XIX

And you keep me in with those hips,
while my teeth sink in those lips.
While your body's giving me life,
and you soffucate in my kiss.

Bad Things, di Machine Gun Kelly (feat Camila Cabello)

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capitolo 19
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»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««

Dopo essere scesi dalla macchina apro la porta di casa mia a Jimin. Le parole che gli ho confessato poco fa sono del tutto vere: vorrei che dormisse qui letteralmente ogni notte. Non voglio che rimanga da solo neanche per un secondo, soprattutto adesso che so. Non posso permettermi di non passare ogni singolo momento con lui, è più forte di me. Mi sono innamorato e non sono mai stato così bene.

«Jungkook...» mi chiama lui interrompendo i miei pensieri.

«Dimmi» rispondo rivolgendo il mio sguardo e la mia attenzione a lui.

«Non ho per niente sonno, ti va se... se ci guardiamo un film?» fa questa richiesta a voce bassa, intimidita, quasi come se potessi dirgli di no.

«Certamente! Che film vuoi guardare?» gli domando, lasciandogli libera scelta. Io in fatto di film ho gusti molto ampi, ma non so di preciso cosa piaccia a lui perciò non voglio prendermi la responsabilità di scegliere qualcosa che potrebbe annoiarlo o che potrebbe contenere ricordi spiacevoli.

«Oh, umh... ti va bene "365 giorni"? Giusto per cambiare un po' il genere» propone.

«Va bene» annuisco senza sapere di che film si tratti. Non importa, lo scoprirò guardandolo. Accendo quindi la televisione e la imposto su Netflix, cercando poi il film che Jimin ha proposto e, non appena i miei occhi entrano in contatto con la copertina di "365 giorni", capisco subito di che tipo di film si tratta.

Quindi a Jimin piacciono queste cose?, penso tra me e me senza però fare commenti ad alta voce che potrebbero metterlo a disagio.

Prima di sedermi definitivamente vado in cucina a prendere un sacchetto di pop-corn già scoppiati e li verso in una ciotola, poi mi viene in mente di chiedere a Jimin cosa desideri da bere, ma come se mi avesse letto nel pensiero appare davanti a me.

«Vuoi una mano a preparare?»

«No, grazie, non ti preoccupare. Dimmi solo cosa vuoi da bere e sarò lì tra due minuti.»

«Acqua, per favore.»

«Solo acqua?» domando stupito, credendo che mi chiedesse un tipo di bibita.

«Beh, devo... prendere la medicina, quindi sì.»

Oh. Questa frase mi provoca una fitta al cuore. Questo muscolo è davvero debole!

Prendo quindi l'acqua fresca dal frigorifero e gliene verso in po' in un bicchiere, allungandoglielo successivamente.

Distolgo lo sguardo da lui perché probabilmente vuole un po' di privacy; è una cosa molto personale quella che sta per fare quindi non voglio metterlo a disagio.

Con la coda dell'occhio però – mentre preparo un vassoio con acqua, bicchieri e la ciotola dei pop-corn – noto che manda giù la pillola in pochi secondi, come se niente fosse e non so se essere triste – siccome ha compiuto questo gesto con talmente tanta rapidità, la quale indica che ci è abituato – oppure essere felice – poiché ha compiuto un gesto talmente tanto privato davanti a me. Magari lui non ci ha neanche dato tutta questa importanza, ma io sì.

Sorrido mentalmente e insieme ci avviamo verso il salotto. Jimin si siede sul divano mentre io poso il vassoio sul tavolo.

«Vuoi anche la coperta?» chiedo sentendo improvvisamente un fastidioso freddo.

«Oh, umh, sì, va bene» risponde timido. In parte lo capisco, stiamo per guardare un film erotico e gli ho chiesto se vuole mettersi sotto la coperta insieme a me, ma d'altro canto è stato lui a proporre questo tipo di visione e la cosa ancora mi lascia abbastanza stupito.

Prendo la coperta grande di pile da dietro il divano e la stendo sulle nostre gambe, per poi avviare il film.

Jimin afferra i lembi del tessuto e lo tira su fino a coprirsi all'altezza delle spalle, mentre io per ora la lascio solamente sulle gambe.

