videogames- Kuroken

Kenma si avviava verso l'uscita della palestra, i capelli ancora umidi dalla doccia appena fatta e gli occhi solitamente freddi velati dall'adrenalina che gli circolava in corpo, reduce della partita appena giocata. Il borsone gli rimbalzava su una coscia ad ogni passo, a ritmo regolare.
Si tirò su la manica, in modo da liberare la mano coperta dalla stoffa, ed aprì la porta, richiudendola dietro di se. Prese gli auricolari dalla tasca e li portò alle orecchie, accendendo il cellulare ed aprendo il nuovo gioco, installato appena prima della partita. Non aveva ancora avuto modo di provarlo.
La musica gli entrò nella mente, portandolo in un altro universo. Ma il nostro Kenma era diventato un maestro nel camminare e giocare ai videogames contemporaneamente, quindi procedette, con il capo chino sul dispositivo. I capelli biondi ormai troppo lunghi e con una ricrescita evidente gli ricadevano ai lati del viso, schermandolo ancora di più dal resto del mondo.
Procedeva a piccoli passi, tirando talvolta su la spalla per evitare che il pesante borsone gli scivolasse.
Era rapito, perso in quel mondo di pixel. Così preso da non accorgarsi che qualcuno si stava avvicinando velocemente a lui.
Non se ne rese conto finchè non sentì più la musica dall' orecchio sinistro. Il capitano della Nekoma lo guardava con il suo solito sorriso beffardo, tenendo la cuffietta a mezz'aria.
Per prenderla aveva scostato i capelli dal viso del pallegiatore. Ancora ondulavano leggermente, soggetti alla forza di gravità, dato che il biondo aveva ancora il capo chino a terra.
E non aveva intenzione di alzare lo sguardo, soprattutto ora che del rossore si era fatto sazio sulle sue guancie, a causa del leggero tocco della mano del corvino.
Era da un po' di tempo che Kenma sentiva quel... qualcosa. Erano amici di infanzia, erano abituati a stare insieme. Anche se Kenma era un tipo solitario, quello che molti chiamano "asociale", e Kuroo, così si chiamava, un ragazzo sarcastico, pieno di energia e solare, si volevano molto bene, fin da piccoli.
Ma ultimamente Kenma sentiva che i sentimenti per l'altro andavano evolvendosi. Non sapeva neanche lui fino a che punto.
Sentiva la mente in confusione ad ogni suo tocco, il cuore accelerarsi ad ogni parola che rivolgeva a lui soltanto e lo stomaco sottosopra ogni volta che gli parlava.

-ti trovo sempre così- prese parola Kuroo, senza perdere il sorriso poco rassicurante.
-perchè non vieni con noi a festeggiare? abbiamo vinto una partita importante- gli propose, facendo un cenno verso il resto della squadra, che intanto stava cercando di entrare tutta in una macchina, o meglio, il problema era solo far entrare Lev, visto che Yaku si rifiutava di sedersi sulle sue gambe.
-sono apposto così, grazie- mormorò, girando il capo quel poco che bastò all'attaccante per vedere la scintilla del sole tramontante riflessa nei suoi occhi color ambra.
Rimase zitto per due secondi, poi prese parola, pronunciando delle parole molto diverse da quelle a ci aveva pensato fino a qualche momento prima.
-è un nuovo videogioco? Se ti serve un compagno di gioco...- iniziò, chiedendosi cosa gli fosse preso. Quel ragazzo... non voleva lasciarlo solo. Che gli stava succedendo? un ragazzo come lui preferiva trascorrere la serata a giocare ai videogiochi piuttosto che andare a festeggiare con la squadra, probabilmente ad ubriacarsi?

