Ergo, di scelte, di cambiamenti canonici e di espressioni ovvie

C'è chi sceglie, chi cambia e si abbona al canonico e chi, abbandonandosi ai cliché e all'ovvio, impara il significato dell'espressione "sesso riparatore". 

Ergo, di scelte, di cambiamenti canonici e di espressioni ovvie.

Dalla sua stanza sente una porta chiudersi e pensa che Zayn sia uscito per andare, probabilmente, in bagno.

Perciò si alza ed esce nel salone. La porta del bagno, però, è aperta e la luce è spenta, segno che non vi è nessuno al suo interno. Si incammina, senza preoccuparsi di infilarsi le ciabatte, verso la porta della stanza di Zayn con un'improvvisa idea – terrificante – nella testa.

La stanza del migliore amico, infatti, è vuota. Alcune ante e alcuni cassetti aperti.

Vuoto è come inizia a sentirsi Liam alla costatazione che la sua idea fosse vera.

Una porta si è chiusa, perciò, deve essere stata quella d'ingresso.

Liam vorrebbe corrergli dietro, ma quando trova un foglio sul letto sa che quello è il suo Addio.

Si avvicina, scosso, e lo afferra.

Dentro ci sono le parole che Liam ha sempre avuto paura di sentirsi dire.

Non so dirtelo, Liam, e forse non te lo dirò mai... ma ti ho sempre amato, sai? 

Ed è questo il problema.

Perché amarti mi ha spinto a fare cose che, in quanto uomo, in quanto essere umano, mi hanno reso debole. 

Ora che so la verità, ora che so che sarebbe potuta esistere la possibilità che i miei occhi non vedessero più i tuoi, so anche che non avrei saputo convivere con l'idea che tu abbia provato ad andartene senza combattere per noi.

E devo imparare, Liam. 

Devo imparare a vivere senza di te, perché non è amarsi questo.

Non è nemmeno amare te, né nessun altro, se non mi amo e non mi rispetto io, per primo.

E lo so che sto dando conferma alle tue paure, ma mi hai perso il giorno in cui hai deciso di non venire a cercarmi. Mi hai perso il giorno in cui hai deciso di non sfogarti con me o di provare almeno a parlarmi dei tuoi problemi.

Io, invece, sento di non averti perso mai. 

Ci sei sempre stato e mi sono sempre riempito di bugie, di silenzi e di tanta merda pur di starti accanto. Perché non potevo – e non posso – immaginare una vita senza di te.

E ora devo perderti, devo iniziare a immaginarmi senza il mio migliore amico al mio fianco.

Perché sarebbe potuto succedere, capisci?

Devo vivere quel 'se non ci fossi più stato, cosa ne sarebbe stato di me?'  Devo capire se so vivere anche senza di te. Devo capire se so amarmi, senza amare te, perché fino ad oggi non l'ho fatto. 

E fino a quel giorno, ora sono io a chiederti di non cercarmi, perché non voglio essere trovato. 

Perciò, ti prego, non venire, non trovarmi – so che ci riusciresti – perché probabilmente manderei al diavolo tutto pur di tornare a stringerti tra le mie braccia, pur di tornare a farmi torturare da te, dai tuoi silenzi, dalle tue colpe e dalle tue bugie. Tornerei senza battere ciglio, ancora, solo per fare l'amore con te.

Ed è tremendo finire di scriverti con questo pensiero, perché il vecchio Zayn verrebbe nella tua stanza e farebbe l'amore senza ripensamenti. Perché si farebbe bastare tutto ciò che per te non è bastato. Ma non posso farlo, la porta che aprirò tra poco sarà quella di casa per andarmene. In silenzio, come hai fatto tu.

Io però ti lascio ciò che tu non m'hai voluto dare: un messaggio.

Ti tolgo le speranze, perché sono amare e non voglio farti patire ciò che ho provato io.

Non so dove ci porterà la vita, per adesso non voglio pensarci.

E non ti dico addio, per questo. Un giorno verrò a parlarti e a dirti se tutto questo è servito a qualcosa. Non mi aspetto che tu attenda il mio ritorno, voglio smetterla di aspettarmi le cose. E non voglio nemmeno che tu lo faccia.

Ricordi cosa ti dissi una volta? Sii felice. 

Non te lo chiedo, sarebbe terribilmente da stronzo... ma vorrei che tu lo facessi, che vivessi tutto ciò che hai attorno, perché probabilmente quando volevo che vivessi me, avevi gli occhi chiusi.

E se un giorno tornerò e avrai voltato pagina, spero soltanto di esserci riuscito anche io, perché vorrò essere felice nel saperlo e nell'accettarlo.

Zayn.

Le trova scritte in nero, nella calligrafia di Zayn, e le sue paure si intensificano perché quei marchi non lasciano spazio a dubbi, errori, né a speranze.

Quanto avrebbe voluto cullarsi in esse.

Le intenzioni del migliore amico sono scritte in nero su quel bianco che spezza totalmente l'anima di Liam.

È finita.

Tutto ciò che non ha mai avuto inizio, per loro, è finito.

Si accascia accanto al letto e, improvvisamente, si risente catapultato nel passato, in quel bagno, senza più nessuno, senza più Zayn.

E il rosso è ovunque. Ancora.

Lo tortura da dentro.

E rimane immobile, perché sa che se si muovesse, ora, sarebbe la fine.

La sua.

As I feel myself fall 

Make a joke of it all 

You know I'll be 

Your life, your voice, your reason to be 

My love, my heart is breathing for this 

Moment, in time I'll find the words to say 

Before you leave me today.

Moments, One Direction

*

La serata passa lentamente, ma passa. E Niall ha il terribile presentimento che non sia finita lì.

E non ha tutti i torti, visto che Josh e la sua Romeo dovranno riaccompagnarli a casa.

A fine serata, Niall e Louis si incontrano con Harry e decidono di aspettare Josh davanti all'ingresso. Ma l'irlandese non ha il coraggio di dire loro che, probabilmente, Josh non li riaccompagnerà considerato ciò che è successo.

Purtroppo, però, quando lo spogliarellista fa il suo arrivo con un sorriso smagliante in direzione di Harry e Louis, Niall deve ricredersi.

Ciò che lo colpisce, senza stupirlo, però, è il fatto che Josh l'abbia totalmente evitato.

Cosa che notano anche Louis e Harry.

"Andiamo?" ha detto ai due e dopo il loro assenso sono usciti, seguiti subito dopo da un Niall profondamente assorto nei suoi pensieri.

Quando arrivano davanti a Romeo, Harry e Louis salgono immediatamente nei posti dietro e Niall, preoccupato, maledice il momento in cui ha deciso di rimanere indietro rispetto agli altri tre, dimenticandosi che poi avrebbe dovuto affrontare una situazione di quel tipo.

Ancora una volta, Josh sembra non curarsi di quel problema – come sta facendo invece Niall – e sale in macchina mettendo immediatamente in moto, come se non avesse nessuna intenzione di aspettarlo.

Però lo fa, dando modo a Niall di pensare che, perlomeno, sappia ancora della sua esistenza.

Quando sale, è impacciato e non riesce a guardarlo in viso, perciò trascorre tutto il tempo a guardare fuori dal finestrino.

