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LEGGI, IT'S IMPORTANT
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Giuro che vi amo con tutto il cuore e che siete davvero importanti per me. Lo è anche questa storia e ci tenevo a chiedervi di leggere lo spazio autrice alla fine.
Detto questo (spero lo facciate) buona lettura :'( <3
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capitolo 30
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'Cause every morning I'll find you,
I fear the day that I don't.
Anyone, di Justin Bieber
»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««
Non ho mai creduto nelle predizioni, né nei sogni, o almeno non così tanto da farmene una paranoia. Eppure oggi, appena sveglio, ho controllato l'orario come ogni mattina da quell'incubo orribile e mi sono sentito morire. Avrei voluto, lo vorrei ancora. Mi sono stropicciato gli occhi per ricontrollare meglio le quattro cifre segnate sull'apparecchio elettronico che si trova sul mio comodino ormai da anni, ma ho continuato a vedere lo stesso numero. Sempre lo stesso, malefico, 09:01. Penso che in quel preciso istante sia stato il mio cuore ad andare in arresto e adesso, tra solamente qualche ora, lo farà quello di mio marito.
Non riesco a controllare la sudorazione, penso di aver perso l'uso della parola e ho la respirazione irregolare. Da questo preciso momento mancano esattamente dodici ore allo scoccare delle ventidue e otto minuti, orario in cui perderò l'amore della mia vita, l'unica persona che abbia mai amato e che mi abbia mai realmente fatto sentire al sicuro. Certo, quando mi ha detto del suo problema sono stato pronto a prendere il rischio, ero consapevole che questo momento sarebbe arrivato; ciò non toglie che oggi che è davvero arrivato io mi stia sentendo lacerare nell'anima da qualcosa che non riesco a controllare.
Il mio piccolo è di sopra mentre dorme beato, apparentemente inconsapevole della sua imminente fine e probabilmente è meglio così... ha già un sacco di problemi per la testa, non voglio essere io ad aggiungergliene altri. L'unica cosa che voglio fare in questo momento è fargli passare una di quelle giornate indimenticabili, una di quelle che non si potrà scordare neanche nell'aldilà... perché io so che saremo legati per sempre, per davvero. Quando ci siamo sposati abbiamo promesso di amarci finché la morte non ci avrebbe separato, ma qualcosa dentro di me – forse più la speranza che altro – mi sta dicendo che non finirà così, non può finire così. Quello che abbiamo provato in vita è talmente forte che non potrà essere distrutto da niente al mondo, neanche dalla nera signora che stasera verrà a trovare uno di noi.
Cerco quindi di pensare, di far andare i pochi neuroni che mi sono rimasti dopo aver visto la sveglia puntare su quell'ora e provo a organizzare qualcosa di stupendo per l'amore della mia vita. Spero solo che quello che ho in mente sarà di suo gradimento.
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I need more time,
but time can't be borrowed.
Ghost, di Justin Bieber
«Ben svegliato, piccolino» mormoro a Jimin sorridendo a trentadue denti, cercando di mandare giù il groppo che ho in gola per quello che so.
«Hey» risponde lui sorridendomi e sporgendosi verso di me per baciarmi. «Quanto ho dormito?» domanda poi mettendosi seduto e tirandosi le coperte fino al mento, probabilmente per non subire lo sbalzo termico mattutino.
«Un bel po'» replico osservando la sveglia, perdendo un battito quando noto che mancano undici ore alle 22:08. Cerco di mantenere il sorriso che ho sul volto e aggiungo: «Oggi ho in mente qualcosa di bello...» inizio cercando di non scoppiare in lacrime.
«Più bello di fare l'amore al mare?» domanda riferendosi a quando l'ho portato – anche se ad essere sinceri è stato lui a portare me – al mare qualche giorno fa e lo abbiamo fatto sulla spiaggia. Che notte magica è stata quella..., penso sorridendo in maniera spontanea.
«Non lo so, preparati e sarai tu stesso a giudicare» ribatto facendolo alzare immediatamente dal letto. Quando si tratta di uscire per andare da qualche parte salta dalla gioia e subito vuole vestirsi per essere pronto al meglio. Da quel che ho potuto osservare è sempre stato un ragazzo molto vanitoso. Ancora prima che ci conoscessimo era sempre vestito di tutto punto, mai una volta i capelli fuori posto o un abbigliamento fuori luogo. E da quando ci conosciamo non ha mai smesso di vestirsi bene... dicono che una volta sposati due amanti smettano di provarci così tanto e che si lascino un po' andare, ma questo non è successo tra me e Jimin e ne sono felice.
«Ho bisogno di una doccia, però» mormora sorridendo e sporgendosi verso di me per accarezzarmi una guancia con il suo tocco soffice e delicato.
«Anche io, sai?» replico sorridendo e appoggiandomi alla sua mano; non è del tutto vero che ho bisogno di una doccia, ma mi piace troppo l'idea di infilarmi in quel cubicolo di vetro e pieno di vapore insieme a Jimin... almeno per l'ultima volta.
«La facciamo insieme?» propone lui leggendomi nel pensiero e provocandomi una reazione spontanea nelle zone inferiori del mio corpo.
«S-sì» replico balbettando. Questo è l'effetto che mi fa Jimin, mi fa perdere il controllo senza fare assolutamente nulla di particolare. Adesso mi sta solo toccando la guancia, ma io comunque posso già sentire l'eccitazione diffondersi nel mio corpo come se mi stesse toccando nelle mie zone più intime.
Dopo la mia risposta Jimin fa per alzarsi e quando si trova in una posizione comoda lo prendo in braccio e lo porto in bagno a mo' di sposa la prima notte di nozze.
«Uh, vedo che vuoi fare le cose per bene...» commenta lui lasciandomi un bacio sul collo e facendomi tremare le gambe a quel contatto. Vi prego, almeno voi continuate a funzionare, le supplico mentre sul mio volto si forma un sorriso causato dalle belle parole del biondo.
«Con te voglio sempre fare le cose per bene» replico adagiandolo a terra e togliendomi la maglietta velocemente, per poi fare la stessa cosa con la sua e lasciare che entrambe cadano sul pavimento del bagno. Forse sto correndo un po' troppo e non dovrei, non voglio insospettirlo, ma non ho tempo. Ho in mente alcune cose per oggi e se potessi mi soffermerei in doccia con lui per ore intere, ma non posso... non sono io a deciderlo.
«Quanta fretta!» esclama Jimin accorgendosi che sto letteralmente correndo. Nel giro di un minuto siamo già senza vestiti perché, preso dall'ansia, sono stato troppo svelto a toglierli sia a me stesso che a lui.
