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𝕿𝖍𝖊 𝕻𝖗𝖔𝖑𝖔𝖌𝖚𝖊
Era il giorno dell'equinozio di primavera nel mondo degli umani e la stessa cosa stava accadendo anche in quello degli angeli.
Kim Taehyung era ormai diventato maggiorenne da qualche mese e stava aspettando con grande gioia il giorno in cui i fiori sarebbero di nuovo sbocciati, ricoprendo immense distese di verde di altri mille colori tutti diversi fra loro.
Per l'angelo era arrivato il giorno in cui sarebbe finalmente stato assegnato ad un essere umano in difficoltà, per aiutarlo a impostare la sua salita verso il paradiso e per salvarlo dalle vicissitudini umane. Si stava preparando a quel momento fin dai primi anni della sua vita; quando le sue ali avevano iniziato a crescere in maniera adeguata aveva provato ad apprendere l'arte del volo, cosa che gli sarebbe stata molto utile una volta tra gli umani e, detto sinceramente, il ragazzo dai capelli biondi non aspettava che quello.
Voleva scendere sulla Terra, godere di quei sapori e inebriarsi di quei profumi che per cento anni e ottanta giorni aveva solo potuto immaginare. Voleva riempirsi i polmoni dell'aria fresca di cui gli avevano parlato gli altri angeli più anziani o poco più grandi di lui che erano tornati in Cielo dopo aver assolto ai propri doveri. Tuttavia, il suo desiderio maggiore andava ben oltre qualsiasi cosa di fisico che avrebbe potuto sperimentare di lì a poco; il suo desiderio più grande e ardente era aiutare. Lui voleva aiutare il ragazzo o la ragazza che gli avrebbero assegnato quel giorno, perché per il ragazzo dai capelli biondi non esisteva niente di più bello di dare una mano a qualcuno nel momento del bisogno. D'altronde era cresciuto in Paradiso, era stato abituato a volere sempre bene a tutti e a volere aiutare qualsiasi essere vivente ne necessitasse.
«Come ti senti?» gli domandò il suo migliore amico, Jung Hoseok, una volta entrato nella sua stanza di nascosto cogliendo l'altro di sorpresa, che si girò di scatto spaventato. Di regola l'unica persona che può vedere l'angelo prima della cerimonia è la madre, ma Hoseok non aveva resistito. Si sarebbe piuttosto preso una sgridata, ma il suo migliore amico lo doveva incontrare.
«Hobi, non puoi essere qui!» lo ammonì Taehyung che tuttavia stava sorridendo, e gli andò in contro per abbracciarlo.
«Lo so, ma il saluto di ieri non mi bastava. Dovevo vederti» replicò facendo arrossire il minore.
Ancora nell'abbraccio, il biondo rispose alla domanda postagli dal castano poco prima: «Sono agitato, ma allo stesso tempo contento. Aspetto questo momento da anni...»
«Lo so. All'inizio sarà difficile, ma tu non demordere, va bene?»
«Perché dovrei, siamo angeli, non possiamo arrenderci» ribatté il biondo inconsapevole di quello che l'amico intendeva. Una volta sulla Terra l'avrebbe scoperto, ma era severamente proibito dare consigli su come agire, poiché ogni angelo doveva maturare la sua coscienza in maniera del tutto personale.
«Già...» rispose solamente l'amico, rabbuiandosi, ma riprendendosi l'istante successivo per poi sorridere al migliore amico e continuare: «Sarai un angelo perfetto» aggiunse sistemandogli i capelli. «E mi mancherai»
«Dai, Hobi, non farmi piangere! Non sarà per sempre» lo rassicurò, ma Hoseok era nato con il dono della veggenza, quindi sapeva quello che sarebbe successo in futuro, ma non disse niente. Si limitò ad abbracciare un'ultima volta il suo amico e infine gli disse: «Tra qualche minuto arriverà tua madre, devo andarmene. Ti voglio bene.»
«Anche io, grazie per essere passato.»
«Tutto per il mio angioletto» ridacchiò il castano uscendo dalla stanza nella maniera più cauta possibile per non farsi scoprire da nessuno. Sì, aveva il potere di vedere il futuro, ma la cosa richiedeva anche uno sforzo abbastanza grande e non voleva sprecarlo per scappare dalla sua seconda casa per non farsi beccare dalla sua seconda mamma, la quale – come aveva predetto il veggente – entrò nella stanza qualche minuto dopo, vestita in maniera elegante e con la borsetta piena di Clinex in previsione delle lacrime che avrebbe versato.
«Mamma, sei bellissima» commentò Taehyung squadrandola da capo a piedi.
«Oh, tesoro, tu lo sei» disse al figlio vestito di tutto punto, con un completo bianco dal quale spuntavano le ali argentee. I capelli erano stati sistemati da lui stesso e accomodati in maniera tale da accogliere l'aureola d'argento durante la cerimonia.
«Sei agitato?» domandò successivamente, riproponendogli la stessa domanda del migliore amico.
«Un pochino, ma allo stesso tempo sono motivato. È da tutta la vita che mi preparo per questo momento e finalmente sta arrivando e non riesco a trattenermi.»
«Lo so, riesco a sentirlo» rispose la madre, che aveva infatti il potere di percepire i sentimenti provati dagli altri angeli che si trovassero abbastanza vicini a lei. E poi era sua madre, come poteva non sapere come si sentisse il figlio? «E so già che sarai perfetto» aggiunse sorridendogli e accarezzandogli una guancia.
