Chara




Dust ti aveva riportato nella tua cabina, mormorando qualche parola sul fatto che il tempo della passeggiata era finito e che dovevi stare zitta e buona per il resto del viaggio, per poi uscire dalla stanza, chiudendo a chiave la porta.

Le parole di Blight ti avevano colpito duramente e ormai avevi il sospetto che sarebbe andata proprio così: non saresti mai scappata da lì e nessuno sarebbe mai venuto a salvarti.

Frustrata e stanca ti sedesti sulla brandina, guardando fuori dall'oblò e pensando che, se non fosse per tutto quello che stava succedendo, la vista era la stessa di quella che c'era sulla nave con cui eri partita per la crociera.

Sospirasti, stringendo te stessa in un abbraccio, chiudendo gli occhi.
Ti mancavano i tuoi genitori, non potevi accettare il fatto che erano morti!

Le lacrime ripresero a scendere dai tuoi occhi, cadendo sul pavimento di legno, mentre le tue stesse braccia si stringevano attorno al tuo corpo, nel tentativo di stringere ancora di più l'abbraccio che avevi creato da sola.

Saresti dovuta morire anche tu, almeno così saresti rimasta coi tuoi genitori per sempre.
Questo pensiero ti passava per la mente continuamente, ma in realtà sapevi benissimo di essere sollevata dal fatto di essere ancora in vita, al contrario di molte persone, e questo schifoso pensiero provocava disgusto verso te stessa.

Non potevi uscire, non potevi scappare e non sapevi cosa ti avrebbero fatto quei mostri!
Gli occhi gonfi di lacrime ti avevano provocato il mal di testa e il continuo ondeggiare della nave ti aveva portato alla nausea.

"L'unica cosa utile che posso fare è recuperare le energie, in caso mi si presenti un' occasione per scappare" dicesti tra te e te.
Ti coricasti, fissando il soffitto.
Piano piano le tue palpebre si fecero pesanti e si chiusero, portandoti ad un lungo sonno agitato, popolato da incubi e mostri di ogni genere, il cui unico scopo era quello di ucciderti o mutilarti.

Un forte tonfo ti svegliò dal tuo sonno, facendoti sussultare.
Avevi la fronte imperlata di sudore e tremavi, ma almeno ti eri svegliata.
La porta della stanza si aprì, mentre il più basso degli scheletri entrò con passo baldanzoso e sicuro, guardandoti dall'alto in basso.
"ERA ORA CHE TI SVEGLIASSI, UMANA" strillò il piccoletto, agitando un dito contro di te.
"IL CAPITANO HA DETTO CHE TI DEVO PORTARE NELLA SUA CABINA. A QUANTO PARE VUOLE "INTRATTENERSI" CON TE!" Esclamò ridacchiando, mentre un sorrisetto perverso gli si formava sul viso.

"Che...in che senso..." chiedesti confusa

"CONOSCENDOLO TI USERÀ COME UN OGGETTO, PER POI DARTI IN PASTO AI PESCECANI!" rispose con semplicità Swapfell, facendoti alzare dalla branda.

Sbiancasti leggermente, barcollando.
Non avevi la minima voglia o intenzione di venire "usata come un oggetto" o di venir mangiata da squali!
Con decisione, ti allontanasti da lui, guardandolo:  "non ho intenzione di muovermi da qui, dí pure al tuo capitano che l'invito è rifiutato."
rispondesti incrociando le braccia.

Lo scheletro ti guardò perplesso per alcuni attimi, per poi tirarti un sonoro schiaffo in faccia, facendo immediatamente diventare la tua guancia bordò, e lasciandoci impresse sopra il segno di cinque dita.
Dai segni si aprirono dei taglietti, che iniziarono a sanguinare.
L'impatto con la mano ossuta di Swapfell era molto peggio di un normale schiaffo.

Ti tirasti indietro, portandoti le mani alla faccia, mugugnando di dolore e piangendo.

Sans ti guardò, pulendosi la mano con un fazzoletto, ghignando.

"Sai umana" disse con un tono stranamente calmo, a voce bassa "non pensare di poter fare tanto la preziosa qui, perché se osi rispondermi ancora in questo modo..." stracciò il fazzoletto, per poi buttarlo a terra "...io quel bel visino te lo spacco e con la tua pelle mi ci faccio un collare nuovo" rispose infine sorridendo.

Deglutisti rumorosamente, trattenendo uno strillo spaventato e limitandoti ad annuire velocemente.

"BENISSIMO!" rispose mentre ti prendeva per un polso, letteralmente trascinandoti fuori dalla stanza.

Lo seguisti tenendo lo sguardo basso, provando inutilmente a liberarti dalla sua presa.

Swapfell si fermò davanti ad una porta e bussò piano.

"Avanti" si poté udire dall'altra parte della porta.
Lo scheletro spinse prima te dentro, per poi entrare e chiudere la porta.