«È che ho organizzato una cosa per oggi e non abbiamo tanto tempo» rispondo solamente catturando le sue labbra con le mie e infilandomi insieme a lui dentro la doccia, per poi avviare il soffione che subito rende i nostri corpi bollenti.
«Peccato, speravo di prendermi questa doccia con te con molta calma» spiega Jimin allacciando le sue braccia attorno al mio collo e avvicinandosi a me, facendo scontrare le nostre erezioni e mandandomi completamente a puttane il cervello.
«S-sarà...» fatico a parlare sia a causa del vapore formatosi che a causa sua. «P-per la prossima vo-volta, piccolo...» mento spudoratamente. Non sono ancora pronto per dirgli che tutto quello che farà oggi sarà la sua ultima volta, non credo che sarò mai pronto a dirgli una cosa del genere anche se prima o poi dovrà uscire fuori. Solamente spero che accada il più tardi possibile in giornata poiché adesso voglio godermi le ultime ore che mi rimangono con l'amore della mia vita. L'unica cosa che mi domando è se mi crederà... insomma, se gli dovessi dire che so il giorno e l'ora in cui morirà potrebbe prendermi per pazzo e raccontargli che ho sognato sua madre mentre mi torturava psicologicamente peggiorerà la sua situazione. Voglio che viva i suoi ultimi momenti senza troppo stress, senza alcuno stress se fosse davvero possibile, ma non lo è. Vorrei pregare, ma non credo in Dio; scenderei a patti con il Diavolo, ma non credo neanche in lui. E allora cosa posso fare? Rendere il suo ultimo giorno sulla Terra il più spettacolare che abbia mai vissuto.
«J-Jungkook, ci sei?» mi chiama Jimin vedendomi distratto. Cazzo, sto perdendo tempo.
«Sì, scusami piccolo, è solo che averti così vicino mi manda sempre in estati» rispondo baciandolo, contatto che lui approfondisce nell'immediato mentre fa vagare le sue mani lungo tutto il mio corpo, mentre continua a spingere il suo bacino contro il mio provocando quella giusta frizione di cui entrambi abbiamo bisogno, facendomi gemere contro le sue labbra.
«Mh!» esclamo quando le sue dita sottili si avvolgono attorno alla mia lunghezza andando a stimolarla maggiormente. Quando però il biondo decide che le dita non bastano più, si stacca dalle mie labbra e si abbassa fino ad inginocchiarsi e io mi beo al solo pensiero di quello che sta per accadere. Nonostante abbiamo fatto l'amore tutti i giorni, letteralmente, a partire dall'anno nuovo, non ricordo quando è stata l'ultima volta che ho sentito le labbra di Jimin avvolgersi attorno a me. Tutto ciò che ricordo è che la sua lingua è una delle sensazioni più piacevoli che l'essere umano possa provare e che risentirla finalmente dopo tanto tempo mi sta facendo ubriacare. Seriamente, Jimin provoca ebbrezza perché Jimin è ebbrezza.
Sento le gambe tremare quando nella sua bocca ingloba gran parte della mia interezza e sono costretto ad appoggiarmi alla parete umida dietro di me per non cadere a terra. Per fortuna la mano di Jimin che non è sul mio bacino sistema leggermente la situazione posizionandosi sulla mia coscia, ma comunque mi sento tremare come una foglia a causa di questo ragazzo inginocchiato tra le mie gambe. Lo odio e lo amo allo stesso tempo, penso quando ho ancora un po' di lucidità mentale a tenermi in piedi.
Mio marito, insieme alla sua lingua magica, va avanti per ancora un po' di tempo, fino a quando non capisce, conoscendo il mio corpo fin troppo bene, che sto per arrivare al culmine. Allora, come di consueto, finisce di toccarmi e si rialza in piedi e vedere le sue labbra gonfie e rosse a causa dello sforzo fatto mi spinge solamente a baciarlo fino a far diventare così anche le mie. Questo è un bacio molto più passionale degli altri: è fatto di rivoli di saliva che si scambiano di bocca in bocca, è fatto di passione che salta da una lingua all'altra, è fatto dell'amore che abbiamo sempre provato l'uno per l'altro e che ci siamo sempre dimostrati senza alcun risentimento né rimpianto.
«A-amore...» mi chiama Jimin con il fiatone a causa del respiro che gli ho tolto con quel bacio.
«Dimmi» rispondo cercando di non rabbrividire. In questo posto faranno quaranta gradi a causa del soffione che continua a gettar fuori acqua bollente, eppure io tremo per colpa dei brividi che mi provoca il biondo.
«Posso» inizia dandomi un bacio a stampo che cerco di approfondire, ma del quale lui mi priva immediatamente per continuare a parlare «essere io l'attivo oggi?» domanda di getto senza farmi realizzare cosa mi abbia chiesto in un primo momento. Poi realizzo. E penso. E ci penso. Mi ha davvero appena chiesto il permesso di fare la parte attiva durante un rapporto intimo? Non è una cosa a cui posso dire di no, d'altronde non l'ha mai fatto né chiesto e mi dispiacerebbe impedirglielo, soprattutto sapendo che questa sarà l'ultima volta che io e lui potremo fare l'amore. Però devo ammettere che la cosa leggermente mi spaventa. È da molto più di un anno che non faccio il passivo della coppia e ho paura di sentire male o di non sapere cosa fare, ma... avere gli occhi di Jimin puntati senza imbarazzo all'interno dei miei mi fa dimenticare di ogni mia preoccupazione. Ora che ci penso meglio, non sapevo cosa fare con Jimin neanche quando stavo sopra all'inizio e poi, grazie ai suoi fantastici insegnamenti, ho imparato. Questa è una cosa "nuova", che mi spaventa non poco, ma so che se avrò mio marito accanto – e tra poco anche dentro – non dovrò avere paura.
«Sì» rispondo mostrandomi sicuro di me anche se non lo sono; ad essere del tutto onesto, sono sicuro di voler fare quello che stiamo per fare, ma non sono sicuro di saperlo fare bene. In ogni caso c'è Jimin che mi saprà guidare.
«Quanto tempo abbiamo?» chiede per essere sicuro e all'istante, come colpito da un fulmine, cambio idea su quello che gli ho detto prima e rispondo: «Tutto quello che vuoi, Jiminie.»
