-Say you won't let go-

Non riesco a formulare una vera e propria frase. Mi limito a sedermi sul davanzale della finestra e accendermi una sigaretta. Sto facendo tutto il possibile per mantenere la calma,non voglio perdere le staffe proprio ora.

‹‹ Quindi quell'essere a sangue freddo è tua madre? » esclamo risputando fuori una nuvola di fumo.

Diana si siede a gambe incrociate al centro del letto,e si raccoglie il manto di capelli ricci in uno chignon disordinato.

‹‹ Si,sinceramente non avrei mai voluto che tu la conoscessi. La odio. È la parte peggiore della mia esistenza,mi ha rovinato la vita dal primo respiro che ho emesso su questa terra, e tra poco completerà l'opera rovinandomi anche l'ultimo. »

Per la prima volta,dopo due mesi che conosco Diana,leggo nel suo sguardo qualcosa che non avevo mai visto,la paura. La paura ti paralizza,non ti fa ragionare,in un certo senso si può definire la migliore amica dell'ansia. Entrambe aspettano il momento in cui sei più vulnerabile per attaccarti. Sono stati d'animo che una volta entrati nel tuo cervello difficilmente andranno via.

‹‹Non verrai chiusa né in un manicomio,ne in qualsiasi altro cazzo di istituto in cui quella psicopatica di tua madre vorrà mandarti. »Dico con tono un po' troppo alterato. Un ghigno compiaciuto le increspò le labbra .

‹‹ A cosa alludi mio caro confidente,nonché unico essere che,stranamente, riesce a non farmi dare i numeri per un po' ? Vuoi dire che tu non lo permetteresti? »

È assurda,io cerco di rassicurarla,e lei invece mi caccia in situazioni imbarazzanti. E ora come diavolo ne esco!

‹‹ Voglio dire che non può farlo,insomma è contro la legge. Dire che non sei capace di intendere e volere sarebbe dichiarare il falso. » la sua espressione si rabbuiò per un attimo. Chinò il capo e dopo poco lo rialzò facendo combaciare i nostri sguardi.

‹‹ Ah,ma pensa. Per un attimo avevo pensato che ti piacessi. Non sei l'uomo di ghiaccio che vuoi far credere di essere, lo sai? Almeno con me non ha funzionato. »

A questo punto la sua esclamazione mi porta a una condizione di caos mentale di livelli inconcepibili. Dieci minuti con questa ragazza,e già ho bisogno della terapia intensiva.

‹‹ Mia cara Diana,così dicendo mi credere che io,tuo caro confidente, ti piaccio. E anche tanto,dato che come hai detto tu,sono l'unico che riesce a farti contenere. Wow ,ho più importanza di quanto credessi. » Non so da dove ho tirato fuori questa sicurezza,ma sono contento di averla fatta uscire proprio ora.

La mascella di Diana sta per toccare il pavimento,è stupefatta dalla mia risposta tanto quanto me.

‹‹ Da quando sei diventato così spavaldo,non sarà che ho una cattiva influenza su un ragazzo fragile e vulnerabile come te? » Si limita a dire con aria di sfida. Ma non m'inganna,crede che io non me ne sia accorto,ma ha completamente aggirato la mia affermazione,cambiando discorso ,spostando l'attenzione su di me.

‹‹Il fatto che tu abbia cambiato discorso non fa altro che convincermi che io ti piaccia. E non credermi così vulnerabile,posso diventare sicuro di me più spesso se la cosa ti piace. » dico facendo crescere un sorriso malizioso sul mio volto.

Aspiro l'ultimo tiro dalla sigaretta prima di spegnarla e schiacciare il mozzicone nella ceneriera.

È diversa dalle altre volte in cui sono stato qui. L'ultima volta mi chiese di abbracciarla,e adesso quasi mi permette di dire che lei prova dei sentimenti per me. Non riesco a capire cosa le succede. Se davvero pensa che la madre possa rinchiuderla si sbaglia di grosso.

‹‹Zayn,non c'è bisogno che ti dia da solo un posto d'onore nella mia vita,tutto ciò che vuoi sapere vuoi fare altro che chiedermelo,sempre se hai il coraggio di farlo. E comunque,non prenderla a male, la sicurezza ti rende maledettamente attraente,ma quando sei pensieroso mi piaci ancora di più. Mi fai pensare che non tutti a questo mondo siano superficiali. »

Dice ricambiando il mio sorriso. ‹‹Quindi mi reputi attraente? » Incalzo,inarcando un sopracciglio. Sbuffa con gli occhi al cielo e inizia a ridere.

