chapter fifteen

Avendo registrato Thank you for the venom, i ragazzi decisero di andare a bere qualcosa per festeggiare.

-allora- iniziò Mikey, alzando il boccale di birra pieno.

Erano ancor minorenni, ma il barista li conosceva e talvolta gli permetteva di bere, e dato che a detta loro era un giorno speciale, l'uomo non aveva potuto non esaudire il loro desiderio.

-brindiamo a noi!- esultò, e gli altri avvicinarono i bicchieri.

-che ne dite di... "My Chemical Romance"?- chiese il cantante, guardando Frank e Ray, che subito annuirono soddisfatti.

Brindarono e in poco tempo tutti i boccali erano vuoti, e non potè mancare un secondo giro.

Frank, evidentemente "felice" per non dire mezzo ubriaco, piano piano si era seduto sopra le gambe di Gee, e, stanco di dargli baci fuggitivi, ora non staccava le labbra dalle sue.

"Prendetevi una stanza" borbottò Mikey, e i due ragazzi ridacchiarono, non così lucidi da riuscire a provare vergogna.

Frank si sdraiò, il capo posato sulla sua spalla e gli occhi chiusi.

Gerard gli riservò uno sguardo tenero e prese ad accarezzargli il volto.

-mi degni del tuo calore sta notte o hai un'altra verifica?- lo punzecchiò il moro, la mano calda a carezzargli il collo, che tuttavia l'altro percepiva come scariche elettriche e congelate nel corpo.

-penso verrò a romperti le palle- rispose, con gli occhi chiusi, beandosi del suo tocco.

-i ruoli ancora non gli abbiamo scelti Frankuccio- rispose ridacchiando, mentre un alone rosso colorava le gote dell'altro, che per "rompere le palle" non intendeva proprio quello.

Borbottò qualcosa di incomprensibile e Gerard gli strinse le guance, dicendo quanto fosse adorabile e carino in quel modo.

Mikey stava conversando con Ray per non guardarli, l'evoluzione di "rido per non piangere".

Era passata l'ora di cena quando ognuno tornò alla sua abitazione.

La mano Calda di Gee stringeva quella più piccola e fredda del compagno, che sembrava cercare calore in continuazione, facendo aderire più porzione di pelle possibile.

Mikey era andato da un amico a dormire, mentre Ray era tornato a casa.

Il freddo e silenzioso inverno li guardava, uno spiffero di vento, il gocciolare dei condotti dell'acqua.

Non aprirono bocca per tutto il tragitto, ognuno immerso nei propri pensieri, che tuttavia condividevano.

La mente di ciascuno era irrimediabilmente occupata dalla figura dell'altro.

A Frank piaceva pensare che il suo cuore cantasse al ritmo delle note che spesso Gee suonava, il suo timbro di voce come pensiero interiore.

Gerard invece era sicuro di aver sulle pareti del cuore un dipinto immenso quanto il prato dove il Frank illustrato era steso, due occhi grandi, da bambino, verdi, marroni e ancora verdi, di quel colore bellissimo e sfuggente, imprendibile.

Arrivarono in casa e trovarono la madre di Gee all'ingresso, ma fu più un problema non farle capire fossero brilli che chiedere di far rimanere Frank, cosa a cui lei acconsentì, visto che ormai conosceva il ragazzo.

Così felici salirono e arrivarono in camera, gli occhi di chi vuole sbranarsi a vicenda, lo sguardo di chi vuole pazientare, per non sembrare affrettato.

Si scambiarono sguardi sconnessi, poi un aperto sorriso di Gerard fece illiminare il viso e colorare le guance del più basso, che sperava quella dipendenza da ogni singola attenzione svanisse al più presto.

Il moro gli prese piano il polso, tirandolo verso di sé, un mugolio di lieta sorpresa dalle rosee labbra dell'altro.

Sedettero entrambi sul letto, abbracciati, poi ricaddero all'indietro, nello stesso groviglio, un silenzio assoluto a cotonare il tutto, tanto che quasi si udiva il passaggio dei corpi sulle coperte.

Presto il più basso percepì le labbra del più grande carezzargli la nuca, le tempie, la fronte, e poi nell'incavo del collo, baci dolci e giocosi.

Si lasciò andare, sorridendo, passando di continuo le mani in quel campo di petrolio.

Erano così belle le carezze che Gerard gli donava, così forte ogni parola, lo sguardo sempre intenso.

Lui era lo stesso per il suo ragazzo?
Anche i suoi occhi brillavano solo per la sua presenza?

-Gee- sossurrò, richiamandolo, il labbro tra i denti, spezzando l'incanto della dolcezza solo in parte, siccome la pelle bagnata dai baci ora godeva di carezze ampie, calde.

-dimmi- sorrise, luminoso, spostando lo sguardo in modo da vedere il proprio riflesso nel nocciola verdognolo.

-scusa se non sono un ragazzo perfetto. Scusa. Io non so come devo comportarmi, probabilmente sbaglierò tutto e sto sbagliando tutto. Non ho mai avuto una relazione seria e se tu vuoi qualcuno di sicuro e bello almeno la meta di te dovresti...- iniziò, ma uno sguardo duro seppur irrimediabilmente dolce lo trafisse.

-no Frankie. Tu sei perfetto. Non voglio un ragazzo sicuro, ne voglio uno che arrossisce ed è carino come te. Perchè cercarne uno bello almeno la mia metà se tu sei così perfetto che diamine Frank, tappezzerei la parete di tue foto. Non lo capisci? Io non voglio altro. Voglio te- disse, solo un velo di rosso a macchiargli le gote, sottile quanto lo strato di lucido che ormai inumidiva gli occhi dell'altro, che non aspettò a tuffare nel verde con indecisione, un tocco di labbra tenero e impacciato.

-Ti amo- sossurrò, a pochi centimetri da lui, le mani che si torturavano a vicenda.

Sul colore marmoreo che Gerard portava venne buttato un barattolo di rossa vernice, che schizzò ovunque, colorando il suo volto e il suo animo, che sentiva andare a fuoco.

Anche lui lo amava?
Essere amato, che cosa bella, a lui non era mai capitato.
Era la prima volta anche che provava quei sentimenti, una doppia novità che lo muoveva internamente, lo faceva sentire agitato e pieno di forze.

-ti amo anche io- fu la sua risposta, un tono quasi stupito, gli occhi che riportavano la sua commozione.

Altri sfuggenti tocchi di labbra seguirono, poi il più basso scivolò di lato, cingendogli il petto, mentre l'altro lo accolse tra le proprie braccia e lo strinse forte, come se potesse essergli portato via da un momento all'altro.

-sta volta sono stato io a rovinarti i piani, vero?- chiese Frank, con tono soffocato, dato che non aveva accennato a staccarsi dal suo petto.

-già, ma non avresti dovuto aspettare tanto...- ridacchiò, accarezzandogli i capelli.

-quanto?- chiese il più basso, issandosi sulla sua figura, per guardarlo negli occhi.

-mh... domani- mugolò, allungando le labbra per farle sfiorare con quelle del ragazzo.

-meglio così, ci amiamo da qualche ora in più- disse, sorridendo come non mai.

-è qui che ti sbagli Frankie. Io ti amo da un po' di tempo, dovevo solo aprire la bocca...- l'altro lo interruppe.

-me lo dici di nuovo?-

-cosa?-

-che mi ami...-

-ti amo Frankie-

-anche io ti amo Gee-

Capitolo dolce e coccoloso prima di rovinare tutto check♡

Quanto mi piace mettervi l'ansia ahahah è bello vedervi sclerare :)

Baci :*

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top