Il film parte e dopo undici minuti c'è già la prima scena erotica, che sinceramente avrei preferito saltare. Non per qualcosa, non mi sconvolgo per queste cose, ma c'è una ragazza a cui viene letteralmente scopata la bocca e immagini fittizie di Jimin che viene abusato in quello stesso modo da Taewon mi riempiono il cervello, facendomi odiare la scena. Il biondo accanto a me, tuttavia, non batte ciglio e finché lui è tranquillo io non mi azzardo a commentare. Anche se lo credo poco probabile, magari lui in questo momento non sta nemmeno pensando a quello che gli è successo e non vorrei essere io a evocargli ricordi spiacevoli.

Il film va avanti mentre mangiamo un po' di mais scoppiato tra una scena e l'altra e dopo quasi un'ora dall'inizio viene rappresentata la seconda scena erotica e io non so per quale motivo sento i miei jeans diventare leggermente più stretti sul davanti, ma non in maniera troppo fastidiosa. Quella si presenta appena i due protagonisti finalmente fanno sesso e Cristo, la situazione sta diventando insopportabile da gestire. Jimin accanto a me cerca di sistemare la sua posizione sul divano e io riesco a percepire, dai suoi movimenti, che sente il mio stesso disagio. Mi chiedo cosa sia venuto in mente al biondino, che ho sempre creduto talmente innocente da non poter far male ad una mosca. Non che questo lato di lui mi dispiaccia, è solo che lo credevo molto diverso. Più... tranquillo, ecco.

Respiro pesantemente quando il mafioso infila la testa tra le cosce della protagonista, immaginandomi per un istante, ma uno soltanto!, me e Jimin in quella posizione. Cerco di scacciare via quel pensiero, ma a impedirmelo è il biondo stesso che si volta verso di me domandando: «Tutto bene?» guardandomi dritto negli occhi. Io ricambio lo sguardo cercando di sembrare tranquillo quando in realtà sono del tutto dolorante, il tessuto fin troppo stretto dei miei jeans ha iniziato a darmi fastidio, ma rispondo di sì con un cenno del capo e lui, sembrando soddisfatto della risposta, torna con gli occhi sullo schermo.

La scena va avanti e quando il mafioso fa girare la ragazza per prenderla da dietro non posso fare a meno di immedesimarmi nella scena e pensare di fare lo stesso con il ragazzo seduto proprio accanto a me. A questo punto il fastidio che sento è davvero diventato talmente insopportabile che non riesco a tollerarlo. E quando vedo che lui le blocca le braccia dietro la schiena, emetto un lamento contro il mio stesso volere.

A quel punto Jimin si volta nuovamente verso di me e mi domanda: «Ti sta piacendo?». Sembra così innocente alla vista, ma un po' credo che abbia scelto questo film apposta e il fatto che stia avendo lui il controllo della situazione non fa altro che confermare la mia idea.

«S-sì, a te?» mormoro cercando di non far trasparire il mio parziale affanno.

«Mi aspettavo peggio, invece è fatto bene» risponde solamente.

«Non-non pensavo ti piacessero questi tipi di-di film» gli parlo cercando di non dare importanza a tutte le altre scene che mi si presentano davanti agli occhi e nelle quali ci vedo sempre me e questo diavoletto di ragazzo.

«Ah, no? Perché?» domanda sporgendosi di qualche centimetro verso di me. Jimin, che fai?

«T-ti credevo più un-»

«Un angioletto?» completa lui la frase al posto mio e io annuisco solamente, incapace di parlare a causa della mia gola che si sta seccando. Vorrei allungarmi verso il tavolino e prendere un bicchiere d'acqua, ma l'atmosfera che si sta creando è troppo lasciva per venire rovinata così da me.

«Beh, ci sono ancora tante cose che non sai di me» mormora liberando i nostri corpi della coperta di pile e salendo a cavalcioni sulle mie cosce. Che?! «Davvero, davvero, tante» aggiunge guardandomi dritto negli occhi e io mando giù un fiotto di saliva nel tentativo maldestro di lubrificare la mia gola per rispondere: «E vorrei... vorrei conoscerle tutte prima o poi.»