‹‹ Dio Zayn,oggi sei ingestibile. Basta parlare di me,sono un'egoista. Giochiamo al gioco delle domande. Molto democraticamente ho deciso che farò io la prima domanda,e ricorda qualunque essa sia,dovrai rispondere sinceramente. »

Eccola,è tornata. Spero che non mi chieda qualcosa di estremamente difficile.

‹‹ Forza Malik,non dirmi che te la fai sotto? » Vado verso il letto e mi siedo accanto a lei.

‹‹Comincia pure. » Dichiaro con i nervi a fior di pelle. Si sfrega entrambe le mani,e fa una faccia buffa prima di formulare la domanda.

‹‹ Allora,perché oggi contrariamente al solito sei arrivato in ritardo all'orario di visita? La verità ,Zayn. »

Ecco ,tra tante domande proprio questa.

‹‹Ehm, passo? » sventola un indice davanti il mio naso facendo segno di "no"

‹‹ No caro,Diana Price non fa sconti. Ti avevo detto che mi sarei presa la mia rivincita. »

Odio ammetterlo,ma ha ragione. Pensai prima di cominciare a raccontare quanto fosse successo.

‹‹ Bhe,mi ero avviato prima come ogni giorno, per arrivare puntuale qui. Ma mentre guidavo l'auto ho cominciato ad avere il respiro sempre più pesante. La macchina mi sembrava si restringesse. Quasi ero chiuso in una scatoletta di tonno. Tutto fuori dal finestrino scorreva via velocemente. Ed è accaduto di nuovo,dopo mesi. Credevo di averla superata,o almeno lo speravo. Ma ero nel bel mezzo di un attacco d'ansia. Ero completamente nel panico. Cosi ho dovuto accostare e calmarmi prima di ripartire,e sono arrivato in ritardo. »

Non capisco se sul suo viso ci sia dispiacere,preoccupazione,o semplicemente pena . Mi sfiora il braccio con la mano provocandomi una scarica di brividi lungo la schiena.

‹‹Zayn, non sapevo che soffrissi d'ansia. E tutto questo fa altro che farmi sentire maledettamente in colpa. » dichiara secca.

‹‹ Perché? » domando ingenuamente,sprecando la mia domanda.

‹‹Perché quando ho visto che tardavi ad arrivare,ho cominciato a pensar male di te. Che non mantenessi le promesse,che di te non mi potessi fidare. Che come tutti gli altri ti fossi già stancato di me e delle mie assurdità,preferendo qualcun altro a me. »

Non so bene cosa rispondere,credevo avesse capito che verso di lei provassi più di un semplice simpatia,dato che non sono un asso nel nascondere questo genere di cose,ma lei non si era accorta di nulla. Era chiusa nel suo mondo,una fortezza inespugnabile.

‹‹Non potrei mai abbandonarti,ne preferire a te qualun'altro. »

Ho pronunciato queste parole di getto,senza pensarci. Ecco ,bravo coglione. Ora la farai spaventare.

‹‹Perché? Non ho nulla di cosi speciale. » mi chide,maledicendosi subito dopo per aver sprecato la sua domanda.

‹‹Tu mi capisci,con te sono me stesso. Non ho paura di essere giudicato. » Affermo sicuro,e mentre parliamo tra noi si è creato un legame,un empatia particolare.

‹‹Sono contenta di esserti d'aiuto. » Conclude con un grande sorriso sul volto.

‹‹ Lo sei più di quanto immagini. Perché se oggi non avessi pensato a te ,durante l'attacco. Quell'auto a quest'ora si sarebbe schiantata chissà dove,e ci sarebbe il mio cadavere dentro. » Adesso credo di aver esagerato,ma non m'importa.

Diana schiude la bocca leggermente e mi guarda perplessa. Si protende verso di me e prima che me ne renda conto le stampa le sue labbra sulle mie. Subito dopo mi getta le braccia al collo,lasciandosi andare tra le mie braccia in un abbraccio,e giuro che in quell'abbraccio c'ho messo tutto me stesso.

All'improvviso la porta si spalanca e l'infermiera annuncia la chiusura dell'orario delle visite. Mi sembrava il tempo si fosse fermato,eppure erano passate due ore.

‹‹Forza tutti fuori,non fatemelo ripetere. » continua la donna.

Io mi avvio verso la porta,ma la mia attenzione viene richiamata dalla voce di Diana.

‹‹Visto Batman,te lo avevo detto che la mia vendetta non avrebbe tardato ad arrivare. » Dice ammiccando. Ricambio il sorriso prima di congedarmi e uscire dalla stanza. Ancora una volta mi ritrovo in questo corridoio,non avendo la più pallida idea di cosa sia appena successo.

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