Nessuno fiata.

Niall non è capace, come Josh, a farsi scivolare le cose addosso, né tantomeno ad andare avanti, così, quando arrivano sotto casa e Harry e Louis salutano e ringraziano Josh, Niall non ha nessuna intenzione di scendere dall'abitacolo.

Per gli altri due non c'è bisogno che nessuno spieghi la situazione – forse per Harry, ma Louis gli fa cenno di scendere – e lasciano Niall, senza aggiungere nulla, nella macchina con Josh.

"Scendi" è la parola glaciale di Josh, qualche secondo dopo. Niall lo guarda, indifeso e dispiaciuto, ma l'altro non ha nessuna intenzione di fare lo stesso.

"Prima vorrei sapere cosa ho detto di sbagliato e che cosa ti ha ferito, perché vorrei scusarmi, non ne avevo assolutamente intenzione"

Josh annuisce e guarda dall'altra parte, verso il finestrino. "Non c'è bisogno che ti spieghi, scuse accettate. Buonanotte, Niall"

Josh è incredibilmente diverso, assurdamente arrabbiato e questo dà modo a Niall di avere un po' di speranza.

L'indifferenza, sì, quella avrebbe annientato ogni sua possibilità.

"Voglio saperlo comunque" ribatte. "Non me ne andrò finché non me l'avrai detto"

Josh ride, ma anche in questo c'è qualcosa che stona. Si passa una mano tra i capelli e d'improvviso i suoi occhi verdi cadono in quelli cobalto, in un tuffo arido che lascia entrambi senza fiato.

Josh apre la bocca con l'intenzione di dire qualcos'altro di gelido, ma improvvisamente la richiude e attende.

Questo perché si rende conto – finalmente – dell'espressione veramente dispiaciuta dell'altro.

"Se me lo dici, poi ti dirò anch'io una cosa che hai detto e che mi ha fatto pensare" tenta di incuriosirlo.

E sembrano due bambini, uno imbronciato e l'altro che tenta invano di farsi perdonare.

Stavolta il sorriso che nasce sul volto di Josh è sincero e bello come prima di litigare.

"Non smetterò mai di pensare che tu sia un mistero ai miei occhi" borbotta allora lo spogliarellista.

"Fidati, quando ti dirò questa cosa scapperai a gambe levate, urlando "scontato"!"

Josh ride ancora, stavolta niente stona, socchiudendo gli occhi e appoggiando il capo sul sedile. Poi lo guarda, serio, e sorride piegando appena il capo verso di lui.

"Non ci metterei la mano sul fuoco..." soffia smaliziato, i suoi occhi lucidi colpiscono maggiormente Niall che lo fissa inebetito.

Cade il silenzio fra loro, nel quale si osservano reciprocamente.

"Figlio di papà" sussurra. "Mi ha dato fastidio questa espressione..." ammette.

Niall annuisce, dispiaciuto, ma quello che aggiunge Josh lo sotterra sotto un masso che gli precipita addosso: "Sono orfano fin da quando ho memoria, la donna che mi ha messo al mondo ha avuto la brillante idea di abbandonarmi davanti ad una chiesa. Chi è quello scontato ora?"

"Mi... mi dispiace da morire... Io-" balbetta Niall, abbassando il capo. Josh ride e lo sorprende ancora.

"No, ti prego, la pena è l'ultima cosa che voglio da te! Non ho i genitori, ma non mi è mai mancato nulla nella vita! Soltanto che... quello che sono, per quanto sbagliato sia ai tuoi occhi, lo sono grazie a me. Tutto qui." Conclude.

Niall non ha il coraggio di alzare lo sguardo, ma ci pensa Josh per lui afferrandolo per il mento e "Hey! Davvero, è tutto okay, occhi blu"

Josh gli sorride e anche Niall si concede di farlo, perché l'altro è tornato a chiamarlo in quel modo che, non sa da quando, ha iniziato a piacergli. "Mi dispiace veramente tanto" dice.

Josh ride malizioso e "Che ne dici di risolvere con del sesso riparatore?" ironizza, ammiccando e ricevendo subito uno schiaffo sulla spalla dall'altro.

Poi, sottratti da quel momento triste, grazie alla battuta di Josh – per quanto in realtà lui fosse serio – entrambi scoppiano a ridere.

"Ora tocca a te" dice una volta smorzata anche l'ilarità. "Cosa ho detto di sbagliato?" domanda.

Niall inizia improvvisamente a torturarsi le mani, deve essere sincero. Deve dirlo.

"Gli sbalzi d'umore sono dovuti a un mio problema..." sussurra.

E "mh" risponde Josh "scusami, non ti darò mai più della checca isterica – anche se lo sei!"

Niall ride, anche se dovrebbe offendersi e nella sua risata c'è un po' del nervosismo provocato da ciò che sta per rivelare.

Dopo Liam, nessun altro sa di lui.

"No, il punto è che-" tenta di spiegare, ma Josh lo blocca: "Non c'è bisogno che tu mi dica una cosa che ti innervosisce tanto.

Anche perché mi rendo conto che ai tuoi occhi posso apparire come un perfetto sconosciuto. Perciò calmati. Ti ho detto in quel modo perché non capisco mai cosa tu voglia... da me.

Nel senso, lo so che sono stato una palla al piede e che ti ho stremato fino all'esaurimento, ma se mi sono comportato così è perché ho visto nei tuoi confronti un qualcosa. Un... ricambiare che, comunque, alla fine, hai sempre ritrattato. Ma è innegabile che ricambi, che ti faccio piacere."

Gli occhi liquidi di Niall si spalancano a quelle verità. Josh sorride e annuisce, poi continua: "Capisco che tu possa essere, mh, confuso... ma non puoi confondere anche me. Perciò d'ora in poi io non farò più niente che possa darti fastidio. Ma se tu vorrai qualcosa da me – e sappiamo bene di cosa stiamo parlando – io sono qui. Pronto. Ci sono, ti desidero... ma tocca a te." Ha detto, concludendo poi con la solita beffa e con il tipico sorrisetto vispo che, ormai, gli appartiene di prerogativa.

Però Josh è serio; non farà più niente per provocarlo, né per ricevere una conferma. Aspetterà Niall – se riuscirà a resistergli.

Niall pensa a tutte quelle parole, fa mente locale, arrossisce anche un po', e poi risponde: "Non sei uno sconosciuto o almeno non ti considero tale, non dopo quello che hai fatto per me, né per quello che mi hai confidato adesso" dice, alludendo alla chitarra e alla confessione di Josh sulla sua infanzia.

Josh annuisce e sorride felice. "Bene, mi fa piacere saperlo. Anche io non ti considero uno sconosciuto, non dico a tutti di non avere i genitori. Non lo dico mai, in realtà..." Si giustifica, spostandosi i capelli indietro, imbarazzato.

