Capitolo 3
16 Febbraio 2093 - Centro Abitativo 1, ex New York
"Oggi il servizio speciale tratterà dell'annuale Cyber Parata di Carnevale, che si terrà in tutti i centri abitativi del Sistema il giorno 22 Febbraio, tra meno di una settimana!
Come ogni anno si prevedono migliaia di persone per le strade, pronte a festeggiare questo evento speciale e, chi lo sa, magari ci sarà qualche sorpresa in vista delle celebrazioni dell'anno prossimo in onore del nostro Primo Oligarca e, soprattutto, del nostro Terzo Governo degli Oligarchi!
Sentiamo ora quali sono le notizie dal Server Sud!"
Sullo schermo iniziarono a scorrere le immagini di repertorio dei Carnevali passati.
Aileen disattivò il volume del computer in salotto e andò a sedersi sul divano. Erano le quattro e mezza del pomeriggio, il suo orario di lavoro era finito e il computer si era automaticamente disconnesso dalla sua Azienda Virtuale, per connettersi altrettanto automaticamente sul notiziario.
Lei odiava ascoltare la propaganda dell'Oligarchi anche quando non vi era forzata dai messaggi trasmessi dagli altoparlanti agli angoli delle strade.
Sarebbe potuta uscire per incontrare amici o parenti, ma Aileen non aveva più alcun legame familiare, erano stati ingoiati tutti dal Sistema e, gli incontri con i suoi amici non potevano avvenire alla luce del sole o, meglio, sotto gli occhi delle telecamere di sicurezza.
Aileen aveva trentadue anni e da sedici faceva parte di uno di quei gruppi che, la propaganda degli Oligarchi, per qualche tempo aveva chiamato Cyber Resistenza, cioè individui spregevoli intenzionati a minare il Sistema a cui dobbiamo la vita.
Aileen trovava la definizione più che calzante: il suo obiettivo, che probabilmente era lo stesso delle altre centinaia di sovversivi, era quello di far saltare in aria l'intero Sistema, umano e virtuale, risvegliando la coscienza della popolazione.
Due anni prima era riuscita ad organizzare un proprio gruppo, che, in onore della splendida definizione degli Oligarchi, aveva chiamato le Mine.
In realtà non era stata sua l'idea di mettere in piedi un'organizzazione del tutto nuova, ma di un'anziana signora che era riuscita a mettersi in contatto con il suo gruppo precedente.
Aileen ancora non sapeva come quella certa Madame Maquis fosse a conoscenza del fatto che la Cyber Resistenza, a dispetto del nome affibbiatogli, si tenesse in contatto tramite un sistema radio assai rudimentale. L'idea di base era che in un mondo in cui tutto era affidato alla fibra ottica, nessun Oligarca e tantomeno nessun Sorvegliante avrebbe mai pensato di controllare l'etere.
Dopo un primo momento di diffidenza, Aileen era rimasta affascinata e poi conquistata dall'idea di quella signora dalla voce tanto flebile quanto convinta. Si era lasciata convincere e, in un paio di mesi, era riuscita a mettere insieme le persone necessarie per quel piano: poche e, soprattutto, senza alcun precedente.
Ora i contatti con Madame avvenivano settimanalmente, ogni giovedì alle 19, quando la maggior parte dei Sorveglianti era impegnata per le strade durante le ore di libertà.
Aileen guardò nuovamente l'orologio al suo polso, le quattro e quarantacinque minuti. Mancavano ancora due ore e un quarto prima che Madame la chiamasse, ma lei non poteva più aspettare, aveva un presentimento che la faceva innervosire. Se fosse stata una donna qualunque del Sistema, non avrebbe dato ascolto a quegli istinti primitivi, ma lei non era affatto una donna qualunque e, soprattutto, non era mai stata una donna del Sistema. Per le altre persone l'istinto non esisteva praticamente più, soffocato dalla logica, dai calcoli minimali, dai codici e dagli schemi che tenevano in piedi quel mondo malato. Lei, invece, gli si affidava spesso e lui non l'aveva mai tradita.
Un dubbio poteva mettere in pericolo tutto il loro piano.
