capitolo diciassette

-posso dormire con te?- domandò Hinata, un filo di voce, esitante.

Voleva risentire quella sensazione.

Dormire tranquillo, sentendosi protetto, cinto così forte da esser convinto le potenti braccia del moro tenessero lontani gli incubi.

Ed ora che poteva vivere tutte le sere quella notte di Natale, non avrebbe esitato a chiedere, anche se ogni volta fosse arrossito.
-sì, certo vieni- rispose di rimando, la mano ancora intrecciata alla sua, che stringeva con abbastanza forza per dirgli “ci sono" ma non troppo, in modo da non fargli male.

Una stretta sicura e gentile.

I due rientrarono nella camerata.
Tobio si stese, e fece cenno al più basso di mettersi accanto a sè.

Lui sgattaiolò al suo fianco, la testa sul suo petto e il proprio che aderiva alla parte laterale del moro, con una gamba in mezzo alle sue.

-grazie mille- sossurrò Hinata, poggiando il mento sul corpo dell'altro, in modo da guardarlo negli occhi.

Kageyama prese a passargli le mani nei capelli, pigramente, liberandoli dagli ultimi residui di neve.

Anche Shoyo aveva fatto un lavoro simile, con il suo cuore di ghiaccio.

Piano piano lo aveva fatto sciogliere, prima lentamente, poi tutto in una volta.

Con quel bacio, al posto di essere ghiacciato era diventato di fuoco.

-grazie di che? Hinata boke- borbottò, dandogli un buffetto sulla guancia.

Congiunse le mani e le portò verso il bacino del centrale, tirandolo abbastanza verso di sé da piazzargli un bacio in testa.

Hinata rimase abbastanza sorpreso da tutta quella dolcezza, ne rimase quasi commosso, e questo gli diede coraggio, così si issò sul suo corpo e fece sfiorare di nuovo le loro guance, un bacio fuggitivo, come un aquilone in mano ad un bambino.

Rimase a guardarlo, Shoyo, con le guance rosse e lo sguardo basso.

-scusa cioè non sapevo se volessi...- borbottò, ma fu interrotto da Tobio, che riprese il contatto con forza.

-se devi fare una cosa, falla bene- mormorò, poi si mise giù, chiudendo gli occhi.
-dai vieni che domani dobbiamo vincere- lo avvisò, indicando nuovamente il proprio corpo, per dirgli di stendersi nuovamente visto che il centrale era rimasto in appoggio sui gomiti, ad alcuni centimetri da lui
Shoyo si lasciò ricadere, abbracciandolo all'altezza del costato, seppellendo il capo nel suo petto.

E in men che non si dica, si erano entrambi addormentati, le labbra distese in un un involontario sorriso.

La sveglia suonò, ma i due stavano talmente bene da non volersi alzare.
Non si poteva certo dire la stessa cosa del resto della squadra...
-Noya! Noya guardali!- urlò Tanaka, con poca virilità, indicando i due ragazzi, che sonnecchiavano abbracciati.

-e non urlare di prima mattin... CHE SUCCEDE!- esclamò il libero, improvvisamente liberato dai fumi del sonno non appena il suo sguardo si posò sulla coppia.

-e dai lasciateli in pace- protestò Sugawara, le mani ai fianchi.

Guardò Daichi, il quale sospirò.

-sì, ti devo comprare del ramen, sì ho perso- mormorò, passandosi una mano sulla fronte, mentre il suo vice gli donava un sorriso smaliante, poi gli scoccò un bacio sulla guancia.

Sawamura diventò un peperone, poi scosse le spalle e dichiarò: -comunque si devono alzare che ci aspettano per la colazione-.

Tsukishima in tutto ciò era in un angolo della stanza, già pronto, la faccia abbastanza schifata dalla situazione, mentre Yamaguchi provava a persuaderlo.

Alla fine i due furono svegliati con la grazia di un elefante per merito di Tanaka.

Arrossirono di colpo, nel vedere di essere circondati, ma nessuno fece commenti, anche perchè, e soprattutto, Suga li guardava male, come a dirgli “provate a dire qualcosa e vi scortico vivi".

Andarono a fare colazione e poi si diressero a mangiare.

Quella mattina loro avrebbero sfidato la Nekoma, mentre la Fukurodani e l’Aoba Johsai sarebbero state avversarie.

Fuori dalla palestra dell'incontro, Hinata strinse la mano di Kageyama, il quale la strinse con finto disinteresse, e la alzò, mostrandola fiero a Kenma, il quale gli sorrideva da lontano.

-uh uh il mio gattino è diventato cupido- lo canzonò Kuroo, facendogli l'occhiolino.

-no, hanno fatto tutto da soli- replicò, distogliendo lo sguardo, un accenno di rossore sulle guance.

-si-

-no-

-si-

-no...-

Yamamoto fece la linguaccia a Tanaka, dopo avergli murato un attacco anche parecchio forte, che di sicuro se non fosse stato fermato ed intercettato avrebbe fatto punto.