Kenma sorrise leggermente. -tranquillo se vuoi andare vai- sossurrò, sentendo il cuore a mille per la proposta.
-No... insisto- si impose, spostandosi davanti a lui e togliendogli anche l'altro auricolare. 
-però dovrai avere molta paziensa con me- lo avvertì, avvicinandosi leggermente a lui, per mettergli le cuffiette in mano. Kenma lo guardava dal basso all'alto, per via della grande differenza di altezza.
Kuroo aveva lo sguardo incatenato a quello del biondo, e constatò con stupore che i suoi occhi brillavano anche se non illuminati dal sole, come se risplendessero di luce propria.
Quel color ambra intenso che in poche situazioni si poteva ammirare, siccome Kenma aveva sempre lo sguardo rivolto al terreno.
Il biondo però non sapeva che Kuroo si era girato e aveva imboccato la strada verso casa con le mani in tasca solo per sottrarsi al suo sguardo, avendo paura di rimanerne stregato.  Dopo qualche secondo anche l'alzatore lo seguì, affiancandolo.

Non stavano dialogando, per Kuroo era strano non parlare, sentiva come la necessità di dire qualcosa.
-oggi hai giocato bene- mormorò, calciando i sassolini davanti a lui. per qualche motivo aveva perso quel suo tono di sfida che di solito lo caratterizzava.
-non è vero- disse Kenma, senza alzare lo sguardo. -ti ho alzato delle brutte palle- gli ricordò. Non era poi così facile fare il palleggiatore, poi, ora che si faceva dei problemi ogni volta che l'alzata non soddisfava al 100% le sue aspettative, non lo faceva schiacciare con il massimo della potenza o permettergli di aprirsi in tutto il campo.
-nah, andavano bene- lo dileguò. -capitano a tutti dei giorni no, poi hai la fortuna di avere il sottoscritto, che schiaccia anche l'impossibile- si vantò, ritrovando un po' del suo smalto. Diede un spallata amichevole al più basso, che fece provare... una sensazione come di caduta libera ad entrambi, in primis al minore, che non si aspettava quel tocco improvviso.
Non dissero altro, troppo presi a sostenere un'accesa discussione tra cuore e cervello per iniziarne una vera.

Dopo 20 minuti abbondanti di camminata arrivarono a casa del biondo, che borbottava, non trovando le chiavi. Alla fine le trovò, dopo un'intensa ricerca. girò la maniglia ed aprì la porta, tenendola per far entrare kuroo. Il corvino si ritrovò leggermente spaesato.
L'ultima volta che era stato a casa di Kenma era stata alcuni anni prima, prima che i genitori del biondo si separassero. Fuori era sempre uguale, mentre dentro sembrava... svuotata, coperta da un silenzio assordante, come un bell'involucro senza un bel contenuto, come una persona senz'anima.
Come era successo tutto questo? Kuroo non lo sapeva. E questo gli fece provare una strana consapevolezza, come un peso nel petto, anche se ormai lo sentiva vuoto. Si sentiva vuoto.

-vieni andiamo di sopra- mormorò il pallegiatore, tirandolo leggermente per una manica, superando il divano sul quale dormiva il padre, insieme a molte bottiglie vuote, davanti alla vecchia televisione ormai in stand-by.  Il piccolo sospirò leggermente alla vista, riprendendo poi a camminare a tesa bassa.
Salì le scale scricchiolanti portandosi dietro il maggiore, che intanto continuava a ripetersi come fosse potuto accadere. Vedendo il piccolo fare quella faccia rassegnata alla vista di quel brutto spettacolo era ciò che gli aveva fatto stringere il cuore.
La sua testa che andava giù, coperta nuovamente dalla tenda di capelli troppo lunghi, lo sguardo fisso sui piedi. Sospirò. In quel momento voleva... abbracciarlo. Voleva chiedergli scusa, farsi perdonare. 'sono sempre una persona egoista', pensò, con rammarico. Possibile che con tutto quello che Kenma stava probabilmente provando lui pensasse solo a se stesso? Si faceva ribrezzo. 