«Tutte?» domanda lui avvicinando il viso al mio, iniziando a muovere lentamente i suoi fianchi. Sento che anche lui là sotto ha il mio stesso problema, e la frizione che si crea attraverso i tessuti stretti dei nostri pantaloni non fa che aggravarlo.

«T-tutte» ansimo senza davvero avere il controllo sul mio cervello. La lingua ha parlato da sola e ovviamente anche la mia parte razionale vuole spingersi oltre con Jimin, ma se fosse viva in questo momento direbbe "Non ora". Invece è morta, uccisa dallo stesso ragazzo che adesso è sopra di me.

«Allora partiamo dal classico, va bene?» dice allacciando le braccia attorno al mio collo e sfiorandomi le labbra con le sue. Io poso le mie mani sui suoi fianchi e lo attiro ancora di più verso di me, facendo scontrare maggiormente le nostre erezioni doloranti.

Jimin, partiamo da dove vuoi, ma basta che fai in fretta perché ti voglio, penso mentre lui inizia il nostro primo bacio non dolce, neanche profondo, ma addirittura erotico, quasi come il film. È un bacio diverso dal solito, questo traspare di lussuria e voglia di qualcosa di più. Qualcosa che sta per arrivare.

Le sue labbra si spostano dalle mie alla mia mandibola, lambendola fino ad arrivare al mio orecchio e poi scendono sempre più giù verso il mio collo, soffermandosi su alcuni punti in particolare che dopo pochi secondi sento bruciare. Nel frattempo le sue mani sono finite sulla fibbia della mia cintura, in procinto di slacciarmela e quando ci riesce – anche in maniera sorprendentemente veloce, devo dire – infila le dita nei lembi laterali dei miei pantaloni e tira verso il basso per sfilarmeli. Io alzo i fianchi per agevolarlo e in men che non si dica mi ritrovo con le gambe nude e solo i boxer a circondarmi fastidiosamente.

Jimin passa velocemente le dita sui contorni dei miei tatuaggi, fortunatamente senza soffermarcisi troppo poiché queste storie vanno raccontate in un altro momento e mentre lui è intento a stuzzicarmi io infilo le mani nella sua maglietta e gli accarezzo la schiena, per poi privarlo di quell'indumento. Rimango sconvolto dalla meraviglia del suo corpo, che esploro centimetro per centimetro, finché non noto una protuberanza sul pettorale sinistro. È un pacemaker?

«Faccio schifo, vero?» mi domanda e all'inizio, talmente assorto nei miei pensieri, non capisco a cosa si riferisca, infatti si spiega meglio: «È un pacemaker, mi fa sembrare orribile, ma non ci ho mai dato importanza perché non piacevo a nessuno. Adesso però...»

«Jimin, io- sì, il pacemaker l'ho guardato, ma non con ribrezzo. Se ti sto letteralmente fissando è perché hai un fisico pazzesco e un piccolo quadratino non rovinerà tutto, okay? Anzi, non rovinerà niente. Sei bellissimo» lo rassicuro. Ha un corpo divino, non può davvero credere di fare schifo solo a causa di un macchinario che lo aiuta con il suo problema.

«Davvero non mi trovi schifoso?»

«Trovo schifosa qualunque cosa ti faccia pensare di essere schifoso. Sei stupendo, dico davvero» gli rispondo e a queste parole si avventa sulle mie labbra per ringraziarmi in una maniera pratica, più diretta e decisamente più dolce. Le sue mani continuano a stimolarmi attraverso i boxer finché, dopo in mio lamento, non arriva finalmente a tirarmeli via, molto lentamente per provocarmi. Cazzo, Jimin, non renderlo così difficile...

Quando finalmente rimango senza nessun indumento dalla vita in giù, il biondo che ha preso possesso del mio corpo forma una "o" con le labbra e poi mi guarda negli occhi. Io mi sto sentendo morire dalla vergogna mentre lui sembra così a suo agio con tutto questo e non so se esserne contento o maggiormente imbarazzato. Mi lascia un altro bacio veloce al quale io cerco disperatamente di attaccarmi per non doverlo guardare negli occhi, a causa dell'imbarazzo, ma lui lo scioglie subito, scendendo dalle mie gambe e sedendosi a terra sulle ginocchia, proprio in mezzo ai miei polpacci.

