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La mattina dopo Blitzø, quando si svegliò, si ritrovò fra le braccia di Stolas, ancora dormiente.
All'inizio non se ne rese conto, se ne accorse quando provò ad alzarsi, sentendo una stretta sul suo stomaco. Abbassò lo sguardo e vide le braccia del gufo stringerlo, come per proteggerlo. Girò lo sguardo e incontrò anche il viso del compagno. Era posata sul cuscino, le piume schiacciate su di esso. Aveva un'espressione rilassata. Il viso immobile e delicato, sembrava fosse fatto di porcellana per quanto fosse perfetto. I deboli raggi del sole, che filtravano dalla finestra, illuminavano quell'opera d'arte.
L'imp cominciò ad accarezzargli il viso, facendo movimenti circolari sulla guancia del gufo. Poi andò a fargli dei grattini fra le piume.
Il Goetia, sentendo il dolce tocco del compagno, aprì lentamente gli occhi. Fece un piccolo sorriso a Blitzø, portandogli una mano sul viso e dandogli un dolce bacio.
<Buongiorno tesoro, stai meglio di ieri?>
Chiese alzando leggermente il busto, sotreggendosi con il gomito, rivolgendo i suoi occhi rossi in quelli gialli che tanto amava.
Il demone lo guardò un secondo, inclinò la testa dal lato in cui Stolas aveva posato la sua mano, chiudendo leggermente gli occhi godendosi il contatto.
<Si, sto meglio. Comunque buongiorno anche a te>
Disse facendo un leggero sorriso, che venne ricambiato dal gufo. Gli occhi di quest'ultimo erano ancora assonnati, come anche la sua voce.
Il principe vedendo quel sorriso sulle labbra dell'amato, non riuscì a resistere dandogli un altro bacio.
Blitzø gli portò le mani sui fianchi accarezzandoli dolcemente, Stolas invece le posò sul viso di quest'ultimo.
Le loro bocche si assaporavano ormai sempre più bisognose, l'imp picchiettò il lambro superiore dell'altro con la lingua, chiedendo l'accesso che fu subito acconsentito.
Le mani del demone esplorarono il corpo del principe, andando a posizionarsi una sui suoi fianchi e l'altra sulla spalla. Lo tirò più a se, facendolo sedere a cavalcioni su di lui.
Dopo poco Blitzø si staccò, andando a baciare il mento del gufo, il quale sospirava di piacere sotto al suo tocco.
La bocca del più basso poi si spostò sul collo di Stolas, mentre le mani cominciavano a sbottonare la camicia di quest'ultimo, il quele portò le mani sulla testa dell'imp, stringendo le sue corna.
Il demone scese ancora più in basso, lasciando una scia di baci umidi sul suo petto, poi su concentrò su una parte vicino alla spalla, succhiandola lasciando un segno violaceo, che poi leccò. Le sue mani vagavano sul busto ormai nudo del Goetia, andando a stuzzicare i punti più sensibili. Quest'ultimo si portò una mano alla bocca, attuttendo i suoni impuri che stava producendo.
Il più basso però fu fermato da un telefono che squillava, o meglio, dal telefono di Stolas che squillava. A chiamare era sua figlia Octavia. Il gufo scansò Blitzø, rinfilandosi la camicia e provando a regolare il respiro, per poi prendere il cellulare e rispondere con ancora le guance arrossate.
Angolo delle penne gay:
CIAOO RAGA, ERO MORTO LO SO AHAHAH
COMUNQUE ORA SONO TORNATO PIÙ FORTE DI PRIMA (si spera), e niente questo è tutto, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
ADDIOOOO
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