Capitolo 13

18 Febbraio 2093 - Server Sud

Richard, alle nove di sera, era già a letto da un pezzo.
Aveva mandato giù il brodo senza nemmeno far caso al suo sapore e si era infilato sotto le lenzuola ancora vestito.

Era troppo nervoso per rendersi conto di quanto poco sensate fossero le sue azioni.
E così erano già due ore che si girava e rigirava nel letto, cercando di non pensare ad Aleksej, ad Yvonne, a quel capo misterioso, agli schemi, al Sistema, alla rivoluzione, fallendo miseramente in quel tentativo.
Più evitava quei pensieri, più questi venivano a galla dalle profondità del suo inconscio, troppo scosso per abbandonarsi al sogno.
La perpetua luce del sole, che colpiva incessantemente i suoi occhi da ormai cinque mesi, certo non era d'aiuto.

Alle nove e mezza, sbuffando, Richard si alzò dal letto, portandosi dietro lenzuola e coperte. Le appallottolò in malo modo e le gettò dall'altra parte della stanza. Era un uomo dai nervi estremamente fragili e quella situazione li stava mettendo a dura prova.
Accese il computer e si ripromise di digitare quelle coordinate solo per un'ultima volta: se nessuno avesse risposto, avrebbe dato tutti per morti e sarebbe tornato alla sua vita di prima.
Una vita tutta da desiderare.
Premette invio con una certa esitazione e quando vide che l'accesso gli veniva finalmente consentivo, si lasciò sfuggire un grido di sollievo.
Perlomeno non era pazzo.

Le ormai odiate coordinate che Yvonne gli aveva lasciato in eredità erano quelle di una chat privata, creata da Aleksej come canale di comunicazione di emergenza.
Lui ed Yvonne ne avevano sempre fatto a meno, ma per Richard era l'unico punto di contatto con le Mine.
Aleksej, dalla parte opposta della terra, esultò a sua volta quando vide comparire un'altra connessione nel proprio Darknet.
Non tutto era perduto.

Immediatamente iniziò a digitare un messaggio per il suo nuovo compagno, ma prima che potesse completarlo fu Richard ad inviargliene uno.
« É tutto il giorno che aspetto, che cavolo combini? »
Aleksej sorrise.
La grinta di quell'uomo gli piaceva e trovava esilarante il modo sconsiderato in cui ricorreva alla parola cavolo.
« Ti chiedo scusa, il mio capo mi aveva impedito le comunicazioni. »

Richard sospirò: gli ordini sono ordini, non poteva opporsi. Si limitò a scrivere: « Mi piacerebbe conoscerlo, questo capo. »
Aleksej pensò che anche a lui sarebbe piaciuto, e non poco.
« Senti, non c'è tempo da perdere » scrisse, « Devo spiegarti i dettagli del piano e non posso farlo in chat.»
Richard effettivamente non sapeva nè come agire, nè quando farlo. Per lui la missione poteva essere portata a termine tra due mesi come tra due anni. Certo non immaginava che mancassero solo tre giorni.
« Allora come facciamo? Ci dobbiamo incontrare? » chiese Richard spaventato all'idea di dover uscire nei corridoi al di fuori del coprifuoco.
« No. Io sono dall'altra parte della Terra. Devi procurarti una radio. »
Richard scoppiò a ridere.
« Una radio? »chiese divertito.
«Sì, una radiotrasmittente » confermò Aleksej, comprendendo lo stupore dell'uomo.

Era ridicolo. La Cyber Resistenza comunicava via radio? Richard non poteva crederci, sembrava una barzelletta.

« Ammettendo che tu non mi stia prendendo in giro, in ogni caso io non possiedo alcuna radiotrasmittente. Certo non è in dotazione agli Assistenti. »
« Infatti ho detto che devi procurartela.»
Richard comprese finalmente che non si trattava di uno scherzo.
« Non ho idea di come potrei fare.»
Aleksej aveva già pensato a tutto. Non poteva dirgli di andare a cercare quella di Yvonne nella sua camera, perché sicuramente la stanza era stata perquisita e perché, nel caso in cui ciò non fosse avvenuto, Yvonne aveva certamente fatto in modo che quella radiotrasmittente non potesse essere trovata.
La soluzione era una sola.
« Devi costruirla. »
Richard spalancò gli occhi.
« E come? Io non so nemmeno come sia fatta una radiotrasmittente, figuriamoci se so come costruirla!»
Aleksej sospirò. Non aveva idea di quanti anni avesse quel Richard, ma aveva sperato che Yvonne avesse scelto qualcuno della sua età, magari con la sua stessa esperienza, qualcuno, insomma, che ne sapesse qualcosa di guerriglia o, perlomeno, del mondo prima del Sistema. Evidentemente non era così.

« Ok. Te lo spiegherò io. Devi seguire le mie istruzioni passo passo. »
Richard era allibito. Perché quel ragazzo non gli spiegava semplicemente il piano via chat? Ci avrebbero messo molto meno tempo e lui sarebbe potuto andare a dormire in pace.
« Perché non mi dici qual è il piano e basta? » chiese seccato.
«Perché se anche fossimo abbastanza fortunati da non essere già stati scoperti mentre stiamo scrivendo, le conversazioni che avvengono via chat rimangono registrate nel Server per sempre, anche se si tratta di chat clandestine. Se siamo davvero fortunati, nessuno verrà a sapere che comunichiamo via radio prima dello svolgimento della missione. »

Richard capì di avere a che fare con una persona testarda, ma evidentemente capace nel proprio lavoro. Tentò un'ultima carta: « Non so se ho i materiali necessari. »
Aleksej si stava stancando di quel tipo. Voleva collaborare o voleva solo mettere i bastoni tra le ruote?
« So benissimo di che materiali disponi, vivo anch'io in un dormitorio. Adesso smettila di cercare scuse e segui le mie istruzioni. Non abbiamo tempo da perdere. »

Richard finalmente si arrese.
«D'accordo, ti ascolto. »
Aleksej non esultò: ora iniziava la parte difficile. Fece scroccare le dita delle mani e poi iniziò a scrivere: « Prima di tutto, devi smontare il tuo computer. »

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