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capitolo 05
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»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««

Jimin è semplicemente... perfetto? Stiamo chiacchierando da due ore e so già che potrei andare avanti per giorni. Ho avuto, letteralmente, un colpo di fortuna a incontrarlo in quel corridoio, nonostante la circostanza poco positiva. Mi sembra di aver trovato finalmente un amico, l'unica persona che non mi abbia mai giudicato per il mio aspetto estetico non proprio nella norma, se possiamo metterla in questo modo.

Dopo essere stati quindi più di due ore a chiacchierare in caffetteria, soprattutto dei corsi che stiamo seguendo e delle stranezze dei vari professori - e specialmente delle loro maggiori massime, sulle quali ci si potrebbe scrivere una storia intera -, sembra che sia arrivato il momento di salutarci, ma improvvisamente sento un senso simile a quello di vuoto dentro di me; parlo quindi spontaneamente, senza pensare un solo secondo a cosa sto dicendo.

«Ti va di venire a casa mia?» domando senza neanche pensarci, vedendolo impallidire; data la sua timidezza cerco subito di giustificarmi improvvisando con un: «Beh, siccome tu mi hai fatto vedere dove abiti quindi... volevo ricambiare il favore, ecco» mi rivolgo a lui grattandomi la nuca a causa dell'imbarazzo.

«Oh, emh...» balbetta qualcosa e poi controlla l'orario sul telefono. Sono solamente le cinque di pomeriggio, quindi posso dire con certezza che non è preoccupato per la cena; quindi perché è così agitato? «V-va bene, volentieri» mi risponde anche se non sembra proprio convinto. Tuttavia, voglio convincermi che sia solo disagio dovuto alla timidezza e non alla mia persona. Lo so che sono fottutamente paranoico, ma è davvero la prima volta che affronto un'intera conversazione con qualcuno poiché questo non è spaventato da me, ma adesso ho paura.

«Sei sicuro? Non è che hai qualche impegno?» chiedo successivamente tirandomi la zappa sui piedi da solo.

«Oh, nono, tranquillo. Oggi non devo neanche studiare» risponde con un tono leggermente più rilassato che mi porta a rilassarmi a mia volta e a smetterla di farmi queste mie mille paranoie.

«Perfetto allora!» esclamo entusiasta continuando a camminare accanto a lui, dirigendo i suoi e i miei stessi passi al mio appartamento.

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(separatore)
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»»---- ★ jimin's p.o.v. ★ ----««

Mi sento davvero molto a disagio a dover andare a casa di Jungkook; non per colpa sua, lui è letteralmente fantastico e io ripeto che mi sento fortunato ad averlo incontrato. Ha sempre cercato di mettermi a mio agio anche e soprattutto in quei momenti in cui mi ha visto leggermente più silenzioso, semplicemente perché non mi sento all'altezza di nessuno. Non ho niente di interessante da dire e ho sempre paura di annoiare le persone con cui parlo quando dico loro che la mia unica passione è la medicina. Beh, in realtà questa non è una mia paura infondata; sono diventato così a causa delle continue esperienze negative che hanno caratterizzato questi miei tre anni di università. Non che prima, quando studiavo matematica, fosse diverso; la gente mi ha sempre giudicato. Gli adulti mi apprezzano perché vedono in me una sorta di modello, ma i miei coetanei – ossia le persone alle quali mi potrei rapportare – mi vedono come una sorta di alieno. In ogni caso, credo di essermi perso nei miei pensieri... Jungkook mi mette a mio agio, solo che sono io il problema: le situazioni complicate e intime mi fanno paura.

