Capitolo 21.1
Vincere o perdere
Una raffica di vento mosse i rami di quell'albero. Era un'aria fredda, ma portava con sé anche il suo profumo, e saperlo mi scaldò dentro.
Era la prima volta che incontravo quel ragazzo dai capelli color dell'ebano e gli occhi lucenti, vestito con un cappotto scuro. La prima volta che lo incontravo davvero.
Come ti chiami? Anche se dici che ci siamo già conosciuti, io non lo ricordo.
È normale, quando si nasce in un nuovo corpo la memoria dello spirito viene sempre ripulita. Il mio nome è Rydios.
Rabbrividii, senza riuscire a staccargli lo sguardo di dosso.
Non aveva le sue ali, era un ragazzo all'apparenza come tanti altri, a eccezione del verde brillante dei suoi occhi; e della sua bellezza, che poteva sembrare quasi sovrumana.
Rydios riprese a camminare, e a ogni suo elegante passo mi sentii morire e rivivere un po' di più, fino a quando non fu così vicino al mio corpo che rischiai di impazzire.
«Sono qui, Sofia», parlò, lasciandomi esterrefatta. «Siamo tutti e due qui.»
«Tu sei... nel mio Piano.»
Mi prese il viso tra le mani, e io sentii chiaramente il suo tocco, la sua pelle liscia e fresca, i suoi polpastrelli e la loro leggera pressione sulle mie guance, come se lui fosse un ragazzo qualsiasi, e non il mio Spirito Guida.
«Questo momento, è reale?» chiesi, riferendomi alla sua presenza maschile adesso così fisica, solida e concreta davanti a me.
«E' il più reale che io abbia mai vissuto», ammise, e io frenai la voglia di baciargli le labbra, e baciargliele di nuovo, e continuare a baciargliele finchè ogni dubbio non se ne fosse andato.
«Se questo può convincerti...» disse, sorridendo con malizia. «Posso ancora leggere i tuoi pensieri, sai?»
«Ah, no.» M'imbarazzai, e cercai di nascondermi da quegli occhi che mi conoscevano così a fondo, come nessun altro mi conosceva.
«Ho oltrepassato il Cancello», m'informò, provando a rimettermi a mio agio.
«Come... come hai fatto?»
«I Guardiani mi hanno lasciato passare», rispose, in un sussurro. «Sapevano che a uscire dall'Astrale avrei infranto una delle regole più importanti di noi Guide, e credevano che non avrei avuto il coraggio di farlo. Si sbagliavano.»
«Perché, Rydios?» domandai, con un filo di voce, e il cuore a mille per quelle sue dita che si erano spostate al mio labbro inferiore. «Perché avresti infranto quella regola per essere qui?»
«Per te. Solo per te, Sofia.»
«Per me?»
«Mirko», si spiegò, ritraendo le sue dita da me e stringendole a pugno. «E' stato preso da Injin, e potrebbe non essere rilasciato. Potresti... potresti non riuscire neanche a dirgli addio.»
So che il nostro gruppo non si arrenderà. Qualsiasi cosa accada.
«Rydios, io non mi arrenderò. Non posso farlo. Non devo farlo. Gli ho detto che non mi sarei arresa, prima di partire.»
«Ma la verità è che non dipende più da te, o dal tuo gruppo di amici», mi fece notare, amaramente. «Ricordi cosa ti dissi tempo fa? Io voglio esserci non solo alla fine della tua vita e oltre, ma anche adesso che ne hai bisogno.»
«Lo ricordo.»
«Vale ancora», ammise, con una sicurezza che mi fece girare la testa, già fuori uso per la sua strabiliante vicinanza. «Mi sono reso conto che per esserti utile sul serio devo essere nel tuo stesso Piano, non posso restare nell'Astrale.»
«Hai fatto una pazzia. Non hai pensato ai Puri?! Come farai?»
«Non lo so», rispose, con sconcertante sincerità. «E' la decisione più rischiosa che io abbia mai preso nei miei quattro secoli di esistenza, ma per quello che conosco di te, e di me, non sono riuscito a stare in disparte. Non questa volta.»
Gli toccai con incredulità le braccia, scendendo fino a stringere le sue mani. Non erano più quelle di uno spirito, ora erano fatte di carne e di sangue, proprio come le mie.
Per me era come assistere a un miracolo. Un miracolo che avevo segretamente desiderato ancora prima di baciarlo, molto prima di sapere che quello che provavo per lui non era a senso unico.
Il ragazzo si lasciò toccare senza muoversi, lo sguardo fisso su di me.
Eravamo a stretto contatto: lui sempre intenso e bellissimo, finalmente con una fisicità umana da poter sentire; io con turbinose emozioni che mi facevano percepire il divino dentro e intorno a me come mai lo avevo percepito prima d'ora.