Ho capito cosa vuole fare e sto morendo dall'eccitazione. Lascia qualche bacio sul mio interno coscia, lambisce alcuni punti riempiendoli di macchioline rosso fuoco che risplendono contro il nero dei tatuaggi e io prego soltanto che finisca questa tortura e inizi a toccarmi veramente.

«Jimin-» piagnucolo abbassando lo sguardo verso il suo e vedendolo sorridere leggermente. È un provocatore, una tra le tante cose che dovrò scoprire di lui è sicuramente questa.

Posiziona la mano sinistra sulla mia coscia e con l'altra afferra il mio membro iniziando a stimolarlo in un contatto diretto, senza più tessuti a separarci. Dopo averlo stimolato per un po' e aver ricevuto qualche gemito da parte mia, lo allinea verso la sua cavità orale e lentamente lo ingloba, facendomi gettare la testa all'indietro per il piacere. Mi sta controllando e lo sta facendo in maniera talmente piacevole che non mi sento in grado neanche di intervenire, di ribaltare la situazione. Per ora voglio solo godermi quello che sta per arrivare.

Fa vorticare la lingua calda e bagnata attorno alla mia lunghezza e risale sempre di più fino a stimolarmi la punta con il suo muscolo piacevole. Successivamente ci lascia un leggero bacio e poi continua con il suo lavoro, prendendolo ancora interamente in bocca, sforzandosi di spingerlo fino in fondo. Sento il suo riflesso di conato salire, ma riesce a ignorarlo e io sono troppo perso nella situazione per dirgli di non sforzarsi. Inoltre non lo sto forzando, neanche lo sto toccando per paura di spingerlo a fare qualcosa contro la sua volontà.

Muove la testa su e giù e io intanto mi abbandono ai gemiti che ormai non riesco neanche più a trattenere. Mi accarezza le cosce e quando con la lingua arriva solamente a stimolarmi la punta, usa la mano per il resto.

Nel mio stomaco sento crescere sempre di più una sensazione di calore, segno di allerta che sto per venire. Avverto così Jimin in modo che lui possa spostarsi: «J-Jimin, sto per-aah!» inarco la schiena e quasi strillo quando con i denti mi stuzzica, ma subito dopo si alza abbandonando completamente il suo lavoro e torna a sedersi sulle mie gambe.

«Che fai?» domando stupito. Sia chiaro, non lo forzerei mai a fare qualcosa che non vuole, ma non si può interrompere così il pompino più bello che io abbia mai ricevuto...

Il biondo si avvicina al mio orecchio e, dopo aver stuzzicato velocemente il lobo, sussurra: «Jungkookie... voglio che vieni dentro di me».

Questo è decisamente troppo, adesso prendo davvero il controllo della situazione afferrandolo per la vita e portandolo in braccio in camera mia, mentre non interrompiamo per nulla al mondo il bacio che ci stiamo dando.

Avrò spento la televisione? Oh, fanculo, non mi interessa. La mia attenzione in questo se la merita solo Jimin.

Appoggio la sua persona al centro del letto e, come ha fatto lui poco prima, mi posiziono tra le sue gambe e lo libero velocemente di tutti gli altri indumenti che indossa e che, arrivati a questo punto, gli stanno decisamente fin troppo stretti.

Mi fermo per un secondo, solo per ammirare la sua infinita bellezza. Lo sto esplorando millimetro per millimetro e non ce n'è uno che non sia perfetto. Dalla sua pelle porcellanata alle sue quasi invisibili lentiggini che, nonostante vengano identificate come "imperfezioni" ancora da molti, su di lui sono bellissime.

Mi sdraio sul suo corpo appoggiandomi sui gomiti per non esercitare troppa pressione su di lui e sento le nostre erezioni ben formate sfregare pelle contro pelle, senza più niente a dividerle finalmente. Adesso sono io che ho il comando e, esattamente come lui prima ha fatto con me, avvicino le mie labbra al suo orecchio e faccio scivolare una mano tra i nostri corpi, afferrando la sua lunghezza, già dura a causa di tutti gli stimoli che ha avuto, e iniziando a masturbarlo.

