Prologo

New York, 15 settembre 1968

Dicono che quando passi a miglior vita, hai la possibilità di vedere il mondo in maniera più estesa di quando ti trovavi aldiqua: prima riuscivi ad osservarne gli eventi solo dal tuo punto di vista, dall'aldilà ne hai come una visione dall'alto, per intero, da tutte le angolazioni.
È quello che mi è successo da quando ho effettuato anch'io il passaggio.
Sono qui, sono morta.
Mi chiamo Luna Cervantes. La piccola Luna, quella che non invecchierà mai, che rimarrà per sempre ai suoi vent'anni.
Questa non è solo la mia storia, anzi, lo è specialmente delle mie amiche Emilia, Marta e Aurora. Più che amiche, praticamente le mie sorelle. I miei fari, i miei miti. Io sono sempre stata indietro, sullo sfondo.
Ho sempre osservato gli eventi dal mio angolo, come Beth delle "Piccole donne", il nostro libro, quello che abbiamo letto tutte quante, che ci siamo passate fino a consumarlo: è Emilia a conservarlo, tutto pieno di rattoppi, nella sua scatola dei ricordi.
Nonostante la mia permanenza sulla Terra sia finita proprio due anni fa, non sono mai riuscita a distaccarmi del tutto dalle loro vicende, per questo sono qui anch'io, nel buio di questa sala, per assistere all'esibizione di Marta e del suo Julian, in una romantica e sensuale bachata.
Proprio questo genere di ballo ha segnato la nostra adolescenza e la nostra giovinezza, ma è stata lei solamente a decidere di trasformarlo in una professione: la mia migliore amica, la mia sorella dell'anima.
Ci sono tutti, a vederla: Emilia e Mauricio con Damian e Milena; Aurora e Valentin con Sofia e Camila, le figlie del primo marito di lei Sergio, e i gemelli Olmo e Juan; i figli del primo matrimonio di Marta, Julia, Enrique e Cristina, e la numerosissima famiglia Delgado.
Abbiamo conosciuto gli imprevedibili risvolti della storia, tra la nostra Santo Domingo, gli Stati Uniti, l'Amazzonia e l'Europa, in un susseguirsi di eventi che ci ha portate qui, alle porte del più grande cambiamento che il mondo potesse conoscere, noi che avevamo visto i natali in una società che pareva non dover cambiare mai.
Il sipario si alza, i riflettori si accendono: Marta ha i capelli raccolti in uno chignon basso e indossa un abito rosso e Julian uno smoking; sono elegantissimi.
La musica comincia a levarsi, nel silenzio della sala: conosco a memoria questo ritmo, fin da quando era molto meno sofisticato di oggi.
Cominciano i primi passi della danza e, di pari passo, i ricordi di tutti noi.

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