capitolo venti
Hinata indicò il frigorifero, sul quale era attaccato un post-it giallo.
Su di esso, dei caratteri neri, che sembravano essere scritti in tutta fretta. "non ci siamo per le vacanze, ci sono dei soldi sul tavolo per i pasti".
Tristezza.
Questo provò, Shoyo, nel leggere quel foglietto.
In esso rivedeva la spoglia camera dei genitori del compagno, lo rivedeva davanti a quell'impersonale microonde, riconosceva la freddezza con la quale si era nutrito, era cresciuto.
-non è nulla, Shoyo, tranquillo- mormorò, alzandosi e avvicinandosi al post-it, facendo per stopicciarlo.
-fermo!- urlò, talmente forte che Tobio lo guardò leggermente spaventato.
Il centrale arrossì, poi gli prese la mano e afferrò l'oggetto, ormai non più della forma originale.
-vedi... immagina. Questo foglietto sei tu, è il tuo cuore- iniziò, titubante, come se in realtà non sapesse dove andare a parare. -tu ora lo stai accartocciando...- e così fece, stringendolo in un pugno- ma così facendo trattieni solo tutto dentro- distese nuovamente il foglietto, che ormai risultava tutto spiegazzato- devi tenerlo aperto, anche se non è lucido ed è impregnato di sofferenza devi vederlo, altrimenti ti dimenticherai del parassita che hai lasciato all'interno, e ti mangerà vivo- terminò, lo sguardo ancora rivolto al foglio.
Non sapeva neanche da dove lo avesse tirato fuori, quel discorso.
Eppure sembrava aver toccato Kageyama, che lo guardava in un mix di sorpresa e commozione.
-ma se ora sono pieno di pieghe dovute a tutte le volte in cui mi sono accartocciato non posso farmi vedere, nessuno mi vorrebbe- sossurrò, la voce spezzata e le mani posizionate sui gomiti a loro opposti, come a stringersi forte da solo per trovare un po' di lucidità.
-io ti voglio. Così come sei. Non ti chiudere più, non ti nascondere da me- disse, deciso, posando il foglietto sul tavolo per avere entrambe le mani libere, che posò sulle sue guance.
Tobio abbassò lo sguardo, poi chiuse gli occhi, appoggiando le mani sulle sue e strinendole con forza, due lacrime solitarie gli scesero dl viso con fatica, si potva notare come lui cercasse di fermare la fuoriuscita.
Shoyo si mise in punta dei piedi, e con due baci veloci le frenò, per poi donargliene uno a fior di labbra, che sapeva di dolore, amore, e di quel liquido salato che sembrava stesse sciogliendo l'inchiostro delle tristi parole che segnavano il cuore di Tobio.
Magari poi sarebbe colato, lasciando sul suo corpo ragnatele nere e sbavate, che però Shoyo avrebe accettato volentieri, anzi, le avrebbe baciate una ad una, prima di andare a dormire, e alle prime luci dell'alba.
-grazie- sossurrò, Kageyama, stringendolo a sè e affondando la testa nella nuvoletta rossa che gli aleggiava in testa.
-non mi devi ringraziare, finchè ci sarò io tu non dovrai mai sentirti solo- mormorò, donandogli un largo sorriso.
Tobio glielo baciò, quel sorriso, un contatto dolce e sbrigativo, visto che sentiva il bisogno di riavvicinarlo a sé, di stringerlo forte.
Shoyo si staccò solo dopo alcuni minuti, fissando lo sguardo nel suo, fin troppo teneramente. Vide le pupille di Tobio dilatarsi, come se un buco nero si stesse estendendo nella galassia.
-Tobio... ora...- iniziò, mettendogli le mani sulle braccia, leggermente rosso.
-FACCIAMO A CHI ARRIVA PRIMA IN CAMERA!- disse improvvisamente, lasciandolo e correndo su.
-è una falsa partenzaaaa!- gli strillò dietro, correndo come un matto.
I due, dopo un po', erano a letto, abbracciati, la testa di Shoyo sul petto di Kageyama, che faceva su e giù, regolare.
Erano in silenzio da un po', i loro lenti e asimmetrici respiri facevano da sottofondo all'atmosfera.
Hinata guardavano le loro mani unite, con sguardo perso, a loro parere la perfetta armonia di intrecci.
-mi amerai mai?- sossurrò Shoyo, rompendo il silenzio, muovendo lo sguardo su di lui.
Tobio rimase spiazzato da quella domanda, così improvvisa.
Ah, l'amore.
Lui non sapeva che forma avesse.
Sapeva che Shoyo gli piaceva, gli piaceva da morire.
Sapeva che lo vedeva nel verde degli alberi, nel calore del sole, nell'odore delle fiere.
Sapeva di essere dipendente dal suo odore, dalla sua allegria, dal colore dei suoi occhi, così magnetici e sinceri, del colore della terra bruciata.
Socchiuse gli occhi, mentre continuava ad accarezzargli i capelli, senza aprire bocca.
-credo si sì- sossurrò, per poi mordersi un labbro.
Hinata fu riscaldato da quelle parole, come quando qualcuno ti rimbocca le coperte in un freddo giorno di inverno.
Gli donò un grande sorriso, poi iniziò a baciargli tutto il volto, piccoli tocchi bagnati.
Tobio si ritrovò a pensare quanto fosse tenero e dolce, mentre sorrideva a quel piacevole contatto, che tuttavia però gli faceva il solletico.
-Sh... Shoyo smettila mi fai... il solletico- biascicò, e il rosso in effetti smise, lasciandosi ricadere su di lui, il volto seppellito nel suo petto e i loro corpi che aderivano.
-tu non me lo devi subito, ma io sono sicuro. Io ti amo, Tobio. Ti amo con tutto il mio cuore- mormorò, dopo qualche minuto in quella posizione, le gote arrossate nell'incontrare il suo sguardo, alzando di poco la testa.
Anche lui l'amore non lo conosceva, ma aveva fatto lo stesso ragionamento di Tobio, e invece di "Dopo", quello che ne era venuto fuori era stato un "sì, lo amo".
Kageyama non rispose, gli lasciò un bacio sulla testa.
Appariva calmo, un'aura piatta come il culo di Oikaw- ehm come il mare, che faceva rabbrividire Shoyo.
Ma in realtà nella sua testa non vi era nulla di tranquillo.
Tutti quegli anni di tristezza, di isolamento, furono spazzati via da due semplici parole.
Ed ora nella sua mente, svuotata dalla tempesta che la riempiva, rimaneva solo una leggera brezza, che lo faceva rabbrividire ad ogni contatto con le pareti celebrali, come un soffio gentile e bambinesco, che ripeteva all'infinito "ti amo", e sapeva di zucchero filato.
-da ora ci sono io qui con te, per ogni cosa- sossurrò, non rispondendo alla dichiarazione, almeno non direttamente.
Hinata ci rimase un po' male, ma era felice non gli avesse risposto in tono brusco, magari con un "è troppo presto, che ne sai tu dell'amore".
Così aveva annuito e basta, e poi, stanchi, si erano messi a dormire, le gambe incrociate, i loro profumi che si mescolavano.
Beh che dire amici... il prossimo sarà l'ultimo capitolo💔
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top