«Lascia che sia io adesso a prendermi cura di te, Jiminie» gli dico all'orecchio e poi lo guardo negli occhi, chiedendogli implicitamente il permesso di proseguire. Lui annuisce e subito socchiude gli occhi, puntandoli verso il soffitto, mentre io mi destreggio con la mano destra tra la sua punta e l'intero membro. Voglio ricambiarlo del piacere che mi ha fatto provare poco fa, quindi nel frattempo che la mia mano si muove quasi da sola, io gli lambisco il petto, lasciando qualche succhiotto qua e là per ricordargli che dopo stanotte apparterremo per sempre l'uno all'altro e arrivo anche ai suoi capezzoli, già turgidi a causa del contatto con l'aria. Con l'altra mano stimolo il destro mentre con la lingua inglobo l'altro, facendo ruotare entrambi i suoi bottoncini da una parte tra pollice e indice e dall'altra tra lingua e denti. Lui geme a questa sensazione e io sorrido contro la sua pelle, contento di sapere che sto facendo un buon lavoro.

La mia mente nel frattempo viene proiettata in un futuro breve, ovvero a quando staremo effettivamente facendo sesso, e immediatamente mi ricordo di non avere il lubrificante a portata di mano, siccome non credevo affatto che sarei mai finito a letto con Jimin, o con qualcuno in generale, soprattutto in casa mia.

Senza fermare il movimento della mia mano attorno al suo membro, con uno schiocco separo la mia bocca dal suo petto e lo guardo.

«Cosa?» domanda lui, accorgendosi che sto avendo un dilemma interiore.

«Non... non ho il lubrificante...» dico distogliendo lo sguardo temendo di aver rovinato la serata.

«Oh...» risponde lui, guardando verso un punto a caso nella stanza per un attimo per poi tornare con lo sguardo nel mio. «Beh, vorrà dire che faremo alla vecchia maniera» risponde e io cerco di far girare i neuroni per capire cosa intenda, ma le mie cellule a forma di stellina se ne sono andate a dormire molto tempo fa.

«Ossia?» azzardo, sperando di non fare la figura dell'idiota; ma se c'è anche una minima possibilità che la serata finisca come abbiamo previsto, sono disposto a passare anche da scemo.

Lui mi circonda la nuca con un braccio e mi attira a sé, mormorando in maniera sensuale e decisamente provocante: «Dovrai usare la lingua» e a queste parole sento il mio amichetto contrarsi per la scarica elettrica che mi hanno mandato. La lingua? Devo... leccarlo lì? Jimin si accorge della mia espressione pensante e mi domanda: «Solo se te la senti, possiamo rimandare tutto se non sei a tuo agio con la cosa». Come fa a essere così dolce dopo che mi ha mostrato la sua parte più perversa?

«No no, assolutamente. Voglio farlo» dico cercando di risultare convinto delle mie parole. La mia paura è che quella di non riuscire a far bene quello che Jimin vuole, ho paura di non soddisfarlo, ecco perché ho questa espressione, che adesso cerco immediatamente di mascherare con una sicura di sé.

«Jungkook...» mi chiama il biondino sotto di me e io lo guardo negli occhi, dicendogli implicitamente di continuare.

Lui afferra gli orli della mia maglietta e li tira leggermente, chiedendo poi: «Posso togliertela?»

Annuisco, imbambolato da come muove le labbra in maniera sinuosa per parlare. Lui afferra la maglietta e la tira fin sopra la mia testa, per poi lasciarmi completamente nudo come lo è lui.

«Sei stupendo» mi dice accarezzandomi il petto con le punte delle dita sottili, appartenenti ad una dolcezza che adesso riconosco.

Passa le dita sull'ARC che ho tatuato sul petto e sorride a trentadue denti, mormorando con lo sguardo fisso nei miei occhi: «Il mio Iron Man». A questa frase sorrido anche io e subito dopo riprendo i miei movimenti sul suo membro, dimenticato a causa di questo momento di dolcezza. Lui chiude gli occhi immediatamente ed emette un pesante gemito quando premo il palmo della mano direttamente contro la punta gonfia e sensibile.