«Hai parlato con Hobi, per caso?» domandò il ragazzo alludendo al potere dell'altro di prevedere situazioni future.
«Nono, questa volta il tuo amico non c'entra niente. È una cosa che come madre mi sento e basta. Gli angeli anziani ti hanno istruito al meglio per questo compito, ti hanno dato tutte le informazioni necessarie e so che il tuo cuore le custodirà. Adesso però finisci di prepararti, ci aspettano alla cerimonia.»
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«Come ogni anno è arrivato uno di quei due giorni chiamati "equinozio",» iniziò l'Angelo Anziano del Comitato; «e come ogni anno siamo lieti di avviare nuovi angeli al loro percorso di crescita attraverso il loro passaggio sulla Terra.»
A queste parole, tutti gli angeli iniziarono a fremere e a battere le ali per esprimere la loro emozione, in maniera tuttavia contenuta di fronte al Comitato e al Presidente.
«Oggi siamo tutti qui per annunciare la discesa di ben cinquanta angeli, che tra l'ottobre scorso e oggi hanno raggiunto l'età di cento anni, ovvero il traguardo della maggiore età! Prego ognuno degli angeli di alzarsi e camminare fino al palco per la consegna dell'aureola e l'assegnazione del nome» concluse l'Angelo Anziano passando la pergamena al Presidente Kim Seokjin.
«Buongiorno a tutti, angeli. Innanzitutto volevo congratularmi con ognuno di voi per l'impegno che avete dimostrato per arrivare fino a qui, siete stati eccellenti nel vostro percorso celeste e mi auguro che lo siate anche nel vostro percorso terreno. Le difficoltà ci saranno anche per voi creature divine, ma io sono sicuro che ce la potrete fare» fece una pausa facendo scorrere gli occhi sulla pergamena, accigliandosi leggermente per poi alzare lo sguardo verso Taehyung, che di rimando rispose con un sorriso ancora più ampio di quello che già aveva in volto, senza che si fosse accorto dello sguardo lievemente crucciato del Presidente.
«Adesso basta chiacchiere e iniziamo la cerimonia!» tutti gli angeli batterono le mani e mossero nuovamente le ali per produrre un leggero rumore di sottofondo.
Il Presidente iniziò quindi ad elencare i nomi degli angeli in ordine alfabetico e Kim Taehyung sentiva l'agitazione crescergli nel petto man mano che passava il tempo. Trovarsi alla fine dell'elenco sicuramente non aiutava le cose, ecco perché stava cercando di respirare il più possibile e poi, finalmente, il Presidente annunciò: «Kim Taehyung!»
Il ragazzo riaprì gli occhi che aveva precedentemente chiuso per cercare di calmarsi e lentamente si avviò verso il palco, salendo i pochi gradini che lo sostenevano e posizionandosi accanto a Seokjin, che teneva l'aureola argentea tra le mani. Il Presidente sollevò le braccia averso l'alto e si avvicinò all'angelo – il quale teneva la testa bassa in segno di rispetto –, posandogli l'aureola sul capo. Ci furono dei secondi di silenzio, durante i quali tutti aspettarono l'accettazione da parte da parte della corona di luce per poi proseguire con l'assegnazione del ragazzo da aiutare. Per Taehyung ci volle un po' di tempo e ad un certo punto si sentì così tanto in imbarazzo per essere così lento nel farsi accettare dall'aureola. Improvvisamente un mare di dubbi gli bombardarono la testa: forse non era abbastanza? E se non fosse stato in grado? Tutto quello che aveva voluto ardentemente da sempre gli si stava sgretolando davanti, ma poi... poi un'improvvisa fonte di luce si posiziono sulla sua testa, segno che la corona lo aveva accettato. Tutti quanti applaudirono e sorrisero, rasserenati nell'aver visto la luce, ma mai rasserenati quanto il biondo che stava letteralmente per esplodere dalla felicità.
«Congratulazioni anche a te, signor Kim. Adesso scopriamo chi sarà il tuo protetto» annunciò e un'altra ondata di silenzio cadde nel salone all'aperto. Fremiti e battiti di ali continuavano a impostare la melodia di sottofondo e ad un certo punto era diventata l'unico rumore udibile.
«Il tuo protetto sarà» disse posando gli occhi sulla pergamena e sgranandoli per un istante, ritornando normale subito dopo e sperando di non essere stato visto da nessuno; mandò giù un fiotto di saliva e, prendendo un bel respiro, finalmente pronunciò quel nome: «Jeon Jungkook!»
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Salve a tutti, miei cari!!! Eccomi qui, pronta per la primavera, con questa nuova storia STAVOLTA TAEKOOK, e ovviamente dal titolo Spring Day perché dai, oggi è proprio il giorno dell'equinozio e dopo aver ascoltato quel CAPOLAVORO di canzone tempo fa, mi sono innamorata di questa stagione! 🌱🌿
Io comunque e come al solito spero che il prologo vi abbia intrigato e che la trama generale (che trovate in descrizione) vi piaccia! Ve amo muchissimo, mis amores 🥰 spero stiate bene e che l'avvento della Primavera abbia portato tanta gioia nei vostri cuori come è successo a me!
VI VOGLIO BENE ❤️
Words: 1462
Published: 20/03/2021 ~ primavera
Edited:
~littlesnake_03🪐
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