Niall annuisce, prima di riprendere il filo del suo discorso: "Hai ragione tu, sono confuso, ma non dovresti proprio sprecare tempo con uno come me, perch-"

"Smettila-" ha tentato, ma Niall lo ha bloccato con una mano sulla sua bocca – sta diventando un'abitudine per entrambi questo gesto. "No, aspetta. Io sono incasinato, sono un disastro e i miei cambiamenti d'umore sono proprio la causa di tutto questo! Anche nel caso in cui sapessi cosa voglio, questi ci sarebbero comunque. Io... soffro di bipolarità" ammette, trattenendo il fiato e chiudendo gli occhi, facendo cadere la mano sulle sue gambe.

E dire la verità non è mai stato tanto semplice e complicato, pensa.

La reazione di Josh è una risata piena e sincera. Niall apre un occhio – uno soltanto – e osserva lo spogliarellista mentre ride.

"Non è molto delicato da parte tua" ribatte contrito, guardandolo poi serio.

Josh tenta di misurarsi e di assumere compostezza, ma il sorriso non glielo toglie nessuno – nemmeno una notizia come quella.

"Stavo pensando ai cliché e al mio gridare 'scontato'... Se permetti vinco io." ammette Josh, facendo strabuzzare gli occhi all'altro che, inevitabilmente, subito dopo, scoppia a ridere.

"Ok, sei la persona decisamente più strana che io abbia mai conosciuto, Devine" dice sgomento.

"Grazie, penso lo stesso di te..." risponde, sorridendo beffardo.

Rimangono in silenzio a guardarsi; un silenzio che richiama a una tensione sessuale palpabile. "Sul serio, però, dovresti evitare seriamente di avere a che fare con uno come me" riprende, mandando giù aria e saliva in eccesso.

"Non mi sfidare, occhi blu. Ché hai avuto modo di vedere che le prendo sul serio, le sfide" E l'immancabile accenno alla vista panoramica – completa – del corpo di Josh, in quella serata, proprio non poteva mancare.

Niall impallidisce e poi avvampa – assurdamente – al solo ricordo; poi abbassa il capo.

L'altro ride ancora.

"Comunque, hai mai pensato a questa bipolarità come un dono e non come un disturbo? Cioè, forse sto per dire una stronzata, non lo so, ma non te ne rendi conto che sei speciale? Vedi il mondo a 360 gradi, lo senti e lo vivi molto meglio di chiunque altro essere umano..." sbotta, lasciando senza parole l'altro. "Sei speciale e questa cosa di te mi mette un'assurda voglia di conoscerti ancora di più..." ammette come se non sapesse trattenersi dal dirlo, ma spalanca gli occhi e ritratta: "ma, lo ripeto, io non faccio più nulla. Ora sta a te farmi capire cos-"

Si blocca non perché voglia farlo, ma perché per una volta Niall lo zittisce. E lo fa, con grande sorpresa di Josh, avventandosi sulla sua bocca in un banalissimo quanto straordinario cliché.

Josh lo fissa incredulo, mentre le sue labbra stanno baciando quelle di Niall; poi lo afferra per il collo, separandosi in un mugugno, benché continui a trattenerlo per non lasciarselo scappare – sia Niall, che quel meraviglioso momento.

"Devo capire qualcosa con questo...?" domanda in un ansimo. Niall sorride e arrossisce, mentre fissa la bocca di Josh e si morde un labbro.

A quella meravigliosa vista Josh non capisce più nulla e "Al diavolo!" dice, per poi baciarlo di nuovo.

Repentino entra nella bocca di Niall, incapace di attendere oltre, spezzando l'armonia di quel bacio così casto e facendo scoccare le labbra in un suono che alle sue orecchie appare come il più bello del mondo.

Con le mani Josh ne approfitta per tastare ogni luogo che ha avuto modo già, in un anteprima, di scoprire e quando arriva ai fianchi di Niall non ci mette molto tempo a scendere al di sotto della maglietta.

Niall mugugna qualcosa che non sembra essere una protesta, quando le mani di Josh toccano la sua pelle nivea e leggermente fredda.

Pur volendo, Niall non ha proprio modo di protestare o tirarsi indietro perché, primo motivo, non ne ha assolutamente voglia, secondo, Josh lo tiene in una stretta tale che sarebbe praticamente impossibile tornare sano e salvo sul suo posto.

Già, perché non sa nemmeno come ci sia arrivato nella posizione in cui improvvisamente si ritrova: cavalcioni sopra il corpo di Josh – che nel frattempo ne ha approfittato per abbassare magicamente il proprio sedile verso il basso – né si lamenta quando una mano dello spogliarellista inizia ad accarezzargli piano il petto, percuotendolo in dei brividi che lo fanno gemere sulla bocca dell'altro.

Quando si dividono per riprendere fiato, Josh lo bacia lungo il collo e Niall lo lascia fare, ad occhi chiusi, perché tutte quelle emozioni sono talmente divampanti da esserne ghiotto.

I loro bassi ventri, poi, contratti e già rigonfi hanno iniziato a strusciarsi in movimenti lenti e appena accennati e anche quell'impercettibile moto ha la capacità di far capitolare il cuore dell'irlandese.

Le labbra si ritrovano pochissimo tempo dopo e schioccano ancora in dei piccoli baci che sembrano morsi.

E Niall lo pensa, senza indugi, il sesso riparatore è una gran cosa. Poi ride e si stacca dalle labbra dell'altro, che lo guarda con piglio.

"Non mi venire a dire che essere bipolare significa ridere mentre si fanno certe cose, perché potrei non sopportarlo" lo beffeggia, baciando lascivo il collo di Niall che lo spinge verso il sedile, mentre continua a ridere – adesso anche per quella battuta.

"No, ho seriamente pensato che dopotutto il sesso riparatore è un buon affare..." dice e improvvisamente la cadenza irlandese fa capitolare Josh che lo bacia impetuoso.

Si dividono con il fiatone. "E questo per cos'era?" chiede Niall.

"Per il tuo accento, mi fa impazzire..." borbotta, mentre una sua mano indugia fin troppo sul fondoschiena di Niall.

Niall ride. "Vorrei sapere cos'è che non ti fa impazzire di me..." ironizza, guardandolo smaliziato.

Josh lo guarda meravigliato e pensa di amarlo di già, poi si ridesta: "No, ti prego, ti proibisco di essere malizioso" dice in sussurro catturando le sue labbra nell'ennesimo bacio.

"Perché anche questo ti fa impazzire?" Josh risponde con un bacio appassionato, mentre – ancora una volta – la mano si deposita sul suo sedere. "Scommetto che anche il mio fondoschiena ti fa impazzire, vero?" chiede Niall, che fa tutte quelle domande ogni volta che riprendono fiato.

"Oh, il tuo culo è la mia parte preferita" ammette francamente Josh, tastandolo.

Niall salta sul posto, sbattendo la testa sul tettuccio e schiacciandosi poi, inesorabilmente, sull'eccitazione dell'altro; e geme, ridendo – una scena meravigliosa che Josh osserva con gli occhi appannati, forse, dalla passione che cresce come un mostro dentro di lui.

Si morde un labbro e lo avvicina a sé, attirandolo per il colletto della maglia, per poi baciarlo lussurioso.

Dio, pensa, lo bacerebbe fino all'ultimo secondo di vita. Lo bacerebbe, in un sogno, anche dopo la morte. Lo bacerebbe sempre, perché senza quelle labbra niente ha più senso.