«Cazzo, fallo ancora» mi prega e io lo accontento, vedendo come ogni suo muscolo si stia contraendo per il piacere che gli sto dando. «Oddio, sto per- fermati!» mi ordina; «Voglio venire insieme a te, non già adesso.»

«Scusa, è che steso sotto di me sei irresistibile» dico preso da un'ondata di coraggio improvvisa.

A questa mia dimostrazione di sicurezza diventa lui quello timido, distogliendo lo sguardo e arrossendo leggermente a causa delle mie parole. Io mi metto a sedere sulle mie ginocchia, in modo da permettergli di girarsi e mettersi in posizione canina per passare alla preparazione vera e propria. L'ansia mi sta esplodendo nel petto quasi quanto l'eccitazione, ma finora Jimin è stato bene quindi perché secondo il mio fottutamente stupido cervello dovrei rovinare tutto adesso?

«Pronto?» gli dico, facendo vagare le mani dalla sua vita ai suoi fianchi, esplorandone la morbidezza. Avere il suo sedere dalla forma perfetta davanti agli occhi mi provoca un'altra scarica di adrenalina.

Lui piagnucola in risposta, segno che vuole di più, ora. Mi avvicino quindi a lui e poso le mani sulle sue natiche, separandole quel tanto che basta per riuscire ad avere il suo buchetto rosa in bella vista e, lentamente, ci passo sopra la lingua. Jimin contrae i muscoli e inarca la schiena a questo contatto tra la mia lingua calda e il suo orifizio, sul quale soffio per poi leccarlo di nuovo, ancora delicatamente. Inevitabilmente gli lascio qualche morso anche sulle natiche carnose, alternando la mia tortura tra esse e il suo anello di nervi.

«Oddio» commenta Jimin abbassando la testa e inarcando la schiena un altro po', quel tanto che basta per mettersi in mostra ancora di più. «Continua a prepararmi» mi supplica mentre io eseguo ogni suo ordine, dal primo all'ultimo, facendomi guidare in questa pratica per me nuova.

«Adesso che l'hai lubrificato» ansima «devi allargarlo» mi spiega. So che così tante figure come oggi non le ho mai fatte, ma ancora una volta rimango fermo non sapendo come muovermi. Lui capisce senza bisogno di spiegazioni e dice: «Le-le dita».

Ooh. Era così semplice! Si vede che sono proprio partito. Non credo sia la prima volta per nessuno dei due, ma solitamente io ero ubriaco quando scopavo in giro ed è passato qualche annetto dai miei ventuno.

Grazie alla saliva e ai suoi liquidi a fare da lubrificante, il mio indice scivola abbastanza rapidamente all'interno della cavità di Jimin, che sento contrarsi attorno al mio dito mentre lui grugnisce per il piacere. Dopo un po', col suo permesso, inserisco anche il dito medio e, una volta che si è abituato alla presenza estranea, inizio a sforbiciare lentamente per distendere il suo anello di muscoli, preparandolo ad accogliere un'entità che supera di molto le dimensioni di due semplici dita, nonostante le mie mani non siano piccolissime.

«Oddio, sei bravissimo» si complimenta Jimin e, sapendo che gli piace, mi sento molto più sicuro di me. «Però non andare troppo a fondo o non durerò a lungo» si raccomanda dolcemente e con la voce spezzata dagli ansiti. Faccio come mi dice e quando mi comunica di essere pronto, lo faccio girare nuovamente, facendo aderire la sua schiena al materasso.

«Posizione classica, vedo?» mormora sorridendo in maniera maliziosa. Cosa?

«V-voglio... guardarti negli occhi» dico, distogliendo paradossalmente lo sguardo a causa dell'imbarazzo della mia frase.

«Allora fallo. Non devi vergognarti arrivati a questo punto» dice accarezzandomi il viso e io sorrido baciandolo.

«Quindi a te sta bene?» chiedo per sicurezza. Se vuole che lo prenda da dietro, nella posizione in cui eravamo prima, posso farlo. Basta solo che lo chieda.

