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Era un carillon come tutti gli altri, eppure veniva dall'Inghilterra degli anni cinquanta. Era appartenuto a lei... e da quando la sua Desdemona personale era scomparsa, quel cofanetto era rimasto con lui. Aveva girato ogni camera d'albergo, ogni casa che lui aveva abitato.
Con grande delicatezza James si avvicinò alla piccola mensola sospesa accanto al letto e lo aprì. Una strana sensazione di dolorosa malinconia gli attanagliò lo stomaco nel farlo.
Claire de lune, dolce e malinconica come solo il suono metallico di un carillon può farla diventare, invase la stanza.
Il demone accarezzò con estrema lentezza la superficie liscia del piccolo cofanetto di legno. La ballerina roteava, piroettava lenta. Il tutù ormai era un po' sgualcito e ingiallito dal tempo. Il colore rosa confetto del gonnellino si era sbiadito.
James temeva che anche i suoi ricordi avrebbero potuto sbiadirsi, esattamente come il tutù di quella ballerina, ma delle immagini vivide sfilarono davanti ai suoi occhi.
...
Abbandonati nel grande letto matrimoniale del loro piccolo appartamento privato James e Daisy respiravano l'uno l'essenza dell'altra.
La giovane ballerina era stata finalmente assunta da una compagnia teatrale. Il ciclo di prove si era ormai concluso e ora Daisy si esibiva ogni sera al Duke of York's Theatre ritornando spesso a casa con una valanga di mazzi di fiori che gli erano inviati dai numerosi ammiratori.
L'appartamento profumava sempre di primavera e mai, sul comodino di lei, mancava il pomposo mazzo di rose che James le faceva recapitare ad ogni prima.
Quella notte per via di una serie di casi fortuiti James non era riuscito a recapitarle le rose nè aveva avuto modo di portargliele personalmente.
Naturalmente quando Daisy era tornata, con il suo carattere irriverente non aveva tardato a ricordarglielo.
James aveva saputo come farsi perdonare. Coglierla di sorpresa o farla sentire attesa era un punto debole che il demone sapeva ben sfruttare a proprio favore nonostante quella notte il vaso di vetro sul comodino di lei fosse rimasto vuoto.
...
"Ti somiglia molto, è leggiadra come te", stava dicendo James dopo una speciale notte d'amore, osservando la piccola ballerina impegnata in una costante piroetta.
Aveva raccolto il carillon che le aveva regalato cinque anni prima dalla mensola ed era tornato a sedersi sul letto accanto a lei.
Quella frase suscitò in lei uno dei suoi splendidi sorrisi. "Non ti perdono comunque, oggi non ho trovato le tue rose in camerino", aveva detto con un falso broncio.
"Sai che se fossi riuscito a liberarmi in tempo sarei venuto".
Daisy annuì. La sua mano adesso aveva percorso il profilo di James e si era fermata a percorrere il contorno delle sue labbra. Si erano guardati intensamente per un momento.
James potè notare il suo corpo liscio e modellato, perfetto, fasciato da una sottile vestaglietta di seta mentre la percorreva tutta con uno sguardo intenso e acceso. Le poggiò una mano sull'anca accarezzandogliela e in quel momento sentì lo stesso desiderio divampare dentro di lui. Quello stesso desiderio che lo aveva scosso il primo giorno che era andato a riprenderla all'Arabesque.
Daisy aveva cambiato espressione per un momento. I suoi limpidi occhi si erano persi nello sguardo di James, poi però aveva ricordato che doveva fingere una sorta di indignazione per la mancanza del proprio fidanzato.
Trattenne il broncio per un altro momento ma fu più forte di lei.
Quando riaprì il cofanetto e la ballerina tornò a piroettare sorrise. "Sei uno stupido demone dei sogni che riesce sempre a farmi sognare. Ti detesto".
James le indirizzò un sorriso sghembo tirandola a sè con poca delicatezza, proprio come piaceva a lei, mordendole con possessiva dolcezza il labbro inferiore.
"Dimmi che mi ami, James", mormorò lei con voce spezzata.
James non rispose. Detestava quelle due misere paroline e il significato gigante che gli si attribuiva.
"E tu dimmi che sei solo mia, Desdemona...".
"Hai qualche dubbio?".
"Con tutti questi ammiratori non può mai sapersi".
Con cipiglio divertito lei gli schiaffeggiò la spalla. "Sono tua, per sempre".
[James è un demone anziano nonostante la giovane età dimostrata. La giovane ballerina di nome Daisy che lui scherzosamente apostrofava come Desdemona è il più grande rimpianto del suo passato, perchè?]
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