Capitolo 45 - Doppio

Alex

Sono in super ritardo, devo sbrigarmi a tornare a casa, lei mi sta aspettando e spero non si rovini la serata, dato l'argomento che dovrò affrontare.
Temo solo che in lei si insinuino dubbi e insicurezze con questo episodio, non posso credere che Jessica mi abbia nuovamente contattato.

Quando sono uscito dal suo appartamento, ho risposto alla chiamata della mia ex amica di giochi per intimarle di smetterla, è un po' confusa su quali siano i patti in questi rapporti.
Si va a letto insieme senza legami fino a quando uno dei due dice che è finita, tanti saluti e amici come prima, invece insiste dicendo che vuole un ultimo giro sulla giostra, assurdo.

Devo sempre complicarmi la vita.

Arrivo al mio appartamento e sto per inserire la chiave nella serratura, quando una Emily in lacrime e sconvolta, apre di scatto la porta di casa mia.

<<Che succede? Stai bene? >>
Le chiedo confuso e preoccupato posando la mano libera sul suo braccio.
Lei mi fissa e vedo in quegli occhi dolore e rabbia, cerca di liberarsi dalla mia presa riuscendoci e mi risponde con astio.

<<È troppo affollato il tuo letto per i miei gusti. Io sono monogama, quindi lascio il campo libero alla bionda tettona. >>

Inizialmente non capisco cosa voglia dire o di cosa stia parlando, ma appena descrive la ragazza a cui si sta riferendo, ho un brutto presentimento.
Afferro Emily nuovamente per un braccio e la faccio rientrare in casa, quello che noto subito è un vestito bianco sul divano.
I miei timori sono a questo punto fondati e non mi spiego come cazzo possa essere possibile, come è entrata?
Continuo ad avanzare seguendo le tracce sparse di intimo che conducono in camera mia, apro la porta e lei è sul letto, nuda, con solo i tacchi mentre mi guarda con una faccia da schiaffi e uno sorriso vittorioso.

Sono incazzato nero, in primis con me che mi vado ad impelagare in situazioni simili, con persone come Jessica.
Poi sono incazzato con la rossa, che cerca di svincolarsi dalla mia presa in tutti i modi, che ha pensato mi fossi scopato un'altra prima della nostra cena.

<<Jessica, sei una povera ragazza disperata, devi arrivare ad usare questi mezzucci per una scopata. >>
Le vomito addosso il mio disprezzo.
<<Ti ho detto che sto con una persona, quindi il nostro unico rapporto di scopa amicizia, è chiuso. >>
Credevo di essere stato duro, ma non penso sia servito con lei, perché è ancora lì.

<<Come sei serio, dai rilassati, ho lasciato su solo i tacchi come piace a te. Vieni a fare un giro, lascia stare quella santarellina. >>
I suoi occhi si posano su Emily e la squadrano.
<<Oppure se proprio ci tieni può unirsi a noi. >>
Conclude lasciva.

Questo è troppo.
<<Non ti azzardare mai più ad offendere la mia fidanzata. >>
Tuono in modo duro.
<<Sai perché con te ho solo scopato e basta? Perché sei buona solo a quello, non hai altro da offrire, lei invece ha tutto, non vali un suo capello. >>
Le ringhio addosso disgustato.

Mi ha costretto ad offenderla e ad essere cattivo, ma purtroppo per lei, ho detto solo la verità.

<<Però tutte le cavalcate che ti sei fatto con me, erano buone fino a cinque minuti fa. >>
Urla presa dall'orgoglio.

Vado a prendere il suo intimo e il suo vestito, torno da lei e glielo lancio sul letto con foga.

<<Ti dò cinque minuti per vestirti e sparire. >>
Chiudo la porta con un tonfo che fa tremare anche i vetri del balcone di quella stanza.

Mi volto verso Emily che ha assistito a tutto con religioso silenzio, non so che dire e credo nemmeno lei.
Passano esattamente due minuti e Jessica esce dalla mia stanza, ci oltrepassa offesa dirigendosi verso la porta d'ingresso.
Ad un tratto ho una grande illuminazione.