Tuttavia lo seguo a casa sua e dopo una breve passeggiata passata in parte a chiacchierare e in parte in un rilassante silenzio per niente imbarazzato, arriviamo davanti al suo appartamento. Seriamente, sto andando nel panico più totale e la situazione non fa che aggravarsi quando apre la porta e mi fa accomodare. A passo timido varco la soglia e ad un tratto mi sembra di essere trasportato in un altro mondo: casa sua è un qualcosa di fantastico; particolare tanto quanto lui, piena di arte tanto quanto lui. Mi guardo bene intorno e i muri sono dipinti con decorazioni floreali, oppure semplicemente disegnati a matita con schizzi a dir poco stupendi di qualsiasi cosa. Riesco a leggere frasi, riesco a vedere vari personaggi televisivi, di anime oppure di film americani; sopra queste pareti si trova un intero universo. I grandi mobili di legno scuro inoltre spiccano in confronto alle pareti decorate con colori molto chiari. Questi sono ricolmi di libri, a riconfermare la sua grande passione per la lettura di cui mi parlava prima in caffetteria e della quale mi ero già accorto in biblioteca. Tra i titoli scritti sui dorsi di questi, riesco a individuare alcune opere famose di letterati coreani, tutte in ordine alfabetico, e tra queste alcuni di autori stranieri scritti in lingua originale. Non sono capace di capire di che lingua si tratti, ma lo spessore di questi libri mi permette di capire che a Jungkook piacciono le sfide: leggere un libro così corposo in un'altra lingua non deve essere per niente facile.

«Jimin? Tutto bene?» mi domanda Jungkook risvegliandomi dai miei pensieri. Lo guardo negli occhi arrossendo per la figura di essermi estraniato e lui: «Ti sei incantato, hai visto qualcosa che ti piace?»

Ogni cosa qua dentro mi piace, penso, ma cerco di dargli una risposta decente e meno imbarazzante: «S-sì, le pareti. Le hai dipinte tu?» chiedo certo di una risposta affermativa.

«Sì, quando mi annoio o semplicemente penso troppo sposto i mobili e metto a nudo le pareti, solamente per ricoprirle della mia frustrazione» risponde ridacchiando, ma qualcosa mi dice che non sta scherzando. Eppure non posso credere che qualcosa di così magnifico sia uscito fuori dalla frustrazione; non è possibile, ci deve essere per forza molto di più sotto.

«Sono magnifiche» aggiungo semplicemente, continuando a guardarmi intorno e notando solo successivamente che anche il soffitto è decorato. Al centro di questo si trova il Sole e attorno a questo vi sono dipinte tutte le costellazioni dei segni zodiacali: questa casa sembra letteralmente un museo dell'arte dipinto dai più grandi pittori del Rinascimento. Per capirci, Raffaello gli farebbe una beffa.

«Grazie» risponde lui offrendomi poi qualcosa da bere: un caffè, una bibita, della semplice acqua. Io rispondo che sono a posto così e quindi mi invita ad accomodarmi sul divano, sul quale ci sediamo l'uno accanto all'altro.

«Beh,» dice di punto in bianco, «questa è casa mia. Niente di che, ci tenevo solamente a fartela vedere...»

«Niente di che? Scherzi? Solo queste decorazioni valgono quasi tutta la sua bellezza, e poi tutti questi libri... mi sembra di vivere in una biblioteca, è magnifico!»

«Davvero?» domanda lui entusiasta, probabilmente non essendo abituato a ricevere complimenti riguardo la sua abitazione.

«Sì, Jungkook, hai visto che lavori hai fatto? Potresti vincere i migliori premi per l'arte di tutta la Corea. E poi... non pensavo conoscessi le lingue straniere.»

A queste mie parole, il corvino va nell'imbarazzo più totale e posso vederlo arrossire vigorosamente. «S-sì, diciamo che capisco la loro scrittura, ma non conosco proprio le lingue; non le so parlare...»

«E le hai imparate da solo?»

«Sì, grazie a tanto YouTube e tanti letterati.»

Ancora una volta resto stupito del talento di questo ragazzo: è bravissimo a disegnare e a dipingere, ama la letteratura coreana e straniera e ha imparato a leggere delle lingue straniere da solo e ha il cuore più d'oro di tutti. Non so davvero che cosa io abbia fatto all'Universo per venire ripagato in questo modo, ma proprio mentre penso a queste cose felici sento una fitta al cuore. Oh, cazzo!, penso mentre mi porto una mano al petto e la mia faccia si piega in una smorfia strana.

«J-Jimin, tutto bene?»

«S-sì» rispondo ansimando e controllando l'orario. Sono in ritardo... «M-mi servirebbe un attimo il bagno» dico successivamente e Jungkook prontamente risponde: «Ma certo: sali le scale ed è la prima stanza che trovi a destra» mi indica e io lo ringrazio, alzandomi lentamente e camminando verso le scale trascinando un po' i piedi, salendole poi a fatica. Una volta arrivato in bagno mi ci chiudo dentro appoggiandomi con le entrambe le mani al bordo del lavandino. Dopo essermi ripreso un po', tiro fuori dal taschino della mia cover le pastiglie di oggi; avrei dovuto prenderle mezz'ora fa, non pensavo che un piccolo ritardo potesse farmi così male.

