XXVII - quinta parte

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capitolo 27: parte 5
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»»---- ★ jimin's p.o.v. ★ ----««

La mattina dell'ultimo giorno a Tokyo, mi sveglio con in testa due pensieri. Oggi pomeriggio io e Jungkook dovremo prendere l'aereo e abbandonare questa magnifica città che, per quanto possibile, abbiamo visitato in lungo e in largo nei quattro giorni precedenti. Mi dispiacerà andarmene, come mi è dispiaciuto tornare a casa dopo la vacanza in montagna, ma abbiamo anche bisogno di ritornare alle nostre vite e inoltre... il secondo pensiero che mi occupa la mente dall'inizio del viaggio: la sorpresa romantica a Jungkook, che in questo momento è accanto a me, mentre dorme in completa beatitudine. È una delizia vederlo con tutti i muscoli rilassati, la pelle tirata e non contratta a causa della tensione che invece prova da sveglio.

Tuttavia, nonostante questa visione mi bei gli occhi, devo svegliarlo. Ma non dopo essermi fatto portare la colazione in camera. Ieri sera, tornati in albergo, mi sono messo d'accordo di nascosto con il ragazzo della reception che ci ha accolto quattro giorni fa, chiedendogli di farci mandare un carrello pieno di vivande mattutine.

All'ora stabilita sento infatti un leggero bussare alla porta e, dalla quantità di colpi dati, capisco che sia quello che sto aspettando.

«Ecco a lei, signor Jeon» mi chiama, nonostante il mio cognome sia rimasto Park dopo il matrimonio. Però devo dire che fa un bell'effetto essere associato a lui in questo modo.

«Grazie mille» sussurro per non farmi sentire, mentre apro la porta per far entrare il carrello e allungo una mancia al ragazzo.

«Grazie a lei» replica riferendosi ai soldi. «Buon appetito» mormora infine, camminando via per il corridoio con passo felpato, attutito anche dalla moquette che ricopre l'intero pavimento esterno.

«Okay» parlo tra me e me. «Adesso manca solo la sorpresa vera e propria» dico tirandola fuori da sotto il letto e posandola sul ripiano più basso del carrello.

Porto quest'ultimo il più vicino possibile al letto, mentre diminuisco la distanza tra me e Jungkook in modo da svegliarlo.

«Kookie» lo chiamo all'orecchio sperando che mi senta, cosa che succede siccome si muove nel letto girandosi dall'altra parte.

«Amore, svegliati» continuo a chiamarlo dandogli un bacio sulla guancia, sperando che mi dia ascolto.

«Che ore sono?» domanda rigirandosi sul lato a cui era precedentemente appoggiato per controllare la sveglia sul comodino.

«È tardissimo, abbiamo l'aereo da prendere tra solo due ore» mento per farlo svegliare, girando la sveglia dall'altro lato prima che possa leggere l'orario indicato.

«Oh, dio! Dobbiamo fare le valigie!» balza in aria facendomi ridere, senza neanche notare il carrello fermo proprio davanti a lui.

«Jungkook!» cerco di chiamarlo, ma le risate che continuano a scivolarmi fuori dalla gola me lo rendono difficile. «Ho mentito. Dovevo farti svegliare» spiego guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua. Se non lo conoscessi bene scambierei quello sguardo con uno pieno di odio.

«Perché?» domanda piagnucolando, tornando a letto per sedersi di fronte a me.

«Perché ho una sorpresa per te» rispondo indicando il carrello dietro di me. «Due in realtà» mi correggo, adesso guadagnandomi un'occhiata incuriosita.

«Hai fatto portare la colazione?» domanda sorridendomi e sporgendosi verso di me per catturare le mie labbra in un bacio tenero, di ringraziamento. Dovrei essere io a ringraziare lui, per ogni secondo della mia vita.

«Sì, cosa ti va di mangiare?» chiedo illustrando le portate che ho fatto preparare.

«Latte alla banana con torta di ciliegie» risponde dopo aver ascoltato con minuziosa attenzione e particolare interesse il mio elenco. Non so come mai, ma qualcosa dentro di me mi diceva che avrebbe scelto proprio questo.

