Capitolo 5
Marta non parlò ad Aurora per i giorni seguenti, e quest'ultima non fece niente per tentare una riconciliazione: era convinta di avere ragione, in quanto considerava la Montenegro colpevole di averle portato via il ragazzo che più amava nel mondo.
Il pensiero principale di Marta fu quello di chiarirsi con Julian, cosa che generava perplessità in Emilia e me, povere spettatrici di quella lotta tra le nostre amiche di sempre.
<< Ma perché ci tiene a fare la pace con quel baraccato semisconosciuto e non perdona un'amica che è come una sorella? >> sospirava malinconica, quando non era impegnata ad amoreggiare di nascosto con mio fratello.
<< Non credo le importi granché di Julian. Più che altro le serve per imparare a ballare la bachata. Dalla sera della festa di Mauricio è come ossessionata da quella danza... >> osservai. Nonostante Marta fosse sempre stata la più cara delle mie amiche, proprio non riuscivo a capire perché quelle bachatas la affascinassero così tanto: forse perché trasudava quella carnalità che a noi era sempre stata censurata dalle nostre famiglie; il sesso doveva essere finalizzato al matrimonio, il pensiero che potesse diventare un piacere era impensabile.
Il fatto che passasse molto tempo con Valentin, e che anche lui fosse interessato ad imparare con lei i passi di bachata, mi faceva pensare che forse Aurora non avesse tutti i torti ad essere gelosa.
***
Tuttavia in quella prima metà di luglio cominciò a verificarsi un fatto strano: infatti, a partire dalla sera dei ventun anni di Mauricio, i ragazzi Martinez cominciarono, uno alla volta, a desiderare di passare del tempo con noi, come se il nostro debutto in società - se così si poteva definire - ci avesse trasformate in presenze irrinunciabili, di gran moda.
Valentin e Gloria furono i primi ad oltrepassare quel sottile confine che divideva la nostra classe sociale dalla loro e, quando Mauricio non si trovava impegnato con Liliana, si univa anche lui ai nostri allegri giochi spensierati.
Hispaniola è un'isola e in quanto tale, nel cuore dell'estate diventa meravigliosa, con una natura lussureggiante e un clima temperato dalla brezza marina; in quelle ore di felicità non potevamo desiderare una cornice migliore, e fu proprio in quel contesto si allentò la tensione tra Marta e Aurora, fino a scomparire: Valentin era amichevole con entrambe, ma non sembrava fare il cretino con nessuna delle due.
A volte si aggiungevano anche i nostri fratelli e sorelle, soprattutto Octavio che, nonostante fosse ormai stato scelto ufficialmente da Emilia, percepiva ancora il maggiore dei Martinez come un rivale; cercava di non mancare mai quando eravamo in compagnia dei rampolli.
Questo nostro nuovo legàme con loro non sfuggì alle nostre famiglie, specialmente alle nostre madri, che guardavano una simile frequentazioni come un nuovo segno di quella scalata sociale che avevano intravisto alla festa di Mauricio e intendevano coronare attraverso i nostri ruoli di giovani donne.
***
Non presero tempo ad organizzarsi a nostra insaputa: la signora Juana diede appuntamento a mia madre nelle cucine; doveva parlarle di una questione che considerava assai spinosa, ovvero la relazione tra Emilia e Octavio.
La Fernadez non era assolutamente contenta della storia d'amore nata da poco tra sua figlia maggiore e mio fratello, perché questi rappresentava l'ostacolo principale tra Emilia e un possibile matrimonio con un buon partito, ad esempio Mauricio, nonostante il più grande dei Martinez pareva già avere un presunto fidanzamento in piedi con Liliana Marquez.
<< Come mai mi hai chiamata con così tanta urgenza? >> domandò mia madre.
<< Non fare finta di non saperlo, Manuela. Mi riferisco ai nostri ragazzi >> spiegò la madre di Emilia.
<< Non ti piace il fatto che tua figlia sia insidiata dal figlio di un aiuto-giardiniere? >> fece l'una, colpendo l'altra nel suo punto debole, ossia la sua ambizione sfrenata.
<< Non fraintendermi. Lo sai che stimo tuo figlio, anzi te lo invidio. Invidio te e Beatriz per i vostri figli maschi primogeniti. Per voi la strada è più in discesa, ma mettiti nei miei panni: Emilia è la più grande dei miei figli ed è una donna, deve sistemarsi prima o poi. Io l'ho vista amoreggiare con Octavio: e se dovessero andare più in là dei baci? E se le rovinasse la reputazione? Magari non lo farebbe neanche con cattiveria, ma se Emilia non dovesse arrivare vergine all'altare... Siamo donne, il mondo sa essere infame se non ci comportiamo secondo le regole... >> argomentò quest'ultima.
<< E che cosa dovrei fare? >> chiese allora la prima.
<< Sappiamo entrambe che Marisol, la cameriera assunta qualche mese fa, ha sempre avuto un debole per tuo figlio. Basterà che tu alimenti questa sua speranza, dopotutto i piccoli incendi, se alimentati, possono diventare immensi... >> suggerì la seconda. Avrebbe fatto ricorso alla peggiore delle bassezze pur di garantire un futuro agiato ad Emilia.
***
Aveva maledettamente ragione: Marisol Campos era talmente fissata con mio fratello che bastò qualche parolina di mia madre per alimentare la sua segreta speranza di conquistarlo.
Per cui una mattina in cui non era di turno si mise l'abito buono, si truccò e corse in giardino, dove Octavio si stava occupando della potatura delle rose bianche.