-Eccoci, fai pure come se stessi a casa tua- disse Kenma, mollando i borsone a terra, nel caos che dominava il pavimentpo della casa.
-scusa c'è un po' di disordine- mormorò, sedendosi sul letto ed accendendo la console.
Kuroo si guardò introrno. Era così diversa da quando erano piccoli... le foto di famiglia erano state tutte staccate, lasciando rettangoli di umidità sulla parete, eccetto una dove c'era anche lui.
Ricordò quel giorno, era il compleano di Kenma, ed erano andati a festeggiare tutti insieme in un grande prato. Ma Kenma odiava quel posto, era pieno di zanzare e non prendeva, così lui e Kuroo si erano inventati  un gioco.
Provò ad afferrare quel ricordo, ma non riusciva a ricordare altro. Continuò ad analizzare la camera. I suoi occhi si posarono sul pavimento, pieno di contenitori di cibo spazzatura, vestiti spaiati, involucri di cd sparsi... insomma, sembrava una discarica. Sospirò, AVVICINANDOSI* al minore, che intanto aveva preso due joystick. 
-allora se vuoi ti dico le regle in brev- iniziò Kenma, porgendogli un Joystick, ma non riuscì a terminare la frase, perchè fu interrotto dall'abbraccio di Kuroo. Arrivò in maniera improvvisa, così improvvisa che in un primo momento il biondo non ricambiò. Era rimasto fermo, con il dispositivo in mano e gli occhi spalancati per l'incredulità, mentre veniva cinto da quelle braccia possenti.
Dopo pochi secondi realizzò. Capì di essere in un posto sicuro, al calduccio, protetto. Tra le braccia del ragazzo che amava. Perchè sì, quella azione gli aveva fatto far pace con il cervello, o meglio, con il cuore. Ormai non aveva più dubbi. Kenma amava Kuroo.
Gli mise timidamente le mani sulla schiena, seppellendo la testina nell'incavo del suo collo, come a cercare di stargli ancora più vicino, di nascondondersi dentro di lui, dentro le sue braccia. Intato Kuroo l'aveva stretto ancora di più, iniziando ad acarezzargli cautamente i capelli.

-perchè non mi hai detto nulla?- gli sussurrò il corvino.
-avrei potuto aiutarti- Kenma non rispose, non intendeva spostarsi da lì, scosse solo leggermente la testa. Kuroo sorrise leggermente, malinconico.
-okay, va bene- decise di parlare lui, voleva provare a farlo rilassare, a farlo sentire al sicuro. Gli passò la mano sulla schiena, lentamente. -senti... mi dispiace. Avrei dovuto accorgermi della situazione. Sono uno stupido. penso sempre a me stesso. E tu... tu non hai colpa di tutto questo, sei solo una vittima. Mi dispiace così tanto Kenma- disse, scandendo parola per parola, continuando a stringerlo tra le sue braccia. -ma ora che lo so devi dirmi tutto, mi hai sentito? anche se sono le 3 di notte, chiamami. Anche se è solo per una cazzata, mandami un messaggio. Ti prego, non mi escludere dalla tua vita, dai tuoi problemi... io voglio esserci- mormoro, mentre sentiva il battito cardiaco accelerargli ad ogni parola. Abbassò lo sguardo sul minore. Avvinghiato com'era a lui gli sembrava proprio un gattino in cerca di coccole. Un gattino spaventato, che in quel momento necessitava di tutto l'amore possibile.
Visto che non parlava ancora decise di riprendere il suo monologo. Gli scostò una ciocca di capelli dalla faccia e lo prese da sotto i mento, facendogli girare la testa in modo da far incatenare i loro sguardi.
-sai... mi era mancato tutto questo- mormorò, baciandolo sulla testa, arrossendo leggermente.
-mancavi anche a me Kuroo- mormorò il minore, sfregando la testa sulla sua spalla. 

Rimasero così ancora per qualche minuto, finchè Kuroo non fu certo che Kenma si fosse calmato un pochino. -allora, lo proviamo questo nuovo gioco?- chiese il corvino, sorridendogli. Pensò si dovesse distrarre.
Il biondo annuì, sorridendo leggermente, ma si mosse solo dopo qualche altro secondo, volendo stre a contatto con Kuroo il più possibile. Prese i joystick, che nel caos del momento aveva lasciato cadere sulle coperte, e ne porse uno al maggiore.

