Capitolo 11
18 Febbraio 2093 - Centro Abitativo 1, ex New York
La casa era di nuovo e come sempre immersa nel silenzio. Tuttavia, questa volta una differenza c'era: nessuna presenza umana disturbava quell'immobilità.
Aileen era uscita alle due e quindici, in piena notte. La ronda intorno al suo palazzo era appena passata davanti alla sua porta e lei conosceva alla perfezione gli orari di tutte le ronde del suo quartiere. Mentre si muoveva furtivamente tra i vicoli della città deserta, sperava profondamente di non avere compiuto un errore irreparabile. Pur di non fidarsi di uno sconosciuto, stava mettendo a rischio la sua stessa vita.
La sua idea era quella di recarsi al punto di incontro del suo vecchio gruppo di resistenza, nella speranza che questo esistesse ancora e che si riunisse sempre nello stesso posto: i tunnel della metropolitana, ormai in disuso.
Il punto preciso cambiava di volta in volta, ma era sempre nei pressi di Wall Street, che già durante la Terza Guerra Mondiale era stato distrutto, per non essere mai più riedificato.
Gli Oligarchi conoscevano bene il potere che i finanzieri avevano avuto sul mondo intero e non avrebbero mai commesso l'errore in cui erano caduti i governi precedenti al loro.
E così, quello che una volta era stato il quartiere più ricco di New York, ora era una zona disabitata e inutilizzata.
Aileen giunse all'imboccatura della metro alle tre precise.
Gli incontri avevano luogo alle tre e mezza e lei doveva ancora trovare il punto preciso in quel dedalo sotterraneo.
Scese attentamente le scale, bombardate durante la guerra, e non appena ebbe messo piede su quella che una volta era la banchina, subito percepì l'odore familiare della muffa e della polvere. Sapeva di non essere sola e, anzi, di correre un grande rischio a girovagare in quei luoghi da sola: molti dei ribelli come Aleksej vivevano in quel posto e non si sarebbero fatti scrupoli ad ucciderla solo perché aveva invaso il loro territorio.
Solitamente, quando vi si recava, fino a due anni prima, lo faceva in compagnia di qualcun altro, ed entrambi erano armati.
Ora, invece, avrebbe dovuto contare sull'oscurità, che era un fattore che più che avvantaggiarla la svantaggiava, e sulla propria agilità.
Si diresse verso nord, giusto per avere un punto di riferimento. Inoltre, il suo istinto le consigliava di evitare di andare a sud, come se avesse percepito la presenza di qualcosa di malvagio e ancora più oscuro di quei luoghi. Non si soffermò a chiedersi cosa fosse e procedette lontano da quella direzione per qualche centinaio di metri.
Ormai si era abituata alla mancanza luce e, dopo qualche altra decina di metri, si rese conto di essere giunta ad un bivio.
Il luogo le era familiare, ricordava di esserci passata due o tre volte con Philip, anni prima, perciò imboccò il tunnel di sinistra: lui sceglieva sempre la sinistra. Dopo un'altra decina di metri, sentì dei rumori provenire dalla zona verso cui si stava dirigendo. Si arrestò immediatamente e si appiattì contro la parete: i rumori si muovevano verso di lei.
"Saranno dei topi" pensò.
Dopo qualche secondo, però, capì che non si trattava di zampe o di versi animali, quelle che sentiva erano parole, parole pronunciate da qualcuno che si stava muovendo verso di lei senza sospettare della sua presenza.
Non riusciva a distinguere quante persone fossero, perciò non poteva nemmeno pensare di mettersi contro di loro, nel caso fossero stati dei teppisti. Decise di rimanere nascosta e di aspettare che quelle persone la superassero.
Improvvisamente, però, il suo cuore fece un sobbalzo: aveva riconosciuto la voce di Ellen.
« Ellen » gridò allora senza pensarci due volte, « Sono Aileen! »
I rumori cessarono immediatamente e qualcuno accese una torcia, puntandogliela direttamente negli occhi.