Lui sorride e mi bacia, mentre inizia a stimolare la mia entrata con l'uso delle dita. Gli ho detto che abbiamo tutto il tempo che vogliamo perché ho appena realizzato – e intendo realizzato per davvero – che questo è il nostro ultimo giorno insieme e anziché fare tante cose di corsa preferisco farne poche fatte bene. Perché fare l'amore con lui è qualcosa che va fatto nel migliore dei modi, prendendo il tempo necessario e utilizzarne ogni singolo istante, senza sprecarlo. Fare l'amore con Jimin è senza tempo, penso mentre mi giro dando le spalle a mio marito in modo che mi possa preparare. Sento le sue dita scorrere su tutto il mio corpo, in modo particolare sulla schiena, soffermandosi su un punto preciso che però non approfondisco chiedendo cosa ci abbia trovato. Semplicemente lo lascio fare, lascio che le sue dita mi facciano venire i brividi lungo tutto il corpo, lascio che traccino i contorni dei tatuaggi che gli piacciono di più e gli permetto di mordermi la pelle, sentendo la sua erezione premere contro le mie natiche mentre lui geme al contatto con esse. E dalla maniera in cui mi tocca posso già dire che i successivi saranno attimi fantastici...
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«Oddio, Jiminie!» urlo alla sua spinta più forte. Prima di farlo mi ha confessato che non si sentiva molto sicuro di sé e che comunque non avrebbe mai raggiunto i miei livelli, ma se io l'ho fatto godere anche solo un decimo di come mi sto sentendo appagato io in questo momento allora posso darmi una pacca sulla spalla e auto-complimentarmi per il lavoro che ho svolto.
«Come sto andando?» mi domanda ed è la prima volta che lo sento insicuro per quanto riguarda il sesso. Solitamente è lui la parte mentalmente attiva quando io, al contrario, sono quello che prende appunti e impara. Questa volta invece mi domanda come stia andando perché ha paura di non essere all'altezza... invece lo è, Dio se lo è...
«Stai andando benissimo-» rispondo strozzandomi a causa del piacere. «Dio, non ti fermare» continuo cercando di prendere grossi respiri quelle poche volte in cui riesco ad aprire i polmoni. Quello che sto provando è un piacere mozzafiato e, non so come mai, il poco apporto di ossigeno al mio cervello lo sta rendendo ancora più amplificato, facendomi provare sensazioni mai conosciute prima. Ora capisco perché tutte quelle persone voglio provare il choking durante l'atto sessuale... e ora capisco anche perché Jimin abbia voluto provare il choking; probabilmente sapeva a cosa stava andando in contro, al piacere che avrebbe raggiunto se avessi premuto delicatamente i lati del suo collo per togliergli il fiato. Devo ammettere che avevo una fottuta paura di farlo all'inizio... diciamo che non è facile "strozzare" la persona che ami, però Jimin mi ha rassicurato che con la giusta pressione gli avrei apportato ancora più piacere e oggi finalmente lo posso capire.
«Piccolo, sono vicino» cerco di risultare il più chiaro possibile nonostante la voce bassa e strozzata. Ma a quanto pare mi capisce perché cattura le mie labbra con le sue e, contro di esse, mormora un: «Anche io», dando spinte sempre più forti e veloci. L'acqua intanto ha assunto il ruolo di attutire e allo stesso tempo amplificare il rumore delle nostre pelli che sbattono l'una contro l'altra, il ruolo di scaldare maggiormente i nostri corpi già bollenti e, infine, il ruolo di lubrificare in maniera naturale sia l'ambiente nel quale la lunghezza di Jimin sta entrando e dal quale successivamente esce ripetendo sempre i soliti movimenti sia la mia interezza attorno e lungo la quale si sta muovendo la mano destra di mio marito, mentre la sinistra è intenta a tracciare segni delicati lungo la mia guancia, la mia mandibola, il mio collo e sempre più giù fino allo stomaco, che da ormai un po' di tempo sta facendo le capriole.
«Jungkook-» mi chiama il biondo riattaccando le labbra alle mie per farmi capire che ormai è arrivato al culmine. La sua mano sinistra dalla mia guancia passa al mio fianco, arpionandosi ad esso per avere un maggior sostegno, mentre la mia presa sulla vita di Jimin si stringe ulteriormente. Ci stiamo stringendo e sostenendo come se potessimo cadere a terra da un momento all'altro, quando in realtà stiamo volando in alto nel cielo, talmente vicini al Sole che potremmo bruciarci le ali.
«Okay-» mormoro sentendo la sua mano stringersi sempre di più sul mio fianco, fino ad arrivare al punto in cui capisco che devo lasciarmi andare. E nel momento in cui lo faccio vengo investito da una miriade di emozioni. Percepisco me stesso venire intensamente sulla mano di Jimin, sporcando allo stesso modo i nostri stomaci, mentre nel frattempo sento mio marito esplodere dentro di me e riversare tutti i suoi umori all'interno del mio orifizio pulsante a causa del piacere. Non per fare una classifica, ma penso che questo sia in assoluto l'orgasmo più intenso che io abbia mai avuto.
«Cazzo-» respira Jimin contro la mia pelle appoggiandosi a me, mentre io lo avvolgo con le mie braccia e lo stringo al mio petto.
«Già...» replico cercando di stabilizzare la respirazione, cosa che mi risulta ancora abbastanza difficile date le circostanze.
«Adesso dobbiamo prepararci?» domanda il biondo spostandosi per scivolare fuori da me, ma io lo blocco non volendo che questo momento finisca così presto: «Aspetta... rimani qui ancora un po'» lo imploro senza allentare la presa.
«Hey, l'hai detto anche tu che abbiamo tutto il tempo che vogliamo... starò qui finché vuoi» cerca di rassicurarmi, probabilmente perché la mia voce è parsa molto più preoccupata e disperata di quanto avrei voluto. Già, tutto il tempo che vogliamo... magari fosse così, penso mentre catturo per l'ennesima volta le labbra di Jimin in un bacio dolce e pieno d'amore, bacio che lui ricambia all'istante, approfondendolo e chiedendo l'accesso alla mia cavità orale picchiettando la lingua sul mio labbro inferiore. Immediatamente schiudo le labbra e permetto alla sua lingua di entrare a cercare la gemella, con la quale subito si scambia carezze delicate, con la quale gioca, inseguendola e nascondendosi da lei per farsi inseguire a sua volta. Io l'ho detto e lo ripeto: starei a baciare le labbra di Jimin per tutto il resto della nostra vita. Ma per oggi ho altri piani.
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A differenza di quello che si è potuto capire di me, io non sono un pervertito sessuale. Affatto. Semplicemente mi piace fare sesso in certi modi particolari e con Jungkook ne ho sperimentati davvero tanti, ma quello di oggi in doccia è stato magnifico. Non avevo più fiato una volta arrivati alla fine e solitamente mi ci vuole di meno a riprendermi, ma adesso sono ancora leggermente tremolante a causa delle forti sensazioni che si sono liberate in tutto il mio corpo poco meno di un'ora fa.
