chapter ten

Gee non potè pensare di dire a Frank di non scomodarsi per più di due secondi, siccome le sue labbra avevano già formato le parole "ti aspetto".

Così si ritrovò ad attendere il compagno sul divano, lo sguardo rivolto alla porta che sperava si aprisse al più presto.

Immagino abbiate capito tutti che Frank non era proprio il massimo dell'atletica, tuttavia arrivò a casa del moro in tempo da record.

Era uscito con tutta calma, cercando di autoconvincersi andasse tutto bene, o che, almeno, non fosse nulla di tanto grave.

Poi si era ritrovato a correre senza rendersene conto, con il cuore che ne diceva quattro al suo cervello, che gli aveva fatto perdere tempo prezioso.

Imboccato il vialetto che oramai conosceva, si fermò davanti alla porta, bussando sommessamente.

-chi è?- domandò una voce nasale, e Frank non ci mise molto a rispondere "io, razza di Idiota".

O almeno iniziò la frase, perchè nel mezzo l'infisso che li separava diede spazio al suo sguardo, che trovò distorto negli occhi di Gerard, tanto sembravano rotti.

-Gerard...- sossurrò, ma l'altro rimase impassibile, tirando su con il naso, la mano che stropicciava freneticamente l'orlo della maglia.

Frank chiuse la porta e si insinuò tra le sue braccia, posandogli il mento sulla spalla e passando le mani sulla sua schiena che ancora faceva su e giù irregolarmente, irrequieta.

-ci sono ora... okay?- sossurrò, sentendo solo in quel momento la stretta ricambiata, malferma e stranamente timida su di lui, poi sempre più forte, come se da quel contatto dipendesse la realtà del mondo.

Sentì presto la spalla zuppa, eppure Gee non emetteva suoni.
Si era dato ad un silenzioso pianto, che Frank sentiva addosso, sul suo cuore.

Sentiva quest'ultimo straziato da quella tristezza, dal non sapere cosa fosse successo e come aiutarlo.

-shh... va tutto bene...- tentò, accarezzandogli i capelli, ma raggelò nel sentire del bagnato sulle dita, che trovò rosse.

-cazzo Gee sanguini- sossultò, staccandosi improvvisamente ed ispezionando la zona sanguinante, spostandogli con delicatezza i capelli zuppi di quel liquido corposo.

Il moro lo guardò spaesato, come se si fosse ricordato solo ora di quel particolare.

La fase di shock stava già passando, i dettagli diventavano più vividi.

Ora la ferita era tornata a bruciare, sentiva poco sangue colare, essendosi ormai quasi tutto asciugato.

Percepiva il fiato di Frank sulla pelle lacerata, che stava sfiorando con i polpastrelli, con una delicatezza inaudita, come a delinearne i contorni.

-i punti non servono... però ti devo medicare- sossurrò, fissando lo sguardo nel suo.

-okay...- mormorò Gee, e Frank ne ebbe la conferma.

La conferma che qualcosa in Gerard si fosse rotto.

Normalmente gli avrebbe risposto "vuoi farmi da infermiera, Frankie?" muovendo le sopracciglia e facendo un sorrisetto poco raccomandabile.

Sospirò, poi prese il moro per il polso, ancora quell'aliena delicatezza a caratterizzare il tutto, e lo condusse verso il bagno.

Lo fece sedere sul water e gli ordinò di stare fermo, per evitare di fargli male.

Prese disinfettante, cotone e una benda.

-potrebbe bruciare un po', ma potrebbe infettarsi se non la pulisco- spiegò, e l'altro annuì, mordendosi un labbro.

Sentì del bruciore in corrispondenza di dove Frank passava il cotone intriso di acqua ossigenata, sossultando leggermente.

-ti andrebbe di dirmi cosa è successo?- un filo di voce caratterizzava la domanda di Frank, che di tanto in tanto gli volgeva lo sguardo, desiderando di trovarlo privo di agonia, che tuttavia quel giorno sembrava essersi fusa al verde dei suoi occhi.

Gerard annuì, ma ci mise alcuni secondi a rispondere.

-c'è stata una rapina in fumetteria ed io... nulla, è successo questo- spiegò, balbettando, in un tono che l'altro non aveva mai sentito adottare alla sua voce.

-e la polizia?- mormorò, passando della linda garza sulla pelle ora pulita, che aveva cessato di sanguinare.

-niente- rispose, sospirando, gli occhi che si andavano di nuovo inumidendo.

-ho finito- sentenziò il più basso, accarezzando con delicatezza il punto fasciato, senza essersi accorto che Gee stesse per scoppiare nuovamente.
Si voltò per riporre il materiale usato in un mobiletto che portava una croce rossa sul suo dorso, poi nel rigirarsi notò la pena sul volto del compagno.

-no... è tutto finito, ti prometto che non succederà più nulla. Ora ci sono io a proteggerti- mormorò, prendendogli la mano e sbrigandosi a passargli le dita affusolate sotto le palpebre.

Quello che aveva detto poteva sembrare quasi ridicolo, essendo lui stesso molte volte scambiato per un bambino, ma quelle parole tranquillizzarono in qualche modo il ragazzo, che annuì.