Kuroo continuava ad infastidire Tsukishima, cosa che faceva storcere il naso a Kenma, che era sempre un po’ nervoso quando i due parlavano.

Hinata e Kageyama erano in sintonia come non mai, ma non sembrava affatto stessero insieme.

Continuavano a litigare e ad insultarsi.

Ma era meglio così, per il bene e la fluidità della squadra, che senza la loro competitività avrebbe un calo di motivazione.

La partita si concluse con la vincita dei gatti, che festeggiarono a gran voce, come facevano ogni volta che schiacciavano i corvi.

Dopo aver consumato anche il pranzo, i ragazzi si prepararono per l'ultimo incontro del piccolo ritiro invernale, con gli unici incroci non ancora giocati.

Hinata già non vedeva l'ora di giocare contro la Fukurodani.

Secondo lui erano i più forti, poi era chiaro a tutti nutrisse una forte ammirazione per Bokuto.

-hey hey hey Shoyo!- lo chiamò, facendo un sorriso a trentadue denti. -preparati, perchè vinceremo noi- lo avvertì, mettendosi una mano sul petto, per atteggiarsi.
-AKAAAASHE! È VERO CHE VINCEREMO? VINCEREMO NON È COSÌ?- domandò, avendo dei dubbi, come rabbuiandosi ad un tratto.

L'alzatore lo affiancò ed annuì. -confidiamo come sempre nelle tue doti, Bokuto-san- mormorò, il solito tono apatico che donava una particolare cadenza alla sua voce, che tuttavia piaceva da morire all'asso della squadra.

Gli piaceva essere chiamato con quel chè di rispetto, anche se per luo Akaashi avrebbe potuto chiamarlo anche per nome.

Con le parole del corvino Koutaro si eccitò cosi tanto che per la Karasuno non ci furono speranze.

Un due a zero netto netto.
La squadra arancione-nero non era sorpresa, solo un po' triste.

Fecero stratching, poi si misero le tute per proteggere il corpo da quel che era il freddo inverno, che li attaccava come fosse un leone che aveva a disposizione un branco di antilopi.

-vieni con me? Un attimo- Hinata implorava il povero moro, che era ancora intento ad indossare il giacchetto, essendo già calato il sole, e di conseguenza la temperatura precipitata.

-sì vengo, non c'è bisogno di fare questo chiasso, boke- Tobio fece un cenno ai compagni di squadra e seguì il più basso, verso... il bagno.

Ma il nostro Shoyo non aveva cattive intenzioni, solo... gli era sorto un dubbio.

Mentre giocava, non ricordava in quale momento, un punto interrogativo si era fatto spazio nella sua mente, e lui non era una persona capace di sopportare il dubbio.

Tobio, appena capì la direzione puntata dal rosso, arrossì violentemente.

Possibile volesse...?

Hinata si accorse del suo diventar rosso, e capì subito il suo pensiero, ma smentì.

-no... devo solo chiederti una cosa- disse, sorridendo.

Il moro si preoccupò un po'. Chissà qual era questa cosa così importante e privata da doverla chiedere in quel preciso istante, e proprio in quel posto.

Shoyo entrò in una cabina e chiuse la porta.

Sapeva quello che doveva dire, e non era una cosa di poco conto.

Certo, magari quello non doveva essere l'ambiente migliore.
C'era cattivo odore e del rumore proveniva dallo scarico del water, che si stava ancora riempendo.

-tu mi hai baciato- mormorò Hinata, cercando di adottare un tono di nonchalance.

-anche tu dopo mi hai baciato- controbattè, ghignando, le mani ai fianchi.

-okay, ci siamo baciati- concluse sbrigativo Shoyo.
Iniziò ad avere problemi a reggere il suo sguardo, che trovò improvvisamente pesante.
Come se avesse sempre vagato nell'acqua bassa dei suoi occhi, e all’improvviso si fosse ritrovato dove non toccava.
-ma ora... Tobio, cosa siamo noi?-

Un rumore.
Delle grida sempre più vicine.

Kageyama zittì Shoyo, premendogli la mano sulla bocca, facendogli cenno di stare in silenzio con un indice sull propria bocca.

Beh... origliare è da maleducati, ma provate a spiegarlo ai due, che ormai erano spalmati sulla porta, le orecchie tese per sentire.

-io non ti capisco proprio- una voce bassa e rude si fece largo nella stanza. Aveva passo pesante, ed era seguita da un'altra persona, la voce più alta.

-perchè! Ma si può sapere cosa è che ti da tanto fastidio?!- replicò, fermandosi.

-c'è che mi fai delle scenate di gelosia assurde, e sei insopportabile- intanto i due si erano rivolti un'occhiata d'intesa, avendo riconosciuto immediatamente le voci.

-ma lo faccio perchè...-

-dai dimmi, su-

-perchè... sono innamorato di te, Hajime!-


Tentativo di mettere suspance non riuscito check

Bella raga ho appena scritto l'ultimo capitolo, che uscirà il 24 con l'epilogo :)

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