«Piccolo, sei pronto?» mi domanda il diretto interessato dei miei pensieri entrando in camera da letto, dentro la quale mi stavo preparando.
«Quasi» rispondo finendo di allacciarmi le scarpe da ginnastica. Mi ha detto di vestirmi comodo per questa sorpresa e per fortuna mi so adattare a qualsiasi occasione quando si tratta di vestiario. «Mi dai un indizio su dove andiamo?» domando poi curioso mentre mi allaccio l'altra scarpa. Lo amo, amo le sorprese che mi fa e devo dire che ogni volta azzecco l'outfit in pieno, però ogni volta mi fa morire dalla curiosità e vorrei semplicemente dargli una boccetta di siero della verità per farmi rivelare i posti in cui mi vuole portare.
«Ti dico solo che farà freddo, quindi copriti per bene» risponde lasciando tutto il resto alla mia immaginazione. Fa freddo... ci sono un sacco di posti in cui fa freddo. Potrebbe essere anche un refrigeratore, la cella frigorifera di qualche negozio di alimentari che vende surgelati.
«Oddio... ti sei stancato di me quindi vuoi uccidermi e nascondere il mio corpo nel ghiaccio?» chiedo ridendo aspettandomi la stessa reazione da parte sua, anche se non avviene quello che avevo previsto, ma anzi mi risponde con un: «Ma che dici?! Jimin, non scherzare su queste cose!»
Il suo tono di voce mi fa arretrare leggermente e subito abbasso lo sguardo puntandolo sul pavimento.
«S-scusa...» mormoro sentendolo avvicinarsi a me.
«No, hey... scusami tu se ho reagito così... è solo che non riesco ancora a sopportare battute sulla tua m-morte» balbetta l'ultima parola «e questa mi ha spaventato non poco» confessa abbracciandomi e facendomi sentire al sicuro. Ricambio la stretta attorno a lui e mi premo contro il suo petto.
«Lo so che ho sbagliato... ma come ti dico sempre: non sta accadendo adesso, quindi godiamoci il momento, mh?» cerco di aiutarlo rassicurandolo il più possibile e lui annuisce con la testa, portandosi via qualche lacrima traditrice con le punte delle dita.
«Sì, lo so...» mormora cercando di riprendersi. «E comunque non hai sbagliato. Non darti colpe, tu non sbagli mai, piccolino» dice al mio orecchio lasciando poi un bacio delicato come una farfalla. «E ora partiamo per questo posto freddo!» esclama tornando il ragazzo allegro e solare di sempre, sciogliendo l'abbraccio per camminare fuori dalla stanza aspettando che io lo segua. E mentre lo guardo camminare sorrido... sorrido per quello che ho, per quello che la vita mi ha dato. È proprio vero che la vita dà e la vita toglie, ma se devo fare due conti quello che mi ha dato il giorno in cui ho conosciuto Jungkook non sarà mai neanche lontanamente paragonabile a quello che mi avrà tolto quando sarò morto. Jungkook è molto più di quello che potessi chiedere, molto di più di quello che avrei mai potuto immaginare e sono grato alla vita per avermelo dato.
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Una volta in macchina, partiti per andare in quel luogo a me ancora sconosciuto e deciso da mio marito, mi viene in mente di chiedere a Jungkook una cosa.
«Kookie?» lo chiamo cercando di attirare la sua attenzione.
«Dimmi tutto» mi risponde posando la sua mano non tatuata sulla mia coscia e dandole una stretta per incitarmi a parlare. Io di conseguenza poso entrambe le mie mani sulla sua, anche per assicurarmi che non si sposti da quel punto, e parlo: «Prima in doccia ho visto una cosa... un t-tatuaggio» balbetto sperando che non se la prenda a male. Mi avrà detto centinaia di volte che posso chiedergli qualsiasi cosa io voglia riguardo ai suoi tatuaggi da quando ha capito di amarmi davvero e che le domande personali non gli danno più fastidio se fatte da me, eppure questo è un argomento su cui ancora vado cauto, come se i miei piedi fossero fatti di puro piombo e il terreno sprofondasse sotto di me ogni volta che lo tiro fuori.
«Quale?» domanda lui tranquillamente, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada e svoltando verso destra all'incrocio. Questa strada la conosco... però è troppo presto per parlare, magari adesso cambia direzione e mi stupisce completamente. «Jimin?» mi chiama vedendomi distratto.
«S-sì, scusa... ho-ho visto un teschio. Aveva in bocca una sigaretta un po' consumata, ma ancora accesa perché ne fuoriusciva del fumo e... c'era un fiore colorato con colori diversi disegnato sul lobo parietale. Perché hai un teschio sulla schiena?» finisco di domandare togliendomi dalla testa tutti i pensieri che ho avuto su quell'immagine quando l'ho vista. Adesso voglio solo sentire la risposta di Jungkook, senza preoccuparmi in anticipo e magari anche inutilmente.
«Beh...» inizia rimuovendo la mano dalla mia coscia per riportarla sul volante e continuare a guidare. «C'è una parte del mio passato che non conosci... una parte oscura, una parte in cui bevevo fino al coma, fumavo fino a riempirmi i polmoni di catrame e non parlo solo di sigarette...»
«Oh, Kookie...» mormoro quando lui si interrompe per qualche secondo per respirare profondamente e probabilmente cercare le parole giuste da usare in un momento del genere.
«Questa è la parte del mio passato che ho sempre voluto tenere nascosta... non solo a te, ma anche a me stesso, in modo particolare a me stesso. Ecco perché non te ne ho mai parlato, mi vergognavo e volevo dimenticarmi del coglione che ero stato...»
«Amore, non devi vergognarti. Sei un ragazzo stupendo e purtroppo tutti hanno un passato. Il tuo è stato tormentato, ma quello che conta è la persona che sei adesso» lo rassicuro posando una mano sul suo braccio, che immediatamente stacca dal volante per far incontrare e successivamente intrecciare le nostre dita.
«Grazie, piccolo» risponde sbattendo le palpebre velocemente per non far cadere le lacrime. Io sorrido alle sue parole e aspetto paziente che continui la sua storia. «Arrivato ad un certo punto ho voluto staccarmi da tutta la tossicità che caratterizzava la mia vita, ma ancora non ci riuscivo del tutto. Liberarmi dalla droga era diventata una di quelle cose che volevo fare e che non potevo fare. Allora, colto da un momento di speranza, mi sono fatto tatuare il mio teschio, morto, con in bocca quella che non è affatto una sigaretta. Credevo che sarei finito per diventare uno scheletro, ma avevo ancora un po' di speranza. Quindi ci feci disegnare un fiore pieno di mille colori, perché il fiore dà la vita» mi spiega mentre io cerco di non tremare alle sue parole. Odio il pensiero che l'amore della mia vita sarebbe potuto morire ancora prima di me e, oltretutto, per una cosa così infima come la droga. Odio il solo pensiero che se fosse successo noi due non ci saremmo mai conosciuti e adesso non staremmo insieme e chissà cosa sarei diventato io... odio tutto questo, ma le sue parole tornano un'altra volta a salvarmi dai miei pensieri bui e cupi.