«Mettiti comodo» gli dico mentre lui fa aderire la sua schiena alla testata del letto. «E goditi la tua colazione» aggiungo posando il vassoio sulle sue gambe, sistemando i piedi di legno sul letto in modo che non si crei contatto tra la superficie lignea e il corvino.

«Tu non mangi?» mi chiede lui tirando fuori il labbruccio a mo' di broncio, diventando all'istante la persona più dolce e allo stesso tempo erotica sulla faccia della Terra.

«Sì, mangio anche io, ma prima volevo servirti la colazione» rispondo sorridendo alla sua preoccupazione per me. Da lui ottengo la stessa reazione, mentre le sue guance assumono un colorito simile a quello delle ciliegie che abbiamo visto ieri.

«Buon appetito, allora» dice lui inzuppando la torta nel latte cremoso, mentre io prendo una forchettata del mio uovo strapazzato e me la porto alle labbra.

«Oh, mio, dio, è buoniffima» commenta Jungkook con la bocca piena di torta, sembrando proprio un bambino mentre lo fa, il bambino più tenero del mondo.

«Come fono le uova?» continua mandando giù il primo boccone e bevendo un po' di latte.

«Ottime» rispondo pulendomi le labbra prima di prendere un sorso di spremuta d'arancia dal mio bicchiere.

«Sai, sei fantastico. Pensi sempre a tutto» si complimenta Jungkook prima di mangiare altra torta.

«Ti amo e volevo darti un buon risveglio» replico sorridente, cercando di non pensare alla sorpresa di dopo.

Tra poco arriverà, continuo a ripetermi nella mente cercando di calmare i miei ormoni impazziti.

«Beh, diciamo che il risveglio è stato traumatico siccome mi hai fatto credere che fossimo in ritardo» ribatte lui facendomi ridere mentre ripenso alla scena di pochi minuti fa.

«Ma ne è valsa la pena, dormiglione» rispondo finendo le uova e bevendo l'ultimo sorso di succo, pulendomi poi mani e bocca con il tovagliolino arancione, in tinta con la mia colazione.

Quando poi mi sporgo verso il carrello per appoggiarci il vassoio sento qualcosa posarsi sul mio sedere. Jungkook.

Mi schiarisco la gola e mi volto verso di lui, che non finta innocenza si sofferma con la mano sul mio corpo.

«Che fai?» domando guardandolo male, eccitandomi allo stesso tempo.

«Pensavo...» dice tranquillamente.

«E i tuoi pensieri riguardano il mio culo?» chiedo sfacciato, senza neanche una punta di vergogna sulla lingua.

«Parte di essi sì» risponde lui sorridendo e tirandomi a sé, dopo aver spostato anche il suo vassoio sul carrello. Mi accoccolo a lui e lo bacio, prima sul petto, poi salendo pian piano fino al collo.

«E a cosa pensavi in particolare?» sussurro lasciando un bacio sul padiglione del suo orecchio.

«A come sia possibile che tu sia più morbido di questi cuscini» dice riferendosi al secondo paio di cuscini che ci hanno fornito, i quali, per la loro morbidezza, assomigliano a delle nuvole bianche fare di zucchero filato.

«Mi faccio la doccia con l'ammorbidente» rispondo e il corvino scoppia a ridere, girandosi su un fianco per stringermi meglio a sé.

«Quanto sei scemo» dice baciandomi la punta del naso, facendo diventare le mie guance rosa e le mie orecchie rosse.

«Hey, di solito quello te lo dico io!» mi lamento senza smettere di sorridere. «Trovati la tua parola» aggiungo poi.

«Ne ho milioni di parole per te, ma le migliori non sono ancora state inventate» risponde guardandomi negli occhi e io non riesco a resistere all'impulso di baciarlo. Mi avvicino quindi al suo volto e premo le mie labbra sulle sue, dapprima delicatamente e poi mordendole per chiederne l'accesso e divorarle voracemente.

E mentre ci baciamo e le mani di Jungkook vagano su tutto il mio corpo – e dico proprio tutto – io penso: finalmente inizia la colazione vera e propria.

«I-io...» cerco di dire nel bacio. «Ho pre-preparato una c-cosa» dico guadagnandomi la sua più completa attenzione.

«Sono in ascolto» replica, allontanandosi dal bacio, con gli occhi liquidi di lussuria.