<<Aspetta, come sei entrata? >>
Lei si blocca un attimo e risponde distrattamente di aver trovato la porta aperta, ma non me la bevo.

<<Jessica, riprova, che sia la verità stavolta. >>

Ha un attimo di titubanza, poi cede.
<<Ieri sera ho preso le chiavi nella ciotola, vicino la porta. >>

Sono allibito, ecco che fine hanno fatto le chiavi di Claudio.
<<Jessica non farti vedere o sentire e ora fuori. >>
Urlo così tanto che la bionda lascia sul tavolo le chiavi e fila via con la coda fra le gambe.

Resto col volto chino ad occhi chiusi nell'intento di calmarmi, inspiro ed espiro, sono incazzato nero.

<<Ieri sera è stata qui. >>
La rossa spezza il silenzio.

Mi sta venendo un enorme mal di testa, frustrato mi passo una mano in faccia e sinceramente vorrei cinque minuti di pace per calmarmi.
Stranamente il suo tono non è incazzato.

<< Stamattina ti ho detto che avrei dovuto parlarti, dovevo dirti questo. >>

Mi butto a peso morto sul divano e le faccio segno di sedersi accanto a me.
<<È venuta sul tardi, ma l'ho mandata via immediatamente, ero con i ragazzi. >>

Resta in silenzio e non so se preoccuparmi o no,quindi continuo.
<<Io posso solo dirti che mi dispiace, le avevo già detto che ora non sono più libero. >>

<<Dispiace anche a me, ho creduto che tu e lei... >>
Lascia la frase in sospeso e il suo tono è davvero dispiaciuto.

<<Capisco fosse tutto fraintendibile, ma ci sono rimasto di merda, sinceramente avrei preferito un po' di fiducia da parte tua. Credevo avessimo fatto passi avanti. >>
Non so dire come mi sento al momento, deluso forse è riduttivo.

<<Non mi crederai, ma mi fido di te.
Però, è una fiducia ancora un po' fragile per affrontare una donna nuda nel tuo letto, senza avere dubbi in merito. >>
Cerca i miei occhi, quando li trova sento tutto il sentimento dentro me esplodere.

Posa una mano sulla mia guancia e fissandomi con decisione sussurra appena "credimi".
Leggo solo verità in quel verde intenso.

Sospiro, ho bisogno di abbracciarla per sentire che va tutto bene, ed è quello che faccio, lei si stringe subito a me.
Già mi sento meglio.

<<Perché non me lo hai detto subito?
Mi chiede?

<<Bella domanda. Temevo di accrescere le tue insicurezze. >>

<<Alex, non vado da nessuna parte. >>
Mi stringe forte, è una promessa rassicurante.

<<Alex, posso chiederti una cosa? >>
Chiede all'improvviso.
<<Certo. >>
<<C'è almeno una ragazza normale che abbia a che fare con te, oppure devo aspettarmi qualcun'altra, oltre la tua collega e questa grande oca? >>

Rido di gusto, è riuscita a smorzare tutta l'ansia che attanagliava l'aria in questa casa.
<< Se vogliamo dirla tutta, nemmeno tu hai le rotelle al proprio posto. >>
Le dico fintamente serio.

Sembra pensarci un attimo, poi con una scrollata di spalle risponde alla mia accusa.
<<Anche questo è vero. >>
Rido di nuovo.

Credo che lei rappresenti la cura ad ogni male.

*****************

Emily

Che situazione, avremo mai un po' di pace?

Trovare un'altra nel suo letto, per giunta nuda, è stato un colpo basso, proprio ora che ci siamo avvicinati, ora che stiamo bene.
Mi sono sentita umiliata e a pezzi, come se si sbriciolasse il mondo intorno a me.
Cazzarola, questo ragazzo mi è entrato sotto pelle così in fretta, e temo sia ormai indelebile sul mio cuore la sua traccia.
Questo mi spaventa, soprattutto dopo Paolo, ma ogni volta che cerco di mantenere le distanze fallisco, ogni volta che cerco di restare lucida con lui, fallisco.

È stato tutto inevitabile, ci siamo avvicinati contro la nostra volontà, attratti come calamite, entrambi rotti dentro, a causa di storie fallite, amori o situazioni dolorose che hanno lasciato macerie.
Non ci fidiamo facilmente dell'amore e abbiamo provato a combattere tutto questo, ma siamo qui, vorrà pur dire qualcosa.