«E tu, piccolo mio...» inizia stringendomi la mano, stretta che io ricambio al volo mentre punto gli occhi lucidi sulla sua figura intenta a guardare la strada. «Tu sei il mio fiore.»
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Durante il viaggio in macchina mi sono addormentato, con in testa solamente le ultime parole di Jungkook: "Tu sei il mio fiore". Significa che secondo lui io gli ho dato la vita, io l'ho riportato in vita e non potrei essere più felice di aver assunto un ruolo così importante per lui.
«Piccolo, svegliati» sento dire dalla voce calda di mio marito quando ormai la macchina non sta più andando. Non avendo avuto il tempo di cadere in un sonno profondo mi risulta abbastanza facile aprire gli occhi al primo richiamo, stropicciandomeli con le nocche e ripristinando una visione abbastanza nitida dell'ambiente circostante. Scendo dalla macchina e mi guardo intorno, solamente per strabuzzare gli occhi quando la vista di una casa, della casa, mi compare di fronte.
«Oh, mio Dio!» esclamo saltando sul posto dalla gioia. «Oh, Dio, Jungkook!» continuo a saltellare raggiungendolo e gettandomi su di lui, che prontamente mi prende in braccio e mi fa girare per qualche volta in aria. «Dio, ti amo, ti amo, ti amo!» continuo a dire baciandolo su tutto il volto lasciando le labbra per ultime, per avere il tempo di baciarle in maniera approfondita ed esprimere a mio marito tutta la mia gratitudine.
«Eccoti a casa» dice posandomi a terra e indicando la casa in montagna di mia nonna. Incredibile come si sia ricordato della locazione del posto dopo esserci stato solamente una volta, incredibile come abbia deciso di portarmi qui a sorpresa sapendo quanto io sia legato a questa abitazione. Incredibile quanto io ami Jungkook con tutto me stesso e quante volte lui me lo dimostri, con tutto quello che fa.
«Ti amo così tanto!» esclamo nuovamente cingendogli la vita e camminando verso la casa della mia nonnina. Varcando la soglia mi rendo conto che non abbiamo portato valigie né cambi, ma cerco di non farmi prendere dal panico e mi godo il profumo di legno e di antico che si respira qui dentro, il profumo di famiglia che con i miei genitori non ho mai avuto il piacere di provare.
«Te l'ho detto che sei la persona migliore del mondo» affermo rivolto verso mio marito. «Un angelo venuto dal cielo a salvarmi» aggiungo avvicinandomi a lui e facendomi piccolo al suo fianco. Lo amo, non c'è niente che io possa dire o fare e non c'è niente che lui possa dire o fare per farmi cambiare idea. Lo amo e basta, lo amo perché tiene a me e non ha mai smesso, neanche per un secondo, di dimostrarmelo. Lo amo perché mi fa sentire bene, lo amo perché è lui, perché è Jungkook.
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La sorpresa è piaciuta molto a Jimin e questo non ha fatto altro che rendermi felice... tuttavia ho la testa ricolma di pensieri. Sono le 17:08 minuti, ho puntato una sveglia ogni ora perché mi ricordi quanto tempo manca, e adesso mancano cinque ore. Cinque cazzo di ore. Sto cercando di godermi il momento al massimo, ma il pensiero del tempo è una costante nel mio cervello da stamattina. In realtà lo è sempre stata, ma adesso ancora di più e io sto andando in crisi. Cerco di non farmi notare dal biondo, ma sinceramente gestire tutto questo è difficile.
Mentre siamo seduti sul divano e vedo il sorriso di Jimin irradiare l'ambiente, mi chiedo come sia possibile che l'Universo abbia deciso di riservare ad un ragazzo speciale come lui una fine del genere. A volte vorrei pensarla come Leibniz, vorrei essere convinto che il mondo in cui viviamo sia stato scelto da Dio tra infiniti altri mondi poiché il migliore possibile in cui vivere, ma quando ti viene fatto notare che la persona che ti ha salvato la vita, la persona più gentile di tutte, dovrà morire così giovane, risulta alquanto difficile rimanere positivi.
«Amore, che hai?» mi domanda il diretto interessato dei miei pensieri risvegliandomi da questi. Mi incanto un secondo a guardarlo negli occhi e poi, preso da chissà quale forza improvvisa, mi sporgo verso di lui per abbracciarlo.
«È che ti amo talmente tanto... ricordatelo sempre» sussurro al suo orecchio lasciando un bacio delicato sul suo collo. Se solo lui sapesse che tra cinque ore sarà tutto finito... se solo ne fosse consapevole, mi chiedo che cosa accadrebbe. Mi chiedo se cambierebbe qualcosa nel modo in cui si sta svolgendo questa giornata, mi chiedo se sarebbe ancora così allegro e spensierato... ci sono tantissime domande nella mia testa, troppe e sinceramente il mio cervello sta funzionando troppo poco per dare delle risposte anche ad una sola di queste.
«Anche io. Oggi mi hai fatto un regalo stupendo... ti amo» risponde allontanandosi dall'abbraccio per guardarmi negli occhi, posare una mano a coppa sulla mia guancia e baciarmi delicatamente. Le sue labbra a contatto con le mie sono come dei cuscini morbidi, i più morbidi mai creati prima... in Giappone gli ho chiesto come facesse a essere così morbido e lui mi ha risposto con una battuta, ma io ero serio. Sembra davvero che la morbidezza sia stata data tutta a lui una volta nato... quando lo tocco mi sembra di star toccando del cotone, è una sensazione bellissima.
«Non so se te l'ho mai detto,» mormora Jimin allontanandosi dalle mie labbra quel poco che basta per parlare fluidamente «ma anche io amo baciarti» mi confessa dandomi un leggero bacio a stampo, per poi avvicinarsi nuovamente al mio orecchio e sussurrare un: «Ovunque», inglobando poi il mio lobo tra le sue labbra.
«Piccolo, non dire queste cose o potremmo fare il secondo round già adesso...» mormoro con voce fin troppo calda.
«E non possiamo?» domanda lui in tono provocatorio con le labbra ad un palmo di naso dalle mie. Effettivamente l'idea di sentire per l'ultima volta la sensazione di piacere provocata dalle pareti calde di Jimin che si stringono attorno a me non mi dispiace per niente. E poi le sue sole parole, accostate alla sua pericolosa vicinanza a me in questo momento, mi hanno già compromesso.