« Aileen? » chiese Ellen stupita.
« Cosa ci fai qui? » chiese qualcun altro.
« E come hai fatto a trovarci? » chiese un'ultima voce, a lei sconosciuta.
« Conosco le vostre abitudini, vecchi miei, e avevo bisogno di parlarvi » spiegò lei, con una nota di allegria. Si sentiva a casa, in mezzo a quelle persone che erano state sue compagne per oltre dieci anni e alle quali era legata da esperienze indescrivibili.
Anche le altre due persone accesero le proprie torce.
Ellen fu la prima a muoversi verso Aileen. Le cinse le spalle con le braccia e la strinse forte a sé.
« É così bello rivederti, tesoro, mi sembra passata un'eternità! Come sta andando la tua missione? »
Aileen si sciolse dall'abbraccio e la guardò negli occhi, poi guardò anche gli altri due: uno era Andreas, l'altra era una donna che non conosceva.
L'uomo notò la sua perplessità ed intervenne: « Lei è Sophie, mia moglie » disse, prendendola per mano.
« Piacere » sussurrò la donna. A giudicare dall'aspetto possente, Aileen non avrebbe mai detto che fosse così timida.
« Piacere » ribatté senza troppa emozione, poi si rivolse nuovamente ad Ellen, l'unica fra i tre che ritenesse in grado di aiutarla: « Ho bisogno di parlare con Philip, perché non è con voi? »
Philip era stato il ragazzo di Aileen fino a due anni prima, poi lei aveva dovuto abbandonare il gruppo per intraprendere la coordinazione delle Mine.
Eppure Aileen non aveva fatto che pensare a lui, in quei due anni. Quando i pensieri sulla missione le lasciavano un po' di tempo libero, subito s'intrufolava nella sua mente il ricordo di lui e, specialmente, della sua voce.
Inizialmente Aileen era rimasta affascinata proprio da lei, da quella voce suadente e carismatica. Philip aveva già venticinque anni quando lei era entrata nel gruppo, avevano nove anni di differenza, ma lui l'aveva trattata come sua pari sin dall'inizio.
Si erano amati e si amavano come nessun amante avrebbe potuto capire: la resistenza li teneva separati, ma loro sapevano di non essere mai davvero lontani.
La voce di Ellen la riportò alla realtà: «Non hai saputo niente, Lily? » chiese chiamandola con il soprannome che le aveva dato lui.
« No, come potrei? Non ho contatti con lui da quando ho lasciato il gruppo. »
Andreas si allontanò di qualche passo con Sophie.
« Ellen, cos'è successo? » chiese con una voce già preoccupata.
« L'hanno scoperto. Sei mesi fa il riconoscimento delle espressioni del suo schermo ha captato qualcosa di strano sul suo viso e ha allertato il Sistema. Stava lavorando al Negozio di Alimentari, volevamo sabotarlo dall'esterno ma poi, dopo quello che è successo, abbiamo rinunciato. »
Aileen sentì le gambe che le tremavano. Improvvisamente percepì la stanchezza causata dalle due notti insonni e desiderò ardentemente lasciarsi scivolare sui binari fuori uso, ma si trattenne.
« Cosa gli hanno fatto? » chiese cercando di mantenere calma almeno la voce.
« L'hanno deportato, cioè, » Ellen sapeva che Aileen odiava quella definizione e cercò di correggere il tiro, « l'hanno portato in uno dei loro campi di Prigionia... »
Aileen si convinse che non era il momento di abbandonarsi alle lacrime.
Si sarebbero sicuramente incontrati in un mondo migliore, senza Sistemi di alcun genere e senza bisogno di resistenze.
Anche a lei non rimaneva molto da vivere, d'altronde.
Ora doveva pensare al completamento del piano.