«Sto per farlo per la prima volta con il ragazzo che davvero amo, non è importante in che modo lo faremo. L'unica cosa che conta è che ci siamo tu ed io e il nostro amore a farci da guida» risponde e io sto per mettermi seriamente a piangere. Amo questo ragazzo, lo amo con ogni singola fibra del mio corpo. "Ti amo", penso mentre gli do un altro bacio delicato, quasi estraneo a tutto quello che è successo finora.

«Aspetta» mi viene in mente all'improvviso. «È la tua prima volta?»

«Oh, no no. Intendevo che è la prima con te» mi spiega e vedendo la mia espressione leggermente triste – nonostante neanche per me sia la prima – lo fa sentire in dovere di aggiungere qualcosa: «Jungkook, siamo giovani, ma non quanto basta per essere i primi l'uno per l'altro. Quando ti ho conosciuto sono rinato, mi sono lasciato alle spalle il passato e ho ricominciato da te. Non conta quante volte io l'abbia fatto, conta con chi e quanto è stato importante. E anche se lo è stato, adesso sono qui perché tu sei più importante di loro messi insieme» mi spiega in maniera più che esaustiva e io verso davvero qualche lacrima.

«Cazzo se ti amo» gli dico baciandolo, stavolta approfondendo l'incontro delle nostre lingue in maniera più prolungata. Sento le sue mani sul mio viso intente a tirarmi via le lacrime mentre io faccio scivolare la mia tra le nostre gambe, allargando quelle di Jimin per avere maggiore accesso. Stuzzico ancora un poco il suo orifizio e poi allineo la mia lunghezza con la sua entrata, spingendo delicatamente con i fianchi.

«Sto per entrare» avverto e Jimin annuisce, riprendendo a baciarmi, mentre io mi spingo all'interno sempre di più, facendo entrare prima la punta e poi man mano tutta quanta la mia lunghezza.

«Cazzo» ringhia allontanandosi dalla mia bocca per ansimare. «Aspetta un secondo» mi dice e io eseguo, proprio come ho fatto fino ad adesso; una volta che mi dà il via libera inizio a scivolare lentamente fuori da lui, solamente per poi rientrare con la stessa lentezza, in modo da farlo abituare a questa presenza estranea. Io intanto mi sento avvolto dalle sue calde pareti, strette come lo erano attorno alle mie dita, e ansimo ogni volta che rientro in lui.

«Sei così stretto, cazzo» gli dico. «Mi prendi così bene» mi complimento a denti stretti, vedendo che lui sorride.

Non sciolgo il contatto con i suoi occhi neanche per un istante, nonostante quelli di entrambi siano socchiusi a causa del piacere che ci stiamo dando l'un l'altro.

«Jungkookie, toccami» si lamenta lui e io porto lo sguardo in mezzo ai nostri corpi, ricordandomi della sua erezione. Baciandogli il collo come ringraziamento per avermi ricordato della cosa – che come un idiota stavo dimenticando – porto una mano in mezzo alle nostre carni e ricomincio a masturbarlo come stavo facendo prima, dettando nel mentre spinte più decise e ritmiche, colpendolo forse fin troppo a fondo.

«Oddio, Kook!» strilla con la sua adorabile voce acuta. «Fallo ancora, colpiscimi lì» mi prega e io faccio come mi ha detto, voglioso di dargli piacere. «Merda!» esclama ancora «Sei bravissimo» si complimenta e io continuo a colpirlo in quel punto per ringraziarlo e ricambiare il piacere che sta dando a me.

«Jimin, sei pronto? N-non credo che durerò ancora molto» gli chiedo, per paura di finire prima di lui e non potergli dare quello che vuole davvero.

«Ancora un paio di spinte, ci sono quasi anche io» mi indica il suo livello di piacere e dopo qualche altra spinta nel punto giusto e grazie ai movimenti della mia mano attorno a lui, riversa tutti i suoi piaceri sul suo addome mentre io faccio lo stesso dentro di lui, sentendo le sue pareti calde contrarsi più forte che mai attorno alla mia lunghezza.

