chapter twelve

Dopo un po' giunsero al parco divertimenti, che si estendeva su un campo nel mezzo della città.

-allora da cosa vuoi iniziare?- chiese Gee, una volta varcato l'ingresso.

-mh... visto che siamo praticamente digiuni sarebbe più che giusto andare sulle montagne russe- rispose Frank, incrociando lo sguardo con il suo, che trovò sereno rispetto al giorno prima, ma non del tutto sgombro dai sentimenti negativi.

Non lo dava a vedere, Frank, ma era preoccupato seriamente per Gee.

Il comportamento spento e così privo del suo solito essere in cui l'aveva visto intrappolato era come se avesse trattenuto anche lui stesso nella sua morsa.

Aveva paura non sarebbe più tornato come prima, per sempre circondato dalle spire dello sconforto.

Ma si era dovuto ricredere, Gee era forte.

Più forte di lui, che ancora non si era svestito dell'agonia.

In quegli occhi chiari poteva già scorgere la scintilla del vitale cambiamento, che non aveva mai illuminato il suo cuore.

Gerard aveva quello che a lui era sempre mancato.

E sperava ne avesse abbastanza per entrambi, un po' di forza mentale per il Frank Iero che dentro ancora arrancava nel buio degli anni passati, mentre fuori mostrava solo la luce dell'illusione.

-non lo so Frankie, avremo un po' di problemi- mormorò, scrutandolo dalla testa ai piedi.

Lui lo guardò stranito, facendo una faccia confusa.

-dovremmo misurarti, sai, non so se sei abbastanza alt- iniziò, ma fu interrotto da un fiotto di insulti e un ceffone sulla nuca.

Gerard sorrise nel notare che aveva dovuto fare un saltello anche per dargli uno schiaffo.

Mormorò un <scherzo Frankino> mentre gli cingeva le spalle con un braccio e lo attraeva a sé, posandogli le labbra sulla testa, proprio dove aveva una vertigine.

Il volto del diretto interessato sbocciò in rosso, e abbassò lo sguardo, senza però sottrarsi alla stretta.

Arrivati alla giostra sedettero vicini, Frank senza timore, Gee che controllava convulsivamente che la cintura di sicurezza fosse abbastanza stretta.

Appena partita, la navicella iniziò una graduale e lenta salita, che vide fare strada sul volto di Gerard del puro terrore.

-paura delle montagne russe GeeGee?- ammiccò il più basso, passandogli le dita sull'avambraccio.

-zitto e tienimi la mano- mormorò a denti stretti il corvino, stringendo con tale forza la mano dell'altro da rendere bianche le nocche di entrambi.

Frank ridacchiò, ma non fece in tempo a replicare che la navicella sfrecciò in picchiata, poi di colpo su di nuovo, e infine si ritrovarono sottosopra senza neanche accorgersene.

Dopo un po' si fermò, tornando al punto di partenza.

Gee, il quale aveva scritta in volto la parola "orgoglio", iniziò a comportarsi come se il giro non lo avesse per nulla spaventato, anche se si poteva notare da kilometri che avesse ancora la pelle d'oca.

-alla fine non faceva tanta paura, spero tu avrai capito fosse tutta una finta- spiegò, alzando il capo con una certa autorità, e ci mancò poco che l'altro gli scoppiasse a ridere in faccia.

-certo, ci puoi giurare- commentò, portandosi una mano davanti alla bocca per contenere la risata, che però era solo un piacere per le orecchie di Gerard.

-lo so che ti vergognavi a chiedere il mio supporto, così ho finto di avere paura- spiegò, esaminandosi le unghie.

Mancava solo che uscisse di scena ondeggiando i fianchi e facendo uno swish con i capelli.

-allora non ti dispiace se facciamo un altro gir- iniziò, ma la meschina mente del moro già era impostata su "declinare il discorso in maniera non sospettosa", visto che esplose in una cosa simile a "FRANKIE VENDONO LO ZUCCHERO FILATO, VIENI!", mentre lo prendeva per mano e lo trasportava al punto vendita.

Lui aveva ricambiato la stretta, intrecciando forte le dita con le sue, sentendole perfettamente incastrate, come se fossero state create per essere unite.

Del calore da quel punto gli scaldava il braccio, le spalle, il cuore e poi si diffondeva in tutto il corpo, lasciando la sua mente in uno stato di gioia e benessere.

Un solo tocco poteva creare tutto questo?

Presero lo zucchero filato e sedettero su una panchina, il grande cumulo di zucchero che dovevano dividere nel mezzo.

O meglio, avrebbero dovuto dividere, visto che la maggior parte di esso lo aveva mangiato Gee.

-sei una persona orribile- borbottò Frank, quando, allungando la mano, non trovò più il dolce cotonato.

-così mi ferisci- rispose, portandosi una mano al petto, guardando Frank con un'espressione di finto rimprovero.

-poi ti lamenti di questa- gli toccò la pancia, ridacchiando, cosa che fece anche Gee, il classico "rido per non piangere".

