capitolo diciannove
Hinata e kageyama arrivarono davanti alla villa che avrebbe ospitato ben tre squadre, quel trentuno di dicembre.
Faceva ancora più freddo dei giorni precedenti, e Shoyo zompettava da una parte all'altra del vialetto per cercare di scaldare i muscoli, nonostante avesse addosso sia la sua felpa che quella del suo ragazzo, che sembrava una lucertola, immune a quell'aria.
-di la verità, sei un marziano- osservò il più basso, riferito all'alzatore, assottigliando lo sguardo e battendo i denti.
-oppure sei tu che sei più esile di un foglio di giornale e sei freddoloso, che dici?- replicò, buttando gli occhi al cielo.
Shoyo lo fulminò con lo sguardo, le mani ai fianchi, poi gli fece la linguaccia.
Furono sorpassati da Tsukishima, che non si sa come Suga era riuscito a convincere a venire, e Yamaguchi, che lo teneva per una manica.
-noi andiamo avanti bambini attenti a non farvi schiacciare dalle formiche- li canzonò il più alto, un'occhiata beffarda ai due ragazzi, che intanto erano in procinto di azzuffarsi.
-zitto Tsukki! noi siamo persone della tua stessa età, sai?- replicò, Shoyo, le braccia incrociate al petto ed uno sguardo tanto tagliente da fendere l'aria.
Il biondo borbottò una cosa del tipo "l'età mentale è un'altra cosa", mentre Tadashi ridacchiava, e Hinata andava su tutte le furie, agitando i pugni contro il centrale, che già si era allontanato.
Tobio rimase a guardarlo, quasi incantato. Aveva l'occasione di vederlo arrabbiato soprattutto quando si rivolgeva a lui stesso, e non si soffermava mai sulla linea che adottava la sua bocca, su come si mordeva il labbro, probabilmente per frenare le parole più volgari, per poi passare la lingua proprio su quel punto, con le labbra screpolate che si facevano lucide e ancoraa più morbide...
-Tobio che c'è da guardare? cerchi rogna?- domandò allora Shoyo, girandosi verso di lui e boxando sul posto, le gote rossastre come effetto del suo sguardo sul corpo.
Kageyama arrossì, poi gli passò un braccio intorno alla vita e lo attirò improvvisamente a sé.
-sei il mio ragazzo, non ti posso guardare?- sossurrò a pochi centimetri dal suo volto, praticamente soffiando sulle sue labbra.
Hinata fu inizialmente preso dal panico, boccheggiando qualche parola senza senso.
Stare con Kageyama era come andare sulle montagne russe.
Il tutto partiva con una salita, che sembrava sempre più alta e interminabile, poi nel suo silenzio e compostezza ti trovi in bilico sullo strapiombo, per attimi eterni.
E d'improvviso, quando meno te lo aspetti, giù per la ripida discesa.
E ora lo stomaco di Shoyo era sottosopra, stava facendo un giro della morte, che corrispondeva a niente di meno che uno sfiorare di labbra in quella fredda sera, sospiri e saliva arricchiti da un tocco di pungente gelo, che si alternava con il caldo del contatto nei loro polmoni, donando un senso di affanno.
Affannato, così si staccò Hinata, per poi prendergli timidamente la mano ed avanzare verso l'abitazione, la testa incassata nella sciarpa.
-hey hey hey!- poche parole, ma un saluto inconfondibile. Bokuto era uscito fuori dalla porta non appena aveva scorto il suo kohai preferito, per salutarlo.
-entra dentro, sei anche senza giacca, Bokuto-san- lo chiamò una voce pacata, dall'interno dell'abitazione, ma il gufo scosse la testa.
Shoyo si illuminò non appena lo vide, e gli corse letteralmente incontro.
Tobio lo seguì, più lentamente.
Non appena entrato si sentì come catapultato in un'altra dimenzione. Come quando ti svegli al mattino con la luce puntata negli occhi, non avendola spenta, e rimani accecato. Oppure, per rendere meglio il paragone, come se per sbaglio entrassi in una spiaggia nudista pensando fosse normale.
E Kageyama non si aspettava quello spettacolo.
Su un bancone erano posizionati una quantità innumerevole di alcolici, di cui sembravano usufruire soprattutto il padrone di casa, Tanaka, Nishinoya, Bokuto e... dov'era Kuroo? Se c'era anche il suo "bro" ad ubriacarsi pensava fosse lì...
perlustrò la stanza, e lo vide occupato a dare fastidio ad un certo budino, che probabilmmente prima doveva star parlando con Shoyo, visto che quest'ultimo era lì accanto.
-Kenmaaa perchè non ti fai i capelli fucsia? ci staresti da Dio mio piccolo micetto, sei bellissimo- diceva, languido, il classico tono da chi non è proprio lucido. Intanto il poveretto cercava di liberarsi da lui, spingendolo via, con le mani al suo petto.