«E-ecco...» cerco di riprendere fiato. «Siccome tu sei un artista e ami i colori, ho pensato di comprare questo» dico prendendo dal carrello una scatola impacchettata da me in persona.

«Se mi dici che hai comprato un vibratore colorato svengo» commenta mentre io mi meraviglio di lui.

«No!» rispondo scioccato, ridendo allo stesso tempo per l'idea pazza, anche se...

«Aprila» dico – e nel frattempo cerco di togliermi l'idea del vibratore dalla mente – posandola sulle sue gambe e noto una scintilla di curiosità attraversargli occhi e volto, mentre spacchetta la scatola partendo dal fiocco e, successivamente, strappandone la carta.

«Prima di aprirlo definitivamente... devo preoccuparmi?» chiede cauto pensando ancora che sia qualcosa di strano.

«Ti devi preoccupare se non lo apri» rispondo cercando di risultare minaccioso, e lui procede con l'apertura della scatola già spacchettata.

«Ci sono dei pigmenti. E un telo» ne enuncia il contenuto prendendo in mano una bustina verde e nell'altra l'ultimo elemento pronunciato.

«Sì, e sai a cosa servono?»

«A dipingere?» butta lì. È proprio innocente.

«Scusa, vedi dei pennelli?» domando guardando dentro la scatola anche se so benissimo cosa contiene.

«N-no... dimmelo tu, mi hai svegliato e sono ancora stordito» piagnucola adorabilmente e io non riesco a resistere dal tenerlo all'oscuro; deve sapere, adesso.

«Questi» dico prendendo in mano la bustina viola, «li mettiamo nell'acqua per renderli utilizzabili, e poi dobbiamo dipingerci a vicenda.»

«C-che?» chiede senza capire lo scopo del "giochino erotico" regalatogli.

Senza dargli il tempo di realizzare quello che succede, salgo sulla sua vita e mi avvicino a lui: «Prima ci spogliamo» dico dandogli un bacio sulle labbra, che lui cerca di tenere strette a sé, ma io glielo impedisco poiché devo continuare a spiegare. «Poi io coloro te e tu colori me» continuo dandogli un bacetto sul naso. «E infine facciamo l'amore sul telo che hai in mano» mormoro infine al suo orecchio, lasciando un bacio sul suo collo e soffermandomici finché non rimane un segno viola ben evidente del mio passaggio. Sento Jungkook ansimare e muoversi a disagio sotto di me, segno che l'atmosfera sta iniziando a scaldarsi.

«Poi il telo si asciugherà e rimarranno per sempre le impronte del nostro amore» dico riferendomi ai pigmenti ancora intrappolati nelle apposite bustine di plastica trasparente.

«A-andiamo a...» inizia mandando subito giù un fiotto di saliva, incapace di formulare una frase di senso compiuto al momento. «Andiamo a preparare i... i colori» riesce a bisbigliare quasi indistintamente.

Mi alzo dalla sua vita, emettendo un lamento per il distacco e la perdita di calore, e ci dirigiamo verso il bagno per prendere l'acqua con la quale bagnare i pigmenti.

Pochi minuti dopo siamo già completamente nudi e i colori sono pronti, posti su un mobile in modo che non vadano ovunque e non cadano chissà dove. Stendo il telo sul materasso, dal quale Jungkook rimuove i cuscini e le lenzuola, lasciando però il copri-materasso in modo che non si sporchi. Vero che il telo è abbastanza spesso, fatto apposta perché non si macchi il retro, ma non si sa mai.

«Con che colore vuoi iniziare?» domanda il corvino e io prendo in mano il bicchierino giallo, spiegando a Jungkook: «Adesso inzuppaci la mano e poi lasciala vagare ovunque tu voglia» proferisco indicando il mio corpo nudo.

Il corvino sospira frustrato e un sorrisetto mi si stampa sul volto, ma quando la sua mano inizia a lasciare il giallo sulle mie cosce una serie di brividi mi percorre tutta la spina dorsale.

«Tocca a te ora. Io voglio il rosso» mi comunica e io afferro il bicchiere con il colore dettatomi, immergendoci la mano che istantaneamente si colora di un rosso acceso.

Continuiamo a colorarci finché non siamo quasi del tutto ricoperti, quando con il viola vado ad avvolgere la mano attorno all'erezione del corvino, spalmando il colore su tutta la sua lunghezza.

