casa nostra, ma la sua macchina non c'era, voleva dire che Kayla aveva deciso di guidare e la cosa era totalmente fuori dal normale, visto che lei ne aveva una paura folle... aveva preso la patente solo perché i suoi genitori l'avevano obbligata, ma non guidava mai.
Parcheggiai malamente nel primo posto libero che trovai e corsi su per le scale, arrivando alla porta con il fiatone e il cuore che batteva a mille nello sterno.
"Emma!" Entrai nel soggiorno e girai su me stesso alla ricerca della ragazza, vedendola poi sbucare dalla stanza di Kayla, con uno sguardo colpevole. "Dov'è andata Kayla?"
"Lascia che ti spieghi..."
"Ha preso la tua macchina?" La bloccai subito mentre cercava di spiegarmi una situazione che non ero sicuro di voler capire.
"Si, ma non posso dirti dov'è andata."
"Non serve che tu me lo dica, se ha deciso di guidare nonostante la sua paura, so perfettamente dov'è andata." Mi portai le mani tra i capelli e inspirai profondamente. "Cazzo."
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