XI
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capitolo 11
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»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««
Jimin mi ha chiesto, molto gentilmente, di smettere di fumare. Ci sto provando, davvero. In questi giorni ho provato a fumare di meno, a ridurre la quantità di nicotina che facevo entrare nei miei polmoni e diciamo che ci sono riuscito, in parte. Ho concentrato le sigarette solo nella la notte, in modo che lui non scoprisse le prove del reato da me commesso. Ho passato molto tempo con lui e questo mi ha portato automaticamente a fumare di meno, a necessitarne di meno. E non mi fermerò finché questo "di meno" non diventerà un bel "niente", e lo faccio per lui, perché se dovessi farlo per me stesso probabilmente a quest'ora sarei già un passo oltre dentro a questo mondo di tossicità.
Quanto a lui... a volte il suo comportamento è davvero preoccupante. Con me è sempre gentile e disponibile, poi a volte – anche se, per fortuna, molto raramente – sparisce per tutto il giorno e si fa sentire solo quello dopo e non è perché stesse studiando, perché spesso studiamo insieme e non spegne mai il telefono per non essere disturbato, anzi... è lui il primo a prenderlo in mano a volte, quindi sicuramente c'è dietro dell'altro.
In questo momento mi sto dirigendo verso l'ateneo poiché, essendo nuovamente Sabato sera, ci siamo dati appuntamento per guardare un altro film, stavolta nella sua stanza siccome il suo compagno è andato alla festa di una qualche confraternita di cui non ricordo il nome e della quale mi interessa davvero poco. Preferisco passare le mie sere tranquillamente con la persona che ogni giorno sta diventando sempre più importante per me e sulla quale spero di star avendo lo stesso effetto.
Arrivo quindi di fronte all'edificio ed entro, prendendo subito il corridoio direzionato ai dormitori e trovando velocemente la stanza del biondo. Busso alla porta e immediatamente sento dei passi farsi sempre più vicini, segno che Jimin mi stesse aspettando e che ora stia venendo ad aprire la porta.
«Ciao» dico appena lo vedo di fronte a me in tutto il suo splendore. Proprio come quando abbiamo visto Thor, indossa una tuta questa volta grigia, un po' più stretta del solito, che lo avvolge morbidamente e emana profumo di ammorbidente alla lavanda. Addosso ha anche un paio di occhiali da vista, che mi ha rivelato essere necessari, anche se spesso porta le lenti perché con gli occhiali non si sente a suo agio. Beh, non dovrebbe, nonostante la visione del suo viso sia leggermente ridotta, la montatura che porta appoggiata sul ponte del naso lo rende ancora più tenero e... bello. Perché Jimin è bello.
«Ciao» risponde lui sorridendo e abbracciandomi. Grazie alle nostre ripetute frequentazioni ho potuto constatare che Jimin è un ragazzo davvero molto affettuoso... e per fortuna!, dovrei dire, perché abbracciarlo è una delle sensazioni più belle che si possano provare, parola mia. «Come stai?» mi chiede successivamente poiché ieri non ci siamo visti né sentiti per tutto il giorno.
«Bene, grazie. Tu, invece?» ricambio la domanda e lui si schiarisce la gola prima di rispondere anche lui con un "Bene, grazie" soffocato, quasi come se gli fosse stato tirato fuori a forza.
«Sicuro?» domando, per niente convinto della risposta.
«Oh, sìsì, ho solo un po' di mal di testa, niente di che.»
«E vuoi vedere lo stesso il film? O vuoi che ti lasci solo a riposa-»
«No!» sbotta lui all'improvviso, con un tono di voce che non gli ho mai sentito uscire di bocca. Lo guardo immediatamente negli occhi a questa replica e posso vedere la preoccupazione abbondare nei suoi occhi. «Non lasciarmi qua da solo, per favore» continua e io mi chiedo il motivo di tanta angoscia. Sta facendo preoccupare anche me e sono arrivato al punto in cui non riesco più a tenermi dentro la domanda che voglio fargli ormai da tempo. Devo provare a chiederglielo, anche se non dovessi ricevere risposta, ma non ce la faccio più a vederlo così.
«Jimin, posso chiederti che cos'hai?» gli domando avvicinandomi a lui e sedendomi sul suo letto, prendendogli una mano per farlo sedere di fronte a me, vicinissimo a me. «Posso sapere perché a volte sparisci e non ti fai sentire per tutto il giorno?»
«Quando?» domanda lui facendo finta di non aver capito, ma dai suoi occhi afferro che invece ha inteso il perché della mia domanda.
«In questi giorni sparisci senza dire niente. Non dico che tu debba dare conto a me di quello che fai, è solo che comportandoti in questo modo mi fai preoccupare.»
«Non ti devi preoccupare per me, davvero...» ribatte lui soltanto, abbassando la testa e portando lo sguardo sulle sue mani, intrecciate tra di loro e poggiate sul suo grembo. Le raggiungo con le mie e gliene avvolgo una portandomela davanti agli occhi, facendo così in modo che i suoi si ripuntino nei miei. «Come faccio a non preoccuparmi per te? Dimmelo» sussurro con la voce strozzata. «Come faccio se sei l'unica persona che mi abbia mai apprezzato per quello che sono, senza mai giudicarmi o pensare male di me? Dimmi come posso fare?»
«J-Jungkook...»