<< Come sono belle quelle rose! >> esordì, richiamando la sua attenzione.
<< Marisol... >> fece lui perplesso.
<< Sei stupito di vedermi o fai finta? >> sorrise maliziosamente lei.
<< Che stai dicendo? >> replicò mio fratello, ancora più confuso.
<< Guarda che non c'è più bisogno di nasconderti: tua madre mi ha detto tutto... >> continuò la cameriera.
<< Ma tutto cosa? >> chiese allora l'uno.
<< Che ti sei messo con Emilia ma è me che vuoi. Lo so, lei è figlia di dipendenti storici della villa e io sono qui da poco, ma non devi vergognarti di dire che mi desideri, anche perché ti desidero anch'io... >> ribatté l'altra, avvicinandosi impetuosamente ad Octavio. Per puro caso in quell'istante passava Emilia, e l'immagine dell'uomo che diceva di amarla ma si faceva sedurre da un'altra donna le esplose davanti agli occhi.
Octavio si accorse di lei e scansò malamente Marisol correndo appresso alla Fernandez, che era andata via piangendo.
***
Si chiuse in camera sbattendo la porta. Octavio batté i pugni, invocando il suo nome.
<< Emilia! Emilia, ti prego! Aprimi! >> la supplicò.
<< Vai via, tornatene dalla tua Marisol! >> esclamò lei, furibonda.
<< Non c'è niente tra me e Marisol, è stata lei a saltarmi addosso... >> cercò di giustificarsi lui.
<< Sei un bugiardo, Octavio! Lei ti sarà anche saltata addosso, ma tu non l'hai scansata! >> ribatté l'una.
<< Lo sai che io ti amo e voglio sposarti... >> la pregò l'altro.
A quel punto la Fernandez aprì la porta, solo che il suo volto non era di una donna che stava per perdonare l'uomo che amava: sembrava una sfinge, non trapelava alcuna emozione.
<< Non osare parlare d'amore, Octavio. Non c'è mai stato amore tra di noi. È stata una storia estiva, e come tutte le storie estive è durata poco. Per fortuna >> decretò. Mio fratello cercava di incrociare i suoi occhi, ma erano vitrei, come se non lo riconoscessero.
***
Quando ci raccontò l'accaduto, mi parve assurdo.
<< Octavio? Ma stiamo parlando della stessa persona? >> domandai perplessa.
<< E di chi altri, Luna? Mi dispiace solo perché è tuo fratello... >> rispose lei, seduta sul letto, gli occhi ancora pieni di lacrime.
<< Come se ti fosse mai importato qualcosa di Octavio... >> commentò Marta in tono sarcastico.
<< Marta... >> la rimproverò Emilia, scandalizzata.
<< È vero, tu non hai mai dimenticato Mauricio. Octavio era solo un pretesto, una ripicca nei confronti del tuo vero amore e del suo fidanzamento con Liliana Marquez! >> sentenziò la Montenegro.
<< Non sono fidanzati >> puntualizzò Aurora. La guardammo tutte, sbigottite.
<< Cosa? >> chiese subito la Fernandez.
<< Me lo ha detto mia madre, mentre metteva a posto il guardaroba. Ha sentito la signora Ines e la madre di Liliana parlare. Hanno detto che sarebbe bello vedere i loro figli insieme, se solo non dormissero... >> raccontò la Navarro.
<< Dici davvero? >> si accese Emilia, arrossendo. Le tracce della sofferenza causata da mio fratello sembravano dissolversi all'improvviso.
<< Visto? Il tuo principe azzurro è ancora un obiettivo raggiungibile. Poi ultimamente siamo diventate imprescindibili, per loro... >> confermò Marta.
Cercai di dire qualcosa, perlomeno di tentare la difesa di mio fratello, ma era palese che di lui, ad Emilia, non era mai importato molto.
Nei suoi pensieri c'era ancora Mauricio, e per di più aveva appena appreso che era ancora libero. Se anche avessi provato a giustificare Octavio, perorando la sua sicura innocenza, probabilmente non mi avrebbe ascoltato.
***
Avevo comunque necessità di ascoltare anche la sua versione: dopotutto era mio fratello.
<< Octavio! >> lo chiamai, correndo in giardino.
<< Che vuoi, Luna? Non ti eri schierata dalla parte dell'amica tua? >> sbuffò contrariato.
<< Lo sai che voglio sentire anche il tuo punto di vista >> precisai.
<< Non so cosa è preso a Marisol. È come impazzita: ha cominciato ad insinuare che fossi attratto da lei e mi è letteralmente saltata addosso... >> mi raccontò.
<< Non le hai dato motivo di fraintendere? >> volli sapere.
<< Questo è troppo, Luna! Sai bene che sono sempre stato molto rispettoso nei confronti di Emilia... >> obiettò.
<< E allora cosa pensi che sia successo? >> domandai perciò.
<< Ho la vaga idea che c'entrino le nostre madri. Hai visto come ballavano felici insieme, Emilia e Mauricio, la sera del compleanno di lui? È ovvio che la signora Fernandez ci abbia ricamato sopra... >> mi delucidò.
<< Cosa intendi fare, Octavio? >> chiesi.
<< Andare avanti, e non rovinarle la vita. L'amo troppo per renderla infelice >> decretò.
Era la dichiarazione d'amore più bella che avessi sentito in vita mia, e fui tentata di riferire tutto ad Emilia per farle capire che stava sbagliando tutto, che sarebbe dovuto essere Octavio il suo destino.
Ma decisi di tacere, tenendo tutti quei dubbi per me.
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