Il capitano stava seduto su una poltrona, mentre sorseggiava da una fiaschetta, che ripose poi nella giacca, guardandoti.

"Oh, (t/n), ti aspettavo"

Quello sguardo freddo ti attraversava il corpo, facendoti raggelare.
Lo potevi sentire mentre i suoi occhi ti esaminavano, esplorando ogni tuo singolo centimetro di pelle, osservando i tuoi movimenti e il tuo respiro.
L'unico rumore che sentivi era il battito del tuo cuore.

Si alzò dalla poltrona, facendo un leggero inchino e baciandoti la mano, per poi indicare un'altra porta.

"Se mi vuole seguire, signorina, la cena verrà servita tra poco" rispose calandosi il cappello sul volto, dirigendosi verso la porta.

Senza parole, guardasti Swapfell, cercando di capire se lui sapeva se il capitano si stava solamente prendendo gioco di te o se diceva sul serio riguardo alla cena.
Swapfell ignorò il tuo sguardo e si congedò uscendo dalla stanza.

"Allora?" disse Blight, entrando in un salone, oltre la porta.

Titubante lo seguisti, camminando lentamente e con tutti i sensi allerta.
Nella sala c'era un tavolo ben apparecchiato, con due sedie, poste a capotavola, una di fronte all'altra.
Sopra il tavolo c'erano vari vassoi con sopra diverse specie di pesci, alghe e  molluschi.

Blight ti invitò a sedere su una delle due sedie, per poi fare altrettanto, togliendosi il cappello e posandolo sullo schienale della sedia.

Ti guardasti attorno, muovendo avanti e indietro le gambe, nervosa.
Avevi una fame da lupi, ma non ti fidavi di loro, tantomeno di quello che ti offrivano.

"Non hai fame?" ti chiese il marinaio, infilzando con un coltello un pezzo di pesce, per poi mangiarlo.

"Non proprio..."

"E allora mangia." rispose mentre masticava il pesce, pulendosi la bocca con un tovagliolo, poggiandolo poi sul tavolo.

Riluttante prendesti un pezzo di pesce con la forchetta, mangiandolo.
Effettivamente non era niente male, ma tutta questa gentilezza ti insospettiva.

Ascoltasti il tuo stomaco, continuando a mangiare, fino a sentirti piena, pulendoti poi con un tovagliolo.
In tutto questo Blight ti guardava, tenendo le dita incrociate fra di loro, sorridendo.
"Vedo che hai gradito la cena (t/n)"

"Si" ammettesti "era veramente buona, grazie"

Non volevi farlo arrabbiare, quindi era meglio assecondarlo, ma volevi scoprire che ne avrebbero fatto di te.

"Posso finalmente sapere...che ne sarà di me?"
chiedesti, mentre il cuore ti  ballava nel petto.

Lo scheletro smise di sorridere, alzandosi e camminando lentamente verso te, rimettendosi il cappello in testa.
Quando fu esattamente accanto alla tua sedia parlò: "dopo attente riflessioni, sono giunto alla conclusione che potresti essere molto più utile da viva, che da morta"

"Utile in che senso?"

Blight sogghignò leggermente, per poi tossire.
"Visto che sei stata così scaltra da sfuggire alla morte, la notte  dell'attacco, ti lascerò in vita... ma...ti terrò qui. Diventerai un pirata e farai parte della mia ciurma, farò in modo di farti diventare un essere senza emozioni, forte per gli attacchi ai miei nemici, ma allo stesso tempo debole e delicata come le ali di una farfalla.
Sarai la pedina perfetta per la mia partita a battaglia navale"

Lo guardasti con gli occhi spalancati, pieni di lacrime.
No, tutto questo non stava succedendo a te, non poteva essere possibile!
Eri nelle mani di un pazzo sadico e della sua combriccola di mostri, alla mercé di tutti.
Avrebbero potuto picchiarti, insultarti, violentarti addirittura, non potevi permetterti di stare lì nemmeno un secondo di più!

"E quando poi non mi servirai più, ti lascerò ai miei sottoposti"
disse freddo, roteando il bastone.

Non rispondesti.
Il coltello che luccicava sul tavolo sembrava quasi parlarti.
Lo afferrasti quasi senza pensarci, per poi scagliarti verso lo scheletro, in un impeto di coraggio, cercando in ogni modo di colpirlo, ma una forza invisibile ti sollevò, lanciandoti contro il muro, facendoti cadere l'arma e tossire per l'impatto.

Blight si rialzò.
Quasi schiumava dalla bocca per l'affronto che aveva subito, le sue pupille si dilatarono.
Alle sue spalle apparve uno strano teschio molto grande, che si illuminò aprendo la bocca.
Lo scheletro sembrava completamente fuori di se, non diceva niente, solo ti guardava con rabbia.
Prima che un raggio ti colpisse lo sentisti sussurrare: "non questa volta Chara"

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