Stremato mi lascio cadere al suo fianco, rimanendo dentro di lui ancora un poco per non perdere così presto il calore che le sue carni mi stanno dando. Cerchiamo di stabilizzare inutilmente i nostri respiri, ma siamo troppo affannati per riuscirci. Non importa, il bello è proprio questo: provare talmente tanto piacere da non riuscire a respirare.

«Hyung, io...» dico posando la testa sul palmo della mia mano. «Cazzo, sei stato perfetto» lo lodo, ringraziandolo con un bacio per quello che mi ha fatto provare.

«Tu di più. Non sono mai venuto così tanto» dice dando un'occhiata al suo addome impiastrato di liquido denso e bianco.

«Beh, sono contento di essere stato bravo nonostante non sapessi fare praticamente niente» sorrido, fiero del mio lavoro.

«Sei stato praticamente divino» mi dice baciandomi, mentre io gli sorrido in risposta, poi il mio sguardo finisce sul suo addome sporco dei suoi stessi piaceri e un'ulteriore scarica elettrica mi pervade.

«H-Hyung...» dico solleticandogli la zona vicino alla sua fossetta d'Achille e raccogliendo un po' del suo sperma sul mio indice.

«Dimmi» dice lui appoggiandosi suoi gomiti per vedere meglio cosa sto facendo. Io rivolgo a lui la mia attenzione e, cercando di non diventare troppo viola dall'imbarazzo, gli domando: «P-posso ingoiarlo?» gli chiedo riferito al liquido che il suo corpo ha prodotto per me.

Lui getta la testa all'indietro e manda giù un fiotto di saliva; il mio sguardo cade sul suo Pomo d'Adamo in bella mostra che si contrae e si distende nuovamente e questa visione mi rende ancora più voglioso di fare quello che gli ho chiesto.

«Grazie a Dio» commenta tornando su con la testa. «Temevo volessi pulirmi con un fazzoletto» mi spiega e io mi ritrovo a sorridere, contento di avere detto la cosa giusta. Torno a posizionarmi in mezzo alle sue gambe e mi chino fino a lambire la pelle porcellanata del suo basso ventre, reso ancora più pallido dagli umori del biondino.

Con la lingua raccolgo quanto più seme possibile e il resto lo tiro via attaccando la mia bocca alla sua pelle e iniziando a succhiare, lasciando nel frattempo qualche succhiotto qua e là. La sensazione di salato che mi rimane sulla lingua una volta che ho ingoiato tutto quanto il suo seme è strana, però non è per niente spiacevole. Sono contento di avergli chiesto di pulirlo; nonostante sia stato imbarazzante avanzare quella richiesta, alla fine ha fatto piacere a entrambi. Torno a sdraiarmi accanto a lui, il quale subito mi prende il viso tra le mani e mi bacia ancora, ma io mi ritraggo: «C-che fai?» dico imbarazzato. «Ho appena-»

«Non importa, non mi dà fastidio. Anzi, mi piace sentire il mio sapore sulla tua lingua» conclude e mi bacia di nuovo, entrando in contatto indiretto con se stesso. Devo dire che non mi sarei mai aspettato che questa giornata iniziata orribilmente si sarebbe potuta concludere in maniera così perfetta, eppure eccoci qui. Domani, a mente lucida, gli chiederò se vorrà essere il mio ragazzo, ma per adesso mi godo questo momento in cui la razionalità non esiste.

«Ti amo, Kookie» mi dice Jimin all'improvviso, prendendomi alla sprovvista. Il mio cuore si riempie di gioia a queste parole, il mio stomaco fa una capriola e il mio cervello collassa.

La bocca invece, l'unica parte di me che ancora funziona, risponde: «Ti amo, Hyung.»

●▬▬▬▬▬๑۩ spazio autrice ۩๑▬▬▬▬▬●

Buongiornooo! Spero che un ritardo di undici giorni sia stato compensato con questo capitolo, nel quale si sono scoperte tante cose di entrambi i personaggi, ma soprattutto di Jimin. Una delle più importanti è che è bello sveglio a letto, penso di essermi spiegata ;)
Io spero che il capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima con il capitolo XX! Vi voglio bene

Buona Pasquetta 🐣❤️

Words: 5016
Published: 05042021
Edited:

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