E Josh si dà mentalmente del cretino perché non ha mai amato così tanto baciare un paio di labbra; o almeno non lo ha mai preferito, se messo a paragone col sesso.

Le emozioni che sta provando sono ineguagliabili con tutto il sesso che ha fatto nella vita. Niall è qualcosa di nuovo e di profondamente affascinante.

Sa che per Niall è la prima volta – almeno con un uomo – sa che deve andarci piano, per paura di spaventarlo, ma questo improvvisamente non è un problema, se ha il permesso di baciarlo quando vuole. Perché potrebbe passare anche un mese di soli baci e strusciamenti e a lui andrebbe bene.

Okay, non esageriamo, un mese forse è troppo, ma il senso è quello: è disposto a non correre, per una volta.

Gli basterà quella bocca fino a quando Niall non sarà pronto, gli basterà toccarlo e sentire quegli ansimi, pensando a come potranno essere quando lo farà godere veramente.

Gli basterà sentire i loro bassi ventri scontrarsi timidi e curiosi e... Josh diventerà pazzo, lo sa.

Quando le loro labbra schioccano per l'ennesimo bacio violento e passionale, però, finisce l'incanto perché sentono bussare dal finestrino del sedile del passeggiero.

Niall sussulta su Josh e entrambi si voltano a guardare un Harry e un Louis notevolmente scossi e sorpresi.

L'imbarazzo di Niall è indescrivibile quando Josh con nonchalance tira la levetta per abbassare il finestrino.

Niall prova anche a rimettersi sul proprio sedile, ma Josh lo trattiene per la vita in un gesto che sa di possessività.

Niall lo fulmina con lo sguardo, ma non ha il tempo di rimproverarlo.

"Ehm, ci dispiace... disturbarvi..." il tono basso e nasale di Harry è veramente sconvolto. Louis potrebbe ridere per quella goffaggine, ma non lo fa.

Niall, quindi, pensa improvvisamente che la reazione di Harry e Louis non sia per la visione che hanno davanti ma per un altro motivo; e Louis è la sua conferma, riderebbe malizioso a quella scena, invece è notevolmente sconvolto.

"Che è successo?" chiede Niall.

"C'è un problema di sopra..." dice Louis, tagliando corto. "Zayn è scomparso e Liam è nella sua stanza, seduto accanto al letto e ripete..."

Niall non ha mai visto in quello stato lo scrittore e quelle parole, poi, gli gelano il sangue nelle vene.

Chissà come mai se lo aspettava quel momento – non lo voleva, ma lo attendeva.

"Ripete?" chiede disperato, mentre si trascina sul suo posto e Josh lo lascia andare.

"Il tuo nome..." farfuglia Harry.

Niall si gira a guardare lo spogliarellista che sposta immediatamente i suoi occhi verdi nei suoi cobalto.

Gli sorride e annuisce. "Vai..." sussurra. "Io vado a cercare Zayn" dice.

Niall annuisce e gli si avvicina per donargli un bacio a fior di labbra, in quello che appare come un ringraziamento.

Josh gli carezza veloce una guancia, quando le loro labbra si ritrovano, poi sospira e lo lascia libero di andare.

"Ci vediamo dopo" è la sua promessa.

"Ti aspetto" è quella di Niall.

*

Zayn arriva all'HeartAttack giusto in tempo per la chiusura.

Ha il fiatone, è stremato per tutta quella strada e per la corsa in moto che lo ha notevolmente sfiancato, ma quello che ha dentro è decisamente peggiore.

Si trascina verso i camerini, barcollando un po', mentre dentro di sé si sta creando un discorso.

Non appena ha messo piede fuori casa, la sua mente gli ha consigliato dove andare, a chi chiedere aiuto.

Per ripicca nei confronti del migliore amico avrebbe voluto fiondarsi tra le braccia di Perrie, ma poi, ridestandosi, ha capito che non deve nessuna ripicca a Liam, non gli deve niente.

Sarà difficile per lui andare avanti, provarci, tentare di amarsi, ma è proprio in quel momento che Zayn cresce un po'; quando invece di correre da Perrie, tenta l'impossibile, chiedendo a quella persona che ha sempre considerato una sorella.

Zayn fa il primo passo giusto, amandosi e non lasciandosi amare da mani sbagliate, quando bussa nell'ufficio della segretaria, Veronica, e spera di trovarla ancora lì.

Veronica è la sua gemella diversa. Non hanno nessun legame di sangue, ma fin dalla prima volta, grazie all'incredibile somiglianza tra i due, l'ha sempre considerata – oltre che uno schianto – una sorella.

Gli occhi scuri di Veronica, truccati da un rimmel che accentua le sue bellissime ciglia, dietro gli occhiali, si aprono in stupore quando, aprendo la porta, si ritrova la sagoma di Zayn tutta acciaccata.

"Hey, cosa ci fai tu qui? Non devi essere a casa a riposare?" dice la sua voce delicata, avanzando subito in suo soccorso per afferrarlo e condurlo verso il divano del suo ufficio. Zayn sorride per la premurosità dei suoi gesti e la ringrazia in un tono sommesso.

"Scusami, non sapevo dove andare..." borbotta poco dopo, finalmente seduto su qualcosa di comodo. Veronica si avvicina alla brocca d'acqua e riempie un bicchiere, dandolo subito al ragazzo.

Quella donna è fin troppo premurosa e Zayn probabilmente per questo motivo la considera una sorella.

Si sorridono. "Cosa è successo?" chiede.

"Liam" dice dopo un silenzio di trenta secondi. Veronica sbuffa e allaccia elegantemente le braccia al petto. "Sempre lui" sussurra disperata. Zayn la guarda dispiaciuto e trattiene le lacrime.

"Abbiamo discusso e non posso stare in quella casa" afferma, abbassando il capo e stringendo le mani attorno al bicchiere di vetro.

Veronica gli si siede accanto e afferra un suo ginocchio, stringendolo.

"E dove vorresti stare? Qui?" chiede.

Zayn la guarda e le sorride, mentre una strana luce nei suoi occhi suggerisce la risposta alla ragazza.

Un filo invisibile li lega a tal punto che riescono sempre a leggersi nella mente come, appunto, fanno due veri gemelli.

Veronica strabuzza gli occhi e si rialza. "No, è fuori discussione..." dice, ma è poco convinta.

Zayn le riserva il suo sguardo da cucciolo smarrito migliore e pronuncia il labbro inferiore per darle il colpo finale – quello di grazia. "Ti prego, mia dolce gemella, non so dove andare..." sussurra, i suoi occhi lucidi fanno pensare a Veronica che in quel momento lo spogliarellista non stia approfittando della sua gentilezza, ma che piuttosto sia veramente disperato e sconvolto – per quanto di 'paraculagine' ce ne sia a volontà anche in quel momento.

"Va bene, ma dovrai convincere mio fratello e il suo compagno. Sono due tipi abitudinari, per quantostravaganti, e sono abbastanza restii nel voler persone sconosciute nella propria casa"

"Vivi con altre due persone? A proposito non sapevo che avessi un fratello..." chiede e dice Zayn, sorridendole in una tacito ringraziamento.

Veronica si avvicina e lo afferra per issarlo, poi annuisce.

