Ritorno dalla tournée (Usagi pt2)
Finalmente arrivò il fatidico 29 luglio, il giorno in cui i Three Lights sarebbero tornati a Tokio, all'insaputa di tutti i giornalisti e delle fan, a cui era stato fatto credere che sarebbero rincasati il giorno seguente.
Non vedevo l'ora di poter riabbracciare il mio Seiya, perdermi nel mare dei suoi occhi, essere cullata dalle sue braccia e riappropriarmi di quelle labbra morbide che erano diventate come ossigeno.
Non sapeva che gli avrei fatto una sorpresa presentandomi all'aeroporto; eravamo rimasti d'accordo che avremmo aspettato il loro arrivo al tempio di Rei.
Seduta sul pullman non riuscii a smettere di ticchettare freneticamente il piede, tant'era l'emozione e l'agitazione del rivederlo.
"Signorina, per favore..." Un' anziana signora, seduta sul sedile di fianco al mio, richiamò la mia attenzione.
Mi girai a guardarla e vidi una vecchietta piccola e magra. Il viso era allungato, con alcune rughe sotto ai suoi grandi e dolci occhi azzurri; il naso era piccolo e alla francese, le sue labbra erano rosee e a forma di cuore. I suoi capelli argentati erano raccolti in uno chignon ordinato sopra la nuca
Fissava il mio piede che stava ancora ticchettando nervosamente.
"Oh mi scusi, sono un po' nervosa..." Mi regalò un dolce sorriso, che mi ricordò quello che riservava sempre a me anche la mia mamma.
"Non ti preoccupare. Come mai sei così agitata?" Mi pose quella domanda con molta naturalezza e semplicità, come se fosse veramente interessata a capire il mio stato d'animo.
"Il mio ragazzo sta tornando da una... vacanza. È stato via quasi tre settimane, mancandomi terribilmente. Sono emozionata perché tra qualche minuto lo rivedrò". Sentii le guance arrossarsi dopo quella confessione, probabilmente quella vecchietta pensò che fossi una sciocca.
"Oh cara, si vede che lo ami molto. Io ho passato una lunga vita felice accanto alla persona che amavo, mi ha regalato la gioia di avere due figli e dei nipoti. Purtroppo è venuto a mancare pochi mesi fa, ma il suo ricordo è ancora vivo nel mio cuore. Spero che anche tu possa avere un futuro felice con questo ragazzo."
Le sue parole mi commossero e mi emozionarono; era una perfetta sconosciuta, ma il suo augurio veniva dal profondo del cuore, lo percepivo.
"La ringrazio. Mi dispiace molto per la sua perdita."
"Oh non preoccuparti, abbiamo passato sessant'anni d'amore, cinquantacinque da sposati e cinque come fidanzati, e non c'è mai stato un giorno in cui non mi abbia fatto sorridere. Diceva che il suo scopo nella vita era quello di rendermi felice e così fece fino all'ultimo giorno, dove mi fece promettere che non avrei mai smesso di sorridere. Rivedo i suoi splendenti occhi dolci in quelli dei miei figli e mi sembra che lui sia ancora qui con me. Ora sto andando in aeroporto per raggiungere mia figlia più grande, Narumi, che ha da poco partorito il suo secondo bambino, Akihiro. Non vedo l'ora di conoscere quella splendida creatura e di godermi un mese da nonna".
Le sue parole mi fecero scappare una lacrima, che asciugai prontamente visto che il pullman era giunto al capolinea.
"Le auguro buon viaggio e la ringrazio per avermi raccontato la sua bellissima storia". La aiutai ad alzarsi, tirando il suo trolley fino all'entrata dell'aeroporto.
"Grazie a te per avermi aiutata. Buona fortuna per tutto giovane e splendida donna". Feci un inchino per ringraziarla, poi mi avviai al tabellone per leggere gli arrivi.
Il suo volo era appena atterrato, così mi diressi con calma verso la zona adibita. Il cuore tornò a pulsare freneticamente, mentre lo stomaco iniziò a contorcersi, provocandomi scariche in tutto il corpo. Iniziai a sudare, maledicendo il mio stupido nervosismo insensato in quella situazione.
