20

«Mamma!»

Mi volto di scatto con le lacrime agli occhi: è la terza volta che Sayth mi sta chiamando, ormai sono sicura che non è più un'allucinazione.

Non è sola: ci sono alcune cavie con lei, ma tra loro non c'è Kase. Quello che le teneva la mano si ferma, sposta lo sguardo tra me e lei e poi le lascia la mano quando la piccina inizia ad agitarsi e a indicarmi. Corre subito verso di me, continuando a chiamarmi. Non avrei mai pensato di poterla rivedere così presto, cominciavo quasi a rassegnarmi.

Mi lascio cadere sulla sabbia, allargando le braccia non appena mi arriva vicino.

«Mamma!»

«Ciao, tesoro». Singhiozzo, stringendola forte. Le bacio la fronte mentre lei cerca il ciondolo, stringendolo poi nella mano. «Stai bene?» le chiedo prendendole il visino tra le mani.

Lei annuisce con piccoli cenni del capo: nonostante quel che possa averle fatto Kase, l'importante è che ora sia qui. Dovrà passare sul mio corpo prima di rapirla di nuovo.

Qualcosa mi colpisce ripetutamente la schiena, mi volto senza lasciare la piccina. Cyd mi sta tirando dei colpetti sulla schiena con uno dei bracci. Sorrido appena, accarezzandole la testa.

«Grazie».

«Almeno sappiamo che il cinque-nove-due funziona alla perfezione» dice Aesta guardando Nayla che annuisce.

«Che è il cinque-nove-due, a proposito?»

«Il programma che abbiamo sistemato per Sayth, è fatto a misura» mi risponde la prima alzando un pollice.

Mi rialzo, scuoto la sabbia dai pantaloni della divisa e la prendo in braccio, le accarezzo una guancia mentre lei continua a spostarsi, allungando una mano verso Axel che, dopo essersi avvicinato, le tocca il naso.

«Blep».

«Zio Alle!» strilla lei in risposta. «Braccio!»

«Vivi, molla il comando. Pure lei non ti vuole» mi dice Aesta prima di accarezzare i capelli a Sayth.

«Guarda, l'idea di andarmene su un asteroide dimenticato da tutti la considero da quando si iniziò a combattere con l'Alleanza» le rispondo mentre cerco di sistemare la piccina in braccio ad Axel, ma lei continua ad agitarsi - segno che probabilmente ha fame.

Mi volto verso gli Altri: sono un gruppetto di cinque, non hanno armi con loro, solo una sacca a testa.

«Ci sarà da fidarsi?» sussurro a Nayla.

«Loro no cattivi!» strilla Sayth.

«Sì, ma non urlare, ci tengo al mio orecchio» le dice Axel, accarezzandole i capelli.

«Per sentire Zavis che ti implora?» gli chiede Aesta ghignando appena.

«Di ciò che ti importa?» ribatte Axel mettendomi in braccio Sayth che sbadiglia e si infila una mano in bocca mentre lui si avvicina ad Aesta.

«Se non la smettete immediatamente vi lascio su Minerva senza caffè a colonizzarlo a mano» dico loro lanciandoli un'occhiataccia. So quanto siano pronti a lasciarsi in una rissa quei due, le hanno sempre fatte, un po' seriamente, un po' per gioco, rialzandosi subito da amici, come se niente fosse successo. Ma non è proprio il modo migliore per presentare la Starfall.

Ignoro Axel e Aesta mentre continuano a battibeccare - forse avevano ragione a definirli come gli sposini, ma non credo che né Zavis né Nayla siano concordi con la definizione adesso.

«Chi siete?» chiedo loro mentre Sayth si stringe, appoggiando la testa sulla mia spalla.

«Le cavie del progetto Tau. Eravamo... come voi un tempo. Ci hanno preso da piccoli, iniziando una serie di esperimenti. L'unico risultato positivo fu raggiunto non molto tempo fa: quelli prima di noi, morirono nei tentativi. Non vogliamo farvi del male, vogliamo aiutarvi».

«Abbiamo ricevuto fin troppi colpi bassi dagli Altri. Come possiamo essere sicuri della vostra parola?»

Si guardano tra loro, mormorano qualcosa che non capisco.