Decise di compiere una follia, ogni tanto si poteva fare uno strappo alla regola. Andò velocemente in cucina e sollevò una delle piastrelle rosso fiammanti. La sua era una delle poche case ante-guerra che, sopravvissute ai bombardamenti, non erano state rase al suolo dalla Riorganizzazione degli Oligarchi. Per questo i colori delle piastrelle e dei muri erano sgargianti e allegri, non grigi ed impersonali come quelli delle case-dormitorio costruite dal 2035 per ospitare principalmente gli Internauti. Proprio a causa di quella vecchiaia, la casa offriva ad Aileen una serie di nascondigli che lei aveva imparato ad apprezzare e a sfruttare al meglio.
Al di sotto di quella piastrella rossa si nascondeva un piccolo vano nell'intercapedine tra il suo pavimento e il soffitto del piano inferiore. Da lì la ragazza estrasse una scatola grande quanto una cassetta del pronto soccorso, nera ed anonima; l'appoggiò sul tavolo e vi si sedette davanti.
Non erano nemmeno le cinque, eppure sentiva di essere in ritardo e si sentiva agitata. Scoperchiò la scatola e la debole luce del sole di febbraio ne illumino il contenuto: valvole, interruttori e lampadine, la sua radiotrasmittente.
La impostò sulla ricezione e subito captò un segnale.
Chissà da quanto tempo starà trasmettendo!, improvvisamente si rese conto del pericolo di quello che stavano facendo. Una trasmissione prolungata poteva essere scoperta molto più facilmente che una di qualche minuto.
«Mi ricevi, Torre? Passo» gracchiò una voce all'altro capo della radio
«Sì, sono Torre, parla Regina? Passo» rispose Aileen angosciata.
«Sì sono Regina. Cielo a pecorelle...»
«Pioggia a catinelle.»
Era la loro parola d'ordine.
Nessuno all'interno del Sistema era abbastanza vecchio o abbastanza colto per apprezzare o anche solo per ricordare gli antichi proverbi e modi di dire. Ovviamente era stata Yvonne a suggerire quello stratagemma per assicurare l'identità del trasmettitore e del ricevente.
«Torre, come mai ti sei collegata così presto? Passo.»
«Un presentimento che si è rivelato esatto. Piuttosto sei tu che non avresti dovuto restare collegata per tanto tempo. Passo» la voce di Aileen aveva assunto il tono consono al capo di un'operazione così pericolosa come quella che loro avevano messo in piedi.
«Mi sono connessa dieci minuti fa, Torre, non sono una pivellina. Passo» rispose Yvonne, risentita.
«D'accordo. Quali sono le notizie? Passo.»
«Oggi sono stata convocata dal Magistro in persona» Aileen sussultò all'altro capo della comunicazione.
«Voleva dirmi lui stesso che sono troppo vecchia per continuare a svolgere il mio lavoro. Passo.»
Aileen riprese a respirare, ma improvvisamente colse la gravità della notizia.
Il loro piano era ben delineato, praticamente perfetto, ma si aspettavano di avere ancora un anno a disposizione per mettere a punto i dettagli. Inoltre, la sua messa in atto era strettamente legata alle celebrazioni per i venticinque anni dell'Oligarchia e per il compleanno del Primo Oligarca, non potevano certo decidere di attuarlo in un momento qualsiasi. Avevano bisogno di copertura e di visibilità allo stesso tempo.
La notizia non era solo grave, ma addirittura disastrosa.
«Come facevi a non aspettartelo? Passo» appena pronunciate quelle parole, Aileen si rese conto che la peggior cosa da fare era attaccare Madame. Era anziana, molto più esperta di lei e sicuramente si sentiva già abbastanza stupida senza che qualcuno sottolineasse la sua poca lungimiranza.
«Non sono andata a scuola, io. Nessuno mi ha insegnato a fare i conti. Passo» l'aveva ferita, era evidente.
«Ti chiedo scusa, Regina, non è tua la colpa. Ci rifletterò e ti farò sapere, diciamo domani sera, alla solita ora. Adesso è meglio chiudere, stiamo trasmettendo da fin troppo tempo. A domani, non ti angosciare. Passo e chiudo.»
