Capitolo 17 - FINE 1° PARTE

22 Febbraio 2093

La folla andò in visibilio.
Possibile che tutti fossero veramente eccitati dal discorso di quel mostro? Aileen non riusciva a farsene una ragione.

I sei Oligarchi salirono sul palco, salutarono il pubblico con un gesto della mano e si sedettero sui loro troni, disposti al centro della piattaforma.

Il Primo Oligarca rimase in piedi e fece qualche passo verso la folla, alzò le braccia verso l'alto e quel movimento, così offensivo dal punto di vista di Aileen, così presuntuoso e così fuori luogo, parve accendere ulteriormente gli animi degli astanti.
Se possibile, si misero a gridare ancora più forte, coprendo addirittura il rumore degli aeroplani, ancora in volo sopra le loro teste.
Poi l'uomo abbassò improvvisamente le braccia e la folla tacque.
« Miei cari cittadini, mie care cittadine, Uomini e Donne della Provvidenza » fece una pausa e un boato di sollevò dalla folla, « Uomini del Potere » altro boato, «Uomini e Donne di Scienza, Internauti e Assistenti ai Server, » per ogni categoria di lavoratori si erano sollevate grida di apprezzamento, «Grazie per aver preso parte alla Cyber Parata di quest'anno. »
Tutti, finalmente, tacquero.
Il rispetto per quell'essere immondo era disgustoso.

« Torre, mi ricevi? Passo » gracchiò improvvisamente una voce nella borsa di Aileen.
Lei estrasse la radiotrasmittente e, chinandosi come se avesse perso qualcosa, la nascose con il proprio corpo.
« Ti ricevo, Alfiere. Passo. »
« Gli schermi sono sincronizzati. Passo.»
« Perfetto » fece Aileen, « Addio, Alfiere. E grazie a te di tutto. Passo e chiudo.»

Scacciò ogni sentimentalismo, non aveva tempo per quelle cose.
Sintonizzò in fretta la radio sulla funzione di trasmittente.
« Re, Regina, è ora di iniziare. »
Non attese alcuna risposta, spense la radio, la rimise in borsa e si alzò.
Si fece un varco tra le persone che la dividevano dal palco, prese un profondo respiro e poi, a quattro zampe, si intrufolò tra i Sorveglianti, impegnati ad osservare la folla.
Si rialzò alle loro spalle e, senza capacitarsi si come fosse stato possibile, salì sul palco.

« Jin, guarda quella! » esclamò Carlos.
Jin sbarrò gli occhi, incredulo.
« Ragazzi, venite a vedere! » urlò ancora Carlos, affacciandosi sul corridoio e richiamando l'attenzione della maggior parte dei Sorveglianti.
« Una ragazza è salita sul palco! »
« Impossibile! » sussurrò il signor Shufford tirandosi su a sedere con uno scatto.
« Impossibile » ripeté con maggior voce.
« Cosa è impossibile, Shufford? » chiese un Sorvegliante dal corridoio.
« Una ragazza... È salita sul palco! » esclamò incredulo.
Al Server Nord come al Server Sud tutti i Sorveglianti furono incollati allo schermo da quella scena veramente impossibile.

« Cosa starà succedendo di così incredibile? » si chiedeva Richard, senza però perdere la concentrazione.
Le sue dita digitavano codici alla velocità della luce, senza fermarsi un attimo.
« Una ragazza è saltata sul palco! » gridò qualcuno all'ingresso dell'enorme stanza del Server.
I pochi presenti si alzarono rumorosamente dalla sedia e corsero a vedere.
« Chi cavolo sarà? » si domandò Richard, senza nemmeno staccare lo sguardo dallo schermo.

« Aileen?! » esclamò Matilde, saltando in piedi. «Che diavolo vuoi fare, stupida pazza?! »

« Tra voi c'è chi resiste! Non dovete mollare! Ribellatevi al Sistema! Non siete soli! » gridò Aileen con tutto il fiato che aveva in gola.
Ce l'aveva fatta, quello era il messaggio giusto, chiunque avrebbe capito. Sperò con tutto il cuore che almeno le prime file l'avessero sentita.
Forse era meglio ripeterlo una seconda volta. « Tra voi c'è chi resiste! » gridò di nuovo.
Poi, all'improvviso, si sentì colpire da qualcosa di bollente, dritto in mezzo al petto.
« Non dovete mollare! » riuscì ad urlare ancora.

Un secondo colpo la fece crollare a terra.
Guardò dritto negli occhi di una donna che si trovava in prima fila: «Ribellatevi al Sistema » sussurrò, abbastanza forte per farsi capire da lei.
Una scarica di proiettili piovve su di lei dagli elicotteri.
« Non siete soli » mormorò con gli occhi che si offuscavano.
"Non sono sola" pensò mentre sentiva le forze abbandonarle il corpo.
Davanti ai suoi occhi sfilarono i volti di tutte quelle persone che avevano resistito insieme a lei. Poi apparve Philip, luminoso come la speranza che ancora le riscaldava il cuore.
Non sei sola, si ripeté.

La folla, subito freddata da quella scena spaventosa, iniziò a vociare sempre più rumorosamente.
Le persone che non erano riuscite a sentire, chiedevano alle file più avanti di riferire.
« Cittadini, cittadine, non spaventatevi » il Primo Oligarca, terreo in volto, cercò di richiamare la loro attenzione, ma invano.
«Vi prego, state zitti, ascoltatemi» tentò nuovamente, alzando la voce nel microfono. Ma anche questa volta fu inutile.
La folla non tacque finché l'ultimo bambino, nell'ultima fila, a decine di metri di distanza, non seppe che no, non erano soli e che sì, era vero, c'era davvero una Cyber Resistenza.
Solo allora, spaventati ed eccitati allo stesso tempo, stupiti e consolati, felici ed inquieti, tacquero per scoprire cos'avesse da dire loro quell'uomo vestito di bianco e con il volto seminato di rughe.

Il Primo Oligarca prese fiato e parlò nel microfono per buoni cinque minuti, prima di rendersi conto che nessuno riusciva a sentirlo.
La corrente era saltata, i pannelli per il controllo dell'audio si erano improvvisamente spenti, le telecamere dei giornalisti erano morte. Gli schermi di ogni computer del Sistema erano spenti.

Nessuno seppe mai cos'aveva da dire il Primo Oligarca.
Tutti ricordano le parole di Aileen.

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