Tutto vano, perchè Kozume venne preso dal capitano su una spalla a mo di sacco di patate.
oscillando, a causa della bevuta, lo portò di là, mentre l'alzatore continuava a dimenarsi invano.
Non vi preoccupate, il nostro caro gatto quando è ubriaco diventa inoffensivo, non c'è pericolo per Kenma, che intanto nella sua mente pensava ad un modo per incollarsi i vestiti al corpo.
Non sarebbe finita bene, quella festa, pensò Tobio, ma Shoyo prontamente gli lasciò un bacio sulla guancia, dicendo non sarebbe andata poi così male.
E infatti aveva ragione.
Fu il delirio più totale.
Essendo che alla fine anche lui qualche sorso lo aveva bevuto, Hinata ricordava solo alcuni frammenti, poche e fuggenti immagini, di quella serata.
Bokuto che correva senza maglietta e con la cravatta di Akaashi legata in testa, mentre quest'ultimo cercava di fermarlo.
Kuroo invece dopo aver lasciato in pace Kenma aveva trovato dei reggiseni della madre di Yamamoto, ed ora esibiva il suo piatto petto al mondo, evidenziato da un fluorescente balconcino rosa.
Nishinoya aggrappato ad un lampadario, poi Yaku che saliva sulle spalle di Lev per rimontarlo.
Quando mancavano solo dieci minuti alla mezzanotte si unirono in cerchio, intorno alla tv sulla quale era settato il countdown.
Shoyo era sul divano, lì vicino, con il braccio del suo ragazzo intorno alle spalle.
-il primo "buon anno" per te sarà il mio- lo informò, incontrando l'azzurro senza timore, evidentemente ancora sotto gli effetti dell'alcohol.
-va bene- rispose, felice.
Anche lui aveva bevuto, ma reggeva gli alcolici molto meglio del fidanzato, e di conseguenza risultava solo un po' troppo allegro.
Iniziò il conto alla rovescia vero e proprio, e quando, in un grande fragore, si arrivò allo zero, le labbra di Shoyo fecero pressione sulle sue, con più coinvolgimento del solito, tanto che un ragazzo, probabilmente Tanaka, gli urlò di prendersi una stanza.
La serata andò avanti a suon di giochi stupidi, bevute e scherzi, poi, verso le quattro del mattino, deciso di tornarsene tutti a casa.
Suga e Daichi, il primo tanto ubriaco da parlare con dei fiorellini, mentre l'altro cercava di farlo ragionare, andarono a casa insieme, e così fecero un po' di coppie, compresi Hinata e Kageyama.
-Shoyo, oggi ti andrebbe di dormire da me?- gli aveva chiesto il moro, nel mezzo di un momento più calmo della serata, come il secondo tempo di una sonata, seguito dall'allegro dei festeggiamenti.
Lui aveva annuito, felice, contento del fatto che avrebbe potuto dormire appiccicato a lui senza altre persone intorno, potuto dirgli cose dolci e farsi coccolare senza la paura di essere visti.
E quindi eccoli, ora, che camminavano per le innevate strade, silenziose, solo delle grida soffocate che venivano dalle case dove ancora si festeggiava.
Hinata prese la mano del compagno, riconoscendo su di essa il filo che aveva lavorato per settimane, e diventando del medesimo colore dell'oggetto, intenerito dal fatto che Tobio li avesse sempre addosso.
-per la cronaca, non ti ho invitato perchè sono ubriaco, e neanche tu lo sei, ora- dichiarò, fermandosi davanti alla porta di casa, per prendere le chiavi. -però va bene così, anzi... meglio. Alcohol o non Alcohol, io ti voglio- sossurrò, fiato che si condensava, a contatto con l'aria di quel, ormai, freddo gennaio.
Shoyo rimase un poco ad osservarlo, poi piano si avvicinò a lui, guardandolo con occhi sognanti.
-Tobio. Sei bellissimo- lo informò, non sapendo di averle neanche pensate, quelle parole.
Kageyama fu preso da un attacco di calore, come se qualcuno gli avesse sparato in pieno petto.
Lo prese per un braccio e se lo portò dietro, in casa, chiudendo la porta alle proprie spalle.
Prese a baciarlo con trasporto, mai adottato.
Poteva sentire le sue labbra dischiudersi sotto le proprie, mentre con le mani gli tirava leggermente i capelli.
Hinata però... indietreggiando andò a finire contro il tavolo, e interruppe di fretta il contatto, iniziando ad imprecare contro tutte le divinità.
Poi... il suo sguardo si posò su qualcosa.
-tobio... mi spieghi cos'è quello, per favore?-
Ciao ragazzi!
Uhm come va l'estate?
//non so mai che dire aiuto👉👈\\
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