Aileen spense la radiotrasmittente e si trattenne dallo scaraventarla per terra.
Cosa potevano fare, ora?
Si guardò attorno, all'interno della propria unità abitativa, e sentì improvvisamente il freddo della solitudine della vita che era costretta a vivere. Nessuno con cui discutere, nessuno con cui confrontarsi, nessuno che potesse consolarla in momenti di sconforto totale come quello che la stava sommergendo in quel momento.
Non riusciva a trovare una soluzione, in realtà non riusciva nemmeno a pensare.
Decise che aveva bisogno di prendere una boccata d'aria. Si alzò di scatto dalla sedia e fece per spegnere il computer, quando fu folgorata da un'idea.
Da trent'anni il governo degli Oligarchi aveva riscoperto il Carnevale. Questa festività non aveva avuto più nulla a che fare con la Pasqua (la Religione era stata estirpata dal Sistema insieme alle altre sei Minacce Estranee nel 2073), gli Oligarchi, anzi, si vantavano di aver riportato la tradizione alle sue radici pagane.
Il motivo politico che sottendeva a questa riscoperta era uno e alquanto semplice da intuire: dare la carota, ogni tanto, anziché il bastone. Autorizzare parate, feste in piazza e nelle strade, rappresentazioni proto-teatrali e qualunque altro genere di espressione di sé (per citare la propaganda dell'evento) illudeva tutti cittadini di avere ancora qualche potere creativo. Erano molte le persone che prendevano parte all'iniziativa, spesso erano troppe perché ognuno avesse il suo posto per le strade, ma le autorità non se ne curavano. Assai frequentemente, per non dire sempre, il Carnevale, in tutti i centri abitativi, finiva in una scazzottata generale, generata da litigi personali su chi dovesse stare dove a fare cosa. I cittadini finivano così per sfogare la propria violenza repressa, la rabbia, l'insoddisfazione, e se ne tornavano a casa soddisfatti degli occhi neri e degli arti fratturati. Il giorno dopo riprendevano i loro lavori dietro le loro scrivanie come se niente fosse successo: nessun computer si sarebbe mai lamentato per un aspetto poco decoroso sul luogo di lavoro.
Ovviamente, non tutto era lasciato al caso e all'inventiva personale, anche il Governo organizzava una propria sfilata, diventata poi celebre come Cyber Parata di Carnevale. Se ne teneva una uguale in ogni Centro Abitativo Centrale e non era altro se non una manifestazione del potere dell'esercito degli Oligarchi. Al posto dei carri carnevaleschi colorati e allegri a cui tutti fino a cent'anni prima erano abituati, sfilavano centinaia e centinaia di mezzi bellici: dai semplici carri armati, alle contraeree.
Nel cielo sfrecciavano aeroplani militari e vibravano elicotteri carichi dei missili e delle bombe di ultima generazione. In mezzo all'artiglieria pesante, sfilavano poi i droni messi a punto nell'ultimo anno, nonché i soldati più attrezzati e dalle armature tecnologicamente più avanzate.
Infiniti erano i fondi destinati alla ricerca militare, non a caso il Magistro della Guerra era chiamato Primo Oligarca.
Aileen sorrise vittoriosa, osservando quelle stesse immagini che prima le avevano causato ribrezzo.
La Cyber Parata di Carnevale. Quella era l'occasione perfetta, perché non ci avevano pensato prima? L'unica giornata in cui tutti, sulla Terra, erano liberi di fare quello che preferivano.
Semel in anno licet insanire. I gerarchi, dall'alto della loro boria, si gloriavano del latino: il fascino dell'Impero Romano per fingere una tradizione dietro un'ennesima autocelebrazione dittatoriale.
Eppure, almeno in apparenza, era davvero così: una volta all'anno era lecito impazzire, e nessuno si sarebbe accorto di qualche pazzo in più.
Aileen si congratulò con se stessa per aver trovato una soluzione: quello era il momento di agire. Non c'era tempo da perdere, bisognava definire tutti i dettagli entro una settimana, e Aileen lo sapeva: i dettagli sono tutto.
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