«Io non credo che abbiamo molte altre possibilità. Il fatto che non abbiano fatto del male a Sayth non ti convince? Era tranquilla con loro, con Kase era sul punto di piangere ogni secondo» mi dice Nayla mettendomi una mano sulla spalla. Annuisco con un cenno del capo.

«È vero, l'ha affidata a noi solo perché lo faceva andare fuori di testa con gli strilli. Abbiamo penato un po' prima di convincerla... una volta scoperto il modo, non ci ha più lasciato e Kase è stato contento».

«Cibo?» chiedo loro, già prevedendo una risposta affermativa.

«Sì».

«Come credevo. Dove sono gli Altri?»

«Non lo sappiamo. Sono spariti tutti da almeno una settimana. Kase è tornato solo per fare quell'annuncio, poi non l'abbiamo più visto».

«Andiamo sulla Starfall? C'è qualcuno che ha fame» chiede Axel mentre Sayth continua a infilarsi in bocca una mano, è quasi sul punto di piangere.

«E che ha bisogno di un bagno» aggiunge Aesta. «In realtà sono in due».

Sospiro: lo so, sento la divisa ormai incollata alla pelle e la pinza trattiene a stento i capelli, rischiando di scivolare giù a ogni passo. Non ne ho avuto la forza i giorni scorsi: ritrovare Sayth era la mia priorità.

«Venite anche voi, ma sia chiaro: azzardatevi solo a pensare di tradirci e finirà male. Non avremo nessuna pietà».

«Non ne abbiamo intenzione» mi risponde quello che ha sempre parlato: sembra avere sui quarant'anni, ha i capelli neri rasati da un lato e una cicatrice sull'occhio destro, il sinistro, invece, ha l'iride opaca. Sembra quasi che loro, a differenza degli Altri, mantengano una loro identità. «Ci hanno seviziato per anni, ma nello stesso tempo abbiamo raccolto abbastanza informazioni. Abbiamo deciso di aiutare chiunque altro fosse stato oggetto della loro prigionia... o contro cui stanno muovendo guerra».

«Vieni qui!» urlo a Sayth non appena arriviamo sul ponte di comando della Starfall. Grave errore appoggiarla a terra per sistemare una cosa: lei è corsa via non appena ha potuto. Mi da l'idea che abbia preso troppo dall'equipaggio: gli ordini si eseguono, non ci si ferma a fare la linguaccia e poi si scappa di nuovo vorrei urlare.
Mi passo una mano sul volto, trattenendomi a stento dal dimezzare qualche stipendio. Ma, nonostante tutto, non riesco a non essere davvero arrabbiata con lei: sono felice che sia qui, che stia ridendo nascosta dietro alla gamba del tavolo, vicino a Nayla.

«Asteroide?» chiede Aesta passandomi dietro con una tazza di caffè.

«Asteroide» le rispondo mentre le cavie ci guardano confusi, seduti composti al tavolo insieme a Nayla che sta scompigliando i capelli di Sayth.

Mi guardo intorno: Axel e Zavis parlano tranquillamente e Ysaac dorme in braccio al secondo, Jacob se ne sta rannicchiato sul mio sedile mentre Cyd continua a stringermi la gamba.

«Tra tutte le navi della Federazione, tra tutte, proprio qui dovevate raggrupparvi? Voglio la Starfall in volo. Adesso» urlo all'interfono.

«Guarda che tu cercavi un equipaggio e sempre tu non hai mai pensato a disciplinarci per bene» risponde Axel guardandomi. Scuoto la testa, voltandomi poi verso Sayth che cerca di arrivare al gatto.

«Tesoro...»

«Lasciala stare, ci penso io ai due bambini» dice Zavis oltrepassando il tavolo con Ysaac in braccio.

«Grazie» gli rispondo lasciandomi cadere a peso morto su uno dei posti liberi. «Veniamo a noi. Cos'è il progetto Tau?»

«Che rotta prendiamo?» urla Axel prima che possano rispondermi.

«Torniamo su Lemuria. Devo risolvere una questione con il governo» gli rispondo.

«Finirai processata, finiremo tutti processati se atterriamo, anzi, se oltrepassiamo la linea di difesa esterna» dice Nayla.