Incatenò lo sguardo al suo, poi cessarono contemporaneamente di ridere, rimanendo a fissarsi intensamente, quasi i loro occhi si stessero rincorrendo, con un sorriso timido ma dolce sulla bocca di entrambi.

-vieni qui Frankie- mormorò, indicando il punto immediatamente accanto a sé, sotto il suo braccio, dove Frank si accoccolò, cingendogli il corpo con un braccio.

-almeno sei morbido- constatò dopo un po', posando il mento su di lui per guardarlo.

-'fanculo Iero- apostrofò, facendo una smorfia, mentre l'altro scoppiò in una risata cristallina.

Gee posò la mano sulla sua schiena, iniziando ad accarezzarla.

Avrebbe potuto sfotterlo per la sua altezza, ma si trattenne, non volendo rovinare quel tenero silenzio che li avvolgeva.

Invece nel cervello di Frank non c'era proprio nulla di silenzioso.

Stava pensando a loro, al loro rapporto, che era evidente stesse sfociando in qualcosa di ben più grande di una semplice amicizia.

La ruota panoramica si stagliava davanti a loro, illuminata benché fosse giorno.

Era affascinato, Frank, e d'improvviso gli venne un'idea.

Sarebbe stato troppo banale portare Gerard sulla ruota panoramica e baciarlo?

Decisamente, ma non gli importava.

Il giorno era perfetto, il tempo pure.

Anche Gerard era perfetto come sempre, il sole dava una luce giallastra agli smeraldi che gli illuminavano il volto.

Il suo battito cardiaco, a differenza del proprio, era regolare, il suo respiro leggero sulla sua nuca.

-andiamo sulla ruota panoramica?- sossurrò, senza incrociare il suo sguardo.

-andiamo prima nella casa dell'orrore? Per ridere un po'- declinò, alzandosi dalla panchina trascinando il più basso con sé.

Frank annuì, pensando che, dopo aver aspettato tanto, poco tempo non avrebbe fatto la differenza.

Fecero la fila, e in poco tempo entrarono.

Il gruppo al quale si erano uniti era composto principalmente da ragazzini che urlavano per la minima cosa, mentre a Frank e Gee veniva quasi da ridere per l'irrealtà dell'ambientazione.

-è quasi romantico- sossurrò Gerard, prendendo la mano di Frank, che sentì sussultare benchè al buio non lo riuscisse a vedere.

-già- asserì ridacchiando, intrecciando le dita con le sue.

Passò davanti a loro una ragazza con una camicia da notte bianca e i lunghi capelli neri davanti agli occhi, e Frank disse da Gee gli gli somigliava.

Non gli piacque molto quel paragone.

Svoltarono l'angolo e si trovarono in una camera vuota, più illuminata delle altre.

Frank sentì la mano dell'altro improvvisamente sudata sulla propria.

L'ipotesi che avesse paura l'aveva scartata a priori.

Che si sentisse poco bene?

Si sentì un ruggito e il rumore di una motosega, poi un uomo con la maschera striata di sangue uscì dalle quinte.

Improvvisamente Frank sentì la mano di Gee sotto il suo mento, poi il suo sguardo puntato nel proprio in quella semi oscurità.

Poi le labbra sulle sue, l'assenza di suoni.

Le grida degli altri spettatori gli arrivavano appena, le sue orecchie occupate a captare i suoni degli schiocchi di labbra che gli risuonavano in mente.

Poi, il contatto si interruppe, lui posò di nuovo i talloni per terra, essendosi inevitabilmente dovuto alzare sulle punte.

I loro respiri ancora si accarezzavano, come i loro sguardi, più intensi, pieni e completi.

-non potevo rischiare che mi baciassi su una banale ruota panoramica, un primo bacio davanti ad un pazzo maniaco con la motosega è molto più figo da raccontare- spiegò, passandogli una ciocca di capelli ribelli dietro all'orecchio.

-facciamo che il pazzo maniaco veda anche il nostro secondo bacio- sossurrò Frank, socchiudendo gli occhi e beandosi nuovamente del sapore delle sue labbra.

Sentì le mani di Gee all'altezza della sua vita, poi posò la testa sul suo petto, non arrivando alla spalla.

-continui a rovinarmi i piani Gerard Way- borbottò, alzando lo sguardo, trasognato.

-spero di poterlo fare per sempre- gli prese di nuovo la mano, accarezzandone il dorso con il pollice, raggiungendo il gruppo, che intanto si era distanziato di parecchio.

Gee sentiva il cuore scoppiare, le orecchie fischiare e non gli pareva di aver mai compreso il concetto di "felicità" in vita sua, o almeno, di non averlo mai assaporato per bene.

Proprio in quel momento, una frase che avrebbe preferito dimenticare ma che doveva tenere a mente gli risuonò in testa.

Frank non deve morire.

Volevate il limone eh?

TOH.

ehehehehhehe uwu

Vi voglio bene ♡

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