Pongo la pastiglia sulla mia lingua e poi la mando giù a secco; all'inizio era difficile, ma adesso mi ci sono abituato e l'acqua non mi serve quasi più. Aspetto qualche minuto che le pastiglie facciano effetto e quando sento il cuore tornare a battere ad una velocità accettabile mi sciacquo il viso e mi sistemo i capelli – che nel frattempo si sono disordinati – pronto per tornare al piano di sotto per andare a casa e scusarmi per l'inconveniente.

Esco quindi dal bagno e prendo un bel respiro profondo prima di scendere le scale, ma la mia attenzione viene catturata da un piccolo scrittoio antico con lo sgabello ritraibile, in modo che questo non occupi spazio quando non viene usato. Su questo scrittoio si trovano pagine ingiallite e rigate d'inchiostro a formare le famose scritte che caratterizzano la vita di questo ragazzo stupendo. Mi soffermo un attimo a guardarle, le sposto, le sfoglio; finché alla fine non trovo quella frase, la mia frase. Decido quindi di fare una cosa di cui potrei forse pentirmi in futuro, ma essendo in questo momento guidato dall'istinto non ci penso più di tanto. Prendo in mano il foglio con quella frase e lo piego fino a che non diventa abbastanza piccolo da entrare nella mia tasca dei jeans. Compiuta questa operazione criminale, dirigo i miei passi giù per le scale ed entro in salotto per salutare Jungkook, il quale scatta subito in piedi appena mi vede: «Hey, tutto bene?»

«O-ora s-sì» balbetto imbarazzato. «Sto meglio, grazie... però dovrei andare» aggiungo piegando lo sguardo, incapace di sostenere il suo non so neanche per quale motivo.

«Certo, capisco... spero tu sia stato bene in mia compagnia, in ogni caso» dice abbassando leggermente lo sguardo a sua volta.

«Certo che lo sono stato, ci puoi giurare! Mi sono semplicemente ricordato che devo aiutare il mio compagno di stanza con una cosa per l'Università. Scusami, davvero mi sono ricordato solo adesso.»

«Non ti preoccupare, spero non sia niente di pesante.»

«Lo spero anche io» rispondo sorridendo, ricambiando il suo sorriso da coniglietto.

«Ci vediamo allora!» dice il corvino salutandomi.

«Sicuramente in qualche corridoio» rispondo continuando a sorridere e avvicinandomi alla porta. Lui si avvicina a sua volta ad essa e la apre al posto mio per cortesia, lo ringrazio di cuore ed esco, salutandolo per l'ennesima volta in questa giornata. E per l'ennesima volta nella giornata mi ritrovo a pensare a quanto questo ragazzo sia... perfetto. Se solo il mio cuore non fosse così imbecille, potrei addirittura iniziare a pensare che qualcosa nella mia vita stia andando bene.

●▬▬▬▬▬๑۩ spazio autrice ۩๑▬▬▬▬▬●

Allorrrr, ragassuoli! Finalmente ce l'ho fatta a scrivere questo capitolo, è stato LETTERALMENTE un parto. Spero quindi che vi sia piaciuto: per farmelo sapere sono gradite sia stelline sia commenti, giusto per farmi sapere che ci siete e anche cosa ne pensate.

So che nell'ultimo capitolo, nello spazio autrice, avevo detto che la maggior parte delle p.o.v. saranno di Jungkook e probabilmente sarà così, ma non vi posso più dare delle certezze. D'altronde, come vi ho fatto capire dalle premesse, NON MI RITENGO STABILE E CAMBIO SPESSO IDEA AHAHA.

Detto ciò, love ya! Al prossimo capitolo che spero di poter pubblicare presto 🤞🏻

PLUS: approfitto per dirvi di tenervi pronti per Natale perché, quando meno ve lo aspettate, verrà fuori una sorpresina carina ❤️
Byee <3

Words: 1779
Published: 23122020
Edited: 

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