chapter seven
Come promesso, all'uscita di scuola Frank trotterellò da Gerard, tirandosi dietro un ragazzo riccio, castano, dal viso dolce e più alto di lui.
Non che l'ultimo dato fosse relativo, visto che questa caratteristica accomunava praticamente tutti.
-lui si chiama Ray, e suona la chitarra elettrica benissimo!- spiegò Frank, indicando il poveretto che ancora si stava rendendo conto di quello che stava accadendo.
-io sono Gerard, piacere- salutò cordialmente, stringendo la mano del ragazzo, che sentì sudata sotto la propria.
"Poco sotto pressione, mi dicono" pensò, sentendo la stretta ricambiata.
-è un piacere entrare nella vostra band... o almeno è quello che mi ha fatto capire- mormorò, guardando incerto il più basso, che fece spallucce, come se non fosse a conoscenza del modo con il quale lo aveva coinvolto, cioè prendenderlo per il braccio e trasportarlo dal corvino, mentre spiegava.
-ti va di venire a casa mia a provare qualcosa, oggi?- chiese Gee, incrociando lo sguardo di Ray.
-ehi, a me non lo chiedi?- lo fulminò Frank, incrociando le braccia al petto.
-tu ormai praticamente ti ci sei trasferito a camera mia, fai come ti pare comunque- buttò lì il moro, e il più basso arrossì leggermente, guardando a terra. -non che mi dispiaccia- ribadì alla svelta, arrossendo anche lui.
Seguì un silenzio di qualche secondo, poi Ray prese a starnutire, e i due si voltarono verso di lui.
Il riccio tossicchiò imbarazzato, poi mormorò -sono raffreddato ultimamente, fa freddo non trovate?-
Annuirono, poi si incamminarono verso la casa di Gerard.
Lui e Frank misero sul letto, quasi meccanicamente, con le ginocchia che si sfioravano ma non un accenno di imbarazzo sui loro volti, come fossero abituati a farlo da sempre.
Ray si sistemò su una sedia e collegò la chitarra, che era passato a prendere durante il tragitto, ad un amplificatore.
-che ne dite di provare... uhm Frankie, quella che abbiamo scritto quel pomeriggio...- pensò Gee, schioccando un paio di volte le dita, come per farsi venire in mente il titolo della canzone, che però in effetti non avevano concordato.
-Non ha ancora un nome, scemo- ridacchiò Frank, e l'altro decise di non replicare, mentre passava a Ray lo spartito, che iniziò a fissare per memorizzarlo.
-inizi a diventare impertinente, piccoletto- mormorò Gerard all'orecchio del più basso, un tocco di leggera provocazione nel suo tono.
Gee stava iniziando a capire che non gli piacevano solamente quegli occhi, avrebbe voluto svegliarsi al mattino perso in essi.
Era convinto quella risata lo ipnotizzasse in una maniera non normale, che ad ogni suo tocco i suoi nervi mandassero scariche elettriche in tutto il corpo e il suo cuore aumentasse di velocità.
Non ne era rimasto molto sorpreso, sapeva già da molto tempo di provare attrazione per i maschi, ma... proprio Frank? Proprio quello che avrebbe dovuto evitare?
Perchè non poteva essersi innamorato di Ray o di uno stronzo di passaggio che gli avrebbe spezzato il cuore?
Magari sarebbe scoppiato a piangere in camera, avrebbe buttato giù una canzone insieme a qualche birra e sarebbe finita lì.
Ma con Frank era diverso.
Lo era perchè sentiva affetto reciproco, e non credeva lo avrebbe scaricato con tono talmente duro da farlo crollare del tutto e permettergli di ricostruirsi il cuore daccapo.
Lo avrebbe lasciato dilaniato e ferito, vuoto, in un limbo tra il sì e il no, tra la pace e la disperazione.
Frank Iero... possibile tu mi faccia questo effetto?
Il chitarrista arrossì, e prese a fissare con aria assente lo spartito.
Fossero stati da soli avrebbe replicato di certo, ma non gli andava di essere soggiogato da quel chiaro sguardo penetrante davanti al povero Ray.
L'ultimo nominato alzò gli occhi dal foglio, ignorante di quello che stava accadendo, dicendo di essere pronto.
Gerard diede l'attacco ed iniziarono.
"Hand in mine, into your icy blues
And then I'd say to you we could take to the highway..."
Si sentiva già la differenza da quando suonavano con solo una chitarra d'accompagnamento.
Anche se ancora timidi, gli assoli di chitarra del riccio erano davvero fantastici.
Frank, doveva ammetterlo, era un po' geloso del suo talento, ma era felice di aver ottenuto il ruolo di seconda voce.
Così aveva anche più scuse per stare attaccato a Gee, essendo abbastanza sicuro che non sarebbero riusciti a rimediare un altro microfono.
Terminata la canzone sul volto di Gerard si aprì un largo sorriso, come quando finalmente riesce un esercizio di matematica o quando superi un esame, ma amplificato, come se da quella esibizione dipendesse l'armonia del suo animo.
-Demolition Lovers- sossurrò Frank, inumidendosi le labbra secche, più a se stesso che agli altri. -ci starebbe... come titolo- aggiunse, incrociando i due sguardi degli amici.