"Sai, lo stipendio delle segretarie non è lo stesso degli spogliarellisti" afferma, posando le mani sui fianchi. Zayn sorride e abbassa lo sguardo. Poi ripunta gli occhi neri e grandi sulla gemella che, incredibilmente, ha lo stesso taglio d'occhi e attende che continui: "E sì, fratellastro per la precisione. Sono una coppia. E sono adorabili, tanto quanto detestabili. Li vedrai, speriamo solo che tu gli piaccia!"

"Io piaccio sempre" dice sardonico. Tranne a Liam, pensa con rammarico – sapendo perfino di sbagliare.

Zayn deve smetterla di fare quel nome, deve smetterla di fare dell'umorismo su se stesso perché gli fa soltanto male.

Deve smetterla di avere Liam dentro di sé e deve dare un taglio a quei pensieri.

Sarà veramente dura ed è ancora troppo presto.

Ma ci riuscirà.

Riuscirà ad abituarsi all'assenza di Liam, nel cuore e nella mente.

M'abituerò a non trovarti

m'abituerò a voltarmi e non ci sarai

m'abituerò a non pensarti

quasi mai, quasi mai, quasi mai.

M'abituerò, Ligabue

*

Quando Niall attraversa il corridoio per entrare nella stanza di Zayn ha paura di trovare Liam in una condizione alla quale lui non sa porre rimedio.

Quando lo vede tutto diventa reale, ma improvvisamente sa cosa fare.

Liam è fermo, seduto a terra, con un foglio nelle mani e gli occhi nocciola persi nel vuoto.

È rigido, ogni muscolo teso, perfino quello mascellare lo è, e Niall ha paura che continuando in quel modo finirà per contrarre ogni muscolo, anche il più piccolo.

Ma ciò che lo preoccupa maggiormente, mentre gli si avvicina cauto, è che Liam si sia rotto dentro, nella mente, irreversibilmente – un'altra volta.

"Niall..." sussurra Liam, con lo sguardo ancora vacuo.

"Sono qui" gli dice l'amico, accasciandosi a terra e posando una mano, in una carezza, sul braccio dell'amico.

"Niall, aiutami" sussurra Liam, senza guardarlo, come se fosse cieco.

La prima cosa che Niall fa è quella di togliergli il pezzo di carta dalle mani. Poi lo legge senza scrupoli e Liam glielo permette; lui può sapere, lui deve sapere.

Liam lascia andare quel foglio, guardandolo per un'ultima volta, ma quando l'amico, dopo aver letto e taciuto, tenta di farlo alzare, Liam urla un "No!" che lo fa rimanere fermo, atterrito.

"Cosa c'è che non va?" gli chiede, piano, dopo qualche secondo. E lo sa che non è la domanda migliore da porgli, perché sa benissimo cosa c'è che non va.

La risposta di Liam, tuttavia, lo lascia senza fiato.

"Se mi muovo...lo rifarò" dice con un tono talmente tetro da far rabbrividire l'irlandese.

"Cosa rifarai, Liam?" chiede con la paura a far accapponare la sua pelle.

Liam lo guarda, serio, disperato, disperso in chissà quali pensieri e Niall non ha bisogno di spiegazioni – in quello sguardo ci rivede un bagno, uno specchio rotto e il sangue.

"Non accadrà invece. Non accadrà, non te lo permetterò" dice nella totale disperazione, carezzandolo in viso e spostandolo verso di lui.

Liam chiude gli occhi, mentre le lacrime gli riversano sulle guance. "Sì, invece, non c'è più. Gli ho detto tutto, se ne è andato... Non ha più senso. Niente ha più senso. Io... la mente, la mia fottuta mente dice che è l'unica soluzione, ancora..."

Niall sbarra gli occhi e lo abbraccia, incapace di fare altro. "Liam, ascoltami, ci sono io che ho bisogno di te. Ricordi? Si fa insieme. Si combatte il mostro insieme."

Liam finalmente lo guarda e lo vede.

"Quello che ti fa ragionare adesso è quel fottuto mostro. Non puoi andartene, combatti quello stronzo che ti sta suggerendo la via più semplice. Combattilo perché ci sono tante persone che ti amano, qui. Io, Louis, Harry.

E c'è anche Zayn. Non se ne è andato. C'è. Deve solo mettersi a posto, deve solo capire cosa vuole per se stesso. Io lo capisco, Liam. Io penso che abbia ragione, devi... dargli la possibilità di decidere dopo aver saputo tutto.

Io lo capisco, prova a farlo anche tu... Perché solo allora capirai che non se n'è andato" sente di mentire un po', benché in quelle parole ci sia della verità.

Liam cerca rassicurazione e la trova in quegli occhi, in quel sorriso appena pronunciato.

"E se non torna? E se-" prova, in un sussurro disperato. "Non pensarci, adesso. Adesso che sei così vulnerabile non farlo, ti prego. Fallo per me" gli ripete, carezzandogli i capelli. Liam si aggrappa alle sue braccia e si muove in un miracolo, poi annuisce.

"Devo- devo uscire di qui" dice, aggrappandosi all'amico. E Niall lo afferra, velocemente, per issarlo; soltanto in quel momento, di fronte alla porta della stanza, Niall si rende conto della presenza di due volti pallidi e impauriti: Louis e Harry.

Sorride ad entrambi e gli dice di andare a dormire e di non preoccuparsi.

Ci penserà lui, come ha sempre fatto, dopotutto.

Annuiscono in risposta, sconsolati, e si chiudono dietro la porta della loro stanza.

Quando arrivano nella loro, Niall abbandona delicatamente Liam nel suo letto e, poi, lentamente, inizia a spogliarlo.

Gli toglie i calzini, poi la maglia e perfino i pantaloni.

Si spoglia anche lui, mettendosi una maglia lunga, che usa come pigiama, e si infila sotto le coperte assieme a Liam. Poi lo abbraccia e permette all'altro di respirargli sul collo.

"Ho paura" gli sussurra Liam.

"Non ci tornerai in quel posto, Liam. Tu sei guarito, tu sei cambiato dal ragazzino che ha tentato di togliersi la vita. Tu vuoi vivere e lo hai dimostrato poco fa, attendendo il mio arrivo. Hai combattuto il mostro. E io sono qui, non vado da nessuna parte. Sono qui." Lo consola, sapendo che ora è quello, il problema che attanaglia i pensieri di Liam. Gli accarezza la schiena, su e giù, lentamente e quel semplice gesto calma il respiro dell'altro.

Liam inizia a piangere, però, e a tirare su col naso e Niall, incapace di trattenersi, lo segue a rotta di collo.

Un pianto liberatorio.

Entrambi lo fanno per vari motivi.

Liam piange per la perdita, per la consapevolezza di essersi ritrovato al punto di rottura, per la paura che Zayn non torni più e perfino per il terrore di ritornare in una clinica psichiatrica.

Niall piange per l'amico, perché ci ha sperato con tutto se stesso che lui e Zayn si ritrovassero – benché avesse anche immaginato la reazione dello spogliarellista.

Piange perché ha le stesse paure di Liam, ha paura che Liam decida di farla finita e Niall senza di lui si sentirebbe perso, perché è la sua forza.