«S-sì che possiamo» balbetto poco lucido, alzandomi in piedi per condurlo al piano di sopra. «Cazzo se possiamo!» esclamo poi faticando già a respirare a causa sua. Possiamo.
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When I tell you lies
so your heart won't break.
Yeah I know, yeah I know
that I made my fair share of mistakes.
As I Am, di Justin Bieber ft. Khalid
Dopo esserci coccolati a lungo Jimin è caduto in un leggero sonno che ho paura di svegliare. Insomma, non vorrei perdermi neanche un secondo della sua presenza in questo momento, ma sapere che sta dormendo tranquillamente sotto le coperte pesanti del letto matrimoniale in cui riposava sua nonna mi trattiene dallo svegliarlo. Non so quale sia la cosa giusta da fare, non ho nessuno a cui chiedere un consiglio e anche se ce lo avessi non ascolterei mai i suggerimenti di una terza persona. Soprattutto se si tratta del mio piccolo Jimin, che proprio in questo momento si rigira nelle coperte fino a ritrovarsi faccia a faccia con me nel letto; le sue palpebre sono ancora chiuse, il suo respiro ancora regolare e profondo, caratteristico di chi sta dormendo. Sul suo volto un leggero sorriso con il quale potrebbe spezzare le più potenti lance da guerra. Il suo sorriso è un'arma, la più potente che io abbia mai conosciuto, la più gloriosa che io abbia mai visto.
Bisognoso di una boccata d'aria fresca, mi alzo in piedi per dirigermi verso il balconcino nell'altra stanza. Non voglio lasciare Jimin da solo per troppo tempo e neanche allontanarmi troppo da casa, quindi ho optato per quella scelta, che mi pareva la più sensata. Tuttavia, proprio mentre mi muovo per alzarmi, vengo fermato dalla voce del biondo che mi chiama: «Kook?»
«Hey, piccolino. Hai tanto sonno oggi» commento riferendomi al fatto che stamattina si sia svegliato più tardi del solito, che in macchina abbia dormito e che anche adesso sia caduto tra le braccia di Morfeo.
«Sei tu che mi fai stancare» risponde lui sorridendo, alludendo invece al doppio sesso di oggi.
«Già... colpa mia» ammetto colpevole, alzando le spalle e baciandolo velocemente per poi tornare seduto accanto a lui.
«Senti... ti devo dire una cosa» inizia il biondo rabbuiandosi un pochino e mettendosi seduto, poggiando poi la schiena alla testiera del letto.
«D-dimmi...» lo incalzo io impaurito.
«Lo so che il grande giorno è oggi» continua e io inizio a tremare. Nascondo la mano dietro la schiena per non far vedere né a Jimin né a me stesso quanto abbia perso il controllo sul mio stesso corpo, sulle mie stesse azioni e sui miei pensieri. Che cosa esattamente sa?
«Che-che intendi?» domando insicuro, volendo sbagliarmi con tutto il cuore. Spero davvero che quello che penso sia solo un brutto pensiero e che rimanga tale, ma quando apre bocca per rispondere capisco che invece sta diventando realtà.
«So che morirò oggi... e so che anche tu lo sai. E sai anche l'orario.»
«C-che stai dicendo?» fingo di non sapere nulla nonostante venga costantemente tradito dalla mia stessa voce che trema e si spezza ad ogni parola che pronuncio. «Come farei a saperlo?»
«So che hai sognato parecchio recentemente. E tu sai che io credo nei sogni... ti volevo solamente chiedere a che ora sarebbe successo.»
«Jimin, io-» inizio, ma mi blocco all'istante a causa delle lacrime. «Come fai a saperlo?»
«Ho sognato molto anche io...» risponde solamente, sorridendo e cercando di consolarmi. «Hey, amore, va tutto bene...» dice baciandomi gli zigomi umidi a causa delle gocce di pianto.
«No che non va bene... sto per perderti» sbotto sentendo il mio cuore spezzarsi in un miliardo di pezzi che non si ricomporranno mai più.
«Ascoltami... tu non mi perderai mai, mh?» cerca di farmi capire lui, ma in questo momento sono troppo fuori dal mondo per realizzare cosa mi stia dicendo. Ho resistito una giornata intera, ma adesso lo stress e la tensione accumulati si stanno scatenando liberi all'interno del mio corpo e io non posso fare nulla per fermarli. «Le persone che ami non se ne vanno mai per davvero. Continueranno per sempre a far parte della tua vita, a viaggiare nei tuoi ricordi, a stare con te nei momenti belli e brutti. Quindi tu non mi perderai» conclude il discorso abbracciandomi così forte che quasi mi sento soffocare. Ma in questo momento non mi importa, in questo momento mi sto sentendo morire dentro e un po' di ossigeno in meno non potrà far altro che bene.
«Come fai a essere così forte? Come fai a non essere triste o incazzato o-»
«Calmo!» mi interrompe lui prendendo la parola. «Certo che sono triste e arrabbiato. Non sono mai stato amato e adesso che ho trovato qualcuno devo morire, non sono mai stato felice e adesso che lo sono devo andarmene... certo che sono incazzato, neanche hai presente quanto lo sono e lo sono stato, ma alla fine ne vale la pena? Questo è il mio ultimo giorno sul pianeta Terra, ormai è una questione di ore... ma se ripenso a tutto quello che hai fatto per me oggi, per farmi passare un ultimo giorno fantastico e spensierato, allora come faccio a rimanere incazzato? Tu sei l'ultima persona che si merita la mia tristezza o la mia rabbia. È stato l'Universo a volermi morto, non tu, quindi perché dovrei essere arrabbiato con te? Non ne vale davvero la pena, no...» conclude il suo discorso e io sto peggio di prima. Ammiro la sua forza, la invidio... io per paura non gli volevo neanche dire che sarebbe morto oggi mentre lui ne era a piena conoscenza e comunque non si è scomposto. O almeno... davanti a me non si è scomposto. E lo amo per questo... la sua forza sarà una delle cose che mi mancherà di più.
«Sei così perfetto» mormoro tra le sue braccia. «Non avrei potuto chiedere di meglio, non avrei potuto ricevere di meglio» aggiungo lasciandogli un bacio sulla testa, respirando ancora una volta il suo shampoo all'anguria e inebriandomi della sua fragranza.
«Promettimi che rimarrai per sempre tu. Promettimi che rimarrai il ragazzo di cui mi sono innamorato e che oggi non cambierà niente.»