Rydios passò un braccio dietro la mia schiena, e con un gemito di sollievo, mi attirò al suo petto, posandomi l'altra mano sulla testa.
Il semplice camminare sul sentiero si trasformò nell'esperienza più straordinaria che potessi fare con qualcuno.
Vedere Rydios, ascoltare la sua voce e il suo respiro, sentire la sua spalla che di tanto in tanto mi sfiorava, era qualcosa di unico e speciale.
Era trovare un Piano comune anche se non esisteva. Era rompere una regola dell'Universo. Era l'impossibile che diventava possibile.
La sua iniziativa mi aveva aperto il cuore, facendo uscire tutto quello che non mi ero mai permessa di provare fino in fondo.
Fui così felice che i miei problemi non sembrarono più insormontabili, così entusiasta che mi sembrò di toccare il cielo con un dito.
Lui era quel cielo.
Il mio cielo.
E io potevo quasi raggiungerlo.
Lo portai al castello, e lo feci entrare insieme a me. La prima a vederlo fu Fabiana, stava mettendo a posto il cibo che Tommaso e Adele erano riusciti a procurare da alcune case ormai disabitate della zona.
Strabuzzò gli occhi, come a cercare di convincersi che non se lo stesse solo immaginando. «E lui chi è?» mi chiese.
«Mi chiamo Rydios», gli rispose il ragazzo, con un sorriso che sembrava poter conquistare la sua fiducia senza troppi preamboli.
«Pensi ci sia posto per farlo stare qui con noi?» domandai, già in tono di favore.
«Calma. E' un sopravvissuto che non abita in Crimea?» si accertò la mia amica, guardando lui con sospetto e me come se fossi stata soggiogata per un secondo fine.
«No, viene proprio da un altro luogo.»
«Da un altro Piano, per la precisione», aggiunse lui, scegliendo di essere sincero.
«Abbiamo visite?» intervenne Tommaso, che era appena sceso all'ingresso insieme ad Adele e Marta per salutarmi.
«Lui è Rydios, il mio Spirito Guida», lo presentai a tutti. «Sembra incredibile, ragazzi, lo so, ma è arrivato da noi attraverso il Cancello, ed è qui per restare.»
Avrei dovuto dire per "aiutare", ma quello che speravo di più era che restasse insieme a noi.
E che non andasse più via.
«Io e te in un castello con vista mare», dissi, spezzando il silenzio imbarazzato, mentre Rydios guardava fuori dalla finestra l'acceso tramonto sulle colline. «Chi lo avrebbe mai detto...»
Si voltò verso di me, e sorrise. Era così perfetto che faceva quasi male averlo davanti agli occhi. Era una perfezione che nessun umano avrebbe mai potuto avere. Era sovrannaturale. Era angelica. Era il cielo che si era unito alla terra.
«Non siamo noi a essere perfetti, Sofia», rispose ai miei pensieri, avvicinandosi di qualche passo fino a prendere la mia mano tra le sue. «Siete voi umani a esserlo. Le vostre imperfezioni fanno parte della vostra perfezione, vi rendono bellissimi, molto più di quanto potremmo mai esserlo noi Guide.»
«Non ha senso, sai, quello che dici.»
«Per me ne ha.»
Si portò la mia mano alle labbra, e me la baciò sul dorso. Un leggero bacio che mi fece tremare tutta, mentre i suoi occhi verdi baluginavano di felicità alla reazione che mi aveva suscitato.
«Se solo avessimo più tempo per noi...» pensai a voce alta, osservando i suoi capelli dai riflessi violacei.
«Ma non ne abbiamo», concluse, ammettendo la dura realtà. «E quello che abbiamo è limitato.»
«Che cosa intendi?»
«Lo sai che cosa intendo», rispose, diventando un po' più distaccato. «Presto dovrò ritornare da dove sono venuto.»
«Speravo che restassi.»
«Ma non posso.»
«Perciò questo, io e te in un castello con vista mare è solo una bolla di sapone?»
«Sì, solo quello.»
«Se è davvero così, abbracciami, Rydios», esortai, allargando le braccia per lui. «Abbracciami ora, prima che scoppi!»
Quando mi assecondò, fu schiacciante la sensazione che qui non eravamo più solo aria, emozioni, e amore universale, come nell'Astrale, ma qualcosa di più terreno.
«Lo sento anche io, sai», rivelò lui al mio orecchio, e io mi avvertii arrossire violentemente.
Rydios sorrise con sensualità, con tristezza, poi uscì dalla stanza che condividevo con Fabiana, e raggiunse gli altri in cucina.
Rydios e Sofia si sospirano, stupiti, sapendo di avere un tempo limitato insieme nel Piano Fisico. Che cosa accadrà d'ora in poi? Siamo in una fase importante di storia, ci avviciniamo sempre di più al finale. Spero che vi sia piaciuto questo inizio di capitolo! A domani :-)
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