Ma sa anche che fino a quando lo avrà tra le proprie braccia, Liam sarà al sicuro dal mostro. Per questo, lo stringe forte a sé e non lo lascia andare, dandogli tutta la forza e l'aiuto che quell'abbraccio e quelle lacrime riescono a esprimere.

Niall piange anche perché si sente un egoista quando stravolto dalla stessa stanchezza di Liam, dovuta al pianto, si addormenta insieme a lui, ma con il pensiero di Josh a bussare nella sua testa.

*

Quando Veronica e Zayn escono dall'HeartAttack si scontrano con un BMW che parcheggia di fronte a loro. Da esso, esce Josh con uno sguardo diverso dal solito che stupisce entrambi.

"Cos'è oggi? Una riunione o anche tu cerchi un posto dove dormire?" sbotta Veronica, aggrappandosi alla vita di Zayn per sorreggerlo meglio.

Josh sorride appena e nega col capo. "Cos'è successo?" chiede, spostando i suoi occhi su Zayn che, semplicemente, abbassa il capo.

"Niente" risponde atono, stringendo i pugni.

"Ok, non sono affari miei. Ma ero lì e ho sentito che Liam non sta bene. Tu c'entri qualcosa?"

Zayn lo guarda, livido in volto, e fa una smorfia indecifrabile che fa sussultare la donna che lo sta sorreggendo.

"È così tanto grave ciò che è successo?" gli chiede in modo carezzevole, come soltanto una sorella può fare.

Zayn pensa che nessuno, nemmeno Veronica in questo caso, possa capire la situazione. E tutti avranno modo di dare la colpa a lui, per quella situazione, ma a Zayn non importa.

Non deve importare, perché cadrebbe nelle scelte che l'hanno portato a distruggersi dentro. Ritornerebbe a farsi del male e non può.

E lo sa che Liam non deve aver reagito bene e soltanto questo pensiero fa star male anche lui, lo fa sentire in colpa. Lo fa sentire uno schifo, ma è ciò che sente sia giusto per lui.

Non può, per quanto vorrebbe, correre da lui e sistemarlo perché deve pensare a se stesso e sistemarsi.

"Andiamocene, ti prego..." dice, senza risponderle. Prima che Zayn decida di tornare da lui, prima che scelga di nuovo Liam, invece che lui.

Veronica annuisce e guarda Josh.

"Soltanto... Stammi bene, qualsiasi cosa sia successa, prenditi cura di te, okay?" gli dice l'amico e Zayn non può fare a meno di guardarlo con un sorriso e annuire.

Quando si incamminano verso la moto, però, Zayn si ferma e si gira verso il collega: "Non dirgli dove sono, Josh. Non dirlo a nessuno, ti prego. Ho bisogno che tu mi prometta questo" dice.

Josh sbarra gli occhi e per un momento esita. Ciò significherebbe dover mentire a Niall?

Poi, senza pensarci molto, annuisce. Per Zayn, che considera una persona molto vicina alla tipologia di migliore amico, può farlo. "Certamente, Bro!" risponde, per poi riavvicinarsi al suo Romeo. "Ah!" a proposito di Niall, esclama e pensa, correndo verso il collega.

"Devi farmi un favore anche tu, Zayn" dice, una volta raggiunto. Zayn annuisce e "Se posso" dice in un sussurro.

"Ho bisogno del numero di Niall"

Zayn annuisce ancora, mesto, e afferra il cellulare in silenzio, poi glielo dà.

Davanti alla moto, Veronica si toglie i tacchi dodici che indossa, mentre Zayn l'osserva con piglio.

"Ora vorresti dirmi che sai guidare una moto e che vorresti usare la mia?" chiede con dubbio.

Veronica lo fissa con un'espressione di sufficienza, prima di allungare il palmo della mano verso di lui per farsi dare le chiavi.

"Per chi mi hai preso? Certo che so guidarla. Forza, dammele"

Zayn indugia qualche secondo, ma il dolore all'addome gli consiglia di dar retta a Veronica che, afferrando le chiavi, gli passa le scarpe.

"Non lasciarle cadere, valgono più di te" lo intima, guardandolo severa. Zayn sorride appena, divertito, per poi annuire, improvvisamente spaventato da quello sguardo minaccioso.

Una volta arrivati a casa di Veronica, Zayn ha modo di constatare che la ragazza sa davvero farci con le moto e che se non la considerasse una sorella, lui, beh, "ti bacerei, se non fossimo tanto dannatamente uguali da farmi credere di baciare me stesso" farfuglia.

Veronica sorride soddisfatta e "Oh, lo so, lo so, sono irresistibile..." afferma, incamminandosi verso il cancelletto della propria casa, sculettando anche se con Zayn sotto braccio.

"Niente scale?" chiede Zayn come se fosse un miracolo.

"Niente scale" risponde Veronica, facendo ondulare i suoi capelli lunghi e leggermente mossi.

"Posso restare per sempre?" ironizza – per quanto sia serio – Zayn. Veronica ride, passandosi una mano davanti al viso e spostandosi poi una ciocca di capelli.

"Puoi restare se Leeroy e Marcel ti accetteranno"

Che nomi particolari, è il primo pensiero a quell'affermazione.

Quando entrano in casa, Zayn e Veronica hanno la possibilità di verificare subito se il nuovo arrivato sarà ben accolto.

Sul divano un ragazzino magro con addosso un pigiama da sfigato, si sta struggendo davanti alla Tv con un pacco di fazzoletti in mano.

"Marcel!" è il rimprovero di Veronica. "Ma ti pare l'ora di stare davanti alla televisione?"

Marcel si gira a guardarli, i suoi occhiali – pensa Zayn – sono decisamente troppo grandi per il suo viso.

"The Notebook" si giustifica, asciugandosi velocemente le lacrime, per poi alzarsi e avvicinarsi per baciarla affettuoso. Veronica ricambia con un sorriso e un'alzata d'occhi al soffitto.

Zayn si domanda perché tutti piangano con quel film. Lui non lo ha fatto e questa ammissione, una volta, ha sconvolto così tanto Louis che, con sdegno, gli ha esclamato, dopo aver urlato in modo decisamente poco mascolino, qualcosa come: "Zayn ha detto cosa? Sei serio?*", facendo scoppiare a ridere Niall e Liam.

"È un tuo amico?" gli chiede il ragazzo, con la sua strana vocina, poggiando le mani sui fianchi in gesti veramente femminili.

Zayn lo guarda alzando un sopracciglio. Per questo motivo Veronica ha usato la parola "stravagante" per descrivere i suoi due coinquilini?

Se lo domanda mentre pensa involontariamente se Leeroy sia quello meno o più... eccentrico.

Veronica annuisce e guarda Zayn, facendogli segno col capo di presentarsi.

"Ehm, ciao. Io sono Zayn, lavoro con Veronica..."

Marcel gli fa un sorriso innocente e annuisce, guardando prima lui e poi l'amica.

"Vi assomigliate incredibilmente, lo sapete?" dice.

Entrambi si sorridono, guardandosi. "Anche se la tua faccia non è messa tanto bene, eh. Chi è il cattivone che ti ha ridotto così?" Chiede Marcel, in una smorfia buffa.