«Come potrà non cambiare niente? Io mi reggo in piedi grazie a te...» rispondo con la voce incrinata, stupendomi alle sue parole. Come può chiedermi una cosa del genere?
«Non è così... devi trovare la tua forza interiore e promettermi che andrai avanti» mi domanda ancora.
«T-te lo... te lo prometto» mento ancora nel suo abbraccio. Per fortuna non lo sto guardando negli occhi o mentirgli sarebbe risultato mille volte più complicato. Non è una richiesta che può farmi, non è una richiesta che posso accettare... la mia forza è lui ed è ovvio che tutto cambierà dopo stanotte. Tutta quanta la mia vita sarà capovolta, ma non per il meglio come quando è stata capovolta il giorno in cui ho incontrato il biondo tra le mie braccia. Questa volta verrà fatta rivoltare e sarà tutto in declino. Questa notte inizierà il mio decadimento.
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(separatore)
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Sono esattamente le 21:38 appena scoccate, ciò vuol dire che mancano esattamente trenta minuti alla tragedia. Jimin è sdraiato a letto mentre io sono seduto sul bordo di quest'ultimo e gli tengo la mano. Ha pianto anche lui prima... è un ragazzo molto forte e coraggioso, ma tanto quanto me ha sentito il bisogno di sfogarsi e ciò l'ha portato a piangere tra le mie braccia. Neanche io sono riuscito a trattenere le lacrime e mi sono lasciato andare insieme a lui. Giuro che scenderei a patti con il Diavolo in persona per prendere il suo posto... in maniera altruista per permettergli di vivere la sua vita piena di ambizioni, egoisticamente perché mentre lui diventerà cenere io sarò confinato qua sulla Terra a soffrire la sua mancanza. E ho paura.
«Quanto tempo abbiamo?» domanda Jimin spostando lo sguardo stanco verso l'orologio sul comodino.
«Mezz'ora» rispondo con la voce rotta.
«Vorrei dirti così tante cose... ancora così tanti "ti amo".»
«Rinunciare ai tuoi "ti amo" sarà dura, lo sai?» chiedo cercando di accennare un sorriso e fallendo miseramente nell'impresa.
«Lo so, ecco perché volevo che ne facessi una scorta. Possiamo dircelo di nuovo? Possiamo dirci gli ultimi "ti amo"?»
«Certo che possiamo, perché me lo stai chiedendo?»
«Non lo so, mi sento come se non avessi più alcun diritto di decidere niente della mia vita.»
«Hey, piccolo, non è così. T-tu hai... tu hai il pieno controllo rispetto a ciò che ti riguarda. Ti amo.»
«Ti amo.»
«Ti amo. Per sempre.»
«Ti amo» e continuiamo a dircelo per un bel po', fino a quando non manca così poco tempo che le cose da dire sono diventate troppo importanti per essere lasciate andare come se niente fosse. Quindi cambiamo argomento.
«Voglio che ti tatui il mio ricordo addosso...» mi implora Jimin di colpo, come se fosse questa la cosa più importante che mi vuole dire. Oppure sta tenendo quella di importanza suprema per ultima, per caricarla di rilievo sempre maggiore.
«Io lo ho tatuato nella mente il tuo ricordo, piccolo» cerco di rassicurarlo accarezzandogli la mano con la punta del pollice.
«N-no... ti prego, fammi questo favore. Voglio rimanere sulla tua pelle» supplica ancora e io non posso far altro che acconsentire. Non so perché stia facendo così tanta fatica a dirgli di sì, forse è perché so che con questo sì mi sto arrendendo e non voglio accettare il fatto che mi stia per lasciare andare. Eppure annuisco, incapace di far uscire quella parolina dalle mie labbra.
«E poi te l'ho detto quello che voglio da te... voglio che tu sia sempre felice. Voglio vederti sorridere. Sorrideresti per me, Kookie?» mi domanda e io raccolgo tutte le mie forze per accennare un sorriso e per cercare di ampliarlo il più possibile, mentre il mio occhio cade sull'ora e una lacrima traditrice scivola lungo la mia pelle.
«Hai un bel» tossisce girando la testa di lato per poi tornare normale e continuare «sorriso, lo sai? Ecco perché voglio che lo preservi... sempre» conclude la frase e io mi piego verso di lui per far unire le nostre labbra. «E baci da Dio» mormora su di esse facendomi ampliare il sorriso contro i suoi due cuscinetti che sanno di rosa.
«Quanto manca?» domanda successivamente girandosi verso l'orologio, cosa che faccio anche io mentre rimango sbigottito nel vedere l'orario. Il mio cuore inizia a pompare un'ingente quantità di sangue all'interno delle mie vene e mi sento come se stessero per esplodere una dietro l'altra.
«D-dieci m-m... minuti» dico prendendo un profondo respiro, sentendomi mancare l'aria e l'ossigeno. Cazzo. Cazzo, mancano dieci minuti. Vaffanculo, impreco all'interno del mio cervello. Lo so che è inutile eppure in questo momento non riesco a fare nient'altro. Vorrei godermi gli ultimi seicento secondi con l'amore della mia vita, con colui che ha portato la gioia nel mio cuore, ma da solo non ci riesco. Mi serve ancora lui per calmarmi.
«Amore mio» mi riporta Jimin alla realtà stringendo la presa attorno alla mia mano. «Rimani qui... non lasciarmi andare da solo, rimani qui.»
«Sono qui, piccolo... sono qui» rispondo portando la sua mano tatuata alle mie labbra per baciare le nocche sulle quali sono scritte le nostre promesse. «Te l'ho mai detto quanto amo essere chiamato amore da te?» chiedo accennando ad un sorriso con le labbra ancora premute contro la sua mano.
«N-no... dimmelo adesso» chiede con gli occhi socchiusi a causa della stanchezza.
«Quando mi chiami così mi sento come se stessi volando nel più alto dei cieli. Mi sento bene, mi sento libero... sento che la mia anima non ha più catene e che può viaggiare assolta ovunque voglia.»
«È-è stupendo... tu sei stupendo» mormora Jimin in risposta portando la mia mano tatuata sulla sua guancia e appoggiandosi al contatto con essa. «Mi mancheranno anche le tue mani... mi hanno sempre dato la protezione che cercavo» sussurra.
«Sappi che io ci sarò sempre a proteggerti. Non esiste confine che il mio amore per te non possa superare» rispondo cercando di credere e di intendere per davvero le parole che ho appena pronunciato. Certo fa male, malissimo, sapere che tra poco sarà tutto finito e che io non lo potrò più proteggere in realtà, ma dovevo dirglielo. Perché mi sembrava la cosa giusta da fare.