Dopo aver spiegato le regole al maggiore, Kenma premette il tasto "play", ed iniziarono a giocare.
Erano seduti vicini, Kenma raggomitolato su se stesso, giocando senza neanche guardare il joystick, con un'espressione concentrata, mentre Kuroo era stravaccato sul letto, e piggiava i tasti quasi a caso, imprecando contro il mondo visto che non ne faceva una buona.
Infatti stava vincendo il minore a mani basse. La partita si concluse in meno tempo del previsto, affermando la vittoria di Kenma, che però non sembrava entusiasta.
-non c'è gusto a vincere contro di te- borbottò, guardando il maggiore, che ormai si era rassegnato al'idea di aver perso.
-Allora se ti chiedessi di fare un'altra partita mi diresti di no, vero?- gli propose, sogghignando. Il biondo in risposta cliccò su "new game". Fecero partite su partite, ma tutte con il medesimo risultato.
-basta è inutile sei bravissimo- protestò Kuroo, buttando la testa all'indietro, sfinito.
-anche tu non sei male- mormorò Kenma. -dico solo che un undicenne con gli occhi chiusi ti batterebbe- lo canzonò.
-tu... brutto irrispettoso- disse il corvino, guardandolo sottecchi, prima di avventarsi su di lui per fargli il solletico.
-Kuroo! Sm... smettila ti... ti prego!- lo pregò, ridendo di gusto. Fin da piccolo soffriva davvero tanto il solletico, e Kuroo lo sapeva.

Ormai si era fatta sera, e la luce della luna filtrava dalla finestra. Il corvino terminò la tortura, rimanendo a fissarlo, tenendolo fermo per i polsi. La luna riflessa nei suoi occhi... gli conferiva un colore mai visto prima. Kenma ancora stava sorridendo, lo guardava da sotto a sopra, con i capelli biondi spettinati e le guance leggermente rosse, per via del contatto prolungato con il maggiore. -perchè sei sempre così serio? sei così carino quando sorridi- mormorò Kuroo, Non distogliendo lo sguardo dal minore, che intanto aveva iniziato a boccheggiare parole senza senso, con le gote in fiamme.
Kuroo ridacchiò vedendo la sua reazione. Lo attrasse a se, mettendogli le mani dietro alla schiena.
-per non parlare di quando arrossisci, sei proprio bello- aggiunge, ormai a pochi centimetri da lui.
Del rossore aveva raggiunto anche le sue guance, che di solito non si scaldavano mai. -bellissimo- ripetè, guardanolo negli occhi un'ultima volta, prima di poggiare delicatamente la bocca sulla sua, in un tenero bacio. Kenma si irrigidì inizialmente, ma poi... si sentì sciogliere tutto insieme, come se il suo corpo fosse fatto di gelatina. Portò timidamente le braccia al collo del ragazzo, dove seppellì anche il volto dopo aver lasciato le sue labbra.
Era così rosso da non sentirsi le guance, e neanche il resto del viso. Kuroo ridacchiò leggermente, baciandolo sulla fronte e prendendo ad accarezzargli lentamente i capelli. Il minore chiuse gli occhi, beandosi del suo profumo.

Quanto rimasero così? Secondi? Minuti? Ore? Solo la luna lo sapeva, che continuava ad illuminarli con una luce fioca e a fargli compagnia per tutta la notte che avrebbero passato insieme, a coccolarsi ed a scambiarsi parole incoraggianti.

Quel bacio... fu solo l'inizio.

Fine 

*

una certa -Kyoki- mi ha obbligata coff coff

Wella! Ci ho messo 2 secoli... ma eccomi qua!
In questa os ci ho lasciato un pezzetto di cuore, e anche se è un po' clichè spero vi sia piaciuta.

bye, se avete trovato errori, ripetizioni o errori di battitura, ditelo pure, scrivendo con il pc non ho il correttore...

Ah, e un'ultima cosa. Vorrei dedicare questa os a due persone che ci sono sempre per me e a cui voglio un bene dell'anima.  Edgar__Allan__Hoe _Someone_2005_

questa è per voi💕

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