Zayn prova a spiegarsi, ma Veronica lo interrompe prima che abbia modo: "Marcel, Zayn mi ha chiesto ospitalità... ti va bene?" sembra esitante.

Marcel si illumina e gioca muovendo velocemente le gambe, come se stesse ballando a ritmo di una musica assente, Zayn alza un piglio e spera che Marcel dica di sì – anche se non ha fatto nulla per meritarsi quella gentilezza.

"Devi parlare con tuo fratello, per me non ci sono problemi! Aspetta che lo chiamo, tanto non sta dormendo, mi sta aspettando..." dice malizioso, con una strana scintilla negli occhi e scoppiando in un risolino esaltato, che fa sorridere anche Zayn.

Veronica, invece, alza soltanto gli occhi al cielo in uno sbuffo.

"Leeroy, mhhh**" lo chiama Marcel, avvicinandosi a una porta e Zayn proprio non riesce a contenere la sua ilarità, dopo quel buffo mugugno del ragazzo.

Quando una testa bionda spunta da dietro una porta, Zayn non ha più dubbi: se la battono entrambi per il trofeo del più "stravagante".

Veronica lo guarda come se volesse dirgli: "Te l'avevo detto che erano strani, ma che ci vuoi fare? Li amo..."

"Hey ragazzi!" è la risposta entusiasta di Leeroy che avanza verso di loro come se danzasse invece di camminare. Dopo aver dato un fugace bacio al suo compagno, che gli accarezza velocemente una gota in risposta, Leeroy osserva il nuovo arrivato e allunga una mano.

"Ciao! Io sono il fratellastro di Veronica. Finalmente mia sorella si è decisa a portare il suo fidanzato a casa?" Zayn stringe quella presa.

"NO!" è la risposta improvvisa della ragazza e Zayn la guarda con piglio. Si domanda: "Sarei così malaccio?"

"In effetti, sembrate troppo simili per essere una coppia! Guarda, Vero, somigli molto più a lui che a me!" ironizza Leeroy, ridendo, mentre si fa abbracciare per la vita da Marcel, che sorride, ebete, annuendo.

Quella coppia è così assurda. E Leeroy gesticola fin troppo per i gusti di Zayn, ma lo fa a ritmo, con eleganza, come se tutto di lui girasse attorno alla danza.

Zayn lo osserva meglio e, in un momento, si ritrova a sbarrare gli occhi sgomento e frustato: Leeroy ha tratti che gli ricordano incredibilmente Liam.

Stringe a pugno la mano, mentre anche stavolta gli fa segno di presentarsi.

"Ciao..." dice a fatica, provando un sorriso che già conosce. "Piacere di conoscerti, sono Zayn, un amico di tua sorella..." continua, guardando poi altrove, sconcertato.

Zayn si sente in gabbia. Quelle iridi nocciola, come quelle di Liam, cazzo, sono terribilmente uguali.

"Honey, mi diceva Veronica se potevamo ospitare il suo amico! Guarda che cucciolo indifeso, è vero che possiamo?" gli domanda Marcel, con voce smielata, lasciandosi abbracciare da Leeroy lungo la spalla.

Zayn si sente come un cane che sta per essere scelto. Un cane profondamente acciaccato.

Si guardano i due eccentrici, si sorridono e potrebbero essere anche sul punto di baciarsi, lì, davanti agli altri due, ma le loro labbra si aprono, divise, soltanto in un dolce sorriso.

Zayn si sente profondamente in imbarazzo di fronte a tutto quell'amore così semplice, naturale e bello.

Veronica li guarda con esitazione, per poi sospirare di sollievo quando "Ma assolutamente, vai a preparare subito il letto nella stanza degli ospiti! Vai, vai! Su, un, due e tre!" lo incita Leeroy, dando poi una leggera pacca sul fondoschiena del ragazzo, facendolo saltare in un gridolino, quando questo, passandogli davanti, sorride alla ragazza e al nuovo arrivato.

Zayn si sente in bilico tra il sollievo e l'angoscia.

Più guarda Leeroy e più ci rivede la caricatura di Liam. Veronica gli sorride, mentre gli fa vedere la casa; quello che poi scopre essere uno stravagante coreografo, invece, li saluta, andandosene a dormire.

"Marcel, ti aspetto in camera! Fa presto, darling" urla, facendo udire anche ai due che sorridono.

"Oh, Zayn, preparati psicologicamente... Fanno sempre così e anche peggio"

"Sono adorabili" è la risposta mesta dell'altro.

Veronica lo abbraccia in bagno, sorprendendolo, perché non è il tipo di persona avvezza a quel tipo di dimostrazioni.

"Tutto si sistemerà, tesoro."

Ma Zayn non è tanto sicuro.

Alla fine non è mai la fine 

ma qualche fine dura un po' di più 

Da qui in poi si può solo andare 

ognuno come può 

portando nel bagaglio quel che c'era 

e le macerie dopo la bufera 

ricordi belli come un dispiacere... ora.

M'abituerò, Ligabue

*

Ora che sono nel letto Harry vorrebbe dirgli: "Lou, posso abbracciarti?"

Perché dopo aver visto Liam in quelle condizioni si sente vuoto e con un peso nel petto che non lo fa respirare e perché anche Louis è sembrato particolarmente sconvolto da tutto questo.

Non conosce Liam da molto, né Louis, ma si sente già terribilmente legato a tutti – è fatto così, Harry, si affeziona subito.

In quello stato, Harry sa che Louis sarebbe quel porto capace di calmare la tempesta che lo sta agitando passivamente, ma non riesce a chiederlo. Dopotutto ha ancora paura di essere rifiutato.

Louis è girato di spalle; come Harry si è infilato il pigiama e nel tacito buio, poi, si è messo sotto le coperte.

Alla vista di Liam, si è sentito piegato da un senso di inadeguatezza che non è riuscito ancora a controllare.

Ha sempre pensato di conoscere quello che per lui è stato - ed è - un migliore amico, ma non è affatto così.

Il passato di Liam è un punto interrogativo e vederlo in quello stato gli ha fatto pensare quanto sia stato inutile ed egoista, lui, a non aver chiesto, a non aver domandato, nel corso di quegli anni d'amicizia.

Si sente uno schifo e come Harry è dispiaciuto di non poter far nulla per risolvere quella situazione.

"Secondo te cosa gli è successo?" chiede il più piccolo, spezzando quel silenzio in cui si sono crogiolati.

"Non lo so, Harry" taglia corto Louis, in un sospiro triste.

La messa in atto di quelle parole lo fanno precipitare ulteriormente nell'abisso dei suoi freddi pensieri. Si rannicchia in se stesso, per tentare di confortarsi, ma sa che è tutto vano.

Harry, nel frattempo, a quella risposta, si è spaventato maggiormente. Louis sembra distante, triste. Sembra stia provando un dolore silenzioso, ma fatale, che lo rendono disarmato e impossibilitato a rimediare.

Louis sembra volersi allontanare da lui, da quella situazione.

E Harry non vorrebbe far altro che abbracciarlo più di prima, per tentare di farlo stare meglio – ma anche in quel caso non ha il coraggio.

