•1•

Dan spalancò la porta della sua nuova camera, trascinandosi dietro una valigia abbastanza grande da permettergli di sedercisi comodamente dentro.

La tirò su, sbuffando, e appena prima di attuare la manovra lancia-la-valigia-sul-letto, si sbilanciò e inciampò sui suoi stessi piedi, spalmandosi rovinosamente a terra:

"Ahia, il naso..."

Dal piano di sotto giunse la voce di sua madre:

"TESORO, CHE È SUCCESSO?"

"NIENTE MAMMA, MI È CADUTA LA FELPA" Esclamò lui in risposta.

"E HA FATTO COSÌ TANTO CASINO?"

"SAI COM'È, C'ERO IO DENTRO"

Il ragazzo udì distintamente la risata di lei, anche perché aveva l'orecchio ancora appiccicato al pavimento.

Si tirò su, spolverandosi i jeans e la felpa rosa pallido che aveva indosso, e stavolta appoggiò con delicatezza la valigia sopra al letto, che di letto aveva ben poco, dato che c'era solamente la rete.

Guardandosi intorno, vide che non aveva l'aspetto accogliente della sua vecchia camera, ma si disse che tanto l'avrebbe sistemata a dovere.

Aprì la valigia con cautela, e prontamente qualche centinaio di magliette e pantaloni saltarono fuori, sparpagliandosi sul pavimento.

Dan si tolse un paio di boxer dalla spalla e, borbottando tra sé e sé, spinse i vestiti di nuovo dentro, per poi salire sul letto e saltare sopra al valigione per chiuderlo.

"Vabbè, ho capito, mi tocca sistemare"

Il suo armadio era già lì: dentro si era accumulata un po' di polvere dovuta al viaggio, ma lui ci soffiò sopra, ottenendo il doppio effetto di spazzare via la polvere e farsene finire una discreta quantità negli occhi.

"Aaaargh, ancora?! Questa casa mi sta portando sfortuna"
Esclamò il povero ragazzo, strofinandosi i bulbi oculari con il dorso delle mani.

Quando finalmente riuscì a vederci di nuovo, riaprì la valigia e gli abiti saltarono fuori di nuovo.

"Sarà un luuuungo pomeriggio..."

~•~

"HO FINITO, EVVAI"

Urlò Dan, non appena infilò l'ultima felpa nell'armadio, alzando il pugno in aria.

Si stiracchiò le braccia e la schiena, e poi scese in cucina.

"Mamma, sei qui?"

Nessuno rispose.

Un qualcosa di bianco poggiato sul tavolo attirò il suo sguardo: era un biglietto della madre.

"Dan, tesoro, sono uscita perché dovevo finire di compilare i fogli rimasti per la compravendita. Tornerò a casa più tardi.
Baci"

Dan ripiegò il bigliettino, decidendo che sarebbe andato a fare un giro per il quartiere.

Corse di sopra, recuperando al volo il cellulare e le cuffiette, poi prese le chiavi e uscì, assicurandosi di chiudere bene la porta (n.a.: Brendon è orgoglioso di te).

~•~

Era una giornata soleggiata, anche se nel cielo c'erano un paio di nuvole bianche che a tratti gettavano la loro ombra a terra.

Dan, con le cuffiette nelle orecchie e i Fall Out Boy a palla, iniziò a gironzolare per il quartiere.

C'erano davvero pochissime persone in giro, cosa che lui trovava leggermente triste, essendo una così bella giornata.

Novocaine terminò proprio in quel momento, e lui tentò di indovinare la canzone che sarebbe iniziata dopo.

Puntualmente, sentì i primi accordi di G.I.N.A.S.F.S. e la voce angelica di Patrick, e istintivamente sorrise: aveva sempre amato quella canzone.

"I loved everything about you that hurt, so let me see your moves, let me see your moves...

Lips pressed close to mine, true blue...

But the prince of any failing empire knows that everybody wants, everybody wants to drive on through the night, if it's a drive back home...

Things aren't the same anymore...

Some nights it gets so bad I almost pick up the phone...

Trade baby-blues for white eyed brows,

I sleep with your shirt and walk through this house in your shoes...

I know it's strange...

It's a strange way of saying that I know i'm supposed to love you...

I'm supposed to love you, oooh..."

Dan sorrise.

Girò l'angolo e vide che poco distante da dove stava passeggiando c'era un piccolo parco, dove si scorgevano famiglie e coppiette che stavano passando il pomeriggio, e decise di dirigersi lì.

Varcò il cancello e camminò per il sentiero, inoltrandosi più all'interno del parco.

Arrivò ad uno spiazzo con una grossa fontana a forma di delfino, che gettava acqua dalla bocca.

Individuò una panchina libera e ci si sedette, per poi sollevare le gambe e sdraiarsi, con la schiena appoggiata al bracciolo di metallo.

Il sole gli scaldò il viso quando lui lo alzò, chiudendo gli occhi per godere del calore.

Aveva ancora le cuffiette, e la sua playlist fece partire Turn Off The Lights dei Panic! At The Disco.

Dan iniziò a canticchiare sottovoce, ma a metà la canzone si interruppe, e un leggero ping risuonò nelle sue orecchie: era un messaggio di sua madre, che gli chiedeva dove era.

Dan entrò nella chat e le rispose, poi si alzò e iniziò a camminare velocemente verso casa sua.

~•~

Dan aprì la porta della sua camera, accorgendosi che il materasso e la coperta erano stati sistemati, e ci si buttò di peso, affondando la faccia nel tessuto morbido che sapeva di casa.

Era stata una giornata abbastanza stancante, tra il viaggio e la sistemazione, quindi si cambiò, infilandosi il pigiama e scivolando sotto le coperte, per poi cadere poco dopo in un sonno profondo.

~•~
Hi frens

Avevo detto che avrei pubblicato il capitolo tre giorni fa

Ops...

~Mad Skull

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