Jungkook geme sommessamente al contatto e subito dopo cerca di dire: «J-Jim... che fai? Guarda che poi ti-» inizia e io capisco subito cosa vuole dire. È preoccupato che il colore rimanga dentro di me quando staremo facendo sesso. Ma lui di questo non si deve preoccupare assolutamente.

«Tranquillo, amore» rispondo io posando la mano libera sul suo fianco mentre continuo a muovere l'altra attorno a lui, iniziando a prepararlo per dopo. «Sono pigmenti fatti apposta, non sono tossici» spiego passando il pollice sulla sua punta.

«A-ah!» esclama posando le mani sulle mie spalle, incapace di reggersi in piedi sulle sue gambe, e spingendo i fianchi in avanti per ottenere una frizione maggiore. «J-Jimin, io-» inizia, avvertendomi che sta per venire, quindi fermo subito il movimento della mia mano e ottengo un lamento che esce soffice dalle sue labbra socchiuse.

«Mi dispiace, amore mio, ma lo sai che devi venire dentro di me» sussurro al suo orecchio iniziando a baciarlo. Lui si aggrappa ai miei fianchi e ricambia il bacio, guidandolo e approfondendolo fino a che rimaniamo senza fiato.

«Direi che possiamo cominciare» mormora Jungkook tirandomi insieme a lui sul materasso, che inizia a sporcarsi con i nostri colori.

Continuiamo a baciarci per un tempo indeterminato, mentre il materasso si riempie sempre di più di giallo, verde, rosso, fucsia, rosa, azzurro, blu, arancione...

Una delle mani di Jungkook si arpiona al mio fianco, mentre l'altra traccia una linea lungo il mio corpo, fino ad arrivare alla mia erezione ormai completamente formata per darle qualche pompata.

«Mh» gemo contro le sue labbra, mentre io mi coloro dell'arancio ancora presente sulle dita di Jungkook.

Con le stesse va poi a stuzzicare il mio orifizio, tracciandone il contorno per farlo eccitare e, quando meno me lo aspetto, infila una falange.

«Cazzo» commenta. «Avremo fatto sesso più di un centinaio di volte solo quest'anno, eppure sei ancora così dannatamente stretto» si complimenta. «Quanto cazzo ti amo» mormora sulla mia pelle, baciandomi il petto, stuzzicandomi i capezzoli ormai turgidi e infilando un secondo dito nella mia entrata, sforbiciando con indice e medio per allargare lo spazio che tra poco dovrà accogliere la sua interezza.

«Ti amo anche io» replico infilando le dita di una mano tra i suoi capelli, mentre con l'altra mi aggrappo al telo su cui siamo stesi.

Inarco la schiena quando lecca la mia erezione e mi lamento della tortura che mi sta facendo provare: «Ti prego, scopami e basta» esclamo senza vergogna. Ho bisogno di lui, lo voglio adesso, non posso resistere un secondo di più senza sentirlo per davvero.

«Impaziente, vedo» continua a provocarmi lui. «A cosa è dovuta tanta fretta?» chiede portando il suo viso ad un palmo di naso dal mio. Resisto all'impulso di baciarlo e rispondo, guardandolo negli occhi: «Al fatto che ti voglio, ora» dico secco sperando che il messaggio passi chiaro.

«Vuoi guardarmi negli occhi o-»

«Scegli tu, amore. La sorpresa è tutta per te» rispondo sapendo quanto gli piaccia prendermi da dietro. Se glielo chiedessi risponderebbe che preferisce guardarmi negli occhi perché è più romantico, ma io so che sotto sotto Jungkook è un ragazzaccio.

Infatti, come pensavo, dice soltanto: «Girati» e in un movimento veloce dei fianchi mi ritrovo poggiato su ginocchia e gomiti, mentre sento l'erezione di Jungkook giocherellare con la mia entrata bisognosa di attenzioni.

Inserisce piano la punta e poi diventa tutto più facile; ormai sa come muoversi, sa esattamente cosa fare e come farlo. Diciamo che è un ragazzo che impara molto alla svelta.

Una volta entrato completamente, si piega su di me e lascia dei leggeri baci sul mio collo, mentre spinge i fianchi avanti e indietro facendo scivolare la sua lunghezza dentro e fuori, ancora e ancora, ad un ritmo inizialmente pacato che però diventa sempre più veloce con il tempo.