I due annuirono, e Gee riportò il nome di quella che sarebbe stata la loro prima canzone.
Ora era decisamente meglio, però mancava ancora qualcosa sul sottofondo... uno strumento di accompagnamento, come una batteria o, meglio, un basso.
-c'è altro da provare?- domandò Ray.
In effetti Gerard e Frank avevano abbozzato molte canzoni, ma a parte l'appena suonata non c'era nulla di completo... tranne la canzone che avevano scritto iniziata da Frank.
Ed è proprio quello che venne in mente a quest'ultimo, che aprì la bocca per dare voce ai suoi pensieri.
Ma Gerard lo bloccò, proponendo di andare a bere qualcosa al piano di sotto.
Perchè lo fece?
Per vari motivi.
La luce cupa negli occhi di Frank, che non avrebbe mai voluto vedere offuscare quel bellissimo colore.
Il fatto di non voler rivivere la sofferenza del compagno, che a quanto pare voleva evitare anch'egli.
E, cosa più importante, quella canzone, quelle parole ricche di Loro, la sentiva solo e soltanto appartenente a loro stessi, come se sfiorisse in bocca ad altri.
Un po' si vergognava, la musica è il linguaggio universale del mondo, ma la sottocategoria "Gee e Frankie" era accessibile solo ai loro cuori.
Quando i loro sguardi si incrociarono, il moro non ci trovò stranimento o incomprensione.
Vide gratitudine e una strana luce in essi, un pigmento mai visto che sembrava si stesse facendo largo a pugni in quel nocciola verdognolo causa di tanti sospiri.
Ray gli aveva preceduti, così Gee azzardò di allungare la mano a sistemargli un ciuffo di capelli ribelli, un tocco sfuggente e quasi casuale, che tuttavia si amplificò nel tornare, visto che Frank gli lasciò un bacio sulla guancia, arrossendo come un papavero in fioritura.
-ti devi sempre e comunque mettere sulle punte tu, eh?- lo canzonò Gee, lasciandogli un buffetto sulla guancia e seguendo Ray al piano inferiore, lasciando un Frank molto confuso.
Non si aspettava quella reazione.
Pensava che le cose sarebbero andate così: o sarebbe stato schifato e respinto, oppure avrebbe ricambiato.
E invece non era accaduta nessuna delle due cose, per il semplice fatto che lui non era un ragazzo qualunque.
Lui era Gerard Way, e Frank si era scelto un ragazzo difficile da capire, tanto più da amare.
Il padrone di casa stappò delle bottiglie e le diede agli altri, che si accomodarono intorno al tavolo.
-il suono è bello... ma ci manca uno strumento di sottofondo per essere al completo- ragionò il corvino, incrociando lo sguardo con i due, che annuirono, probabilmente essendosi accorti a loro volta della mancanza.
-conoscete qualcuno che potrebbe...?- continuò, ma fu fermato dalla porta della cucina che si spalancava.
Avete presente quando la credibilità nei film si abbassa di parecchio, quando delle coincidenze appaiono così precise da sembrar false?
Con quella modalità un ragazzo si fece largo nella stanza, i capelli lisci di piastra sugli occhi, smilzo e di altezza abbastanza conforme alla media del gruppo.
-Gerard, ho sentito la canzone dalla mia stanza e... state cercando un accompagnamento?- domandò il ragazzo.
-sì Mikey, perchè? Mi stai dicendo che a mia insaputa sai suonare qualcosa oltre al campanello di casa?- ricevette uno sguardo di fuoco da Frank, un "e dai sii piì cortese".
-sto imparando a suonare il basso, e me la cavo abbastanza- prese a torturarsi i lacci della felpa.
Aveva da sempre ammirato suo fratello, sin da quando erano piccoli, quando Gerard ogni volta che andavano in sala videogiochi gli vinceva un unicorno di peluche.
Tuttavia si era sempre visto indietro rispetto a lui, e aveva una paura tremenda del suo giudizio, sempre in cerca della sua approvazione.
-bene fratello, sei dentro- lo accolse Gee, lanciandogli una bottiglia.
Mickey la prese al volo e sedette, poi si accorse delle facce perplesse di Ray e Frank.
-sono Michael, Gerard è mio fratello, piacere- si presentò, e poi anche gli altri due fecero lo stesso.
La giornata passò allegramente, tra spartiti, chitarre e anche qualche stonatura, ma Gerard si trovò a ricredersi sul fatto che sarebbe stato meglio fare un duo con Frank.
Era di gran lunga più divertente, e poi non escludeva gli abbracci che egli gli donava con lo sguardo, e le parole sossurrate all'orecchio per non farsi udire dagli altri, che così sentiva ancora più speciali.
Dopo alcune ore Ray e Frank tornarono a casa, e quando il moro si chiuse la porta alle spalle e tornò in camera, non pensò ad altro se non "sono felice"
Amici e amikke, come state?
Io oggi sono felice, perchè torna mio padre :')
Sì, vi sbatto i cavoli miei nello spazio autrice e non vi importa, spero il capitolo vi sia piaciuto, sappiate che dal prossimo le cose si faranno InTeReSsaNtI.
sku sku sku
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