« D'accordo » disse, « allora devo chiedere a te un favore. »
Ellen sapeva quanto dolore aveva causato in lei e sapeva anche che Aileen non l'avrebbe mai mostrato a nessuno, forse nemmeno a se stessa. Si limitò ad annuire.
« Hai contatti al Server Sud, qualcuno di fidato? »
« No, tesoro, non ne avevamo due anni fa e sicuramente non ne abbiamo ora... Con la scomparsa di Philip il gruppo si è quasi sciolto, siamo rimasti noi tre come appoggio per gli altri gruppi che hanno bisogno di coordinazione, ma noi non facciamo più niente...Mi dispiace. »
In un momento tanto drammatico, la mente di Aileen fu attraversata da un pensiero strano: com'era possibile che nessun Sorvegliante, che nessun collaboratore degli Oligarchi, che nessun Magistro si rendesse conto di quello che succedeva sotto i loro stessi occhi? Certo, i gruppi di resistenza vivevano nascosti e agivano nel buio, sabotavano segmenti del Sistema e non apportavano grandi danni, ma sicuramente qualcuno si doveva essere accorto di loro, esattamente come qualcuno si era accorto di Yvonne.
Come mai, allora, non li distruggevano? Avrebbero potuto senza problemi.
La Cyber Parata di Carnevale era una delle tante testimonianze della forza dell'esercito degli Oligarchi, perché, allora non lo sfruttavano?
Aileen si rese conto che Ellen la stava fissando con una certa insistenza, probabilmente interrogandosi sul perché di tanto silenzio.
« Non ti preoccupare, Elly, non devi scusarti » esordì improvvisamente.
«Ora devo andare, mi ci vorrà almeno un'ora e mezza per tornare a casa e devo sfruttare l'oscurità il più possibile. In bocca al lupo, ragazzi, ci vediamo presto» e corse via, senza aspettare una loro risposta.
Aveva rischiato la vita per niente: senza Philip, i suoi vecchi compagni erano inutili esattamente quanto quei teppisti che bivaccavano nella metropolitana. Sentì il cuore stringersi in una morsa gelata.
Philip era sicuramente morto. Non avrebbe mai più ascoltato le sue parole. Era stupido un pensiero del genere, presto sarebbe morta anche lei, non lo avrebbe più visto in alcun caso.
Forse, si rese conto, nel profondo, lei sperava ancora di trovare una soluzione alternativa al proprio sacrificio, che le permettesse di sopravvivere e di sposare l'uomo che aveva amato.
Scacciò via quei pensieri quando si rese conto di essersi messa a piangere.
"Non essere stupida, Lily, pensa alla missione", gli avrebbe detto lui.
E lei ci avrebbe pensato.
Mentre rallentava il passo avvicinandosi alla banchina, sentì rumori di passi che si sparpagliavano svelti in ogni direzione.
In lontananza, le grida di qualche ragazzino e messaggi in codici per mettere in allerta gli altri.
I Sorveglianti probabilmente avevano scoperto anche quel nascondiglio e loro avrebbero dovuto trovare un altro posto per dormire.
Fu allora che Aileen capì perché alla Cyber Resistenza era ancora permesso di sopravvivere.
Non avevano ancora compiuto atti eclatanti, diversamente da quei gruppi di ragazzetti, che avevano iniziato a spaventare seriamente la popolazione; i cittadini non avevano mai avuto contatti con loro, quindi per loro potevano anche non esistere.
Gli Oligarchi preferivano occuparsi di minacce piccole, ma concrete, piuttosto che di smascherare e sbaragliare una resistenza segreta.
Così facendo, infatti, avrebbero anche potuto assecondare i loro piani, anziché fermarli: se i cittadini avessero preso coscienza del fatto che c'era qualcuno che si opponeva al Sistema, probabilmente in molti si sarebbero schierati al loro fianco.
Finché loro agivano nell'ombra, gli Oligarchi erano salvi.
Aileen sorrise: ancora per poco, signori, ancora per poco.
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