E se stretta tra le sue braccia mi sento a casa, sono sicura che vorrà dire qualcosa di grande.

<<Non avevo programmato così la serata. >>
Sospira.

<<Già, è rovinata.
Non ci sarà lo stesso spirito che ci sarebbe stato se non avessi trovato un'altra nuda nel tuo letto. >>
Termino la frase con astio.

Mi distacco da lui in malo modo, so perfettamente che non ha fatto nulla di male, ma sono irritata, poi lo guardo con decisione.

<<Dove trovo delle lenzuola pulite? >>
Mi alzo battagliera e vado verso la sua stanza, lui mi segue a ruota.
Non posso sopportare di sapere che quella, sia stata nuda fra queste lenzuola e lui ci andrà a dormire.

<<Cosa devi fare? >>
Chiede confuso.
Ancora non ha capito, lo vedrà.

Lo fisso con le braccia conserte e il piede che martella sul pavimento, sono ancora in attesa.
Apre l'armadio e appena mi porge le lenzuola, io mi metto all'opera; tolgo queste e le butto a terra, rifaccio il letto mettendo il copriletto blu scuro e vado ad infilare le vecchie in lavatrice.

<<Sei un po' gelosa per caso? >>
Mi deride lo stronzo, come se lui non lo fosse di Paolo, si becca un'occhiataccia ma non rispondo.
<<Rossa, vuoi marcare il territorio? >>

<<Sei simpatico, lo sai? >>
dico ironicamente, ma lui continua a stuzzicarmi.
<<Sì, lo so. So anche che non puoi resistermi. >>
Dice avvicinandosi a me, sono praticamente in trappola, questa piccola stanzetta adibita a lavanderia è due metri per due.

<<Non ci crederei molto fossi in te. >>
Rispondo con tono sicuro, ma non lo sono affatto, perché ha dannatamente ragione.

Continua ad avvicinarsi, io continuo a fare passi indietro fino a sentire le mie spalle toccare il freddo muro.

Alex inizia a farmi il solletico, gli blocco le mani inutilmente e altrettanto inutilmente gli chiedo di smetterla fra una risata e l'altra.
<<La smetterò solo se ammetterai che sono troppo sexy, bello e pericolosamente affascinante, molto simpatico, intelligente e soprattutto un dio del sesso. >>
Cerca di ricattarmi.
Scoppio rumorosamente a ridere, lui finge di offendersi e tenta di nuovo di farmi il solletico, ma riesco a sfuggirgli. In quel momento suonano alla porta, mi irrigidisco e l'atmosfera che eravamo riusciti ad alleggerire, torna pesante.

Va ad aprire ed è un sollievo sentire la voce di Claudio.
<<Piccioncini, vado via subito, ho organizzato una serata fuori con amici di università che non vedo da tempo. Tornerò di sicuro ubriaco e in taxi. >>

Non l'ho mai visto in questi anni ubriaco, nemmeno quando si è lasciato con la sua ex.

<<Alex hai ritrovato le chiavi, dove erano finite? >>
Gli chiede il fratello.

A quella domanda Alex mi guarda e cerca di sviare il discorso, caccia praticamente fuori di casa il mio povero amico.

<<Mi raccomando, fai tardi, la tua amica ha detto che ha tutte le intenzioni di fare sesso con me, su ogni superficie di questo appartamento. >>

Il mio viso va a fuoco per l'imbarazzo nel sentire queste parole dette da quello sconsiderato del mio ragazzo, dopo questa figura di merda, direi ex.
Mi alzo di scatto dalla poltrona dove mi ero seduta e corro alla porta che Alex tiene socchiusa.
Lo spintono e la apro di scatto urlando "non è vero", ma oltre la porta non c'è nessuno, mi volto sconvolta verso di lui che scoppia a ridere.

Gli schiaffeggio un braccio per lo scherzetto che mi ha tirato, mi vendicherò.

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Ciao, che ne dite di questo capitolo doppio?
Aspetto i vostri commenti. 💗

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