«Sono contento... perché in questo momento ho davvero tanto bisogno di te» dice facendomi avvicinare a lui. Un'altra lacrima mi tradisce e a causa della vicinanza cade sul suo viso. Io prontamente gliela asciugo chiedendogli scusa, ma a lui sembra non importare.
«Ti amo, Kook. L'ho sempre fatto» dice a fior di labbra dalle mie.
«Anche io, piccolino» rispondo continuando a bagnargli il viso con le mie lacrime che adesso non riesco più a trattenere.
«Voglio baciarti fino a smettere di respirare.»
«Possiamo farlo se vuoi. Baciarci fino alla fine, per davvero.»
«Okay» risponde lui inumidendosi le labbra secche con la saliva.
«Okay...» ripeto asciugandomi le lacrime in volto e avvicinando le mie labbra alle sue. Le nostre mani destre ancora strette tra loro mentre la mia sinistra è intenta ad accarezzare la guancia morbida di Jimin e ad asciugargli le gocce di pianto che rilascio io dai miei occhi.
La lingua del biondo si muove svelta, prima per chiedere l'accesso e poi per cercare la gemella all'interno della mia bocca. I due muscoli caldi e umidi, una volta trovatisi, si scambiano carezze dolci e confortanti, carezze che fanno rabbrividire e nel frattempo cerco di memorizzare il più possibile questi gesti per farne una scorta; un po' come ho fatto per tutti i "ti amo" detti poco prima da Jimin.
«Grazie» sussurra il biondo sulle mie labbra ed è questione di secondi prima che io mi renda conto che ha smesso di muoversi, che la sua lingua ha smesso di cercare la mia e che il suo cuore ha smesso di battere.
Sento freddo. Guardo l'orario nel più totale panico: 22:08. No. No no no no no, non è possibile, no. NO, CAZZO, NO!
«NOO!» urlo a pieni polmoni consapevole che nessuno mi potrà sentire. Neanche Jimin, perché ora giace morto sul talamo nel quale abbiamo fatto l'amore soltanto qualche ora prima.
Mi viene da vomitare, quindi cerco di correre in bagno il più velocemente possibile, alzare la tavoletta del water e riversare al suo interno tutto quello che ho mangiato oggi. E forse anche ieri. E l'altro ieri.
Cazzo. L'ho perso. L'ho perso per sempre. Tutti i per sempre che ci dicevamo quando era ancora in vita sono stati annullati da questo per sempre, un per sempre negativo, privo di speranza, privo di gioia.
Mentre vomito e urlo tutto quello che ho dentro sento un dolore fortissimo al braccio destro, come se me lo stessero amputando senza anestesia e forse urlo anche un po' per quello, ma in qualche modo il dolore emotivo che provo maschera leggermente quello fisico atroce che non so da cosa sia provocato. E comunque in questo momento non mi interessa di nulla, di niente al mondo. Vaffanculo tutto, penso mentre provo ad alzarmi sulle gambe tremanti. Mi pulisco le labbra con un fazzoletto e getto anche quello nel water, tirando l'acqua e lasciando però la tavoletta alzata in caso di altre possibili emergenze.
Non ci posso credere... non posso credere che sia successo davvero. Sono ancora nel più completo panico, non so cosa fare. Ho un corpo morto che giace sul letto di una casa che neanche è la mia... dovrei chiamare qualcuno. Dovrei avvertire qualcuno, ma non so chi... solamente un nome mi viene in mente in questo momento, qualcuno che so che mi potrà aiutare: Jackson.
Sì, chiamerò lui, per forza... è l'unica possibilità che ho, l'unica persona che mi possa dare una mano... però prima di chiamarlo devo aspettare di riprendermi. Devo uscire da questo stato di panico e non sarà facile. Soprattutto se mi sdraio accanto al corpicino di Jimin, che riposa con un leggero sorriso sul volto, e mi corico in quel letto che abbiamo più volte profanato con il nostro amore.
Mentre lo guardo sembra addormentato, sembra caduto nuovamente tra le braccia di Morfeo. Non pare affatto morto, solamente in un'altra dimensione, una più felice, una senza dolore. Il dolore è rimasto tutto qua sulla Terra, tutto dentro al mio cuore.
«Ti amo» mormoro per l'ultima volta prendendo la mano fredda di Jimin nella mia, intrecciando tra di loro le nostre dita tatuate e posando la testa sul cuscino vicino a lui. Perché se lui dorme così beato e rilassato, con la pelle liscia – seppur gelida – poiché priva di tensione, allora perché non posso addormentarmi anche io accanto a lui? E mentre chiudo gli occhi, gonfi e rossi a causa del pianto, sentendomi stanco per la giornata di oggi, spero di non svegliarmi più la mattina dopo.
●▬▬▬▬▬๑۩ spazio autrice ۩๑▬▬▬▬▬●
LA STORIA NON È FINITA!
(ogni tanto metterò questo reminder)
Buongiorno a tutti, ragazzi e ragazze, come va? Io io sto ancora poco bene e ho inappetenza, ma spero che questa cosa passi alla svelta...
Ci terrei a spendere due paroline riguardo al capitolo, che spero con tutto il cuore vi sia piaciuto.
Un "finale" del genere (LA STORIA NON È FINITA!) lo avevo in mente sin dall'inizio della storia e penso che molti di voi ci fossero già arrivati e se lo aspettassero. In ogni caso spero di non avervi scioccato o sorpreso troppo... e allo stesso tempo spero di aver fatto un buon lavoro con la stesura del capitolo.
Essendo importante ho voluto descrivere al meglio quelle poche scene proposte, riempiendole di dettagli. Sono "contenta" di come sia venuto fuori il capitolo e spero che andrete avanti con la storia.
LA STORIA NON È FINITA!
Questa storia mi ha davvero appassionato, Jungkook e Jimin rappresentavano l'amore più puro che si possa provare al mondo. Erano l'uno la salvezza dell'altro e sinceramente mi mancherà tantissimo scrivere di loro due insieme in questa storia.
LA STORIA NON È FINITA!
Come forse saprete mi sono fatta una scaletta di tutti i capitoli che posterò dal XXXI al (per ora) L... però forse riuscirò a tagliare qualcosa.
Spero seriamente di riuscire a fare un buon lavoro con i prossimi ATTI e di non deludervi. Amo questa storia e voglio che esca al meglio.
Non so come concludere questo spazio autrice, faccio un po' schifo con le conclusioni, ma forse posso dirvi che vi voglio bene e che vi ringrazio per tutto. E forse posso anche chiedervi di rimanere qua per scoprire cosa succede. Vi voglio bene, davvero ❤️
LA STORIA NON È FINITA!
Grazie.
LA STORIA NON È FINITA!
Words: 8031
Published: 22072021
Edited:
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