«Io mi preoccupo per te. So di non essere nessuno di rilevante nella tua vita, ma sappi che qualsiasi cosa tu stia passando, posso aiutarti a superarla. Voglio darti una mano, voglio mostrarti tutta la mia gratitudine e starti vicino sempre.»
«Perché?» domanda lui come se non capisse il motivo per cui voglio aiutarlo.
«Perché tu hai aiutato me. Mi hai aiutato col fumo e io ti voglio aiutare con qualsiasi cosa ti stia accadendo.»
«Q-quindi vuoi solo ricambiare il favore?»
«N-no, aspetta, non intendevo quello. Quello che voglio dire è che tu sei stato l'unico a capirmi e ti sarò per sempre grato per tutto quello che, in pochissimo tempo, hai fatto per me. E poi, come ti ho aiutato la prima volta a scappare da quel viscido verme, vorrei aiutarti sempre con tutto quello che ti accade.»
«È-è solo che... soffro di emicrania. E a volte sto tutto il giorno a rimettere. Non mi puoi aiutare con questo.»
«È a questo che servono le medicine che prendi?» domando senza neanche pensarci. Il mio cervello è letteralmente partito e ha gettato fuori la domanda come se niente fosse.
Gli occhi di Jimin si spalancano all'istante e, dal movimento della sua mano che è ancora tra le mie, capisco che sta tremando. In maniera invisibile alla vista, ma sensibile al tatto. Schiude le labbra tremanti per rispondermi e poi le richiude un'infinità di volte, a un certo punto perdo addirittura il conto e quando penso che non mi risponderà più finalmente la voce gli esce fuori: «C-come-come fai a sapere delle medicine? Te l'ha detto qualcuno?»
«N-no! Chi avrebbe dovuto? Comunque, quando sei venuto a casa mia e mi hai chiesto di andare in bagno hai lasciato l'involucro sul lavandino» rispondo soltanto e Jimin batte un piede a terra, stringendo le labbra a formare una linea sottile e distogliendo immediatamente lo sguardo dal mio. Lo punta fisso nel vuoto, ma io continuo a guardarlo e vedo i suoi occhi diventare lucidi. Batte le palpebre tante volte, velocemente, in modo da ricacciare indietro le lacrime. Perché la sta prendendo così male?
«Ecco, svelato l'arcano delle pastiglie...» commenta con voce strozzata, come se si stesse per mettere a piangere da un momento all'altro.
«Jimin, perché stai reagendo così? È solo emicrania...» dico per tranquillizzarlo, sperando di non essere stato troppo diretto. Non capisco perché abbia reagito così tanto male, davvero. Forse non voleva dirmi una cosa così personale?
«Già... solo emicrania» sussurra lui alzandosi per andare a prendere il computer. C'è qualcos'altro che deve dirmi, ne sono sicuro, però almeno sotto l'aspetto medico sono contento che la sua sia "solo" emicrania, che in confronto a quello che pensavo non è proprio niente. Per il resto si vedrà, se me lo vorrà dire sarò pronto ad aiutarlo, ma per ora è meglio non insistere. Rischierei solo di essere mandato, giustamente, via e di non ottenere niente lo stesso. «Guardiamoci il film, dai» conclude posizionando il computer ai piedi del letto e sdraiandocisi sopra. Io invece mi alzo per andare sul letto del compagno di stanza di Jimin, ma questo mi ferma chiedendo: «Dove vai?»
«Sull'altro letto» rispondo.
«Rimani qui» mi chiede in tono supplichevole, con la faccia da cucciolo e gli occhi ancora lucidi per prima. Non riesco a dirgli di no e in realtà non voglio neanche farlo perché cavolo, mi sta chiedendo di rimanere accanto a lui nello stesso letto. Come si fa a dirgli di no? Con il viso che va a fuoco a causa dell'imbarazzo, mi stendo quindi accanto a lui, che avvia velocemente il film e poi posa la testa sul mio petto come se fossimo una coppia. Il mio cuore sta letteralmente esplodendo nella gabbia toracica per la vicinanza con Jimin, mentre concentrarmi sul film mi risulta davvero difficile.
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Potevo scriverlo meglio... vabbè, in ogni caso questo è stato un capitolo SEMI di passaggio... il prossimo sarà decisamente meglio. Vi rivelo un piccolo spoiler: sarà p.o.v. Jimin :)
Avevo scritto negli annunci che Sabato mi sentivo talmente male che avrei, FORSE, scritto un sacco, ma alla fine sono riuscita a scrivere solo questo capitolo perché, non so con quale grazia divina, sono stata un po' meglio. Ieri ero addirittura talmente stanca che, per la prima volta in tutta la settimana, mi sono addormentata senza ansia... W o W
Grazie mille per le superate 300 views, vi adoro tantissimo. Spero di poter pubblicare il prossimo capitolo a breve, anche se Giovedì ricomincio con la DaD al 50% e andrò a scuola una settimana sì e una no, quindi avrò meno tempo per scrivere anche perché le lezioni vanno dalle 09:50 alle 14:20. Che due palle, a sto punto preferivo stare 100% a casa, però vabbè. Bisogna ricominciare in qualche modo.
Io spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate passato un buon weekend, vi auguro un buon lunedì. Ci sentiamo presto!
Words: 1477
Published: 24012021
Edited:
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