Ero circondata da una dozzina di persone che, come me, stavano aspettando l'arrivo di qualcuno a loro caro.
I primi viaggiatori iniziarono a varcare la soglia, così iniziai a guardarmi intorno per cercare il suo viso tra quei volti sconosciuti, quando finalmente lo vidi.
Sembrava ancora più bello di quando era partito, con quella abbronzatura che veniva risaltata dalla sua maglietta bianca. Un sorriso si disegnò sul mio volto e, noncurante delle persone al mio fianco, iniziai a correre nella sua direzione.
Quando mi vide la sua bocca si aprì per la sorpresa, lasciò cadere il trolley e allargò le braccia per accogliermi. Gli saltai al collo, facendo aderire il mio corpo perfettamente al suo, inebriandomi del suo dolce profumo e accarezzandogli i lunghi capelli setosi. Lui mi strinse in un forte abbraccio, percorrendo con la mano tutta la schiena, provocandomi caldi brividi.
Ci slegammo per guardarci, alzò gli occhiali da sole, permettendomi così di ammirare quei bellissimi lapislazzuli e posò la sua mano sul mio fianco.
"Dio, quanto sei bella" disse prima di appoggiare le sue labbra sulle mie, solleticandole con la lingua, chiedendomi così il permesso di entrare. Aprii la bocca per accoglierlo, iniziando la danza che tanto mi era mancata in queste settimane.
Il bacio, dapprima dolce, si trasformò in breve tempo in caldo e passionale, dimenticandoci completamente dove ci trovammo. La sua stretta sui miei fianchi si fece più salda, spingendo il mio corpo contro il suo, facendomi così sentire quella parte di lui, felice di rivedermi.
Il finto tossire del suo manager ci destò da quel sogno a occhi aperti. Aprimmo gli occhi per guardarci e scoppiammo a ridere, un po' in imbarazzo ma felici; felici di esserci finalmente ritrovati.
Ci girammo verso Alex che sogghignava liberamente, mentre Yaten e Taiki guardavano in aria, leggermente a disagio per la scena appena vista.
"Scusate ragazzi, ero troppo felice di rivedere questo rockettaro da strapazzo. Bentornati, com'è andato il viaggio?" Domandai con il migliore dei miei sorrisi, tant'era la felicità di quel momento che quasi rischiai una paralisi.
Seiya si mise dietro di me, cingendomi la vita e appoggiando il mento sulla mia spalla.
"Ehi, chi sarebbe il rockettaro da strapazzo?" Ridemmo tutti e cinque a quella domanda.
Mentre i suoi fratelli e Alex s'incamminarono verso l'uscita, lui cominciò a darmi piccoli baci, partendo dalla base del collo giungendo fino al lobo. Il suo respiro caldo mi solleticò, portando il mio cuore a battere all'impazzata.
"In questo momento ho un piccolo problemino. Dovremmo camminare tenendoci abbracciati in questo modo, spero non sia un problema." Sussurrò quelle parole, provocandomi mille brividi lungo la schiena.
"N...No, non è un pro... problema." Balbettai, facendo fatica a deglutire.
"Cosa ne dici se io e te andassimo a casa mia, mentre gli altri saranno al tempio?"
Mormorò, tornando a darmi lievi baci sul collo e stringendomi di più a sé, provocandomi un formicolio lì.
"Ragazzi, vi volete sbrigare? Avrei anche io delle cose da fare." La voce di Alex riuscì per la seconda volta a riportarmi alla realtà, evitando che il desiderio si impadronisse, almeno per il momento, della mia mente.
"Arriviamo" gridò al suo manager, facendomi poi girare verso di lui e schioccandomi un bacio a stampo sulle labbra.
"Prenderò il tuo silenzio come un sì. Coraggio, andiamo; sono impaziente di restare da solo con te per baciare ogni parte del tuo corpo."
Mi fece l'occhiolino e prese il suo trolley con una mano, mentre con l'altra mi tenne stretta al suo fianco. Io, ovviamente imbarazzata e con la faccia in fiamme, restai in silenzio, appoggiai la testa al suo petto e lo abbracciai.
C'incamminammo verso l'uscita, felici di essere nuovamente insieme, senza sapere di essere stati osservati da due occhi tristi e cupi.
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