A parte l'esperienza acquisita dal minore, ogni volta che facciamo l'amore mi sembra di farlo per la prima volta; le stesse sensazioni di quella magnifica serata a casa sua, lo stesso garbo, la stessa delicatezza mentre, grazie al movimento delle sue anche, si fa strada in me. Lo stesso cuore che accelera pompando adrenalina in tutto il sangue, le stesse farfalle nello stomaco quando colpisce il mio punto più sensibile. Lo stesso calore che sento crescere dentro di me quando la sua mano si aggrappa alla mia lunghezza, iniziando a pomparla a ritmo delle sue spinte, provocandomi dei gemiti di sempre maggiore intensità.

«Piccolo, ci sono quasi» sussurra sulla mia spalla, morendola e succhiando fino a lasciare il segno, tracciando poi con la punta della lingua le linee del tatuaggio che mi ha fatto lui.

Io non riesco a rispondere a parole, solamente a gemiti e ansiti e quindi cerco di fargli capire in questo modo che ci sono vicino anche io.

«Jungkook!» urlo il suo nome quando riverso il mio piacere sul telo, sporcando in parte anche la sua mano e sentendo le mie interiora contorcersi per le forti sensazioni che stanno provando mentre vengono riempite dall'esplosione dei suoi umori.

«Cazzo» commenta lui rimanendo ancora dentro di me, ma accasciandosi sul letto e abbracciandomi a cucchiaio. Giro solamente il busto e la testa verso di lui per guardarlo negli occhi; sulla fronte gli ricadono i capelli sudati mentre il suo respiro è più irregolare del mio.

Passiamo un po' di tempo in silenzio, mentre non facciamo altro che guardarci negli occhi, sorridendoci a vicenda come ogni volta dopo aver fatto l'amore, ringraziandoci l'un l'altro per i momenti di pura estasi passati insieme.

«Quanto tempo abbiamo prima di andare in aeroporto?» chiede Jungkook interrompendo il silenzio e la pace che si erano creati.

«Qualche ora, perché?» dico in risposta.

«Allora che ne dici se rimaniamo per un po' qua a coccolarci? E poi ci facciamo una bella doccia insieme» propone baciandomi sul collo e facendomi venire i brividi.

«Dico che è perfetto» replico sorridendo e catturando le sue labbra con le mie, assaporando quei boccioli rosa in ogni loro punto.

Dico che tutto questo è perfetto, penso mentre mi rimetto dritto e mi lascio stringere dalla presa di Jungkook, che posa un altro bacio delicato sulla mia scapola tatuata, sorridendo sulla mia pelle e provocando in me la stessa reazione.

È questa la perfezione, la pace dei sensi... stare a letto con l'amore della propria vita a farsi le coccole dopo aver appena finito di dichiararsi il proprio amore nel modo migliore possibile: facendolo.

«Ti amo» sussurro così a bassa voce che penso di non essere stato sentito, ma dopo qualche secondo odo tre parole in risposta, le mie preferite: «Ti amo, piccolo»; sorrido posando la testa sul telo e chiudendo gli occhi, sentendo il calore di Jungkook scaldarmi mentre il suo "ti amo" continua a ripetersi nella mia mente. Senza accorgermene verso una lacrima, una di felicità, e in fondo al mio cuore vorrei fermare il tempo in questo momento, per sempre.

●▬▬▬▬▬๑۩ spazio autrice ۩๑▬▬▬▬▬●

Ed ecco a voi la quinta e ultima parte di questo viaggio a Tokyo, che spero vi sia piaciuto come è piaciuto ai due protagonisti!

Nel prossimo capitolo i due ragazzi saranno già a casa da un po' di giorni, otto ad essere precisi, e chissà come si evolverà la situazione. Io intanto ho gli appunti pronti dal PRIMO MAGGIO, rendiamoci conto... spero di riuscire a finire alla svelta le mie idee!!!

Beh, in ogni caso, ancora buon compleanno a me 🥳🎉 – mi aspetta una giornata alcolica AHAHA – e un bel VE SE AMA a voi, perché ve lo meritate! 🥰❤️

Words: 3010
Published: 02072021 [tanti auguri a me 🥳]
Edited:

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