«L'unico modo che abbiamo per far cadere il governo è il processo. Non possiamo attaccarlo da altre parti: hanno svolto regolari elezioni e non ci sono stati brogli. È ovvio che il partito di Erix abbia perso, gli manca il capo. Harvel ora ha una carica legale... certo, sarebbe tutto più facile se Erix fosse in grado di difenderci, ma... non so nemmeno se sia vivo» le dico.

«Togliere Erix dal governo sarebbe come se togliessimo Vivi dalla Starfall. Come minimo finiamo in un buco nero mentre litighiamo sul caffè» continua Aesta.

«Questo perché siete un branco di idioti» aggiunge Zavis.

Mi volto sentendo qualcuno afferrarmi la giacca. «Papà...» mormora Sayth sul punto di piangere. «Papà... sta bene?»

La stringo forte, dandole un bacio sui capelli. Non oso immaginare quel che sia successo, cosa abbia dovuto vedere la bambina. Avrei voluto tenerla lontana... avrei preferito che Kase sparasse a me, piuttosto che sapere che ha colpito Erix davanti a lei.

«Se la caverà, stai tranquilla, tesoro. Tuo padre è forte». Odio mentirle così, ma non ho la forza di dirle che le speranze erano prossime allo zero quando l'ho visto l'ultima volta.

Lei si stringe mentre le accarezzo la schiena, singhiozza appena, ha paura: si è vista trascinare via già due volte, non posso permettere che succeda ancora.

«Vivi, ho un dubbio» urla Axel interrompendo il nostro discorso.

«Tu hai dubbi, Axel? Non l'avrei mai detto!»

«Aesta, chetati! Vuoi portare le navi della Federazione a una rivolta contro il governo dell'Alleanza? Ho dato un'occhiata ai ministri, pende tutto per i nostri ex nemici. Dei nostri è rimasto solo Lero».

«Quando mai la Starfall si è rifiutata di dar noia all'Alleanza?» chiede Aesta.

«Mai» risponde secca Nayla. «Sarà il colmo, sarà una pazzia, ma ci sto anche io... qualsiasi sia il vostro dannato piano questa volta. Prendetemi pure in giro finché campo».

Qualcuno ride già, non l'avremmo mai detto che l'Orlan potesse essere dalla nostra stessa parte.

«E allora va bene, mettiamoci nei casini un'altra volta. Però voglio un aumento!»

Mi massaggio le tempie. Addio sanità mentale, addio riserva di chronocrediti imbarcata. Sarebbe stato bello averti potuto usare per cose necessarie alla nave e non per gli aumenti di quella sanguisuga chiamata Axel Darinell.

«Possiamo tornare a noi?» chiede di nuovo una di quelle cavie.

«Sì, lasciate perdere i miei uomini, sanno anche essere seri» mormoro guardando Aesta e Axel che stanno battibeccando sul caffè della cena. «Quando vogliono...» aggiungo. «Comunque, ditemi».

«Il progetto Tau doveva essere un modo per rendere gli Altri invincibili. Modificava il loro DNA in modo da renderli totalmente immuni ai colpi. Hanno deciso di verificare le loro teorie su cavie umane, ma alcuni sono morti e altri... altri hanno perso la vista. Quando credevano di essere arrivati a termine, hanno provato a iniettare un fluido in uno di loro, in uno di quelli... veri, ma è morto e quindi hanno pensato di rifarsela su noi prigionieri. Questa - indica la cicatrice - è stata causa loro. Hanno cambiato qualcosa e alla fine noi cinque siamo gli unici che hanno reagito positivamente, ma abbiamo conservato i nostri ricordi, le nostre conoscenze e forse le debolezze. Uno... uno come voi... la divisa era la stessa, sì... ha seguito il nostro destino, ma Kase l'ha preso con sé».

«Si trattava di De Algy, sicuramente. Non so che fine abbia fatto, ma spero sia morto per davvero stavolta».

Sayth si agita e allunga una mano verso il pavimento.

«Ora cosa c'è, tesoro?» mormoro voltandomi. Ysaac è in piedi dietro di me e sta fissando Sayth. Sospiro, appoggiandola in terra quando lo indica; Ysaac, però, si ritrae dietro le gambe di Zavis non appena la bambina si avvicina. Sayth inclina la testa, avvicinandosi sempre di più mentre l'altro cerca di nascondersi il più possibile.