Perché pensa: e se Louis lo respingesse perché irritato da quella sua improvvisa presa d'iniziativa? 

Dopotutto Harry non riuscirà mai a decifrarlo. Quando pensa di esserci quasi riuscito, ecco che Louis lo sorprende ancora una volta.

Eppure in quel momento Harry si sta sbagliando perché Louis lo ha pensato in un decimo di secondo il fatto che vorrebbe essere abbracciato. E se ne stupisce perfino Louis, di quel pensiero, perché non gli è mai successo.

Non gli è mai accaduto di desiderare il conforto di qualcuno, Louis piuttosto ha sempre voluto rimanere da solo a giocare a far finta che non sia accaduto nulla – sì, anche se è il primo a cui importa, Louis spesso ha fatto finta.

Tuttavia riconosce in Harry una forza capace di attirarlo come una calamita. Louis sa che vicino a lui, in quelle braccia, tutto avrebbe improvvisamente un senso – sì, anche quel dolore che prova nei confronti di Liam.

Perché Harry è l'unico capace di farlo sentire meglio con la gentilezza dei suoi gesti e questo ha avuto modo di capirlo in tante situazioni e in pochissimi giorni; e ne è totalmente spaventato, ma quella energia è più forte della paura e, diversamente dal riccio, Louis non preferisce rimanere in silenzio, così "dormi?" chiede, dopo qualche minuto.

"Non ci riesco-" è il lamento gutturale di Harry che, però, viene interrotto con un "Harry, puoi abbracciarmi fino a quando non mi addormento?" che Louis dice in un sol fiato.

La risposta di Harry è il silenzio.

Per dieci secondi, che passano inesorabili, Louis sente soltanto i suoi battiti irregolari e l'ansia per aver osato troppo.

Forse ha sbagliato, pensa, probabilmente avrebbe dovuto continuare a comportarsi come ha sempre fatto. Forse non avrebbe dovuto nemmeno richiedere quelle attenzioni, perché sono emozioni e lui non dovrebbe desiderarle. Ma la stessa forza gli sussurra di aspettare e lui annuisce al buio e inizia contare i secondi che trascorrono in silenzio – 1, 2, 3 – sperando che quell'energia abbia ragione e che Harry agisca e non lo lasci solo.

Perché Louis non vuole restare solo, non se accanto a lui c'è Harry.

Per dieci maledettissimi secondi, Harry tenta di capire se ciò che ha sentito è stata veramente la voce cristallina di Louis o se la sua testa gli ha giocato un brutto scherzo.

Non può crederci che Louis abbia avuto il suo stesso desiderio.

Per dieci fottuti secondi, il cuore di Harry sembra smettere di battere.

Gliel'ha chiesto veramente? – 7, 8, 9 – a dieci smetterà di attendere.

"Come non det-" dice Louis, secco, e quelle parole sono la risposta ai dubbi di Harry.

Poi un rumore di lenzuola, il materasso che si agita e il freddo, che ha colpito secco le loro caviglie, sono tutti i segnali che lo fanno ammutolire.

Perché quelli sono i movimenti che Harry ha compiuto per avvicinarsi a Louis.

Louis si sente abbracciare in vita e tirare verso il corpo dell'altro; chiude gli occhi e sospira, mentre il cuore si risolleva in un tonfo che gli arriva in gola, mentre realizza che quell'abbraccio è proprio ciò che ha desiderato ardentemente.

Louis si sente sollevato, Harry è al settimo cielo.

Louis capisce che non ha avuto tutti i torti nel fare quel genere di pensieri, perché in quella gabbia d'oro, che sono le braccia di Harry, si sente un uccellino felice di essere amato e accudito.

Perché realmente Harry è capace di farlo sentire meglio.

Perché davvero Harry è qualcosa che gli è mancato per tanto tempo.

Perché definitivamente Harry è il suo miracolo.

Harry, che non fa domande sulle sue scelte passate. Harry, che gli sta semplicemente vicino. Harry... che chiudendo gli occhi finalmente torna a respirare sulla pelle di Louis.

Le parole di Louis sono state una bussola per lui, che hanno puntato dritto sul suo porto, che puntano sempre in una sola direzione: casa.

Perché è così che si sente Harry, come una nave appena attraccata dopo un lungo viaggio, scortata da una bussola che punta sempre e solo in un luogo, verso una persona, verso Louis.

Louis è il suo Nord.

"Buonanotte, Harry" gli dice, ringraziandolo per non aver fatto domande, per non averle fatte mai; e in quel momento, abbracciato a lui, confortato dal respiro di Harry sulla sua pelle, vorrebbe seriamente farlo: ringraziarlo per non essere come gli altri e per essere, invece, la sua incredibile eccezione.

"Notte, Lou" è la risposta di Harry, mentre affonda una guancia sul cuscino di Louis.

Si addormentano lentamente, in quella che ormai è diventata la loro posizione canonica: a cucchiaio.

Nel buio della stanza qualche ora dopo, mentre i due abbracciati nello stesso respiro dormono placidi, uno schermo di un telefono si illumina al suono di un 'bip' che segnala l'arrivo di un messaggio.

Gli sms notturni sono sempre pericolosi; soprattutto se chi li invia è sbronzo – esattamente come il mittente di quel messaggio.

Questo perché, spesso, da ubriachi non si fa altro che dire la verità dei propri sentimenti – anche se non si vorrebbe – e il buio, poi, è un alleato fondamentale per le confessioni da Vodka.

Il proprietario del cellulare è Harry e l'sms, invece, è di una persona che è sempre stata capace di sorprenderlo – forse non quanto Louis.

Difatti dice:

Che fine hai fatto, Harry?

Mi manchi, lo sai?

Sono stato un coglione, lo so, e mi dispiace in un

modo che... Dio, quanto vorrei tornare indietro e riparare le cose.

Spero tu possa perdonarmi... ti prego, fallo.

Non sono stato affatto un buon amico.

Il punto è che continuo a sognarti, a sognare quella festa, a sognare noi.

Continuo a pensarti.

A desiderarti in un modo che mi è sempre stato detto fosse sbagliato.

E mi dispiace per come mi sono comportato con te, in questi mesi.

Mi dispiace terribilmente.

Che devo fare, Harry?

Sei sempre stato il mio migliore amico e in un momento sei diventato altro...

Forse tu in questo sei stato migliore di me.

Hai avuto coraggio.

Io sono stato solo una testa di cazzo che ha capito cosa sei per me

soltanto quando te ne sei andato...

E, oddio, guarda questo sms cosa sta diventando.

Mi dispiace, sono ubriaco e...dovevo dirti tutto questo.

Mi manchi davvero.

Perciò in qualunque posto tu sia, torna... Okay?

O ti verrò a cercare io...

Tuo N.

*"Zayn ha detto cosa? Sei serio?*" è un omaggio a una delle interviste degli 1D che più mi ha fatto ridere.

In inglese: "Zayn said what? Are you serious?" e qui () il video, guardatelo, ne vale la pena non solo per questo momento, ma per il contenuto Larry! **

La scena citata sta al minuto 7 :)

** "Leeroy, mhhh" citazione al video "Best song ever". Scusatemi, ma da lì mi è partita la ship per questi due e DOVEVO!

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