-pensavo di morire... ed io non posso morire... devo fare ancora un sacco di cose- mormorò, inciampando nelle sue stesse parole, che però Frank apprese.

-ad esempio? Che vorresti fare?- chiese, aiutandolo ad alzarsi e guidandolo in camera, sperando di cambiare argomento.

-andare al luna park... oppure imparare a pattinare sul ghiaccio... scrivere un fumetto...- inziò, ma Frank lo interruppe, non appena sedettero sul letto.

-bene, domani andiamo al luna park- sentenziò, scostandogli una ciocca di capelli che gli era rimasta sotto la fascia, facendogliela ricadere sul volto che sembrava piano piano stesse riprendendo colore.

-ma domani c'è scuola- ribattè, rabbrividendo a quel contatto, come non aveva mai fatto sotto il suo tocco, coprendo sempre i sossulti.

-è mai importato?- chiese, retorico, donandogli un sorriso che lo sciolse come ghiaccio al sole, o semplicemente come ora il rosso sulle sue guance.

-grazie Frankie... grazie per tutto- biascicò, posandogli le mani sulle spalle e la fronte nell'incavo del collo.

-non devi ringraziarmi...- cominciò, fermandosi quando i suoi occhi riscontrarono un movimento fin troppo veloce della sua schiena.

Lo fece sollevare, per cercare di dar più sicurezza a quello che stava per dire, incontrando il suo sguardo bagnato.

-non piangere... rovini quel bel faccino- sossurrò, fermo, per poi piazzare due baci sui caldi flussi, che da impetuosi in poco tempo si ridussero fino a scomparire, al contrario del rossore sulle sue guance, che andava solo aumentando.

Questa volta fu Frank a buttarsi tra le sue braccia, facendo aderire i loro corpi per cercare di calmarlo ulteriormente.

-ora aspetto che ti addormenti e poi vad...- iniziò, alzandosi per aprire le coperte, ma una mano ferma gli bloccò il polso.

-no- sossurrò Gee, nasale, una supplica negli occhi che lusingò quanto straziò l'altro. -resta ti prego... non mi lasciare da solo- aggiunse, il volto ancora rigato dalla tristezza ma con la vista asciutta.

-okay... va bene- accettò, sfilandosi le scarpe senza slacciarle ed intrufolandosi sotto le coperte.

Gerard era spaventato, sotto shock, era di sicuro quello il motivo della sua richiesta.
Cercava qualcuno a cui aggrapparsi, ne era sicuro.

Gee gli sorrise.

Un sorriso sincero e lieto, nonostante tutto, poi si stese al suo fianco.

-Notte Gee- mormorò Frank, sentendo il proprio respiro mescolarsi a quello del moro, che aveva il volto a pochi centimetri dal proprio.

-buonanotte Frankie- rispose l'altro, poi il primo si allungò per spegnere la lampada, che fino a pochi secondi prima illuminava ulteriormente gli occhi del ragazzo che aveva di fronte, che si augurava non avrebbe mai più visto bagnati.

Passata una mezz'ora, il più basso era già nel mondo dei sogni, mentre Gee  non riusciva a dormire, mormorando qualcosa sottovoce, girato dall'altra parte.

Non riusciva a crogiolarsi nei suoi stessi pensieri con il volto angelico ammorbidito dal sonno di Frank sotto gli occhi, perciò ora gli dava le spalle.

Le molle del letto continuavano a muoversi, essendo che lui cambiava posizione ogni due per tre, cercando di prendere sonno.

Ma ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva... rabbrividì.

Sentì improvvisamente cingersi la vita, del fiato sul collo e la schiena aderente al suo petto.

-Gee- sossurrò Frank, accarezzandogli i capelli, delicatamente, con uno sbadiglio. -non dormi?-

Il moro scosse la testa, poi si rigirò tra le sue braccia, in modo da guardarlo negli occhi.

-sento ancora freddo il cerchio di metallo poggiato sulla testa- sossurrò, simulando una pistola con la mano e posizionandola poco sopra la tempia, producendo uno sparo immaginario.

Il ragazzo gli scostò una mano dal fianco per togliergli l'arma fittizia di dosso, intrecciando le dita con le sue e portandole entrambe sul suo petto, a sinistra.

-sei spaventato, hai avuto paura, lo capisco. E mi sento male solo a pensare cosa hai vissuto- mormorò Frank, scostandogli una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio. -ma devi riposare. Facciamo così, vieni dai- aggiunse, in un rossore invisibile a causa dell'oscurità.

Quel poco di luce lunare che entrava dalla finestra bastò a Gee per vedere Frank stendersi a pancia sopra, dando delle piccole pacche al materasso appena accanto a lui, come ad invitarlo ad accoccolarsi.

Gerard ovviamente fece come diceva, posando l'orecchio sulla parte sinistra del suo torace e stringendo quest'ultimo con il braccio.
Sentì le labbra di Frank bagnargli la nuca, uno sfuggente tocco, quasi un distratto strusciare di labbra.

-ora dormi, okay?- quella fu l'ultima cosa che il moro sentì, prima di addormentarsi, una gamba in mezzo alle due di Frank e la mano libera intrecciata alla sua, con il battito regolare del suo cuore a cantargli una ninna nanna.

Buonanotte Frankie.

Ciao amici! Come state?

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