«Non aver paura, non ti farà del male» sento Zavis sussurrare a Ysaac che non sembra del tutto convinto della non pericolosità di Sayth mentre Jacob li osserva muovendo la coda e Cyd se ne sta incollata alla gamba del tavolo.

«Non avete nessuna autorizzazione ad atterrare» sentenzia Harvel non appena entriamo nell'orbita di Lemuria.

«Sia chiara una cosa: il regolamento per la flotta, rimasto invariato dalla Federazione, prevede la possibilità di giustificare il proprio comportamento in un regolare processo ed è ciò che voglio accada. Io ho dato l'ordine di andare su Clovis, la flotta lo sapeva. Per quel periodo il comando era nelle mani della Star Opal, pertanto la mia richiesta è più che lecita» rispondo incrociando le braccia.

«E sia. Potete restare un mese, non di più».

Sospiro, prendendo in braccio Sayth. «Siamo al sicuro adesso» mormoro dandole un bacio sulla fronte e lei sorride, stringendosi a me.

Sayth non accenna a volermi lasciare la mano mentre camminiamo lungo i corridoi del dormitorio, è felice di essere a terra, ma io sono preoccupata per Erix, per il processo, per tutto. Continua a parlare, mi viene quasi da piangere a saperla di nuovo con me; è tornata a essere il terremoto di sempre quando ha iniziato a giocare con Ysaac.

«Tesoro, aspetta» le dico cercando di prendere la chiave mentre lei vuole salire in braccio quando appoggio il borsone a terra.

Non appena apro la porta, lei si fionda dentro ridendo; sospiro, prendendo la mia roba: sento di aver bisogno di una doccia e di dormire.

E forse di un po' di alcool, diciamo quanto basta a finire ubriaca.

«Papà!» strilla Sayth. Mi blocco, chiudendo la porta e voltandomi di scatto.

Erix?

«Cosa... cosa stai facendo?» gli chiedo mormorando ed Erix abbassa la pistola, l'appoggia sul tavolo alle sue spalle e mi guarda stranito mentre Sayth gli saltella davanti con le braccia allargate, cercando di richiamare la sua attenzione. La ignora, avvicinandosi a grandi passi. Mi sembra che il tempo si stia scorrendo troppo lentamente.

«Amore mio» sussurra quando mi abbraccia. Singhiozzo, affondando la faccia nella sua maglietta. Profuma di pulito, di sicurezza. Sayth mi chiama, afferrando il lembo della giacca.

«Credevo... credevo fossero arrivati per arrestarmi...» mormora Erix dandomi un bacio sui capelli.

«Io credevo tu fossi morto».

«Non potrei mai lasciarti». Alzo appena lo sguardo, continuando ad abbracciarlo.

Erix sorride appena, mentre mi accarezza una guancia, continuando a guardarmi. «Vivi... io...»

«Non... non dire nulla...»

«Braccio!» strilla Sayth un attimo prima che Erix mi baci. Scoppiamo a ridere, guardandola incrociare le braccia e gonfiare le guance. La sollevo, dandole un bacio sul nasino. Lei allunga subito le braccia verso Erix che le scompiglia i capelli e poi stringe entrambe.

È bello essere qui, di nuovo, insieme.

L'angolino buio e misterioso

Dai, una gioia a Vivi l'ho data, quindi perché word si deve bloccare mentre revisiono sta storia?

Breve storia triste dell'altro giorno: arrivo al capitolo 38 su 40 (sono 39 in tutto, quindi potete farvi partire l'ansia) e word si blocca. Piantato in toto. Niente, quando riparte non aveva salvato nulla (e ho il salvataggio automatico ogni minuto).

Qualcuno potrebbe dire karma, ma HO DATO UNA GIOIA A VIVI IN QUESTO CAPITOLO.

^this sums everything.

Comunque. Smettendola con i Meme, diciamo che qui il fluff straborda, ma è anche la festa della mamma (*fa ciao ciao con la mano alla propria, fonte inconsapevole delle dinamiche di matrimonio tra Vivi ed Erix) e niente, ci si vede mercoledì 😗

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